17. Affianco a te 🌶️

Mi sorrise. «Non chiederei di meglio, piccola, ma tu non hai mangiato, vero?»

«Non ho fame.»

«Bugiarda, dimentichi che sento tutto quello che senti tu? Lo so che Marcus te lo ha già spiegato, in piccola parte.»

«Liam, come posso aver fame con tutto quello che è successo, con te in queste condizioni?»

«Ehi, Annie. Non è successo niente. Vedrai che guarirò in fretta, ancora di più se vorrai rimanere qui con me. Appena mi riprenderò, ti prometto che ti spiegherò tutto. Ma ora, per favore, mangia qualcosa.»

In quel momento comparve Lara sulla porta della camera con un panino, come se, mentre Liam parlava, lei si fosse messa a prepararlo.

«Liam, sei sicuro di non voler mangiare qualcosa anche tu?»

Scosse il capo. «Per ora no, non me la sento.»

Lara annuì, lasciò il panino sulla scrivania di Liam e uscì, richiudendo la porta dietro di sé.

Liam sembrò assopirsi e io ne approfittai per piluccare il sandwich. Sentivo davvero fame, ma allo stesso tempo ero troppo agitata. Ero piena di domande, di dubbi. Per lo meno a livello razionale.

Allo stesso tempo, non mi sentivo così sconvolta come avrei dovuto essere. Ero in una casa di licantropi e mi avevano appena detto che ero legata in modo trascendentale a uno di loro. Eppure, mi sentivo come se mi avessero semplicemente detto che venivano dall'Europa, anziché dagli Stati Uniti. Lo stesso grado di stranezza, insomma.

Dopo pochi bocconi, abbandonai i miei buoni propositi e presi a girovagare per la camera, ma il mio sguardo continuava a cadere sui pettorali di Liam, che si abbassavano e si alzavano, presi da un respiro dolorante.

Liam, Lara, Marcus, Lip e Steve erano dei lupi, licantropi, lupi mannari, mutaforma. Non sapevo quale fosse il termine corretto. Non conoscevo quali fossero le regole della loro natura, le loro abitudini, i loro bisogni.

Non avevo la più pallida idea nemmeno di cosa significasse quel legame accennato da Marcus e che cosa avrebbe comportato per me tutta quella questione.

Ma quella situazione, per quanto assurda, ai limiti dell'onirico, aveva qualcosa di così familiare, così confortevole. Era come se fossi stata catapultata nel mio mondo magico di quando ero bambina. Solo che non ero più sola a fantasticare, ma c'erano ben altre cinque persone reali che facevano parte di quello strano mondo.

E una di queste era davanti a me, sofferente. Se Liam era davvero il lupo che mi aveva consolato per tre lunghe notti, per poi difendermi dall'attacco di un orso, invece che darsela a gambe levate, toccava a me fare qualcosa per lui.

Mi chiesi se il contatto con il mio corpo avrebbe portato beneficio, come il suo aveva fatto con il mio.

Mi sedetti sul bordo opposto del suo letto king size, cercando di fare piano per non svegliarlo.

Ma lui aprì le palpebre e prese a fissarmi senza muovere il capo nella mia direzione, come se avesse sempre saputo la mia posizione nella stanza, nonostante avesse tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo.

Ci fissammo per qualche istante senza dire niente, finché non mi misi a gattoni sul letto e lo raggiunsi con movimenti cauti e lenti. Mi raggomitolai sul suo fianco buono.

Lui spalancò il braccio, permettendomi di appoggiare la testa sulla sua spalla, e io appoggiai infine una mano sui suoi pettorali.

Venni pervasa da una sensazione di calore e da formicolii estremamente piacevoli. Sentii i miei nervi rilassarsi all'istante, e in pochi secondi scomparve ogni piccolo pensiero che attanagliava lo stomaco.

«Lo senti anche tu? Ti fa stare meglio?»

Liam mi baciò la nuca e prese a parlare con una voce talmente bassa e roca che le vibrazioni di quel suono mi arrivarono dritte in pancia.

«Certo, piccola, che lo sento. Ma non ti avrei mai chiesto di avvicinarti così tanto. Pensavo fossi spaventata.»

«Non lo sono. Sono già stata a letto con un lupo, ricordi?»

«Già, ma del lupo non devi aver paura. Di dormire con me, invece, sì, Annie.»

