12. ⚔ Segreto ⚔


Il Prigioniero del Capitano

Capitolo 12 ⚔ Segreto ⚔

[ Levi POV]

Mi svegliai, trovando il viso perfetto di Eren. I ricordi del giorno precedente affiorarono nella mia mente ed invece di sentirmi come se volessi fuggire dal pianeta... Mi sentii contento.

Eren mi aveva donato amore e sicurezza, e ne avevo bisogno. Mi sollevai baciandogli la fronte per svegliarlo. Lui si lamentò un pochino, aprendo poi gli occhi. Quando mi vide, il suo volto si illuminò all'istante e sorrise.

"Buongiorno, Levi." Disse.

" 'Giorno." Risposi tranquillamente e mi sedetti. Immediatamente i dolori dovuti alla tempesta, a cui si erano aggiunti quelli al bacino provocati da Eren, tornarono a farsi sentire per tutto il corpo. "Cazzo..."

"Tutti i vestiti sono fuori..." Mugugnò Eren guardando il suo corpo nudo.

Mi ristesi. "Non ne abbiamo bisogno."

"Sei il Capitano." Ribattè lui, afferrando alcuni dei miei abiti dal pavimento. Invece di porgermeli, li indossò dirigendosi alla porta. "Ne avrai bisogno, soprattutto se vuoi tenere Erwin all'oscuro di tutto."

Sorrisi nel notare che aveva compreso quella faccenda. Uscì dalla camera, ritornando con degli abiti asciutti e le lenzuola. Lanciò tutto sul letto ed io mi alzai. Eren si tolse i miei abiti da dosso e cercò qualcosa nella pila di indumenti , mentre io iniziavo a riporli nell'armadio. Indossai una maglia bianca e dei pantaloni, sistemando tutti gli altri e rifacendo il letto. Eren invece indossò le cose più grandi di cui disponevo, ma i pantaloni risultavano comunque troppo corti alle caviglie.

Una volta sistemato tutto e rassettato il letto, andai a mettere in ordine lo scrittoio. Eren mi raggiunse alle spalle, avvolgendomi tra le sue braccia. "Cosa faremo adesso?" Domandò.

Sospirai. "Non ho più alcuna intenzione di mentire a te, ma... Non possiamo dirlo all'equipaggio, specialmente ad Erwin. Hanji lo scoprirà prima o poi, e non importa che lo sappia, ma se Erwin lo scoprisse probabilmente tenterebbe di ucciderti. Potrebbe persino dare inizio ad un ammutinamento e rischieremmo perdere la nave, le nostre vite o l'un l'altro."

Eren annuì. "Lo capisco, ma in privato?"

Mi voltai, baciandogli una guancia. Le sentii scaldarsi al mio tocco e sorrisi un po', vedendolo arrossire. "In privato... Sarai il mio compagno, Eren Jeager."

Il suo sorriso si ampliò a dismisura, tirandomi a sé per un darmi un bacio vero. Udii dei passi avvicinarsi, e lo spinsi via. Andò dall'altro lato della stanza, comportandosi come se stesse pulendo. Iniziai a raccogliere le mie cose, posizionandole ordinatamente sulla scrivania.

Qualcuno bussò alla porta ed Eren mi rivolse un sorriso confortante. Gli feci un cenno col capo e fissai la porta, indossando nuovamente la mia maschera priva di emozioni. "Avanti." Dissi, e la porta si aprì mostrando Erwin.

"Capitano, abbiamo ripreso la rotta e ci dirigiamo verso Silencieux de Mort." Affermò, guardando stancamente Eren.

"L'hai pronunciato male." Borbottai e lo sguardo furioso di Erwin tornò su di me. "Ma va bene, grazie Erwin. Arrivo tra un attimo."

Invece di andarsene, fece un passo in avanti. "Credo che possiamo fidarci abbastanza di Eren da potergli dare una stanza personale, a questo punto." Disse. Eren sembrò rattristarsi a quella prospettiva.

"Preferisco tenerlo d'occhio." Risposi all'altro, chiedendomi fino a dove si sarebbe spinto. "In più non abbiamo alloggi privati. Preferisco stia con me piuttosto che con un membro dell'equipaggio, il quale potrebbe tentare di ucciderlo, sottocoperta."

Erwin annuì, scontento, ed uscì dalla stanza. Quando la porta si chiuse mi rilassai e tornai a pulire.

"Vuole davvero tenermi lontano da te, non è così?" Eren mormorò triste.

Annuii. "Sì ma non temere, non gli permetterò di portarti via da me. Sei di mia proprietà, ricordi?"

Eren ridacchiò. "Me ne ero dimenticato..."

"Non è una brutta cosa, Jeager." Dissi, sogghignando. Il suo viso si imporporò e si girò per continuare a riordinare.

