21. Bugiarda 🌶️🌶️
Corsi per tutto il bosco circostante al laghetto. Ogni tanto, emettevo qualche piccolo ululato per segnalare ad Annie che ero vicino e che non me ne ero andato del tutto.
Per lo meno, non fisicamente. Perché mentalmente, mi ero completamente fottuto il cervello.
Sentirla esplodere sulle mie mani, sentire il suo piacere travolgermi da dentro e bruciarmi nel petto era stata un'esperienza sconvolgente.
Prima di allora, potevo solo immaginare cosa potesse essere un orgasmo femminile. Sapevo essere molto più complesso e intenso di quello maschile, ma non ero preparato a quell'estasi così stravolgente che dirompeva sia in ogni singola cellula del corpo, sia nel profondo della mente e dell'animo.
L'idea che quello che avevo percepito fosse solo un rimando e che io potessi provocarle qualcosa di così intenso e frastornante, mi aveva dato alla testa.
Avevo dovuto divincolarmi da lei e trasformarmi in lupo prima che potessi perdere il controllo e scoprire cosa avrebbe potuto essere un orgasmo provocato da un amplesso completo, invece che da semplice petting.
Tornai da Annie venti minuti dopo. Si era versata un bicchiere di vino e lo stava sorseggiando facendo finta di ignorare il mio ritorno. Mi trasformai e mi infilai boxer e e pantaloni, per poi sedermi sulla coperta, alle sue spalle, in attesa che desse sfogo alla rabbia che sentivo ribollire in lei.
«Quindi funzionerà sempre così? Sul più bello ti trasformerai e mi abbandonerai come una scema?»
«Annie, perdonami. Era l'unico modo per recuperare il controllo. Era la prima volta che ti sentivo venire, mi hai spiazzato. Non mi aspettavo delle sensazioni così intense.»
«Già, siamo in due.»
La cinsi per la vita, costringendola a girarsi verso di me.
«Cosa vuoi dire?»
Vergogna.
«Quello che ho detto a Drake oggi non era una semplice provocazione. In tutti questi mesi, non avevo mai avuto nessun orgasmo. Almeno, non con lui. Solo quando mi toccavo da sola riuscivo.»
Avevo smesso di respirare di nuovo al ricordo di quella mattina, completamente eccitata e in procinto di masturbarsi nel mio letto.
Appoggiai la fronte sulla sua e sospirai.
«Annie, tu mi mandareai al manicomio.»
Presi a baciarla dolcemente, ma poco dopo si staccò.
«Anche io voglio provare quello che hai sentito tu. Voglio sentirti venire.»
«Ti prometto che ci lavoreremo su. Faremo un passo alla volta. Ora però è tardi, sta venendo troppo buio. Ti riaccompagno a casa.»
Le diedi un bacio sulla nuca e ci alzammo in piedi per recuperare tutte le nostre cose e ci dirigemmo verso casa sua.
L'accompagnai fino alla porta di ingresso e la baciai.
«Sono ancora senza mutandine, ricordi?» mi sussurrò sulle labbra con una voce bassa e roca.
«Credimi, Annie, non ho fatto altro che pensarci per tutto il tragitto.»
«Allora perché non sali?»
Le baciai ancora dolcemente le labbra.
«Tornerò più tardi. Stare con te mi ha sicuramente fatto guarire velocemente, ma devo recuperare ancora molte forze. Non ho cacciato molto ultimamente, piccola. Ho bisogno di andare con i ragazzi e loro hanno bisogno che li conduca. Ti raggiungerò qui appena finito, ok?»
«In forma umana.»
«Se preferisci, sì.»
«Lo preferisco. E per favore, citofona. Credo sia ora che tu entri dalla porta di ingresso. Clohè se ne farà una ragione. D'altra parte, siamo connessi senza ricorso, no?»
Lo sa già, Annie. Lo sapeva ancora prima di noi, ma non sono pronto a raccontarti anche questa parte della storia.
«Ok, piccola, ci vediamo dopo.»
***
Quattro ore dopo, ero di nuovo davanti a quella porta.
Ero sazio e avevo dato libero sfogo ai miei istinti, almeno a una parte di essi.
Clohè mi aprì la porta.
«Niente culo peloso questa sera?»
«Lo faccio per te, Clohè. Non vorrei riempirti la casa di peli.»
«Oh, ma come sei gentile!»
Mi fece largo per farmi entrare.
«Annie è di sopra.»
La ringraziai con un cenno.
«Dormirai qui?»
