V e n t i t r e
- Capitolo medio -
Yugyeom chiuse lentamente gli occhi, sentendo i brividi scorrergli lungo le braccia.
Come ho fatto a vivere - fino ad adesso - senza di lui nella mia vita?
Era solo un pensiero ovviamente, non avrebbe mai osato esprimerlo ad alta voce - specialmente davanti al suo thailandese preferito.
Era ormai notte fonda e si trovavano entrambi nella camera di BamBam.
Nella televisione scorreva un film che ormai entrambi avevano dimenticato, e la pioggia che sbatteva contro le finestre della stanza li stava irrimediabilmente cullando verso le braccia di Morfeo.
BamBam era steso sopra il petto nudo del giocatore - ricoprendolo con la propria esile figura - e nonostante Yugyeom avesse il corpo tutto dolorante - a causa della prolungata immobilità - non osava muoversi di un millimetro.
Non avrebbe mai rinunciato a quel contatto con l'altro, che lo faceva sentire leggero, come se fosse dentro ad una bolla di sapone.
Se BamBam era comodo, allora lo era anche lui.
Sentì la mano dell'altro - che prima era posata sul suo pettorale - scorrere morbidamente lungo la sua pelle calda, sfiorandogli il collo e arrivando ai capelli sulla base della nuca, iniziando ad arricciarli tra le dita, in modo sereno.
Non era la prima volta.
Quando Bam era ad un passo dall'addormentarsi, trovava rilassante giochicchiare con i suoi capelli - facendoseli scorrere tra le dita - e Yugyeom non osava interromperlo.
Quando stavano da soli - chiusi nel loro piccolo mondo - riuscivano sempre a rendere il momento magico e perfetto; stretti sotto le coperte, avvolti dai loro profumi e dal calore dei loro corpi.
Yugyeom veramente non sapeva come avesse potuto rinunciare a tutto quello per gran parte della sua vita.
Ormai BamBam era in assoluto la persona alla quale era più legato.
Gli bastava guardarlo negli occhi per capire cosa gli stesse passando per quella testolina - e per il thailandese era lo stesso - la chimica e la complicità che si era venuta a creare tra loro in così poco tempo, era sorprendente.
Yugyeom non vi avrebbe mai rinunciato.
«Pensi che l'appuntamento di Youngjae e Jaebum sia già finito?» domandò BamBam sottovoce, sussurrando quelle parole direttamente nell'orecchio di Yugyeom, che fu pervaso da mille brividi.
Il giocatore sorrise a quella domanda.
Passò con leggerezza una mano sul sedere dell'altro - accarezzandone senza malizia le forme - per poi infilare la mano sotto la sua maglietta, sfiorandogli la schiena calda con dita leggere.
Sentì il thailandese rabbrividire contro il suo petto.
«Penso di sì Bammie, dev'essere ormai l'una - mormorò Yugyeom osservando dalla finestra il buio che aveva avvolto il quartiere - Sei ancora arrabbiato?» domandò continuando a sfiorare la pelle di BamBam.
Era talmente liscia e soffice da non sembrare neanche vera.
Il thailandese sospirò.
«No, non sono arrabbiato» biascicò, e Yugyeom sorrise percependo il broncio che l'altro gli stava prendo contro il collo.
«So che se ha scelto di non parlarne con me e Mark c'è un buon motivo, ma siamo i suoi migliori amici - io in particolare - e mi ferisce il fatto che non abbia voluto condividere questa cosa con noi» continuò, muovendosi in modo irrequieto sopra di Yugyeom.
Il giocatore sospirò, dispiaciuto per lui.
«Youngjae vi vuole bene, non farebbe mai nulla per farvi del male - sussurrò chinando il viso e baciandolo sulla fronte - Non starci male piccolo».
BamBam sobbalzò leggermente, piantando un gomito sul letto e facendovi forza, per sollevarsi un poco.
Puntò gli occhi in quelli di Yugyeom, che trovò a fissarlo divertiti.
«Piccolo? - domandò il thailandese arcuando un sopracciglio - Da quando mi chiami così?» chiese, con il volto vicinissimo a quello del giocatore.
