22. Il suo turno 🌶️🌶️

Annie mi sorrise maliziosamente mentre avanzava nella stanza.

«Ti dispiace? È solo una piccola bugia, dopotutto.»

«Mi farai venire un infarto. Ti ho già detto quanti anni ho, giusto?»

«No... mi hai solo detto qualche numero incasinato... E io ero molto distratta durante le ultime ore di matematica, sai... non sono riuscita a fare tutti quei calcoli.»

Si appiattì al mio petto, facendo girare intorno al mio torace le sue braccia. Dall'alto vidi che anche la brasiliana che le spariva tra le natiche era trasparente.

Cercai di respirare profondamente. Dopotutto, dovevo allenarmi a mantenere il controllo, e vedere Annie così audace, intraprendente e sicura di sé era davvero meraviglioso. Decisi quindi di abbracciare quella dolcissima tortura che mi stava proponendo senza opporre resistenza, ma non feci altrettanto con Annie. Rimasi immobile, concentrandomi sul mio respiro e senza toccarla, lasciando il mio corpo alla sua mercé.

Chinai il capo verso di lei, socchiudendo gli occhi e aspettando che mi salutasse.

Le sue labbra non tardarono a coprire le mie, e io gustai lentamente il suo sapore dolciastro, ispirando profondamente il profumo naturale della sua pelle.

Un leggero grugnito uscì dalla mia gola in segno di apprezzamento.

In risposta, lei prese a baciarmi con più audacia mentre mi sbottonava la camicia. Quando arrivò agli ultimi bottoni, la sensazione delle sue mani esili che mi sfioravano le fosse iliache mi scosse fino alle ossa.

Quando sfilò i lembi della mia camicia dai jeans, non resistetti più e le avvolsi la vita per un breve istante, sollevandola da terra e baciandola avidamente. Poi feci strusciare il suo corpo sui miei pettorali fino a farle ritoccare nuovamente i piedi a terra.

Mi staccai sollevando leggermente il capo per qualche istante, rincorrendo e allontanandomi dalle sue labbra in una danza famelica.

Quando mi riappropriai della sua bocca, Annie mi sfilò dalla braccia la camicia in un solo colpo e prese a passare i palmi delle sue mani su ogni singolo mio muscolo.

L'elettricità emanata dal suo tocco mi costrinse a mollare il freno a mano. Sfilai una mano dalla camicia e la misi sotto i fianchi di Annie, sollevandola nuovamente da terra, mentre scuotevo l'altra per liberarmi del tessuto rimasto impigliato nel mio orologio.

Mentre ero ricurvo su di lei, la spinsi verso il letto e lei arretrò in punta di piedi.

Mi fermai un attimo, prendendole il volto tra le mani e addolcendo il nostro bacio.

Le nostre labbra presero a muoversi a rallentatore e ad ogni movimento inspiravo l'odore della sua eccitazione. Come avevo già imparato quel pomeriggio, quell'aroma corrispondeva ai suoi umori riversati sulla biancheria intima.

Ero certo che, se avessi fatto scivolare le dita dentro le sue mutandine in quel momento, l'avrei trovata completamente bagnata.

Ma per il momento mi godetti la dolcezza di quel bacio, sapendo che era solo la calma prima di una tempesta vulcanica.

Annie, però, non era della stessa idea e mi sorprese slacciandomi con uno strattone i jeans. La presi nuovamente per la vita e la schiacciai contro il mio petto per impedirle altri movimenti.

«Annie, non lo faremo questa sera.»

«Perché no? Ne abbiamo già parl parlato. Io mi fido di te...» disse leccandomi il labbro inferiore e tirandomi giù i jeans, fino a farli scendere quel tanto che bastava per liberare tutta la mia durezza ancora celata dai boxer.

«Sono io che non mi fido di me stesso, Annie.»

Con irriverenza, lei ignorò quanto le stavo dicendo e cercò di intrufolarsi dentro i miei boxer.

Fui costretto ad afferrarle i polsi e portarli dietro all'altezza delle sue natiche.

«Voglio sentirti, Liam, ti prego,» miagolò con un filo di voce in completo affanno.

«Mi sentirai... te lo prometto. Lasciami fare, Annie.»

