28. Sentinella 🌶️🌶️🌶️

Non capivo cosa centrasse Lara, la quale non era lì con noi. Ad ogni modo in pochi secondi Liam gettò della terra sul fuoco per soffocarlo e si trasformò, senza più dirmi nulla, e sparì nel buio della foresta. Nello stesso istante, comparvero i quattro lupi che avevo già visto durante l'attacco dell'orso. Dovevano essere Marcus, Steve, Lip e Lara.

Ringhiarono nella stessa direzione in cui Liam stava avventando, per poi scattare a correre dietro di lui. Tre di loro lo seguirono, mentre il lupo più piccolino e con il pelo più scuro rimase vicino a me. Doveva essere Lara.

Guaì verso le candele e io mi destai dal mio disorientamento.

Presi a spegnerle tutte, gettai altra terra sul fuoco e mi avvolsi dentro un piumone.

«Andiamo, Lara. Sono pronta.»

La seguii tra gli alberi. Si muoveva piano e con cautela, mentre annusava a terra. Sembrava concentrata a percepire il minimo pericolo.

Fortunatamente la casa non era distante e poco dopo ci trovammo in mezzo al salotto della villa. Non appena entrò, tornò in sembianze umane e si mosse con naturalezza nonostante le sue nudità.

«Non ti fai problemi, vero? Siamo tutte e due senza abiti, dopotutto.» Abbozzò un sorriso rassicurante. Poi prese a controllare tutte le porte e le finestre.

«Seguimi, andiamo a vedere quelle delle camere.»

Una volta messa in sicurezza la casa, ci fermammo in camera sua e di Marcus e si vestì con le prime cose che le capitarono a tiro. Poi feugò nel suo armadio e mi gettò tra le braccia una canottiera, un paio di pantaloncini in felpa grigi e un maglione di lana bianco scollato che, addosso a me, risultò oversize, lasciandomi una spalla scoperta.

«Vieni, andiamo in cucina a farci una tisana bella calda.»

«Ma... Era l'orsa? I ragazzi?»

«Non so cosa fosse. Eravamo lontani quando Liam ci ha chiamato. Ma l'orsa non era di sicuro. Gliene abbiamo dette quattro l'ultima volta. Non si farà vedere per un po'.»

Mi spiegò mentre armeggiava con il bollitore.

«Chiamato? Ah sì, giusto! La telepatia.»

«Esatto. Gli sto ascoltando anche adesso. Hanno perso la traccia e stanno tornando qui.»

Mi passò una tazza con una bustina di tisana allo zenzero, miele e lime.

Poco dopo i ragazzi rientrarono in casa tutti e quattro completamente nudi, coprendosi le parti basse con una mano e salutandomi con l'altra scimmiottando un finto imbarazzo, attraversarono il soggiorno. Liam invece si avvicinò serio e mi baciò sulla nuca.

«Arrivo subito, Annie, vado a mettermi qualcosa.»

Annuì con il capo senza riuscire a emettere alcun suono.

Dopo pochi minuti, erano tutti in salotto con addosso solo dei jeans. Sembravano ancora accaldati dalla corsa, mentre io non riuscivo ancora a togliermi il freddo che avevo accumulato tornando dalla foresta. La tisana che avevo ancora in mano non era servita a scaldarmi.

Liam mi squadrò brevemente e poi prese una coperta dalla poltrona. Si sedette sul divano affianco a me e me la distese sulle gambe. Mi avvolse infine in un abbraccio, riscaldandomi in pochi secondi dato che la sua pelle era praticamente bollente.

«Subito dopo la caccia, la nostra temperatura è molto più alta del normale. Vedrai che tra poco non sentirai più freddo.»

«Quindi non l'avete perso?» chiese Lara, impaziente, quasi frustrata dal non aver potuto partecipare.

«Sparito nel nulla,» sentenziò Marcus con una voce che tradiva nervosismo e che si appaiava benissimo all'umore tetro che sentivo provenire da Liam.

«Era un animale? Un lupo? Un umano? Cosa?» continuò a indagare Lara.

«Era sicuramente un mutaforma. Solo un animale lo escludo. Il suo odore era un miscuglio di civiltà e foresta.» rispose austero Liam.

«Un solitario?» proseguì imperterrita Lara.

