07. ⚔ Credo che voi stiate Mentendo ⚔
Il Prigioniero del Capitano
Capitolo 7 ⚔ Credo che tu stia Mentendo ⚔
[Eren POV]
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Mi distesi sul letto, esausto. Avevo pulito da cima a fondo la camera fino a farla brillare e fuori era calata l'oscurità. Il Capitano Levi non era ancora tornato. Ero contento che non fosse lì, avevo bisogno di tempo senza la sua presenza. Era ovvio che non ricordasse cosa era accaduto la notte appena trascorsa. Non ero nemmeno sicuro di cosa fosse davvero accaduto, in realtà.
Improvvisamente la porta si aprì e Levi restò sulla soglia. Saltai immediatamente giù dal letto. "Capitano!"
Esaminò la stanza. "Hai pulito decentemente." Commentò, avanzando in camera e richiudendo la porta alle sue spalle. "Può andare."
"Siete stato via per molto." Constatai. Lui si avvicinò al letto, stendendosi, senza degnarmi di un'ulteriore occhiata.
"Avevo da fare. Persone con cui parlare, un equipaggio da preparare per della possibile e molto probabile violenza. Sospetto che domani notte possa accadere qualcosa." Disse il Capitano Levi. "Eren, conosci una donna di nome Mikasa?"
Mi congelai, fissandolo. "Perché?" Chiesi. Mi maledii per quanto suonassi spaventato e preoccupato.
"Perciò la conosci." Asserì.
"Sì, è come una sorella per me." Ammisi sedendomi con cautela sul bordo del letto. "La conosco da quando eravamo bambini. Perché?"
"Questi sono affari che non ti riguardano." Disse Levi mettendosi seduto. Mi fissò. "Perché eviti il mio sguardo, moccioso, cos'è accaduto ieri notte?"
"Mi avete detto che non vi è mai importato di me, ecco cos'è accaduto!" Sbottai. Ero stanco di tutte quelle stronzate. Ero stanco del suo atteggiamento privo di emozioni e della sua stupida, magnifica faccia.
Levi sembrò sorpreso dal mio sfogo ma si ricompose velocemente. "Sì, l'ho fatto." Disse semplicemente. "E la cosa non dovrebbe turbarti così tanto. Come hai ben precisato, io ti ho catturato ed io ho rovinato la tua vita. Non dovresti provare dei sentimenti simili nei miei riguardi."
"Ma li provo!" Urlai. "E non riesco a controllare il modo in cui mi sento, accidenti! Forse ora starei meglio, se voi non mi aveste baciato!" Mi portai la testa tra le mani, sedendomi nuovamente sul letto. Cercai di ricacciare indietro le lacrime ed iniziai a tremare. Non ce la facevo più.
"Avrei dovuto ucciderti quando tuo padre mi ha detto di farlo." Affermò Levi ed iniziai a piangere. A quel punto non tentai nemmeno di trattenermi. Lo odiavo per quello che mi stava facendo.
"Siete un maledetto stronzo." Sbottai tra i singhiozzi.
"Lo so." Rispose.
Mi alzai di scatto, dirigendomi verso la porta.
"Dove credi di andare?" Chiese Levi alzandosi a sua volta.
"Fuori." Risposi seccato, afferrando il pomello. Levi si avvicinò alle mie spalle afferrandomi per un braccio, facendomi voltare e sbattendomi contro la porta.
"Non lo farai." Ordinò ed io lottai per liberarmi dalla sua presa.
"Lasciatemi andare!" Ringhiai.
Premette il suo corpo contro il mio e sentii il battito del mio cuore accelerare. "No." Mi rispose.
Ci fissammo l'un l'altro, con gli occhi colmi di rabbia. Cercai di calmarmi. Sapevo che non sarei riuscito a scappare da lui ma non volevo ammetterlo. Notai come i suoi occhi saettarono sulle mie labbra, per poi fissare nuovamente i miei. Lo guardai, confuso dalle sue azioni. Mi lasciò, allontanandosi. Io non provai nemmeno, ad andarmene.