Mentre attendeva una risposta, si limitò a posargli un casto bacio sul mento.
Yugyeom sorrise - addolcito da quel gesto - quando BamBam faceva certe cose sovrappensiero, lo trovava adorabile.
Gli venivano spontanee, e questo lo riempiva di un sentimento nuovo.
«Perché, non ti piace, piccolo?» gli domandò giocosamente, rendendo la sua voce molto più bassa e dolce.
Non gli veniva altro in mente.
BamBam era diventato il suo punto fisso, la sua ancora, il suo posto sicuro, la sua metà perfetta … sentiva il costante bisogno di stargli accanto e di proteggerlo.
Da tutto e tutti.
Il thailandese arrossì furiosamente sentendo nuovamente quella parolina sfuggire dalle labbra di Yugyeom.
Diretta proprio a lui.
Il suo cuore stava battendo a mille, e il giocatore poteva sentirlo contro il proprio petto.
«Ti piace, non è vero?» lo stuzzicò Yugyeom - sussurrandogli all'orecchio - premendo con più determinazione la mano al centro della sua schiena, per far aderire meglio i loro corpi.
«N-no» balbettò BamBam chiudendo gli occhi, e conficcando le unghie sulla spalla di Yugyeom. Era dispiaciuto, ma era più forte di lui.
Il petto e la schiena del giocatore erano ormai disseminati dai segni del suo passaggio.
Morsi, graffi e succhiotti erano ovunque.
Yugyeom sorrise per la piccola bugia.
«Il tuo cuore la pensa diversamente piccolo» mormorò posandogli una mano sulla nuca, per poi capovolgere le posizioni e adagiarlo lentamente sul letto sotto di lui.
BamBam ansimò per la sorpresa, adorando la gentilezza del giocatore.
Era sempre incredibilmente dolce e attento in ciò che facevano, come se temesse di potergli fare del male da un momento all'altro.
Da quando era morto suo padre, nessuno si era più preoccupato per lui o per la sua sicurezza.
Yugyeom lo faceva sentire così bene.
BamBam sollevò un poco il viso - studiando i bellissimi lineamenti del giocatore - per poi posargli una mano sulla guancia e catturargli le labbra con un bacio.
Non era uno di quei baci che si scambiavano sempre - duro, passionale e aggressivo - quello era un bacio lento e dolce, che sembrava seguire il ritmo del film ormai dimenticato e della pioggia che sbatteva sulla finestra.
Yugyeom si adagiò pian piano sul corpo sotto di lui, posizionandosi tra le gambe del thailandese, e rispose con dolcezza a quel bacio profondo.
Sfregò la bocca su quella di BamBam, catturandogli il labbro inferiore e succhiandolo con cura.
BamBam ansimò.
«Hai sempre un sapore buonissimo» biascicò il thailandese, con gli occhi chiusi e il respiro pesante.
Anche tu, pensò Yugyeom, incapace di rispondere.
Il cuore gli batteva in modo talmente intenso, che temette di svenire.
Seguì il contorno delle labbra di BamBam con la lingua, violandogli poi la bocca per unirla alla sua.
Le loro lingue si mossero l'una con l'altra senza impazienza, con movimenti lenti e calcolati, mentre le mani accarezzavano con dolcezza ogni centimetro di pelle disponibile.
Quelli erano i momenti che rendevano speciali le loro serate insieme - quei baci che sembravano acquietare i loro animi tormentati.
Quando erano insieme, nient'altro al mondo poteva distruggere il loro senso di pace.
Si separarono lentamente, con il cuore a mille e il respiro ansimante.
Yugyeom aprì gli occhi, incrociandoli con quelli languidi e dolcissimi di BamBam, e una terribile consapevolezza lo colpì in volto come uno schiaffo.
Mi sto innamorando di te piccolo - in modo così intenso - cosa devo fare?
Aveva fatto una promessa a BamBam qualche tempo prima, e non poteva permettersi di infrangerla.
Infrangere quella promessa significava perderlo, e Yugyeom sapeva di non poterselo permettere.
Non poteva più vivere senza di lui.
𖥸
Vi ricordate cosa BamBam aveva chiesto a Yugyeom di promettergli?
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