La sentii rilassarsi tra le mie mani e la spinsi a sedersi sul letto. Lasciai i suoi polsi e lei si aggrappò al mio collo. Prendendola per la vita, feci scorrere il suo corpo verso il centro del letto e, saguendola, i miei jeans caddero a terra. La ricoprii con il mio corpo, appoggiando in mezzo alle sue gambe tutta la mia eccitazione opportunamente protetta dai tessuti della nostra biancheria intima.

Il nostro incastro era perfetto e io mi mossi leggermente per mettere gli avambracci sopra le sue spalle.

Ricettiva come sempre, Annie si inarcò sotto la pressione che avevo esercitato in mezzo alle sue cosce.

Le presi la nuca tra le mani, baciai lentamente il collo e lei tirò indietro la testa per porgermelo senza indugio.

Sentii i suoi umori bagnare i miei boxer ed emisi l'ennesimo suono gutturale. Presi a muovermi ondeggiando tra le sue cosce e lei cominciò ad ansimare. La sentivo già vicina all'apice. Mi staccai quindi per guardare il suo volto contorto dal piacere e poi ripresi a baciarla nuovamente.

Prese a mugolare nella mia bocca, dimenandosi sotto di me finché si sollevò leggermente e mi strattonò i boxer, facendomeli scendere quel tanto che bastava per farlo uscire completamente.

Le guardai con aria severa e, di tutta risposta, prese a sfilarsi le sue brasiliane. Senza preoccuparmi di tirare su i boxer, la ripresi per i polsi e glieli portai sopra la testa. Solo allora ripresi ad ondeggiare con impeto, senza alcuna delicatezza, rincorrendo quel piacere che sentivo esplodere in lei.

Si avvinghiò ai miei fianchi, dimenandosi in cerca di maggior attrito, in cerca di me.

Con la connessione, non mi serviva essere dentro di lei per sentire le sue contrazioni interne e sapere che era sul punto di venire.

Nel picco più alto di piacere, le liberai i polsi, sapendo che era già in preda all'estasi. Lei si aggrappò al mio collo e mi ansimò dritto in faccia il suo piacere, come se non lo sentissi già abbastanza in ogni cellula del mio corpo.

Dopo qualche istante, si rilassò sotto di me, come se il suo corpo stesse perdendo consistenza, ma proprio in quel momento, fui colpito da sensazioni totalmente inaspettate.

Frustrazione, insoddisfazione e determinazione.

Mi dispiaceva molto che si sentisse così dopo essere venuta e sapevo che si stava preparando per tornare alla carica, ma io non potevo dargliela vinta.

Con rapido movimento, mi allungai verso la cesta e afferrai le manette gentilmente omaggiate da quel coglione, e gliele misi ai polsi facendole prima girare dietro la testata del letto in ferro battuto.

«Ti sento insoddisfatta, piccola, lasciami riprovare...»

«Merdè, e questa sarebbe la tua concezione di sicurezza? Così, se perdessi il controllo, non potrei fermarti?»

Alzai un sopracciglio, facendo scorrere la mia mano sui suoi seni.

«Davvero credi che potresti fermarmi senza manette?»

If ignorai il suo urlo soffocato dall'esasperazione.

«Questa biancheria sembra costosa...»

«È un fottutissimo completo di La Perla che ho indossato con la speranza che mi facessi tua questa sera.»

«Ma tu sei già mia, Annie.»

Si strattonò i polsi ancora in preda alla frustrazione.

«Va bene, piccola, vediamo di toglierlo allora. Così eviterò di strappartelo.»

Annie smise di dimenarsi, per un attimo contenta di eliminare uno strato di tessuto tra noi.

Le slacciai il reggiseno e glielo feci scorrere fino ai polsi.

Presi a baciarle le labbra, inondandole di saliva. Avevo tutte le intenzioni di farle provare il miglior orgasmo della sua vita, o almeno fino a quel momento ovviamente.

Lasciando una scia umida sul suo collo, arrivai ai suoi seni. Corrugai la fronte per guardarla in faccia mentre la mia bocca irradiava calore su uno dei suoi capezzoli. Volevo bearmi della vista del suo volto mentre iniziavano a divorarle i seni.

Dischiuse le labbra e inarcò ancora la schiena. Inondai anche quei bottoni turgidi di saliva mentre li stritolavo con le labbra. Annie prese a gemere e io, con la faccia ancora immersa nel suo seno, intrufolai la mia mano dentro le sue mutande. Introdussi un dito dentro di lei per ricoprirlo della sua umidità, e risalii creando una scia sulla sua pancia. Sentendola dimenare sempre di più, le afferrai un seno e glielo mordicchiai leggermente.