Terminammo le faccende poco dopo ed uscii dalla stanza. Mi avvicinai a Petra, che era al timone, e vidi Hanji sul punto di vedetta insieme a Mike. Eren mi seguiva, subito alle mie spalle, e potevo percepire quanto fosse teso. Probabilmente si stava chiedendo come mi sarei comportato con lui. Non aveva alcuna ragione per preoccuparsi – lo avrei trattato esattamente come prima. Non gli avevo fatto del male in precedenza ed era sicuro come l'inferno che non lo avrei fatto adesso.

"Chi ha messo la persona che non vede un accidente sul punto di vedetta?" Mi rivolsi a Petra mentre prendevo il timone.

"Volevano essere i primi a scorgere l'isola e urlare 'Terra!' " Spiegò lei, ridacchiando un pochino.

"Dove si trova Erwin? Non dovrebbe essere qui?" Domandò Eren nervosamente.

Petra assunse un'espressione intimorita. "Sembrava piuttosto contrariato quando è uscito dai vostri alloggi, Capitano. Ha detto qualcosa riguardo l'andare giù nelle prigioni."

Mi congelai per un secondo ma riacquisii velocemente la mia compostezza. Erwin avrebbe potuto avere il coraggio di usare i prigionieri contro Eren ed io...

Era vero che, se Eren avesse scoperto che si trovavano a bordo e che gli avevo mentito, sarebbe stato estremamente contrariato. Avrebbe persino potuto odiarmi ed era esattamente ciò che Erwin voleva. Dio, neanche sapeva che stavamo insieme ed era già ossessionato dal separarci!

"HEY LEVI, EREN! COME VI SENTITE? HO UN ANTIDOLORIFICO SE VOLETE!" Hanji gridò dalla cima dell'albero quandi ci vide. "SIAMO TUTTI DOLORANTI PER VIA DELLA TEMPESTA!"

"Portalo giù!" Ordinai e Hanji allungò il braccio nel vuoto.

"PRENDI!"

"NO, QUATTROCCHI DI MER-"

Una piccola fiala di liquido fu lasciata cadere ed Eren si fiondò in avanti per afferrarla. Sorprendentemente, riuscì nell'impresa e me la porse. Con un gesto di sufficienza, gli intimai di berlo ed attesi rabbiosamente che anche l'altra venisse lanciata.

La afferrai, bevendola.

"Bleh-" Tossì Eren, riponendo la fiala vuota in tasca.

"Fattelo piacere, moccioso." Sbottai, ma quasi mi venne da vomitare non appena lo assaggiai. "Quanto manca?" Interrogai Petra, la quale era ancora sul ponte.

"Arriveremo tra circa un'ora." Disse raggiante.

"Bene." Annuii. "Trova Oluo e Gunther e radunate il bottino." Lei fece un cenno d'intesa e si congedò. Mi rivolsi ad Eren, consapevole che dovevo fare qualcosa riguardo Erwin e la sua possibile missione. "Eren, sai tenere il timone?"

"Intendete governare la nave?" Chiese, avvicinandosi ed esaminandolo. "Uh, no..."

"ODORA DI COSA?!?!?!?!?!" Sentii Hanji gridare a Mike. Merda, che diavolo significava?

"Hanji!" Urlai e guardò giù. "Vieni a prendere il timone!"

"MA LEVIIIII VOLEVO AVVISTARE TERRA!" Piagnucolò, ed io alzai gli occhi al cielo.

"Puoi farlo da qui, quattrocchi di merda!" Dissi e loro sbuffarono.

"Va bene! Ma per la cronaca – *fai schifo!" Disse con tono infantile, scendendo dall'albero. Si avvicinò, prendendo il timone, chinandosi verso di me prima che potessi allontanarmi. "O forse tu ingoi..." Sussurrò al mio orecchio e per poco non mi strozzai. Sogghignò trionfante mentre, furente, andavo via. Vidi Eren muoversi verso di me e mi fermai, indicandolo.

"Tu, resta con questi pazzi lunatici." Ordinai, ed Eren andò accanto Hanji.

"Oh, sei così cattivo con me Levi!" Si lamentarono questi ultimi.

Girai i tacchi e me le andai, dirigendomi verso le celle dei prigionieri. Mi fermai di fronte quella dove si trovava il gruppetto e notai diverse occhiatacce. Ad ogni modo, uno di loro non sembrava come gli altri: il biondo, che aveva dichiarato di essere il migliore amico di Eren, mi fissava pensieroso come se stesse mettendo insieme i pezzi di un puzzle e stesse valutando il mio linguaggio del corpo.

"Perché non ci uccidete e basta!" Jean gridò all'improvviso. "Perché ci tormentate in questo modo? Perché DIAMINE CI TENETE IN VITA!"

Ignorai la sfuriata del ragazzo ed aprii la cella, tirandone fuori Armin. Quest'ultimo squittì per la sorpresa quando lo gettai a terra. Richiusi il chiavistello e fissai trucemente i prigionieri – gli amici di Eren. "Erwin è stato qui? L'omone biondo con quelle folli sopracciglia?"

