41. Tatoo

Ignorai per tutto il tempo del pranzo di Natale i miei genitori. Cercai invece di focalizzarmi sulla mia vera famiglia, godendomi il pranzo con i ragazzi.

Liam era tornato dalla caccia ancora più sereno rispetto a quella mattina. Avevo percepito che la mia emancipazione, o forse sarebbe meglio dire ribellione, lo aveva rasserenato perché finalmente non ero più in balia del costante bisogno di approvazione dei miei genitori.

In effetti, da quando mi ero scrollata di dosso quell' angoscia che sentivo in loro presenza, la mia mente era diventata decisamente più lucida.

Invece di perdere tempo a elemosinare attenzioni dai miei, i miei sensi erano liberi di essere in allerta e di analizzare meglio Harold Kees.

Era sempre così sorridente e cordiale, ma il suo sguardo era effettivamente intriso di disprezzo ogni volta che guardava i miei genitori, nonché di un luccichio strano quando guardava me.

Il problema è che sembrava che facesse lo stesso con me. Da quando quella mattina avevo risposto male ai miei genitori, sembrava tenermi maggiormente d'occhio. Qualcosa era cambiato, anche se lui continuava a trattarmi sempre gentilmente.

Avevo davvero bisogno di cambiare aria, così decisi di proporre a Liam e agli altri una passeggiata in spiaggia dopo pranzo. I miei sarebbero partiti non appena alzati da tavola, in quanto mia mamma aveva un party a cui presentarsi nel tardo pomeriggio in qualche hotel di Hollywood.

Li salutai con freddezza, replicando la loro accoglienza del giorno prima. Quando mio padre stava quasi salendo in macchina, lo chiamai.

«Papà, ora che mi viene in mente, la casa di Moore Hills non è dentro al fondo fiduciario che mi ha fatto fare la nonna prima di mancare?»

Sbiancò a quella domanda, comprendendo che mi sarei opposta alla vendita non appena compiuto i diciotto anni.

Mi guardò attonito e io gli riservai uno sguardo severo.

«Fai buon viaggio, papà.»

Sentivo distintamente il calore di Liam accanto a me, così come la sua preoccupazione. Sapevo che era orgoglioso di me, ma in quel momento aveva paura che crollassi. Invece, io avevo solo voglia di andare oltre e ritagliarmi un po' di tempo per noi, lontano dai miei, lontano da suo padre e lontano da tutte le tensioni che c'erano state tra di noi.

Tuttavia, Liam doveva andare ancora a cacciare quel pomeriggio per resistere alla nottata di plenilunio in mia presenza.

Così passeggiammo con gli altri per un paio di chilometri sulla spiaggia, finché Liam, Marcus e Lara si inoltrarono nell'entroterra per un'altra battuta di caccia. Non appena li vidi sparire tra la vegetazione antistante la spiaggia, mi girai verso Lip e Steve.

«Allora, vediamo se potete aiutarmi. Mi serve un ristorantino sulla spiaggia che sia aperto stasera e mi piacerebbe fare visita alla vostra amica che fa tatuaggi.»

Quei due furfanti si guardarono tra di loro con malizia. «In cambio ci prometti che non urlerai più?»

Alzai le mani verso il cielo in un gesto di assenso esasperato. «Lo prometto!»

Tornando indietro verso casa, Lip e Steve mi mostrarono un paio di locali romantici. Optai per uno sul pontile di una marina vicino alla villa, che offriva la possibilità di riservare una terrazza privata con un'incantevole vista della baia. Un gazebo da cui ricadevano delle soffici tende bianche garantiva alla terrazza una sorta di privacy. Lo stile dell'ambiente era elegante ed esotico allo stesso tempo. Dai lampadari in rattan pendevano dalle travi della struttura e sul cornicione della terrazza avevo intravisto dei fili con lucine. Due vasi con palme erano posti agli angoli, e in mezzo c'era un grande divano con chaise longue. La struttura era interamente riparata da vetrate e riscaldata da un fungo.

Riuscivo ad immaginarmi l'atmosfera perfetta che quel luogo avrebbe assunto verso il tramonto.

