Capitolo 2
Mi sveglio e mi metto una felpa e degli skinny jeans.
Pronto ad andare a scuola quasi subito, cosa mai successa prima.
Ovviamente c'è un motivo, devo convincere Vic a scrivere una canzone con me.
Io però ho un asso nella manica.
Il mio compagno di banco a biologia è il suo fratellino.
Mi avvio verso scuola con ai piedi lo skateboard e, Dio santo sono già le 8.17, entro per i corridoi con il mio mezzo di trasporto.
- Kellin ci tieni al tuo skateboard? -
- si signora -
La bidella più simpatico del mondo è davanti a me, è una signora bassa e cicciotta che mi passa sempre le merendine di nascosto.
-quindi quello deve stare... -
- con le ruote per aria -
Scendo e lo sollevo da terra.
Corro su per le scale fino alla mia classe.
Sgattaiolo al mio banco e ci butto lo zaino sopra.
- sei in ritardo, se c'era la prof eri più che morto -
- ma buon giorno anche a te Mike, quindi oggi vengo da te per le ripetizioni di biologia? -
Il mio caro compagno di banco è stato bocciato e ora io gli do delle ripetizioni quando capita.
Lui annuisce, andare a casa Fuentes significa più possibilità di convincere Vic.
Vic che incontro nei corridoi della scuola a parlare con dei suoi amici e che saluto prima di recarmi da Justin.
- Hills, questa settimana non posso fare niente, sto progettando di succhiarlo al grande Fuentes quindi non mi proporre niente -
- ti prego Kells tieni i tuoi progetti da gay depravato per te -
Rido.
Il mio migliore amico mi ha appena dato del depravato ma rido mentre lui mi passa una di quelle cose magiche che ti fanno sparire tutti i pensieri.
- quindi ora punti a Vic eh? E come fai a sapere che ci sta? -
Gabe butta fuori tutto il fumo quando finisce di parlare.
Scrollo le spalle perché non lo so.
Non so neanche se è gay o no.
- bho, però gliel'ho toccato e lui c'è stato -
Sento i miei amici fischiare e fare cose da idioti.
- ecco perché eri sparito -
- si e indovinate, oggi vado da lui -
I fischi si fanno più forti, oggi vado da lui e spero di riuscire a combinare qualcosa.
VIC POW
Oggi ho ignorato Kellin tutto il giorno e prima di andare a pranzo me ne sono andato.
Non avrei sopportato tutto quel casino e quel ragazzino insolente.
Sono tornato a casa, mi sono chiuso in camera e ho iniziato a suonare la chitarra.
Scrivo qualche strofa di una canzone e penso che la voce angelica di Kellin ci starebbe benissimo.
Scrollo quei pensieri dalla testa e mi vado a fare una doccia.
L'acqua tiepida mi colpisce e mi rilassa i muscoli, l'odore dello shampoo alla fragola impregna tutto il bagno e io mi trovo a cantare piano Iris dei Goo Goo Dolls.
Esco dopo un lasso di tempo indefinito.
Mi avvolgo un asciugamano intorno alla vita e mi fraziono i capelli per asciugarli leggermente.
Scendo in cucina per farmi un caffè, ancora bagnato, ancora mezzo nudo.
- bhe non credevo di vederti in questo stato così presto -
Quasi mi strozzo con la bevanda bollente e mi giro.
Alle mie spalle, appoggiato al tavolo c'è Kellin, i capelli neri spettinati e gli occhi azzurri che brillano.
Sta mangiucchiando una penna e ha davanti dei fogli.
- Mike? Per caso hai invitato Quinn a casa? -
- ah si, mi sono dimenticato di avvisarti -
Insulto mentalmente mio fratello che mi risponde da qualche punto della casa.
- okai, quindi Kellin, vuoi qualcosa? -
- oh si che voglio qualcosa e vederti così mi fa venire voglia di quella cosa ancora di più -
Amicca e mi guarda in modo malizioso mordendosi il labbro.
Mi sento avvampare. Dopo quello che è successo, quel ragazzo, che veniva chiuso negli armadietti e nei bagni, quel ragazzino che era timido e impacciato, è diventato una provocazione unica.
Si alza e lentamente si avvicina a me.
La cosa brutta è che anche se è più piccolo di me è più alto quindi mi intrappola tra le sue braccia e una sua mano corre al nodo del mio asciugamano.
- Kellin, di là c'è mio fratello e io sono etero -
Lui si stacca da me e mi guarda con un broncio a dir poco adorabile.
Mi lascia un bacio sulla guancia e annuisce.
- ci vediamo dopo? -
- forse ci vediamo dopo, ora fai studiare quella capra di mio fratello che se prende un'altra D mia madre lo strozza -
Lui annuisce ridendo.
Si va a sedere e si concentra sui fogli bianchi.
Io torno in camera e lo sento chiamare Mike.
A volte quel ragazzo mi fa paura, sembra che vuole stuprarmi e poi diventa dolce e cucciolo.
Mi vesto velocemente e mi siedo sul letto stancamente.
Prendo in mano la chitarra e inizio a fare accordi a caso.
Ne esce una melodia lenta e un poco malinconica.
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