capitolo 3- Quando è troppo è troppo

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Non ce la faceva più.

Era tutta l'ora che quei bulletti idioti tiravano palline di carta a Jungkook solo per il gusto di infastidirlo.

Arrivò la sedicesima e il ragazzo scoppio irritato.
"BRUTTI STRONZI SMETTELA! MI AVETE ROTTO I COGLION-"
"JEON JUNGKOOK MA CHE MODI SONO?? TI PARE DI ESSERE A CASA TUA?!" urlò la professoressa interrompendolo.
"Ma è tutta l'ora che mi infastidiscono!-" Si difese, giustamente, il ragazzo.
"Mi pare che sia stato tu ad interrompere la mia lezione, non loro" disse la donna incrociando le braccia.
"Sul mio banco c'è letteralmente la prova!-" "E dopo resti anche a pulire il sudiciume che hai fatto, a casa tua strappi i quaderni?? Saranno contenti i tuoi genitori di avere un figlio così tremendo come te" aggiunse la donna con sguardo severo.

Il ragazzo era esterrefatto.
La prof lo stava veramente punendo e dicendo cattiverie per qualcosa che neanche aveva fatto?
"Sa cosa? Mi ha rotto i coglioni pure lei!" disse prendendo il suo zaino e si avviò fuori.

Era letteralmente scoppiaro come una bomba ad orologeria.
Era stufo di subire in silenzio.
E se si difendeva succedeva questo? No. Non lo avrebbe più accettato.

Dopo 15 minuti arrivò suo padre. Lo guardò sospirando e prese la sua cartella.

Una settimana di sospensione.

Lo avevano sospeso per mancato rispetto, a detta loro.

Il padre cerco di far ragionare il preside ma non ci fu niente da fare.
"Buone notizie" disse il padre salendo in macchina.
"Sarebbe?" Chiese annoiato il ragazzo. "Sei in vacanza per una settimana" disse il padre buttandola sullo scherzo. "Non sei arrabbiato?" Chiese sconcertato. "Jungkook, io ti conosco. Se quella gente pensa di sapere meglio di me chi sia veramente Jeon Jungkook si sbaglia. So che non hai fatto niente e che non è colpa tua. Sono tuo padre. So meglio di loro come è fatto il mio bellissimo bambino, se permettono" disse il padre clemente.
Il ragazzo si ritrovò con gli occhi lucidi.

Suo padre era veramente l'unico che lo capiva per davvero.

Era fortunato ad averlo.

Però il padre non sapeva proprio tutto. Sapeva solo che occasionalmente questi ragazzi lo infastidivano.

"Che facciamo?" Chiese ancora il giovane genitore.
"Io so cosa fare. Ma voglio farlo da solo. Posso aver il permesso di fare una cosa, vero?" Chiese per poi bisbigliare nell'orecchio del padre la cosa desiderata.
"Mm va bene ma prima voglio vedere come." Disse incerto il padre con un sorriso sul volto.
Lo portò al centro commerciale e parcheggiò. "Andiamo?" Chiese uscendo dalla vettura e il ragazzo annuì e scese. Entrarono dentro dirigendosi verso il negozio del suo amico Seokjin, un parrucchiere di 26 anni.

Nonostante la sostanziale differenza di età i due ragazzi si comportavano come se tra loro scorressero pochi mesi.
Non la percepivano, questa era una cosa che entrambi amavano del loro rapporto.
Jin inoltre si era sempre preso cura di Jungkook, vedendolo come una creatura da proteggere da questo crudele mondo.

"Va bene allora, io vado Kookie" disse il padre dopo aver affettuosamente salutato Jin con un caloroso abbraccio.
"Allora, ragazzo mio, cosa vuoi che ti faccia?" Chiese il giovane uomo portandolo verso la sedia regolabile, in pelle finta di colore nero, guardandolo attraverso lo specchio. "Voglio tingere i capelli. E poi chiama Nam, vorrei parlargli" disse Jungkook sorridendo.

Quando era con Jin gli era piu semplice essere se stesso, sapendo che il maggiore non lo avrebbe mai giudicato.
SeokJin si mise all'opera sotto le indicazione di Jungkook che intanto si guardava allo specchio soddisfatto di sé stesso.

Aveva deciso che sarebbe cambiato. Non sarebbe più stato il fragile della situazione.
Avrebbe usato la violenza, se proprio doveva, solo per difendersi dalle mani degli altri. Voleva cambiare, forse in bene forse in male, ma non riusciva piu a subire in silenzio.
Credeva che non rispondere avrebbe funzionato. Ma evidentemente quegli esseri si divertivano anche così.

Seokjin gli tagliò un po i capelli e preparò il colore.

Prese delle ciocche iniziando a decolorare.

Jungkook rimase lì per un oretta, intrattenuto dalle chiacchere dell'amico.

Si mise su una sedia mentre Jin si occupava di un altro cliente. Stava aspettando Namjoon, anche lui suo amico, per parlargli.

Mentre smanettava su twitter gli arrivò un messaggio.

Angolo concavo
FUORI IL TERZOO
Vi sta piacendo?

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