Capitolo 1

"Ehy Hizashi! Shota! Sono qui" questa voce rimbombò per tutto il corridoio, era Oboro Shirakumo, un ragazzo alto un metro ed ottantasette centimetri, capelli bianchi tendenti al celeste, era dall'altra parte della scuola, che correva non prestando attenzione a chi gli si trovava davanti, intruppando contro tutti, stava agitando la mano, cercando di farsi vedere dai suoi amici.
"Aizawaaaaa! Hizashiii! Aspettatemi!" aggiunse, mentre li raggiungeva.
"Shirakumo, come al solito in ritardo"
"Shota non siamo mica tutti come te"
"Oboro ti stavamo aspettando da ore"
"Ehy ragazzi tranquillizzatevi" disse, interrompendoli, il terzo ragazzo.
"Yamada non ti intromettere"
"Aizawa perché devi trattarlo così?"
"Dai entriamo in classe" concluse il ragazzo con i capelli lunghi e neri.
-Qualche ora dopo-
"Ehy Aizawa, oggi vieni?"
"No dove, e soprattutto perché?" concluse con aria arrogante.
"È il 5 maggio"
"E quindi? È morto napoleone?"
"No... È il mio diciassettesimo compleanno" disse chinando un po la testa.
"Beh io penso andrò a studiare"
"Ma Shota io."
"Ah che pizze, so che avete organizzato di mangiare il ramen dal signor Misashi, prima studio e poi forse verrò, è uno spreco di tempo".
"Evvai, ci conto".
"Non farlo" concluse Aizawa tagliandogli poi  la strada ed abbandonandolo all'incrocio.
"A dopo Shota!" urlò il ragazzo oscillando la mano.
"Abbassa la voce, questi vecchi non vogliono sentirti fare casino"
"Ti voglio bene!"
"Ciao Oboro"
"Ciao" abbassando la voce ed intristendo il suo volto.
Poi si voltò e vide il suo amico Katoru Shiozaki, aveva capelli verdi ed era alto un metro e settantadue centimetri, molto basso per la sua età, aveva un occhio diverso dall'altro, uno rosso e l'altro blu, riusciva a controllare l'acqua cambiandone la forma fisica, amava il giardinaggio, soprattutto le rose, forse perché la sua ragazza aveva il potere di accellerare la crescita delle rose e delle more, amava i rovi.
"Ehyyy Katoru!"
"Ehy Oboro, come va?"
"Bene, oggi verrai?"
"Puoi contarci amico... Da Misashi?"
"Ovvio è il migliore."
"Allora a dopo Oboro".
Il ragazzo dai capelli verdi se ne andò, e lasciò il festeggiato solo.
"Che bello, sono solo, tutti mi vedono sempre solare, non capiscono il mio dolore interno... La mia paura, la mia paura di perdere i miei amici, di perdere tutto".
Abbassando lo sguardo vide un bambino, solo, mentre guardava il semaforo.
"Ehy piccolo, tutto ok? Ti sei perso? Come ti chiami?"
"Non trovo il papà, ha un negozio di ramen"
"Come ti chiami?"
"Hitoshi, Hitoshi Shinso"
"Sei il figlio del signor Misashi? Misashi Shinso?"
"Si"
"Ti ci porto io, vieni" dandogli la mano.
-Trenta minuti dopo-
"Oh piccolo Hitoshi, dove ti eri cacciato?"
"Era davanti l'agenzia di trasporti Uraraka"
"Ti ringrazio Oboro, posso offrirti qualcosa?
"No tranquillo, è compito degli hero come me, aiutare i piccoli come Hitoshi"
Il bambino si avvicinò al ragazzo, e toccandogli la gamba gli disse: "anch'io diventerò un hero"
"Certo Hitoshi, e sarò io ad allenarti, promesso"
"Evvaii papà Oboro mi aiuterà a diventare l'hero piu forte di tutti"
Il ragazzo si grattò la testa e iniziò a ridere.