«No, non era così selvaggio.»

Calò il silenzio. Avevo la netta sensazione che quella conversazione stesse continuando tra di loro, escludendo la sottoscritta.

Si scambiarono degli sguardi eloquenti per poi posarli tutti su di me.

«Credo sia ora di andarcene a letto. Forza, principessa. Andiamo!» mi esortò Liam, alzandosi in piedi.

Anche i ragazzi iniziarono a muoversi e alzarsi, ma io interruppi tutti.

«E se avessi delle domande anche io? È mio diritto farle, o pensate di escludermi come poco fa?»

Liam si sedette sul tavolino davanti a me, mentre gli altri mantennero lo sguardo a terra con aria colpevole, mentre rimanevano dietro di lui.

«Certo, Annie, puoi chiedere quello che vuoi.»

Preoccupazione e senso di colpa erano palpabili.

«Perché ho la netta sensazione che mi stiate nascondendo qualcosa?»

«Non è così, Annie. Non abbiamo certezze riguardo all'incursione di stanotte. È inutile allarmarsi.»

«Centro qualcosa io con questo lupo?»

I ragazzi mantennero sempre lo sguardo verso terra mentre i loro corpi presero a muoversi cedendo a una lieve agitazione.

Liam invece continuò a fissarmi negli occhi, sforzandosi di non mutare espressione, ma io sentii la sua inquietudine aumentare.

Alzai un sopracciglio per fargli capire che non mi stava sfuggendo il suo nervosismo. Non avrei sopportato delle bugie da parte sua.

«Sì, Annie. Abbiamo il sospetto che l'incursore fosse attirato da te, ma come ho detto prima, non abbiamo certezze. Sono solo ipotesi.»

«Sono in pericolo?»

«No. Hai tutti noi a proteggerti.»

«Quindi dovrei sempre rimanere con voi?»

«Sarebbe meglio di sì. Domani parleremo con Chloè. Sarebbe meglio se ti trasferissi qui per un po'.»

«Dovrei trasferirmi qui? Menomale che erano solo supposizioni...»

«Annie, non sappiamo ancora niente. È solo una precauzione.»

«Una precauzione, certo. E per questo che ti si stanno ritorcendo le budella? Io non capisco. Hai detto che potresti trasformarmi. Perché non lo fai? Così non dovrai più proteggermi, no?»

La mia domanda fu come un fulmine che squarciò l'atmosfera nella stanza. Il nervosismo di Liam schizzò alle stelle nonostante rimase fermo immobile, mentre i ragazzi si mossero ancora più vistosamente.

«Lasciateci soli, per favore,» ordinò Liam con tono cupo, continuando a guardare solo me. Non fece in tempo a finire la frase che si erano già tutti dileguati verso le proprie stanze.

Non appena rimasti soli, Liam si alzò e prese a camminare avanti e indietro davanti al camino.

«Perché fai così? Cosa ho detto di male? Pensaci, Liam! Non dovresti più preoccuparti perché non sarei più indifesa, e poi se è vero che il nostro legame è indissolubile, hai mai pensato a come saremo tra cinquant'anni?»

«Tu non hai la più pallida idea di cosa stai dicendo!»

«So benissimo quello che sto dicendo! Hai intenzione di farmi invecchiare da sola mentre tu rimarrai giovane e forte?»

«Non significa niente l'età con una connessione come la nostra.»

«Certo, per te è facile dirlo. Non sei tu quello che avrà il corpo in decomposizione mentre l'altro sarà nel pieno della sua forma fisica.»

«Annie, ti amerei in qualsiasi forma fisica. Non baderei a qualche ruga.»

«Se quello che dici è vero, perché non vuoi che il nostro amore duri di più? Ora ha una data di scadenza che va dai cinquanta ai settant'anni nella migliore delle ipotesi, quando potremmo vivere felicemente insieme per quasi trecento anni!»

«Non è così semplice, Annie!»

«A me sembra molto semplice invece e risolverebbe diversi problemi.»

«Ho detto di no! Scordatelo. Smettila!»

Rabbia.

«Beh, non devo stare sotto i tuoi ordini. Non sono un lupo e tu non sei il mio alpha, finché non mi trasformi, per lo meno.»