"Capitano... Cosa provate veramente?" Domandai con audacia. La lieve esitazione che scorsi nel suo atteggiamento mi diede coraggio. Aveva guardato le mie labbra. Voleva pur dire qualcosa.
Mi fissò truce. "Te l'ho detto."
"Credo che voi stiate mentendo."
"Perché diamine dovrei?" Sbottò ed io mi avvicinai a lui. I suoi occhi si spalancarono quando lo bloccai contro il muro, fissandolo.
"Perché," Mi chinai leggermente in avanti in modo che le nostre fronti quasi si sfiorassero. "Ancora non mi avete respinto."
Mi guardava e cercai nel suo sguardo qualche indizio su cosa stesse pensando in quel momento. La cosa avrebbe potuto prendere due pieghe ben distinte: avrebbe potuto ammettere i suoi sentimenti per me, oppure picchiarmi a sangue. Onestamente non sapevo quale avrei preferito.
"Vaffanculo." Disse all'improvviso ed avvicinò la mia testa alla sua affinchè le nostre labbra si scontrassero. Mi afferrò i fianchi invertendo le posizioni, in modo che fossi io quello contro il muro. Mosse le sue mani lungo il mio corpo, afferrandomi il cavallo dei pantaloni senza alcun preavviso e facendomi quasi strillare. Approfittò del fatto che avessi la bocca aperta e vi fece scivolare la lingua al suo interno. Gemetti sulle sue labbra mentre ci baciavamo con foga.
Mi strappò la camicia di dosso, gettandone i brandelli sul pavimento. "Ho sempre voluto scopare qualcuno a Bière Amère." Disse spingendomi sul letto. Si posizionò su di me iniziando a baciarmi lungo il collo. Mi morse all'improvviso, succhiando via il sangue. Inarcai la schiena mentre leccava la ferita, spostandosi per succhiare un'altra zona immacolata del mio collo.
"Mmm Capitano~" Gemetti. Sentirmi chiamarlo col suo titolo sembrò eccitarlo ancora di più ed iniziò a sfregare contro il mio bacino. Si tolse la camicia iniziando a baciarmi il petto, fermandosi subito sopra i miei pantaloni. Li sbottonò, sfilandoli e lasciandomi solo in biancheria intima. Sogghignò alla vista della mia erezione crescente.
"Siamo impazienti, non è così Jaeger?" Mormorò ed io gli sorrisi compiaciuto, invertendo le nostre posizioni in modo che fossi io quello sopra. Lo baciai con trasporto. "Fottuto moccioso~" ansimò ed iniziai a baciarlo lungo il collo, scendendo fino ad uno dei capezzoli. Lo leccai, e gemette ancora. "Oh Dio, Eren~"
Sentirlo ansimare il mio nome mi fece rabbrividire e gli sfilai i pantaloni. Li gettai lontano e lui mi afferò il polso, scambiando nuovamente le nostre posizioni approfittando che fossi distratto. Fissai i suoi occhi grigi come il ghiaccio, che erano annebbiati dalla lussuria.
Sogghignò, sfilandomi la biancheria, e mi irrigidii quando la mia erezione fu esposta all'aria fresca. Non perse tempo, accogliendo la mia intera lunghezza nella sua bocca. Mi spinsi in avanti ma Levi mi tenne fermo per i fianchi, impedendomi di soffocarlo per sbaglio. Gorgogliò contro il mio membro e tremai, afferrando le lenzuola.
"Heichou!"
"Pronuncia il mio nome, Eren." Ordinò, iniziando a muovere la testa su e giù.
"Levi~" Ansimai.
Sentii la sua lingua avvolgere il mio pene mentre succhiava e gemeva più sonoramente. "Cazzo, Levi!"