«Non mi sembri molto nelle condizioni di mordere...»

Di tutta risposta, Liam scoppiò in una risata che gli provocò una forte tosse e, di conseguenza, dei dolori lancinanti alle ferite.

Li sentivo anch'io ma mi concentrai sul fatto che non fossero reali. Non ero io quella ferita.

Lo aiutai a bere e a sistemarsi i cuscini, sovrastandolo con il corpo e allungando il braccio verso il comodino dal suo lato.

Nella manovra, la tosse si placò e Liam sembrò smettere di respirare, fissando il mio seno che gli era finito praticamente sopra il viso.

«Dovresti riposare, playboy.»

Si leccò le labbra, per poi morderle  ed emettere un sospiro molto profondo.

«È quello che vorrei fare, ma forse sarebbe meglio che tu rimanessi buona qui di lato, Annie.»

Gli sorrisi e mi accoccolai di nuovo sul suo fianco, riposizionando la mano sul suo torace e godendomi lo spettacolo dei suoi pettorali che si alzavano e abbassavano sempre più lentamente.

Liam si stava addormentando, e io con lui.

Non avevo dormito bene nemmeno io la sera prima e crollai in un lungo pisolino pomeridiano.

Mi svegliai sentendo Liam tremare, scottare e delirare.

Proprio in quel momento Marcus e Lara entrarono in stanza con delle pezze d'acqua fredda e io mi scostai da lui per lasciarli maggior spazio.

«Sta peggiorando?»

«In realtà no. È il suo corpo che sta reagendo. Credo che sia un buon segno, ma dobbiamo evitare che la temperatura si alzi troppo,» mi spiegò Marcus.

«Annie, i ragazzi hanno ordinato un po' di pizze. Perché non mangi qualcosa, poi, se vuoi, Lip può scortarti a casa. È già molto buio.»

«Io vorrei rimanere qui, se non è un problema.»

«Certo che non è un problema. Ma, a maggior ragione, vai a mangiare qualcosa. Ti farà bene cambiare aria. Ci pensiamo noi a lui ora.»

Annuii e raggiunsi i ragazzi in cucina.

Sul tavolo da pranzo c'erano qualcosa come dodici pizze. Lip e Steve stavano discutendo in modo acceso sugli assegnazioni degli MTV VMA, ma si fermarono non appena mi videro sulla soglia.

Lip si alzò e mi venne incontro.

«Eccola! L'umana più coraggiosa di sempre! Colei che passa il pomeriggio in una casa di lupi senza avere un briciolo di paura.»

«Beh... avevate avuto occasioni di sbranarmi ieri mattina, e invece mi avete accompagnato a casa, giusto?»

«Giusto,» rispose Steve. «Non potevamo farti tornare da sola, quell'orsa era davvero incazzata!»

«Grazie, ragazzi!»

«Vai, Annie, abbiamo improvvisato un pizza party! Scegli quella che preferisci.»

Presi quattro fettine di pizze diverse e rimasi a chiacchierare con loro. Mi spiegarono come avvenivano le battute di caccia, dicendomi che le ultime non erano state molto soddisfacenti perché Liam, il loro alpha, non era con loro. A quanto pare, il capo branco regolava sia le attività da lupo che da umani, al fine di proteggere la loro identità.

Quando arrivò Marcus in cucina, ringraziai per la pizza, inviai un messaggio a Clohè dicendo che avrei dormito da Mallorie e tornai in camera di Liam, dove Lara gli stava passando ancora le bende sulla fronte e sui pettorali.

Mi sentii una depravata, ma quell'immagine era davvero seducente. Liam era moribondo, e io non riuscivo a smettere di pensare a quanto fosse bello il suo corpo, nonostante le ferite.

Nonostante la mia posizione fosse di spalle a Liam, lui percepì la mia presenza.

«Con questi pensieri, piccola, non mi aiuti a tenere la temperatura bassa, sai?»

«Come hai visto, Annie, il ragazzone qui sta leggermente meglio. Se procede così, domani mattina potrebbe già essere in forma smagliante.»

Alzai il sopracciglio.

«Il nostro processo di guarigione è circa cinquanta volte il vostro, solo che, essendo ferite così profonde, la reazione del corpo è molto forte, dolorosa e febbricitante.»

«Quindi è fuori pericolo?»

