6.1 До скорой встречи*

Nota dell'autore: questo è il finale tranquillo, leggibile da tutti

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"7 luglio, 1963
Mio amato Fyodor,
So che probabilmente da dove sei ora non potrai leggere quello che ti ho scritto, anche se mia nonna diceva che se la Morte strappa qualcuno alla perona che ama, Dio le darà il permesso di stare vicino a questa persona fino a che non potranno ricongiungersi... ma dopotutto sono solo storie che mi raccontava in modo che non soffrissi troppo se avessi perso qualcuno.
Spero che dove ti trovi ora sia un posto migliore di questo, dove tu, che eri la stella più luminosa di tutta la Russia, possa essere trattato come ti meriti, come un principe. Sappi che ho mantenuto la promessa che ti ho fatto: sono andato in Italia, e lì mi sono costruito una vita nuova, mi sono trovato un nuovo lavoro, una nuova casa e delle nuove passioni.
Però ti confesso che mi manchi... mi manchi più di ogni cosa che abbia mai perso, ma so che un giorno potremo rivederci, che sia in paradiso o all'inferno, e io rimarrò fedele a te e alla nostra promessa fino a quel giorno, anche se sarà difficile non ti deluderò.
A presto amore mio,
con affetto,
Nikolai Gogol"

Per l'ultima volta rilesse la lettera, volendo che fosse perfetta, e poi la infilò in una busta, versando sull'orlo alcune gocce di cera da una candela lì di fianco e pressandola per sigillarla. Poi la infilò nel suo cappotto, uscendo di casa diretto al cimitero.

{. . . . .}

Era lì, di fronte alla tomba di Fyodor, sulla lapide una sua foto. La lastra di marmo  aveva incise le parole "Il destino ti ha tolto troppo presto all'affetto della tua famiglia, ma non ti toglierà mai dalla nostra memoria e dal nostro cuore". Nessuna frase era più adatta di quella: Il ragazzo se n'era andato troppo presto, Nikolai avrebbe voluto passare più tempo con lui, però era certo che dovunque fosse adesso sarebbe stato un posto migliore di quel mondo pieno di odio e ingiustizia dal quale era stato strappato negli anni migliori della sua vita.

Il biondo diede un bacio alla lettera, come se lo stesse dando al suo amato, e la appoggiò sulla lapide insieme a un mazzo di rose. Aveva scelto quei fiori perchè si ricordava ancora di quando il corvino gli disse che li amava perchè gli ricordavano la sua vecchia casa, dove sua madre aveva cresciuto un roseto prima che si dovessero trasferire a Mosca per ragioni economiche. Stette lì inginocchiato per alcuni istanti a contemplare quella lapide, osservando l'immagine del suo amato con un lieve sorriso, certo che adesso fosse in paradiso con altre persone che l'avrebbero fatto sentire apprezzato come meritava.

Dopo alcuni minuti a contemplare quel volto così dolce ed innocente si alzò e sussurrò "A presto amore mio, stammi bene" accarezzando la lapide come se fosse la sua mano per poi avviarsi verso quel vecchio cancello scricchiolante

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Traduzione:
*a presto

N.A. bene... ora devo finire il finale tragico, bye!

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