Si ritrasse, portando tre dita davanti la mia bocca. "Succhia." Ordinò ed io ricoprii ciascun dito di saliva. Le abbassò fino al mio orifizio e ne infilò rudemente uno all'interno. Gridai ed inarcai la schiena, mentre spingeva quel dito dentro di me. Ne aggiunse un secondo, poi un terzo. Urlai di dolore e piacere insieme, mentre aumentava il ritmo. Improvvisamente le ritrasse e piagnucolai per la mancanza di quel contatto.
Si posizionò davanti la mia apertura e mi rivolse un'occhiata. Gli feci un veloce cenno d'assenso e si spinse dentro di me. Lanciai un grido, affondando le unghie nella schiena di Levi. Aspettò qualche attimo affinchè mi abituassi alla sua presenza prima si spingersi, lentamente, dentro e fuori di nuovo. Gemetti più forte di quanto avessi fatto prima. "Oh mio Dio Levi!"
Anche lui ansimava in quel momento. "Cazzo, Eren, sei stretto."
Urlai quando colpì la prostata. Sogghignò compiaciuto, posizionandosi in modo tale da colpirla ancora e ancora.
Sentii qualcosa crescere dentro di me e piagnucolai forte. "Levi sto per venire~"
"Anch'io." Gemette e venne dentro di me, mentre facevo lo stesso sui nostri toraci.
Dopo esserci ripresi dal nostro orgasmo mi allungai verso di lui per dargli un ultimo bacio appassionato, mentre usciva da me.
Gli rivolsi un sorrisetto beffardo. "Sapevo che non mi odiavi."
Mi fulminò con lo sguardo, togliendo le lenzuola dal letto e usandole per pulire entrambi, prima di gettarle da parte per sostituirle con quelle pulite. Si distese nuovamente sul letto ed avvolsi le mie braccia intorno al suo corpo, avvicinandolo a me.
Lo sentii rilassarsi ed il suo respiro divenne regolare mentre si addormentava nel mio abbraccio.
Sì, mi aveva detto delle cose orribili ma finalmente sapevo che non ne pensava neanche una. E per quanto sbagliato potesse sembrare, mi ero innamorato del mio rapitore e non avrei potuto sentirmi più felice.
Perché sapevo che anche lui si era innamorato di me.
Aveva bevuto, quella notte, perché era pentito di ciò che mi aveva detto. Non voleva amarmi a causa del suo accordo con Erwin e probabilmente qualche altra ragione che ancora non riuscivo a comprendere. Ma ora non poteva più negare i suoi sentimenti per me.
Non puoi mentire a qualcuno dopo essertelo scopato.
Mi addormentai, soddisfatto, con il Capitano tra le mie braccia.
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[Levi POV]
Mi sedetti sulla spiaggia, accanto alle due persone che di più amavo al mondo. Mia sorella Isabel e mio fratello Farlan.
"Buon compleanno, Levi!" Esclamò Isabel dandomi un abbraccio.
Le sorrisi, quando si ritrasse. "Grazie, Isabel."
"Sei sopravvissuto un altro anno, Levi." Disse Farlan percependo il mio tono triste. "E' qualcosa che va celebrato."
"Lo è?" Chiesi.
"Sì." Disse mio fratello rivolgendo lo sguardo all'oceano. "Aspetta... E' una nave quella?"
Sollevai lo sguardo e vidi il profilo nero di una nave in lontananza. "Non è una nave qualunque, è quella nave!" Ringhiai rabbiosamente, alzandomi in piedi. Isabel e Farlan si avvicinarono a me.
"Cosa intendi con quella nave?" Domandò Isabel.
"E' la nave che ci ha abbandonati qui." Affermai. "Il Capitano di quella nave ha ucciso nostro padre e lasciato noi qui con nostra madre. E' lui la ragione per cui è morta."
"Isabel, accendi il fuoco." Disse Farlan. "Daremo un segnale a quella nave."
Lo afferrai per la maglia trascinandolo verso di me. "Che cazzo vai pensando?"
"E' il nostro biglietto di fuga." Sputò Farlan. "Quante volte abbiamo sognato di lasciare questa maledetta isola?"