Poi mi bloccai e la fissai negli occhi mentre con una mano le sfilavo le mutande con una lentezza disarmante. Annie tremò al passaggio di quel pezzo di stoffa e dello sfioramento delle mie dita tra le sue cosce.

Sempre mantenendo il contatto visivo, scesi  con il volto tra le sue gambe, lentamente, soffiando il mio alito caldo sopra la sua fessura.

Con un altro fremito frustrato, sbatté le manette e spalancò le gambe come ad implorami di banchettare su di lei.

Accettai la sua offerta con immenso piacere e mi immersi in quel banchetto, unendo la sua saliva ai suoi umori. Infilai le dita dentro la sua fessura, nel profondo, in cerca di quel rigonfiamento che sapevo l'avrebbe fatta esplodere. Con la lingua e con le labbra, premevo da fuori con avidità, in sincronia con i movimenti dall'interno.

Dopo pochi secondi, Annie venne sulla mia bocca, ma io ero ancora pervaso dal suo orgasmo e non riuscii a smettere, con il risultato che la feci venire ancora pochi istanti dopo.

«Cazzo, Annie. Sei multiorgasmica...»

«Mmmh.. multi... multi cosa?»

Non riuscì a rispondermi, perchè il suo corpo era ancora in preda ai tremori.

L'idea di farla venire una terza volta a una distanza così ravvicinata mi diede alla testa, e la voglia di penetrarla e farla completamente mia divenne troppo intensa.

Mi allontanai dal letto per recuperare lucidità e mi lasciai cadere sulla poltrona.

«Liam, slegami subito!» implorò con un filo di voce.

«Non ti ho mai legato davvero, piccola,» dissi mollente ancora frastornato dalle sue esplosioni. «Non mi permetterei mai. Basta che spingi la levetta e le manette si apriranno.»

Prima ancora che finissi la frase, Annie fece scattare la sicura e si liberò. Si portò seduta sul letto e ci fissammo finché i nostri respiri non si regolarizzarono.

«Ora devi lasciare fare a me, Liam. È il mio turno.»

«Annie, non serve. Sentirti venire tramite la connessione supera qualsiasi orgasmo che abbia mai provato.»

«Perché tu puoi provare cosa vuol dire e io no?»

«Te l'ho già spiegato, piccola.»

«Hai detto che saremmo andati per gradi, ma finché non ti lascerai andare anche tu, non potrai mai sapere come reagirai...»

Avanzò a gattoni sul letto, poi scese e, come una leonessa, si accovacciò sui miei pettorali.

Ero stremato, frastornato, e totalmente dipendente dal calore del suo corpo sul mio.

Allungò il collo e mi baciò per un lungo istante, poi scese verso il basso.

«Annie, no... fermati.»

Pronunciai solo quelle tre parole, per nulla convincenti e non ebbi la forza di fermarla. Da un lato, aveva ragione: procedere per passi significava testare il mio autocontrollo, non metterlo in sicurezza come avevo fatto prima, legandola al letto. Mentre valutavo come agire, Annie si era già fatta strada sul mio ventre.

«Annie, smettila... non andare oltre.»

Riprovai a dissuaderla a parole, ma non ero credibile. E lei lo sapeva. Sentiva quanto desiderassi che continuasse.

Quindi non mi mossi e lasciai che scendesse lungo i miei addominali fino a raggiungere la mia eccitazione. Come se temesse di perdere l'attimo, Annie fece sparire tutta la mia lunghezza nella sua bocca, muovendosi lentamente.

Solo allora riuscii a sbloccarmi. Mi sporsi in avanti e le accarezzai il volto con le nocche. Quando iniziò a muoversi con più voracità, le passai una mano tra i capelli per scostare la cascata di ricci e ammirarla meglio.

«Sei bellissima, Annie... tu sarai la mia fine.»

Lei iniziò a muoversi più velocemente, facendo sparire e ricomparire la mia estensione con ritmo crescente. Gettai la testa all'indietro ed emisi un urlo soffocato.

Mi aggrappai ai braccioli della poltrona cercando di contenere quella che stava diventando la migliore esperienza sessuale della mia vita.

«Annie... Dio mio, non ho mai provato niente di simile.»

La sensazione di potenza che ne derivò fece crescere ancora di più l'eccitazione di Annie e, di conseguenza, spinse la mia oltre il limite.