"Dove sono gli altri?"
"Aizawa sei arrivato!"
"Si ma muoviamoci, è uno spreco di tempo"
"Ragazziiiii?! Qui c'è un festeggiato?! Oooooh ma eccolo qui il nostro Oboro"
"Hizashiiii, amico mio"
"Quanto vi odio" disse il ragazzo dai capelli lunghi e corvini, sedendosi al'bancone.
"Non vedo l'ora di mangiare!"
"Katoru sei arrivato"
"Non ditemi che sono l'unica ragazza, di nuovo"
"Nimura, ci sei anche tu, ah quanto mi siete mancati"
"Amico ci siamo visti trenta minuti fa" disse il ragazzo dai capelli verdi.
"Ragazzi non potete capire cosa mi è successo oggi!"
"Nimura non c'interessa"
"Taci Shota"
"Dai raccontaci"
"Praticamente, tornata a casa, ho visto che ho un capello bianco, è stato orrendo, non voglio invecchiare"
"Nimura hai 17 anni"
"Beh?! Sono quasi 20"
Il capo del ristorante rise e consegnò i menù ai ragazzi, dopodiché aggiunse: "Nimura alla fine hai trovato un nome per la tua mossa speciale?"
"Beh in realta pensavo di chiamarla dreamland"
"Hai un potere inutile"
"SENTI AIZAWA CHIUDI QUELLA BOCCA PRIMA CHE TI FACCIA DORMIRE PER SEMPRE, TU E IL TUO STUPIDO ANNULLAMENTO"
"Ragazzi avete entrambi poteri da supporto"
"Si ma io mi alleno apposta con le bende, no come lei che ha frusta da gioco sessuale, il gas sonnifero è un potere inutile, di bello hai solo il nome da hero"
"MIDNIGHT È PIU BELLO DI ERASHEAD"
"Si dice Eraser Head, cogliona"
"Ragazzi smettiamola"
"NO OBORO, DEVE CHIEDERMI SCUSA"
"Se chiedo scusa la smetti con questa farsa?"
"SI!"
"Scusa... Baldracca"
"CHE HAI DETTO?!"
"Nulla"
Il titolare consegnò i piatti e gli auguro il buon appetito, finita la cena tutti alle proprie case.
"Grazie ragazzi, mi sono divertito tantissimo!" oscillando il braccio in aria, mentre gli altri ricambiarono il saluto.
"Oboro possiamo parlare?"
"Certo Shota dimmi"
"Nel frattempo avviciniamoci a casa"
"Si dimmi"
"Volevo chiederti scusa per come mi comporto con te, ma mi vergogno a farmi vedere in giro, non voglio essere giudicato"
"Per cosa?"
"Per questo" con la mano accarezzò il volto del ragazzo trascinandolo a se, poi inclinò il suo e gli diede un bacio sulle labbra.
L'aria gelida nelle strade iniziò ad aumentare inalzando polveri e foglie, un urlo forte risuonò per le strade: "COME CLOSER!", i due ragazzi si voltarono e videro un trio di due ragazzi e una ragazza, erano alti circa un metro e settanta, tutti avevano un occhio nero con l'iride bianca, ed un occhio normale.
Dopo l'urlo del ragazzo al centro, una macchina si avvicinò verso di lui.
"Merda dei villain"
"Oh ma guarda due frocetti!" disse un ragazzo con un occhio rosso come i capelli.
"Dateci le vostre anime checchette" disse il ragazzo al centro, aveva capelli corvino e disordinati, con occhi neri e carnagione cadaverica.
"Dai ragazzi non giudicateli, anche a me piace succhiarlo, e Ryusa lo sa benissimo" disse la ragazza a sinistra, aveva capelli indaco, un occhio giallo ed un cuoricino nero sotto di esso, era la sorella di Rikuba, il ragazzo dai colori come il carbone.
"Chi diavolo siete"
"Siamo i messaggeri di Ade, e ci servono le vostre anime".

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