4 - "I can't hear you over the size of your ego"

Vengo svegliata da una canzone famigliare che suona nel mio stereo.
Highway To Hell degli AC/DC.
E capisco immediatamente che è il segnale dell'inizio del fine settimana e che stasera ci sarà una festa in spiaggia organizzata da un tipo che conosce Ross, Jack, il migliore della città ad allestire feste.

Lancio via le lenzuola e mi metto in piedi sul letto a suonare una chitarra immaginaria, mentre canto a ritmo la mia canzone preferita della band australiana.

Poco prima che la canzone finisca, scendo dal letto e mi dirigo verso l'armadio, tirandone fuori della biancheria pulita, un paio di shorts di jeans e un top bordeaux con il logo degli AC/DC stampato sopra.
Vado in bagno per prepararmi, lasciando la porta aperta, così da poter sentire la musica anche mentre mi faccio la doccia.
Riesco perfettamente a sentire Back In Black mentre l'acqua fresca e rigenerante mi scorre sulla pelle.
E mentre esco dal bagno e torno in camera parte un'altra canzone, If You Want Blood (You've Got It) e non posso non improvvisare un ballo mentre mi vesto.

Scendendo le scale mi lego i capelli in una crocchia morbida, saltellando ad ogni gradino.
Appena arrivo in cucina vedo zia Beth già sveglia e con il solito sorriso falso stampato in faccia, mentre tira fuori dal forno una torta di mele.
Zio Ector è come sempre impassibile che legge la stessa pagina del giornale, con una tazza di caffè in mano, dalla quale ogni tanto prende un sorso della bevanda.

«Johanna, cara,» richiama la mia attenzione zia Beth. E adesso che vuole? «Non è che potresti evitare questo baccano tutte le mattine dei weekend?»

«Signora Walker, mi permetta di contraddirla.» esordisce Ashton Irwin, entrando in cucina con tutta la sua bellezza, «Gli AC/DC sono, credo, la migliore band australiana esistita. E sono entusiasta che, nonostante vostra nipote venga dall'Europa, sappia apprezzare la musica di questo paese.»

«Oh, Ashton! A cosa dobbiamo la tua delizievole visita?» esclama zia Beth, facendomi sorgere il dubbio che lei possa avere un debole per il ragazzo riccioluto. Rabbrividisco di orrore al solo pensiero.

«Sono venuto a portarvi il resoconto delle vendite di questo mese e ad informarvi che Chad ha preso un tremendo virus e che quest'oggi non potrà venire a lavorare.» dice, con compostezza e rivolgendosi a mio zio, il quale distoglie lo sguardo dal giornale.

«Proprio oggi che dovevamo spostare le macchine agricole nel campo a Sud, dannazione.» sbuffa zio Ector, rimanendo comunque duramente impassibile.

«Posso spostarle io, signore.» risponde prontamente Ashton, «Ho superato l'esame per la patente apposita due mesi fa circa, quindi non ci saranno problemi.»

«Benissimo. Ti verranno pagati degli straordinari.» lo liquida zio Ector, tornando al suo giornale.

«Grazie, signor Walker. Buona giornata a lei e sua moglie. Ciao, Johanna.» e prima di andarsene si volta verso di me, guardando il mio top e facendomi l'occhiolino.

«Grazie, caro.» lo saluta con passione (qualcuno mi salvi) zia Beth.

E io balbetto un frettoloso e confuso «Ciao.» prima di prendere il succo d'arancia dal frigo e versarmene un bel bicchiere.

Mentre bevo avidamente la bevanda dissetante, scorgo zia Beth che mi guarda con astio, come se fosse invidiosa. O gelosa?
Evito il suo sguardo mentre prendo un biscotto alla cannella dal tavolo e mi defilo velocemente al piano di sopra.
Spero solo di sbagliarmi e che mia zia non abbia una cotta per Ashton Irwin, perché - ugh, che schifo, non voglio nemmeno pensarci.

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Dopo pranzo mi sono ritirata in camera mia per evitare gli sguardi assassini di zia Beth, usando la scusa di dover studiare e alla fine, cazzeggiando un po' sui social, ascoltando musica e leggendo un po', si sono fatte le quattro del pomeriggio.
Sapendo che la festa inizierà alle sei, di modo che ci sia ancora luce per il barbecue, decido di iniziare a prepararmi.

Accendo lo stereo per ascoltare ancora qualche canzone degli AC/DC mentre apro l'armadio per scegliere cosa mettermi.
T.N.T parte a tutto volume e io perlustro l'interno dell'armadio con lo sguardo.
Decido di optare per un paio di pantaloncini, così sarò più libera di muovermi, e ne scelgo un paio a vita alta di jeans blu scuri, con un paio di collant sottili neri per non aver freddo dopo il tramonto.
Mentre sono indecisa se mettermi un top nero o una t-shirt grigia, sento il telefono squillare.

Sbuffo e rispondo, «Pronto?» senza guardare il mittente della chiamata.

«Sono gli AC/DC in sottofondo?» domanda la voce dall'altro capo del telefono, meravigliata e stupita.

«Sì, ora sta suonando Thunderstruck.» rispondo, senza chiedere chi sia e cosa voglia. Poi me ne ricordo e allora, «Posso sapere il tuo nome e magari il motivo di questa tua telefonata?»

«Joe, sono Mike.» mi risponde in tono ovvio.

Mike? Da quando in qua conosco uno che si chiama Mike?

Dopo qualche secondo di silenzio aggiunge, «Michael. Michael Clifford

«Aaah, ciao!» che bella l'ennesima figura di merda, «Allora stasera ci sarai anche tu alla festa?» gli chiedo, sperando di cambiare argomento.