"Ci uccideranno ancor prima di salire a bordo." Dissi, mollando la presa. Isabel stava già cercando di dar fuoco alla legna accatastata. La usavamo per cucinare e la tenevamo pronta in caso una nave passasse da quelle parti.
"Non m'importa. E' la nostra unica speranza."
"E' ancora lui il Capitano, Farlan." Gli dissi. "Vuoi davvero affrontare l'uomo che ha ucciso entrambi i nostri genitori?"
"No ma-"
"Possiamo ucciderlo." Affermò freddamente Isabel. Sia io che Farlan ci voltammo verso di lei.
"Cosa?"
"Ci avvicineremo quanto basta-" estrasse la daga che nostra madre ci aveva lasciato. Era la nostra unica arma. "Per ucciderlo."
Mi avvicinai a lei togliendole l'oggetto dalle mani. "E' un assassino spietato, Isabel, non abbiamo alcuna possibilità."
"Dobbiamo provare." Disse Farlan, concordando con lei.
"Potreste morire." Ribattei.
"Non m'importa." Sbottò lui. "L'unica alternativa a questo è vivere il resto delle nostre vite, soli, su quest'isola dimenticata da Dio solo per morire silenziosamente! Preferisco correre questo rischio."
"E cosa facciamo dopo che avremo ucciso il Capitano?" Domandai. "L'equipaggio ci ucciderà. Non abbiamo alcuna speranza!"
"Un duello." Disse Isabel. "Non è vero che, se sfidi formalmente il Capitano di una nave pirata, il vincitore ne diventa il nuovo Capitano e la ciurma deve seguirlo?"
"Sì," Asserì Farlan. "Ma nessuno di noi ha le capacità per essere Capitano."
Isabel guardò me. "Levi sì."
"Cosa?"
"inoltre sei il più forte, tra noi tre. Puoi sfidarlo, ucciderlo e vendicare nostra madre e nostro padre, diventando il nuovo Capitano. Possiamo solcare i mari insieme!" Spiegò Isabel.
"E se qualcosa va storto?" Chiesi. Lei accese il fuoco, soffiandovi sopra per farlo attecchire più velocemente.
"Credo in te, fratellone." Disse, avvicinandosi per stringermi in un abbraccio. "Puoi farcela."
Farlan mi rivolse un cenno d'assenso per rassicurarmi, e strinsi maggiormente la daga nel mio pugno.
"D'accordo." Acconsentii. "Facciamolo fuori."
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Mi svegliai, asciugandomi velocemente le lacrime dagli occhi. Non era proprio quello di cui avevo bisogno, in quel momento. Avevo iniziato ad avere incubi su quello che era accaduto molto più spesso, di recente. Odiavo tutto ciò: era già accaduto una volta, perché dovevo continuare a riviverlo?
Scivolai via dalla presa di Eren e cercai i miei abiti in giro per la stanza. Non avrei dovuto fare quello che avevo fatto quella notte. Adesso non potevo più negare i miei sentimenti. Lui lo sapeva. E così anche io.
Avevo solo due alternative: amarlo, o ignorarlo e mentirgli fino a quando non si fosse arreso.
Considerando la mia precedente perdita di ogni forza di volontà, immaginai che mi sarei arreso alla prima opzione, ma ciò non significava che non avrei combattuto strenuamente contro di essa. Osservai la figura dormiente di Eren mentre mi infilavo i pantaloni. Sembrava così dolce e contento, nel sonno.
Dannato.
Afferrai un pezzo di pergamena e scrissi un semplice appunto. Lo poggiai sul mio cuscino e lasciai la stanza.
Recitava:
Fuori per affari, non lasciare la camera. Non dire a nessuno della scorsa notte.
-Il Capitano
Spalancai la porta del The Golden Gallows e trovai il mio equipaggio ad aspettarmi nella stanza sul retro. Erwin li aveva radunati in modo che potessimo discutere del mio piano riguardo la nave di Mikasa, una volta arrivata in porto.
"Bene," Iniziai. "Abbiamo una trappola da tendere."
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