«Annie, te lo ripeto. Tu non sai di cosa stai parlando.»

«Oh, lo so bene. E te lo dimostro! Ora prendo e mi faccio una bella passeggiata, poi torno a casa a piedi. Tanto il pericolo non è reale, giusto? E tu, ripeto, non puoi darmi ordini!»

Mi diressi verso la porta-finestra dell'ingresso e allungai la mano verso la maniglia, ma Liam mi  afferrò e mi voltò. Mi prese per i polsi e me li bloccò sopra la testa, schiacciandomi contro la vetrata dell'ingresso.

«Tu non vai da nessuna parte, principessa,» sibilò a pochi centimetri dalle mie labbra, con una voce roca, carica di cattiveria ed eccitazione.

Sentii le mie gambe farsi deboli e il respiro farsi difficoltoso. Forse non dovevo sottostare ai suoi ordini, ma avevo sottovalutato l'ascendente che Liam aveva sul mio corpo.

Possessività. Senso di protezione. Eccitazione. Furia. Lussuria.

«Vuoi impedirmelo?»

«Sì, ne ho tutte le intenzioni.»

«E come pensi di fare? Usando la forza?»

«No, pensavo a qualcosa di meglio, in realtà.»

Si slacciò i jeans e li fece cadere a terra. Era senza boxer, e tutta la sua eccitazione prese a pulsare nella mia direzione.

«Sei sicura di volertene ancora andare, Principessa?»

Non risposi e mi limitai a leccarmi le labbra, provocando un luccichio ferino nei suoi occhi.

Si appiattì sul mio corpo, spingendo la sua asta sulla mia pancia e bloccandomi con entrambe le mani ai lati della mia testa. Poi invase la mia bocca con la sua lingua in modo talmente irruento che mi scappò un gemito.

«Forse dovrei ricordarti dove è l'uscita? Lo hai forse scordato?»

Con un rapido movimento, mi afferrò per le braccia e mi fece voltare. Sentendomi sempre più debole, mi appoggiai sul vetro freddo con le mani e con la guancia, mentre Liam mi tolse i pantaloncini di Lara con un solo colpo.

Emise un suono gutturale simile a un ringhio quando si accorse che non indossavo biancheria intima. Mi afferrò quindi per la vita e mi penetrò con un colpo solo.

In preda alla foga, non aveva indossato il preservativo, e il contatto diretto tra le nostre carni mi annebbiò completamente la mente.

Liam prese a muoversi con movimenti primitivi, spingendosi dentro di me con veemenza.

Senza nemmeno stimolarmi il clitoride, venni in poche spinte.

Si staccò da me improvvisamente, e io emisi un gemito più simile a un lamento straziante.

Quando mi voltai, di Liam non c'era traccia. Non potevo credere che mi avesse lasciata lì da sola come una scema in mezzo al salotto, ma poi riapparve dopo pochissimi secondi dal corridoio della zona notte.

Mentre camminava verso di me a passo svelto e carico di energia, strappò la confezione del profilattico e lo indossò.

«Non dovremmo andare in camera? Se arrivasse qualcuno?»

«Non verrà nessuno, principessa. Ho ordinato un off limit in soggiorno. Non ho tempo di portarti in camera. Ti devo prendere di nuovo. Ora. Qui.»

Così dicendo, mi sollevò e mi penetrò, facendomi aderire con la schiena alla vetrata.

Prese di nuovo a sbattermi, mentre io speravo che la porta fosse di vetro temperato anti sfondamento. In realtà, me ne preoccupai solo per una frazione di secondo, perché in pochi attimi lo sfregamento del clitoride sulla base dell'asta di Liam fece dileguare ogni briciolo di lucidità. Mi stavo preparando al secondo orgasmo.

Mi aggrappai ai suoi capelli mentre stringevo il suo volto al mio petto. Esplosi non appena Liam afferrò il mio seno e mi morse il capezzolo con le labbra.

Non appena smisi di contorcermi intorno alla sua durezza, mi riappoggiò a terra.

Ansimava vistosamente anche lui, e nel suo sguardo non vi era traccia della tenerezza che mi aveva riservato nel bosco.

«Se stai cercando di punirmi, sappi che ti sta riuscendo davvero male», lo sfidai.

