Day III
Aria e Atsushi si stavano dirigendo alla stanza per gli allenamenti.
In quell'ultimo mese erano riusciti a fare enormi progressi rispetto ai tentativi precedenti. Pian piano erano riusciti persino, nell'ultimo allenamento a battere le proprie lame, sconfiggendole nello scontro.
Mentre Atsushi si era ambientato completamente, comprendendo alla perfezione la natura delle due ragazze, Aria invece era irremovibile.
Non riusciva a vedere null'altro che la propria lama. Non vedeva quel corpo pallido e delicato, quanto in realtà robusto. Il tessuto sottile dell'abito, tanto pareva fragile quanto in realtà era durevole. I suoi capelli bianchi come neve e quelle due gocce di sangue che erano I suoi occhi. Lui vedeva solo la sua lama munita di elsa e la sete e voglia di tagliare che questa aveva nei suoi confronti. Null'altro, solo lui e la sua lama.
Ciò che i due ragazzi non sapevano tuttavia era che quel giorno non si sarebbe svolto un normale allenamento. Così come i giorni a venire. Se volevano superare davvero i limiti e abbattere il muro che si poneva davanti a loro bisognava giocare il tutto per tutto.
Avere un ultimo piano di riserva, per battere un avversario tanto potente.
Imparare la loro forma ultima tuttavia avrebbe portato via tutto.
Nonostante ciò loro dovevano essere pronti.
Di fronte alla sala non trovarono le tre ragazze, bensì il Biondo che li accolse applaudendo.
"Eccovi qui finalmente."
Fece lui. Quando Atsushi chiese dove fossero le tre ragazze, lui mostrò dietro di sé due piedistalli. Le due spade gemelle, nella loro forma originale, erano posate accuratamentesu di essi.
Due porte si erigevano di fronte a loro.
"Immagino abbiate domande da pormi. Beh, questa è il vostro biglietto d'uscita.
La via con la quale riuscirete a sconfiggere il mostro che volete affrontare."
Il suo sguardo però nascondeva qualcosa. Aria e Atsushi sapevano benissimo cosa volesse dire quello sguardo. Se lo erano scambiati diverse volte, sin dal loro incontro.
Avessero passato l'uscio, non ci sarebbe stato ritorno.
"Cosa c'è dietro quelle porte?"
Chiese Atsushi. Aria alzò un sopracciglio.
"I vostri ultimi avversari qui. Ho chiesto loro di venire qui apposta per allenarvi ad usare il tutto per tutto..."
Qui fece una pausa.
"Mi piacerebbe che non dovreste apprendere questo potere, ma è meglio averlo come ultima risorsa piuttosto che morire per mano di Onur."
"Con questo potremo umiliarlo?"
Chiese Aria serio. Il Biondo annuì.
"Non appena li sconfiggerete sarete fuori da qui e potrete focalizzarvi su di lui."
Aria e Atsushi si guardarono un istante scambiandosi un intenso sguardo d'intesa. Si sarebbero reincontrati fuori da lì. A qualunque costo. Non importa l'avversario che avrebbero dovuto affrontare. Avrebbero vinto
Afferrarono le spade.
"Nothing last forever-"
"- nothing except us."
Conclusero la frase incrociando le spade. Non si sarebbero visti per 3 mesi ed entrambi lo sapevano. Sarebbero potuto morire ed entrambi lo sapevano.
Tuttavia, non avrebbero lasciato a metà nulla di quello che avevano iniziato.
Entrarono entrambi nella rispettiva porta con un voto da rispettare.
I cancelli si chiusero dietro di loro.
"Buona fortuna. Aria. Atsushi.
Cercate di non morire."
Fece per ultimo il biondo, abbassando un po lo sguardo.
Appena i due entrarono nelle rispettive stanze non avvertirono nulla. Sembrava di ritrovarsi in una enorme galleria scura Il pavimento sembrava come bagnato. Ad ogni passo che facevano i loro sandali si fermavano sulla superficie di quella che pareva acqua. Tuttavia non si vedeva nulla se non una lontana luce.
I due iniziarono ad avanzare, un passo dopo l'altro.
Fu alla fine del tunnel che di fronte ai due si palesò lo scenario più mozzafiato che avessero mai visto.
Sull'acqua rossa si specchiava un sole anch'esso rosso, eclissato dalla gigantesca luna.
Si trovavano di fronte allo stesso paesaggio eppure nessuno dei due riusciva a percepire l'altro.
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Aria ~ Giorno III
Aria non vedeva nessuno.
Qual era questo grande avversario in grado di dargli così tante difficoltà?
Non si era neanche presentato.
Di colpo oltre al suono dell'acqua sotto i suoi sandali un leggerissimo rumore proveniva dal tunnel.
Non erano passi: sembrava un'arma fatta roteare. Di colpo Aria si spostò all'ultimo. Avesse tardato di qualche attimo sarebbe rimasto stecchito.