"Perché dovremmo dirtelo?" Sputò la ragazza di nome Ymir.

"E' stato qui." Affermò Armin pacatamente. Gli altri lo fissarono in malo modo e lo afferrai per la maglia, trascinandolo lungo il corridoio. "Riesco a camminare, sapete." Disse.

"Non mi fido." Sbottai, spingendolo nei magazzini. Lo feci sedere ad un tavolo, afferrando due bottiglie di rum, accomodandomi poi di fronte a lui. "Immagino non sia necessario illustrarti quanto inutile sarebbe correre via..?"

Armin annuì e feci scivolare una bottiglia lungo il tavolo. Lui storse il naso. "Non bevo."

"Cosa voleva Sopracciglia?" Domandai, andando dritto al punto.

"Voleva liberare uno di noi, per far sapere ad Eren che siamo qui e dirgli che ci trattate di merda." Rispose onestamente. "Ora è il mio turno di fare domande." Sollevai un sopracciglio alla sua impudenza ma gli concessi di parlare. "Perché ci tenete nascosti da Eren?"

Decisi di assecondarlo, era ovviamente un tipo intelligente e sembrava avesse già un'idea generale di cosa stesse accadendo, necessitava solo dei dettagli.

"Vedere i suoi amici come nostri prigionieri lo contrarierebbe." Risposi.

"Nostri?" Chiese. "Che tipo di legame avete con lui?"

"Capitano e prigioniero." Sbottai con rabbia, dovuta al fatto che il moccioso già sospettasse di noi. Era così fottutamente ovvio?

"Non l'ho visto in catene." Disse con tono compiaciuto.

"Capitano e membro dell'equipaggio, allora." Aprii la bottiglia di rum prendendone un sorso. Una singola bottiglia non mi avrebbe di certo fatto ubriacare.

"Perciò è parte del vostro equipaggio? Di sua spontanea volontà?" Chiese Armin. Iniziavo ad essere stufo di quell'interrogatorio. Non era ciò per cui ero venuto.

"Sì, di sua spontanea volontà." Lo fulminai. "Ora, riguardo la vostra situazione, non voglio contrariare Eren uccidendo tutti voi, per cui sto prendendo in considerazione un'altra opzione, e dato che sei un saputello intelligente vorrei sentire il tuo parere in proposito."

"Ovvero?"

"Voglio liberarvi."

Armin mi fissò, sconvolto. Non parlò, per cui proseguii il discorso. "Dirò ad Eren che siete qui e, con il suo aiuto, organizzerò una falsa fuga. Sarete tutti vivi, liberi, Eren sarà felice ed io manterrò intatta la mia reputazione."

Armin sembrò ritornare finalmente in sé. "A-avete intenzione di lasciarci andare?"

"Sì."

"Tutti noi?"

"Sì." Feci un altro sorso. "Tutti voi. Ritieni di poter parlare con me civilmente per organizzare la cosa come se non appartenessimo a fazioni opposte?"

Armin annuì. "Certo che posso, ma perché siete interessato ai sentimenti di Eren?"

Non risposi alla domanda. Non ero certo di poter tenere il biondo all'oscuro riguardo il mio amore per Eren, ma avrei tentato. Meno persone ne erano a conoscenza, meglio era. "Non sono lo stronzo che tutti pensano io sia." Constatai semplicemente.

"So che Eren è gay, Sig. Ackerman." Disse Armin.

"Capitano." Sibilai e lui alzò le mani in segno di resa.

"Accidenti, siete davvero suscettibili riguardo la faccenda del titolo."

Alzai gli occhi al cielo e bevvi nuovamente. "Allora abbiamo un accordo?"

Armin riflettè un istante. "Come faremo a fingere la fuga?" Domandò.

Rispettavo il fatto che non fosse così ingenuo da accettare il patto senza conoscerne i dettagli.

"Richiederemo l'aiuto del Capitano Leonhart." Spiegai. "Raggiungerete la sua nave mentre il mio equipaggio sarà lontano dalla mia. Vi prenderà e mi auguro che vi libererà quando sarete abbastanza lontani dalla Wings of Freedom."

"Vi augurate?"

"Non posso controllare le azioni di Annie quando è lontana dal mio sguardo." Gli dissi. "Ma in ogni caso sono abbastanza certo che il suo prigioniero stia meglio dei miei."

"Questo è vero." Concordò Armin. "Perciò ho il permesso di dire tutto agli altri oppure-"

"Nessuno deve sapere che la fuga è orchestrata ad eccezione di Eren, me, te e forse Hanji." Precisai.

"Il dottore dall'aspetto pazzo?" Chiese Armin.

"Sì."

"D'accordo allora." Disse Armin porgendomi la mano. "Abbiamo un patto."

Gliela strinsi, alzandomi in piedi. "Vado a prendere Eren."




*You suck: letteralmente "Tu succhi".

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