Non appena uscii dal ristorante, dopo aver lasciato la caparra, abbracciai Lip e Steve.

«Grazie ragazzi, è perfetto! Spero che piacerà anche a Liam.»

«Oh, lo speriamo anche noi! Avere un Alpha con problemi di cuore non è stato un spasso nelle ultime settimane,» commentò Lip.

«Già! Insomma... Contenti voi, contenti tutti! E poi ci fa piacere averti dato una mano,» aggiunse Steve.

«Inoltre è sempre meglio che farti lezione di sup!» ridacchiò ancora Philip. «Forza! Andiamo a vedere se Jackie è sveglia. Ieri era talmente sbronza che non credo abbiano avuto un classico pranzo di Natale. Per loro, la festa di ieri è stata la loro vera ricorrenza natalizia.»

«A dir poco anticonformisti,» constatai. «Beh, buon per me! Ho più chance che possa considerare di farmi un tatuaggio il giorno di Natale!»

La villa di Jackie e Matt era davvero vicina a quella dei Kees. Ci intrufolammo nell'ampia terrazza della casa ancora ricoperta di bottiglie, bicchieri di carta rossi e mozziconi di sigarette. Avanzai in quel porcile sicura di me, scortata alle mie spalle dai ragazzi. Allungai una mano verso la vetrata, ma ancora prima di bussare, la tenda della porta finestra si aprì improvvisamente. Una giovane donna dal viso scavato e con dei rasta biondi ci accolse con una lattina di birra in mano e una sigaretta che le pendeva dalle labbra.

«Voi dovete essere Philip Kees e Steven Tyler, se non ricordo male i vostri nomi, giusto? I vicini di casa... Avete dimenticato qualcosa?» biascicò assonnata.

Dalle mie spalle non provenne alcuna risposta. Mi voltai e notai i visi di Lip e Steve completamente imbambolati. Una reazione piuttosto strana da parte loro, considerando che la biondina non era proprio il loro tipo, oltre ad essere già fidanzata. Troppo magra, troppo sciatta, troppo lontana dallo stereotipo di Barbie a cui erano abituati.

Non vedendo alcuna reazione, mi voltai nuovamente verso la ragazza e risposi al posto loro.

«Tylor. Steve Tylor. E io sono Annie Lagarde, una loro amica, piacere. Scusali, devono essere ancora in botta da ieri sera!» dissi un po' imbarazzata per il loro comportamento.

«Piacere, Annie, io sono Jackie. Cosa posso fare per voi, quindi?» andò subito al sodo lei.

«Beh, vedi... lo so che è il giorno di Natale e che sei ancora in pieno dopo festa,» dissi alludendo a un suo probabile hangover.

Lei di tutta risposta si riattaccò alla lattina di birra e diede una golata non proprio elegante. «Ma...?»

«Ma vorrei fare una sorpresa per il mio ragazzo questa sera e mi chiedevo se potessi farmi un piccolo tatuaggio.»

Jackie arricciò il naso disgustata. «Non se ne parla, cazzo! Scordati che ti tatui il suo nome.» Disse, voltandosi e dirigendosi verso la cucina per buttare nel lavandino delle bottiglie di birra vuote. «Quelle stronzate non le faccio, bimba! Non esistono amori indissolubili.»

Non mi premurai di dirle che l'amore tra me e Liam era biologicamente indissolubile. Sarei comunque sembrata ai suoi occhi la solita bimbetta illusa e inesperta.

«Oh no, nessun nome! Tranquilla. Volevo solo delle piccole fasi lunari qui sul polso...»

Alla mia affermazione, Jackie fece scattare i suoi occhi dritti nei miei, dedicandomi piena attenzione. Mi scrutò attentamente mentre si avvicinava. Poi fece scorrere lo sguardo tra me, Lip e Steve, i quali stavano torreggiando con fare protettivo alle mie spalle.

Si chinò verso di me come per inspirare meglio il mio odore. «Avanti, fammi vedere quello che hai in mente, bimba.»