Lo aveva sentito quel colpo. Il proettile andò dritto per poi curvare da solo e tornare indietro all'interno del tunnel. Non era un proiettile, ma una lancia a doppia punta. Era seriamente possibile tirare un oggetto ad una simile velocità?
Di colpo una incredibile pressione investì Aria. Non era possibile. Non era qualcosa con cui potesse confrontarsi. Lo aveva capito persino lui. Faceva fatica anche solo a respirare.
Quest'aura sembrava appartenere a qualcosa di oltremodo superiore a tutto ciò che aveva affrontato fin ora.
Un sorriso si allargò sul suo volto.
"Ohi ohi. Che cazzo, sono in ritardo a quanto pare."
Un uomo alto e slanciato uscì dalla galleria facendo roteare la lancia su una sola mano. I suoi capelli bianchi come la neve si allungavano sul collo: arrivando verso il Trapezio.
Un suo occhio era su un tono platinato, mentre il secondo aveva l'iride completamente rossa.
Aria cercò di mettersi in posizione, stringendo con forza Azrael.
La seconda figura dai capelli bianchi continuava a far roteare la lama.
Con una sicurezza disarmante, come a dire che non aveva bisogno di impegnarsi...
E forse era vero.
"Di poche parole è moccioso? Mi piace" Fermò di colpo il bidente: perfettamente parallelo al suolo.
"Dopotutto, staremo qui per un po'."
Scagliò la lancia una seconda volta, è come prima Aria riuscì a fatica a schivarla.
Disumano: completamente disumano.
Non era un colpo che una seconda persona Poteva solamente provare a riprodurre.
Aria continuó a stringere la Spada mentre scattava a Zig Zag verso l'avversario.
Mentre la Figura dai capelli bianchi rimaneva impassibile.
Velocemente vennero assetati una decina di colpi, che rilasciavano una scia di energia nera dietro di loro, Aria l'aveva colpito? Sperava di si.
Di Colpo la mano libera lo Prese per il collo, scagliandolo Contro il Muro.
L'uomo dai Capelli bianchi era incolume.
"Che c'è, hai paura?"
"Chi...diavolo sei, bastardo..."
Il corvino respirava con affanno, mentre il sangue gli colava sulla fronte.
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Atsushi ~ Giorno III
Di fronte a lui si parava un uomo dalla stessa statura del Rosso, girato di spalle.
Indossava una grossa armatura dorata e i capelli di un colore rosso spento gli cadevano sulla schiena.
L'uomo era girato di spalle guardando lo sfondo e apparendo meravigliato.
Aveva una enorme spada sulla schiena. Questa, con alcuni riflessi dorati pareva di ottima fattura. A quanto pare non condividevano solo l'aspetto ma anche una simile passione per le spade.
"Sai, quasi mi dispiace non poter rimanere qui ad osservare ancora a lungo questo tramonto. La pace è una cosa di poco conto qui. Un giorno mi piacerebbe riposare e godermi il tepore del sole in santa pace. Tuttavia ora non è ancora il momento. D'altronde hai ancora un nemico più grande di te da affrontare."
La sua voce pareva tranquilla.
Quelle parole lo colpirono come un pugno in pancia.
Costui girò un poco il suo viso mostrando una grande cicatrice che segnava il suo occhio sinistro, serrato per sempre, e la pelle sul suo volto sembrava, a tratti, un poco sfregiata.
Ora che lo vedeva bene sembrava risplendere della stessa luce del sole.
"Quanti nemici hai affrontato per divenire così?"
Lui guardò Atsushi con uno sguardo che esprimeva quasi tenerezza.
"Non ha mai contato il numero di nemici che affronti. Affrontare te stesso rimane sempre la sfida maggiore. È questo a renderti ciò che sei."
Per qualche motivo lo capiva. Comprendeva tuttavia la forza di quell'avversario.
"Il tempo per le parole è finito."
Fece lui.
Appena la sua mano toccò l'impugnatura della spada Atsushi si sentì estremamente pesante, come se fosse stato improvvisamente schiacciato da una forza sovraumana.
La sua vista sembrava appannarsi avendo semplicemente il suo avversario nel proprio campo visivo.
Atsushi provò ad avvicinarsi per restringere le distanza, con l'intenzione di colpirlo. Lui però non si mosse di un millimetro.
Sfoderò la spada e con una sigola sferzata da quella distanza, la luna e il sole dietro di lui vennero tagliati precisamente a metà, e bloccati in una stasi eterna. Il rosso venne sbalzato via da quell'attacco, non diretto a lui. Però riuscì a bloccarsi piantando la spada nel terreno, per non essere sopraffatto.
Atsushi poi alzò lo sguardo osservando l'uomo completamente esterrefatto.
"Ma tu... tu chi sei?"
L'uomo allargò un sorriso, tradendo un'aria fiera ma allo stesso tempo quasi dispiaciuta, mentre poggiò la spada lateralmente sulle sue spalle.
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Io sono Te
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