Capitolo 11
John si sveglia quando Nia è partita già da un'ora. Sa che non si sveglierà ancora per un'ora e mezza almeno e finché lei dorme decide che andrà a fare un leggero allenamento mattutino. Torna quando sono le sette e trenta e fa una doccia veloce prima di vestirsi, lei uscirà dalla sua stanza a minuti. Ma quando non la vede uscire e ormai comincia a essere una buona mezz'ora che la aspetta, decide che proverà a mandarle un messaggio. Non risponde nemmeno nei venti minuti successivi. Prova a chiamarla, prima attraverso la porta, poi al telefono, ma non lo sente squillare dall'altra parte. Si muove in fretta, ormai senza pensare. L'avrebbe sentita gridare se l'avessero portata via, ma non sono nemmeno così stupidi da violare le regole del Continental. La sua mente impiega meno del tempo che impiega lui a raggiungere la reception per giungere a una conclusione che lui non vuole assolutamente sentire. Non sente nemmeno le parole che gli escono dalle labbra, non elabora sé stesso che segue la donna nel tragitto verso la stanza di Nia. Vede solo la stanza di lei vuota. Il vestito della festa di ieri sera abbandonato sul letto. Le ante dell'armadio lasciate aperte. La scatola dove le aveva lasciato le monete e la pistola sul tavolino di fronte ai divani vuota. L'arma abbandonata sul pavimento e nessuna traccia delle monete. La maggior parte dei vestiti antiproiettile non c'è. Il suo computer e il cellulare nemmeno. Ha lasciato dei libri e la tavola grafica. Nonostante si maledica per quello che è successo, John non riesce a sfogare la rabbia. Avrebbe dovuto calcolare meglio le possibilità che c'erano, tra cui questa, soprattutto dopo averle fatto il torto di giocare alle sue spalle con i D'Antonio. Non si accorge di essere rimasto solo nella stanza e ora che sente di nuovo il profumo di lei, ogni respiro è una pugnalata.
Julius mente e John lo sa benissimo, ma sa anche che lui non gli dirà niente, per etica. Perché sicuramente lo ha promesso a lei. Parla con chiunque possa averla vista andare via, ma tutti gli dicono la stessa cosa: se se n'è andata, lo ha fatto quando nessuno poteva accorgersene e ora chissà quante ore ha di vantaggio su di lui.
Prova a cercarla in tutti i modi che la Tavola gli consente, invano. Non sa più dove sbattere la testa. Ha fallito la sua missione e l'ha persa, non sa se la ritroverà prima che la rapiscano e la torturino per avere il codice, tantomeno se la troverà ancora viva. Ora lo sa, vede chiara la definizione dei sentimenti che prova per lei. Amore.
È mezzogiorno ormai quando prende nuovamente il cellulare in mano e spera ancora che lei gli abbia risposto, ma nella chat non vede nemmeno la scritta visualizzato. Compone velocemente il numero di Winston, sa che lui è già sveglio.
"Se n'è andata. Diventerà un fantasma." non lascia il tempo all'uomo di rispondere, non vuole sentire quello che ha da dirgli, lo sa già di suo. Chiude la telefonata.
Non te ne sei andata
sul serio.
Sai quanto è pericoloso là
fuori per te.
So che nessuno vorrebbe
vivere quello che stavi
vivendo tu.
Non fare cazzate.
Non sono nessuno per
obbligarti a tornare qui.
Se è questo che deve
succedere, se è questo
quello che volevi, lo accetto.
Vorrei solo avere la
certezza che starai bene,
e fa male non averla.
Ti cercherò come ti avevo
promesso, in questa vita.
Finiremo questa cosa,
lascerò tutto e ti farò vivere
la vita che ti hanno tolto.
Mi hai fatto capire molte
cose di me stesso,
ma una soprattutto.
Io ti amo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top