Presi il mio cellulare tutta entusiasta e andai sul profilo Instagram di Liam. Lo scorsi fino alla foto di lui di spalle, in spiaggia alle Hawaii con la muta calata fino ai fianchi. Era l'unica foto dove si aveva una visuale nitida del tatuaggio che aveva sulla schiena Liam.

«Ecco, vorrei riprodurre questo, ma più in piccolo, lungo il polso.»

Jackie mi strappò praticamente il cellulare dalle mani e alzò un sopracciglio.

«Liam Kees...» lesse, spostando poi lo sguardo su Lip. «Tuo fratello, quindi.»

Mi ridiede il mio telefono e mi riservò uno sguardo pensieroso, come se volesse leggermi dentro.

«Andiamo giù nel mio studio a vedere cosa possiamo fare.»

Mi prese per mano e mi trascinò verso la scala. Anche Lip e Steve si mossero, ma Jackie si voltò minacciosa.

«Voi due rimanete qui. Non voglio avere nessuno con il fiato sul collo mentre lavoro. Non vi preoccupate, la bimba è al sicuro. Non la mangio...»

Le mie due guardie del corpo si immobilizzarono ed annuirono rassegnati.

«Va bene Jackie, rimarremo fuori dalla porta, ma scendiamo anche noi.»

«Fate come vi pare...»

Dieci minuti dopo ero sdraiata sulla poltrona del suo studio e con lei ricurva sul mio polso.

«Allora bimba, ci sei assieme da tanto?» mi chiese, facendo cadere l'occhio sul mio anello di diamanti.

«No, solo un paio di mesi.»

«Non sei di qui, però, o sbaglio?»

«No, siamo di un piccolo paesino in Canada, tra Montreal e Toronto, sul lago Ontario.»

«Siete qui per trascorrere il Natale con la famiglia Kees?»

Annuì, mordendomi le labbra per trattenere una smorfia di dolore.

«Hai scelto un punto molto delicato per il tatuaggio. Sembra che tu sia pronta a tutto per il tuo amore.»

«Penso di sì...» ammisi, pensierosa, finché un'altra fitta di dolore mi irrigidì, facendomi quasi saltare sulla poltrona.

«E il signor Kees, come ti sembra? Non lo abbiamo mai visto da queste parti. È la prima volta da anni che apre la villa. Si dice che sia un uomo d'affari spietato.»

Sorrisi. «A dire il vero è stato molto accogliente, ma, sì, l'impressione è che sia davvero disposto a tutto per i suoi interessi.» Le confessai, tradendo un filo di tristezza nella voce.

Lei si fece d'un tratto cupa e pensierosa e continuò a lavorare senza più dire una parola.

Terminato il lavoro, mi spalmò un unguento e mi fasciò il polso, sempre senza proferire verbo.

Presi il portafoglio dalla mia borsetta.

«Grazie, Jackie! È proprio come lo desideravo! Quanto ti devo?»

«Non mi devi nulla.»

«Ma come? Io...»

«Ssssh. È il mio regalo di Natale. Mi ha fatto molto piacere conoscerti, Annie.»

«Grazie, Jackie...È un pensiero davvero carino.»

«Non ti preoccupare. Ora vai, che quei due sono in fibrillazione dietro la porta da troppo tempo!»

Scoppiai a ridere, ripensando allo strano comportamento di Lip e Steve, e feci per aprire la porta, ma in quel momento Jackie riprese a parlare.

«Non stavo scherzando prima, bimba. Nessun amore è indistruttibile. Nessuno. Non perdere mai te stessa e i tuoi principi. Ricorda che la fase della luna calante può essere davvero molto lunga.»

Ciao Pelosoni,

Siamo ormai alla fine, ma vi ho introdotto comunque un nuovo personaggio a dir poco misterioso. Cosa ne pensate?

Annie si sarà emancipata davvero dai suoi genitori.. se così si possono chiamare !

Secondo voi come mai Lip e Steve hanno avuto quella reazione così strana?

Vi inquieta l'avvertimento di Jackie?

E il tatuaggio? Non è carino?

Se vi è piaciuto il capitolo stellinate e fatemi sapere li vostre preziose impressioni!

Baci

BEA

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