«Volevo parlarti proprio di questo.» sospira, diventando serio. «Questa sera io e gli altri vorremmo andarci, ma la mia macchina è in riparazione e quella di Calum serve ai suoi genitori. Luke ovviamente non ha nemmeno la patente e Ashton è ancora lì da te a lavorare.» io intanto ho già le palpitazioni a sentir nominare tutti quei bei ragazzi, «Per te e la tua famiglia sarebbe un problema se noi venissimo da voi in pullman e poi andassimo alla festa con il minivan di Ashton?»

«Non credo. Anzi,» poi abbasso il volume della mia voce e aggiungo, «credo che mia zia Beth abbia un debole per Ashton.» lo sento ridacchiare, «Comunque va bene, verso che ora arrivate?»

«Siamo scesi alla fermata davanti a casa tua adesso.»

Panico.
Panico.
PANICO.
Io sono ancora mezza nuda e devo finirmi di truccare, non posso andare ad aprire loro la porta così!

Mentre rispondo un rapido «Okay.» a Michael, mi metto il top nero e afferro il golf blu e le Vans bianche e blu dall'armadio (sì, lo so che il blu e il nero non sempre stanno bene insieme, perdonami Enzo Miccio), per poi infilarli mentre scendo le scale quasi volando.
Ma, contro ogni mia speranza, hanno già suonato il campanello ed è già andata ad aprire zia Beth.

«Oh, buonasera, ragazzi!» li saluta, tutta raggiante, «Entrate e accomodatevi sul divano!» quasi li spinge forzatamente a sedersi sul divano di pelle nera. Riesco a captare lo sguardo implorante aiuto di Michael e ridacchio tra me e me, quando «Johanna, abbiamo ospiti, sii educata.» mi ammonisce zia Beth. «Posso offrirvi un tè? Un caffè? Un biscotto? Vi fermate a cena?» chiede poi in tono amorevole ai tre ragazzi.

«In realtà, io e Luke siamo venuti per chiedere a Johanna delle delucidazioni su una lezione di filosofia, e avremmo bisogno di consultare i suoi appunti, se per lei non è un problema.» le risponde Calum, ideando una balla eccezionale e pure credibile.
Se non fosse che...

«Oh, tesori miei! Non credo proprio che Johanna vi possa aiutare per quel che riguarda la scuola, sapete, è proprio negata!» e ride deliziosamente delle mie disgrazie. «Però, se volete, io ai miei tempi avevo sempre voti alti in filosofia e la amavo come materia! Potete chiedere a me.» aggiunge, con un tono di voce civettuolo e che fa venire il voltastomaco.

«È molto gentile da parte sua, signora Walker. Ma abbiamo proprio bisogno di una scheda che ha sua nipote, visto che noi eravamo assenti quel giorno.» le risponde Calum, alzandosi dal divano e dirigendosi verso di me, accompagnato da Luke e Michael.

Appena mia zia si accorge del fatto che Michael non fosse incluso nella necessità della scheda di filosofia, «E tu, caro? Non credo ti servano gli appunti dell'anno che hai già passato, o mi sbaglio?» dice, fingendo un tono di voce ingenuo per poter restare con un ragazzo che ha meno della metà dei suoi anni.

«Mike mi aveva prestato un cd dei Green Day.» me ne esco così, aggiungendo poi, «Voleva vedere i miei degli AC/DC e riprendersi il suo.»

«Oh, che peccato.» dice, avvilita, «Magari potremo passare più tempo insieme la prossima volta, ragazzi!» ma seriamente sta flirtando con dei ragazzi della mia età? È priva di pudore questa donna, aiuto.

Dopo aver ricevuto varie occhiate intimidatorie e cariche d'odio da parte di zia Beth, riesco a raggiungere la mia stanza, seguita dai tre ragazzi, e poi chiudo la porta dietro a Michael, l'ultimo ad entrare.
Solo quando loro sono già entrati mi accorgo del caos in cui versa la mia stanza: libri e vestiti buttati alla rinfusa su ogni superficie, l'armadio spalancato e con in bella vista la mia biancheria intima, e per finire, la busta dei trucchi aperta e i trucchi sparsi a casaccio sul letto.
Intanto lo stereo continua a far suonare canzoni degli AC/DC, e Shoot To Thrill colma il silenzio imbarazzante che cala tra di noi.

«Carine le mutandine di pizzo azzurro.» dice scherzosamente Luke, avvicinandosi pericolosamente all'armadio.

«Per non parlare di questo perizoma rosso fuoco.» aggiunge Calum, afferrando un paio delle mie mutande che erano finite sul pavimento. «Scommetto che hai fatto del sesso super selvaggio, dopo esserti tolta questo pezzettino minuscolo di stoffa.»

Nonostante stia avvampando e diventando dello stesso colore di un peperone, faccio finta di ignorarli, chiudo velocemente l'armadio e afferro tutti i miei vestiti sparsi per poi metterli in una cesta, lontano dai loro occhi indiscreti.

Calum però ha ancora il mio perizoma in mano (quando mai l'avrò messo quel coso insopportabile?), e allora mi continua a punzecchiare, «Dunque chi è stato il fortunato che ti ha tolto queste mutandine?»

«Mi dispiace, Calum, non riesco a sentirti dalla grandezza del tuo ego.» gli rispondo, riprendendomi le mutande e mettendole nel cesto con il resto della roba.

Luke e Michael scoppiano in una risata, seguiti poco dopo da me, e infine, anche da Calum.

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