Un ghigno comparve sul suo volto. Aveva ancora lo sguardo severo e seducente. Non si premurò nemmeno di controbattere. Sapeva perfettamente di avermi sotto controllo.

Continuando a fissarmi, si sistemò meglio il profilattico e mi spinse verso il divano. Salii in ginocchio sulla seduta e mi accasciai sullo schienale e fu di nuovo dentro di me in pochi secondi.

«Mi implorerai di smettere,» ringhiò tra i miei capelli.

E così fece. Non mi diede tregua. Inseguì i miei orgasmi uno dopo l'altro per non so quanto tempo. Persi il conto di tutte le volte che venni, di tutte le posizioni che mi fece assumere. Non mi lasciò respirare un attimo. Quando si accorse che ero completamente senza forze, mi adagiò sul tavolino e prese a leccarmi in mezzo alle gambe, come a lenire tutte le sue spinte irruenti della serata.

Ero distrutta, arrossata e indolenzita, ma venni comunque sotto i suoi baci umidi e i movimenti bruschi e insistenti della sua lingua intorno al mio clitoride. Ero sicura di essere sul punto di svenire.

«Va bene, Liam. Hai vinto. Ti prego, vieni tu ora. Non ho più le forze.»

Mi prese in braccio e mi adagiò davanti al camino, poi si sdraiò affianco a me, cambiando completamente registro.

Prese a baciarmi e accarezzarmi con estrema tenerezza. Le sue mani corsero lungo il mio corpo, sfiorandomi e provocandomi nuovi brividi.

Liam prese il plaid che era caduto poco lontano a causa della nostra concitazione e lo avvolse intorno al mio corpo.

Poi riprese a sfiorarmi le labbra, il collo, fino scendere fino ai capezzoli.

Ero scaldata dal plaid, dal camino e dal suo corpo incandescente, ma ricominciai a tremare.

«Liam...»

Con tutta la sua mano scese in basso e mi penetrò con due dita.

«Principessa... ora entrerò dentro di te e verremo assieme.»

Presi a contorcermi sulla sua mano al solo pensiero di sentirlo pulsare dentro di me.

Con un rapido movimento mi sovrastò e sostituì la sua mano, riempiendomi completamente con tutta la sua lunghezza.

Incominciò a muoversi lentamente, senza mai smettere di baciarmi, nutrendoci uno dei gemiti dell'altro.

Dopo pochissimi attimi, le mie carni iniziarono a contorcersi e lui prese a pulsare dentro di me. Ed ecco un altro orgasmo, nostro, unico, intenso e tremendamente dolce.

Mi resi conto solo allora che avevamo fatto l'amore litigando, facendo pace e concludendo amandoci più di prima.

Liam si staccò per un breve istante da me e si sdraiò sul fianco. Mi stava accarezzando la guancia con le nocche, mentre il camino scoppiettava ancora e la stanza iniziava a scaldarsi con le prime luci dell'alba.

«Mi piace litigare con te.» sussurrai con una voce completamente stravolta.

Sorrise sospirando, fissando la brace del camino.

Dispiacere, rassegnazione, preoccupazione.

«Annie, ho compreso le tue preoccupazioni riguardo all'invecchiare assieme. Ma non c'è fretta di prendere una decisione simile. Non è una cosa da poco e abbiamo tutto il tempo di rifletterci. La nostra storia è appena iniziata. Non c'è alcun motivo di affrettare i tempi.»

«Va bene, ci penserò con calma, se anche tu mi prometti che non lo escluderai a priori come sembrava stessi facendo prima.»

«Te lo prometto.»

Senso di colpa.

Liam stava mentendo. Ma io ero troppo stanca per continuare quella discussione e crollai tra le sue braccia.

Beh litigare facendo sesso non proprio da tutti. Un conto è fare pace.. ma loro si portano avanti già prima a quanto pare. Chissà se sarà la prima e ultima volta...

Cosa ne pensate invece della reazione di Annie di fronte alla sensazione di sentirsi esclusa?

Ci sono davvero tantissime cose che non sa ancora. Fa bene Liam a proteggerla tenendola all'oscuro?

Se vi sono piaciuti i vostri soliti pop corn all'habanero, stellinate e commentate! Mi renderete davvero felice!

Baci

BEA

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