Pochi istanti dopo, stavo per venire nella sua bocca. Furono invani tutti i miei tentativi di avvisarla che stavo per esplodere. Lei non si mosse di un millimetro, anzi, mi afferrò per le natiche e aumentò il ritmo, prosciugandomi completamente fino all'ultima goccia.

Mi accorsi solo allora che avevano spezzato a mani nude entrambi i braccioli della poltrona.

Ancora ansimante, mi incurvai su di lei e appoggiai la fronte sulla sua.

«Non c'è mai stato niente di più bello e intenso in tutta la mia vita, Annie.»

Incredulità, felicità, euforia.

La presi per la vita e la feci sdraiare sopra di me, iniziando ad accarezzarle la schiena.

«Tu, Annie, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in settant'anni. Non hai idea di quanto tu sia speciale,» guardai verso la scrivania dove c'era la foto con i suoi genitori e ripensai alla sua presunta schizofrenia. «Non permettere mai a nessuno di dire il contrario o di farti pensare che tu non lo sia.»

Commozione e incredulità.

Sentii le sue lacrime sul mio petto e la strinsi più forte.

«Sei così incredibilmente forte, tenace, determinata e dolce al tempo stesso, anche se non vuoi darlo a vedere. Sei bellissima, ancora di più senza trucco, con i tuoi boccoli sparpagliati qui sul mio petto, e nuda come sei ora. E sei così sensuale, Annie. Mi hai messo davvero a dura prova questa sera.»

«Allora lasciati andare, Liam. È andato tutto bene, hai visto? Neanche un succhiotto.»

Mi mostrò il collo e io ripensai alle parole di Clohè riguardo il nostro destino.

Le tre Moire potevano andare a farsi fottere. Io non avrei mai permesso che qualcuno facesse del male ad Annie. Ero pronto a difenderla con ogni mezzo, a costo di rischiare l'estinzione della mia specie.

Annie mi strappò dai miei pensieri prendendomi il volto tra le mani.

«Ehi! Cosa ti preoccupa così tanto, Liam?»

«Niente, piccola, niente.»

La baciai dolcemente e lei non perse tempo a mettersi a cavalcioni sopra di me. Mi tirai su e le presi la nuca e la schiena per stringerla ancora di più contro di me. Feci per alzarmi e lei si avvinghiò al mio bacino. La portai verso il letto.

Ero di nuovo duro come il marmo e non c'era più nulla che ci separasse.

Avrei potuto penetrarla in quel momento, farla mia, farla felice e spazzare via quelle briciole di dubbi e incertezze che avevo sentito ancora radicati nel suo cuore nonostante le avessi detto quanto era speciale.

Ma mi sentivo troppo debole dopo quel potente orgasmo, troppo coinvolto da Annie, troppo sensibile alla sua pelle. Avevo di nuovo paura di non avere abbastanza forze per controllarmi. Così mi inginocchiai sul letto e la feci sdraiare sul materasso.

Le diedi un lungo bacio e poi tornai in piedi, indietreggiando fino al muro.

«Mi dispiace, Annie, ma per questa sera credo sia meglio finirla qui.»

Mi trasformai e la raggiunsi a letto. Mi accucciai affianco al suo corpo e sospirai. Potevo finalmente rilassarmi, senza più tutta quella tentazione fisica inarrestabile.

Desideravo fare l'amore con Annie più di ogni altra cosa e trattenersi era davvero sfiancante. Solo in forma di lupo la situazione diveniva leggerete più sostenibile. Almeno per me, dato che sentii Annie irrigidirsi affianco.

Stupore. Irritazione.

Mi voltai per guardarla con aria colpevole e presi a mugolare delle scuse.

Annie mi sorrise e mi abbracciò, affondando il volto nel mio pelo.

«Me la pagherai, pelosone.»

Alla lista delle tue qualità, Annie, mi ero dimenticato di aggiungere "adorabile stronzetta vendicativa"!

Qualche piccolo passetto in avanti lo abbiamo fatto in questo capitolo.

Secondo voi Annie se ne starà ora? O chiederà ancora di più?

Liam sembra aver mantenuto un buon controllo. Si lascerà andare davvero la prossima volta.

Vediamo un po' cosa succede nel prossimo capitolo. Chissà se Clohè starà preparando dei pancake piccanti!

Baci

BEA

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