«Quasi... Vi lascio soli ora. Vado a vedere se quelle tre bestie mi hanno lasciato un pezzo di pizza. Non farci caso se ti sembra che Liam perda i sensi. Potrebbe dormire profondamente nelle prossime ore, proprio per completare la guarigione.»

Liam era infatti già addormentato, come se non mi avesse appena parlato.

Nonostante avessi dormito tutto il pomeriggio, mi sentivo stravolta anche io, probabilmente di riflesso alle sensazioni del suo corpo.

Mi sdraiai quindi accanto a lui, appoggiando la guancia sulla sua spalla e intrecciando entrambe le mani nella sua.

Mi addormentai profondamente anche io.

Mi svegliai, non trovando più Liam accanto a me, e mi tirai su al centro del letto. Dopo poco, comparve con addosso solo i jeans al di fuori della vetrata. Mi stava fissando con uno sguardo famelico, provocandomi immediatamente delle scosse in mezzo alle cosce. Il mio respiro iniziò ad accelerare, e sentii un caldo improvviso.

Entrò lentamente nella stanza e, sempre muovendosi a rallentatore, si avvicinò al letto. Si inginocchiò sul materasso e, con un movimento rapido, mi afferrò per la vita e mi trascinò a cavalcioni sopra di sé.

Appoggiò la fronte sulla mia, facendomi aderire al suo corpo. Prese a respirare sulla mia bocca, mentre delle scosse elettriche attraversavano i nostri corpi, aumentando ad ogni sospiro.

Infilò le mani tra i miei capelli e, con uno strattone, mi tirò indietro la testa, lasciando alla sua mercé la mia gola.

Iniziò a percorrerla con baci umidi e voraci dalla base fino al mio mento, per poi riportare le sue labbra davanti alle mie.

Ansimammo a lungo l'uno dentro l'altra, mentre i nostri respiri aumentavano in modo esponenziale.

Le sue labbra iniziarono ad aderire alle mie lentamente, schiudendosi. La sua lingua stava ormai sfiorando il mio labbro inferiore. Iniziò a morderlo  leggermente, facendomi gemere dal piacere, quando un suono simile a un allarme mi svegliò.

Mi ritrovai da sola al centro del letto. Spensi la sveglia sul suo comodino e mi alzai.

Avevo ancora il respiro in affanno per quel sogno così tremendamente erotico. Sentivo ancora contorcersi il mio basso ventre, che non si rassegnava al fatto che fosse stato solo un sogno.

La sensazione delle labbra e del corpo di Liam era stata così magnificamente reale che mi stava distruggendo.

Notai che delle bende sporche di sangue erano a terra davanti alla portafinestra. Che Liam si fosse sentito meglio e fosse andato a caccia?

Ero davvero sola?

Non riuscivo a smettere di riprovare le sensazioni del sogno. Il mio corpo non mi stava dando tregua e il profumo di Liam che aleggiava nella stanza mi riempiva le narici, provocandomi un piacevole ovattamento come se fossi in pieno stato di ebrezza.

Mi gettai di nuovo sul letto.

Avevo sempre più caldo, mi sentivo irrequieta e il mio respiro era troppo veloce. L'odore della pelle di Liam che impregnava le lenzuola mi diede completamente alla testa. Non mi resi nemmeno conto di aver cercato sollievo infilando una mano dentro le mie mutandine.

Lo feci attraverso gli occhi di Liam, quando comparve dalla portafinestra guardandomi con aria sconvolta e furente.

Lo vidi stritolare l'intelaiatura della porta scorrevole fino a piegarla. Emise un suono gutturale simile a un lamento, per poi scattare verso il bagno e chiudersi dentro.

Non avevo fatto in tempo a osservare lo stato della sua ferita. Mi avvicinai alla porta del bagno e bussai.

«Liam, stai bene?»

Nessuna risposta.

«Liam...»

«Annie, credo sia meglio che tu torni a casa ora. Sto bene. Ci vediamo a scuola più tardi.»

«Liam, non capisco, perché mi tratti così ora?»

«Annie, torna a casa. Ora! Vattene!»

«Ma...»

«Vattene!»

Bene, bene, bene Pelosoni,

La reazione di Liam non è stata proprio il massimo della galanteria.

Dite che Annie lo ha messo dura prova?

La situazione inizia a scottare... preparatevi quindi ad un innalzamento delle temperature nei prossimi capitoli!

Con la speranza che il povero Liam possa presto smettere con le docce fredde.

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