«Sì, Clohè, dormirò qui. Ma non la morderò. Te lo prometto.»
«Lo sai che succederà un giorno. Non puoi farci niente. Lachesi ti ha fatto credere che fosse una decisione tua. Ma non è così. Prima o poi, accadrà.»
Strinsi i pugni. Immaginavo che, essendoci le Moire di mezzo, il destino fosse già scritto. Ma avevo tutte le intenzioni di provare comunque a fare andare le cose a modo mio.
«Non accadrà stasera. Te lo garantisco. Devo ancora capire come procedere.»
Clohè mi fissò senza più alcun astio.
«Per il momento, mi basta che sia al sicuro da te. Va da lei ora. È tutta la sera che ti aspetta.»
Percorsi le scale con ampie falcate e raggiunsi la sua camera, senza però trovarla.
Ne approfittai per curiosare per la sua stanza. Sulla sua scrivania, c'era una foto di lei da piccolina con i suoi genitori su una spiaggia caraibica. Accanto, l'annuario della scuola. Lo aprii cercando subito le foto del ballo di Natale in cui era stata incoronata reginetta al fianco di Drake. Era bellissima, ma il suo sguardo era triste e vuoto, mentre il suo sorriso era smagliante come sempre. Quella merda umana la teneva per la vita con un fare già possessivo e inevitabilmente mi chiesi se avesse perso la verginità quella notte, con lui.
Chiusi il libro con un tonfo, in preda a un moto di gelosia.
Il pensiero che Annie fosse stata con lui per quasi un anno senza nemmeno provare un orgasmo, mi aveva lusingato da una parte, ma fatto terribilmente arrabbiare dall'altra.
Come diavolo si poteva essere così stupidi ed egoisti da non riuscire a dare piacere alla propria ragazza? O forse semplicemente era talmente un infame che non gliene era importato nulla?
Quel pomeriggio, Annie si era aperta in pochissimi istanti tra le mie mani, esplodendo in mille pezzi con una facilità inaudita. Non era solo frutto della connessione, ne ero certo. Annie conosceva bene il suo corpo, il quale era ricettivo a ogni più piccolo stimolo.
Il cavallo dei jeans prese a tirarmi al ricordo di quel pomeriggio.
Continuando nel mio girovagare, trovai un sacchetto della spazzatura nella cesta in vimini accanto al letto.
Conteneva una cornice con una foto sua e di Drake, un cofanetto con dei gioielli. Poi ancora un orsacchiotto, una rosa rossa essiccata, e un considerevole set di vibratori e altri sex toys che quell'imbecille le aveva gettato sul divano il giorno prima, assumendo che lei fosse frigida.
Gettai con rabbia il paio di manette che avevo preso dal mucchio e mi rimisi in piedi, andando alla finestra per respirare un po' d'aria fresca. Ma quando sentii la porta del bagno aprirsi, mi girai e smisi completamente di respirare.
Ero sicuro sarei morto per asfissia, perché non riuscivo proprio a riprendere fiato.
Annie indossava un completo con un reggiseno a triangolo in pizzo dalla manifattura elaborata e che non lasciava molto all'immaginazione. Solo il suo colore nude poteva trarre in inganno riguardo le sue trasparenze, ma non con la mia vista.
La brasiliana formava una V qualche centimetro sotto l'ombelico come un chiaro invito per il sottoscritto ad infilarci le dita e controllare se l'eccitazione che percepivo con l'olfatto, fosse già evidente al tatto.
Anche le trasparenze di quella sottile striscia di tessuto mostravano ai miei occhi un monte di Venere completamente glabro. Deglutii vistosamente fino a strozzarmi. Annie si era appena depilata integralmente.
«Liam, non ti avevo sentito arrivare,» mi disse con le pupille dilatate, il cuore che batteva e una voce melliflua.
«Sei una bugiarda, Annie. Una dannata e bellissima bugiarda.»
A mali estremi, estremi rimedi.
Annie inizia a sfoderare l'artiglieria pesante...
Quanto tempo date a Liam prima di cedere?
Vi aspetto al prossimo capitolo... sempre con una cesta di Habanero!
Nel frattempo vi ricordo sempre che questa storia non è completamente auconclusiva, ma che è prevista una seconda parte. La quale verrà pubblicata solo dopo il superamento di 25 mila visualizzazioni, 2 mila stelline e 1 mila commenti.
Se volete quindi che Liam e Annie vi tengano compagnia a lungo, mi raccomando ricordatevi di Stellianare e commentare!
Baci
BEA
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