V e n t i s e t t e
- Capitolo medio -
«E tu invece, cosa provi per lui Youngjae?» domandò sua madre accennando un sorriso, ricevendo subito gli occhi del figlio su di sé.
Non serviva senz'altro troppo impegno per notare il nuovo ed intenso luccichio nel fondo degli occhi scuri di Youngjae.
Quel ragazzo l'aveva cambiato, più di quanto suo figlio sarebbe mai stato capace di ammettere a se stesso.
«Ancora non lo so mamma, e non sono certo di voler analizzare ciò che provo, per il momento - mormorò il ragazzo - Lui è innamorato, seriamente innamorato, e l'ultima cosa che voglio è illuderlo su un sentimento che potrebbe non essere amore».
La donna ascoltò in silenzio.
Youngjae non aveva paura dei propri sentimenti come lei aveva creduto.
Youngjae aveva solamente paura di affrettare troppo le cose e ferire i sentimenti di Jaebum.
Non voleva spezzagli il cuore.
Youngjae si portò la tazza alle labbra, che conteneva il tea ormai tiepido, e sorseggiò lentamente la bevanda gustosa.
«Ma allo stesso tempo - riprese improvvisamente a parlare - Non posso in alcun modo ignorare ciò che sento, e il modo in cui mi fa sentire stare insieme a lui - aggiunse leccandosi le labbra addolcite dal tea - Per la prima volta nella mia vita non mi sento più un personaggio secondario, o un personaggio di supporto; per la prima volta mi sento il protagonista del mio piccolo mondo, e non sono abituato a questa sensazione».
La madre sorrise internamente; Youngjae sarebbe sempre stato capace di fare analogie con i libri, qualsiasi fosse la situazione.
«Hai tutto il tempo per guardarti dentro e capire cosa senti per lui Youngjae, non metterti fretta, un bacio non cambia niente nel vostro rapporto - disse la donna - Vivetela con tranquillità, se è scritto nel vostro destino, avrete tutta la vita per stare insieme».
Youngjae sorrise - arrossendo un poco - per le parole tanto carine di sua madre; in un qualche modo si sposavano alla perfezione con la dedica di Jaebum, che aveva espresso il desiderio che Youngjae fosse il suo ultimo primo appuntamento.
Ma qualcosa improvvisamente mise in allarme Youngjae, man mano che le parole di sua madre prendevano forma nella sua testa.
Un bacio non cambia niente nel vostro rapporto.
Un bacio.
Osservò la donna con occhi sospettosi, pensando a tutto ciò che le aveva raccontato.
«Come fai a sapere che ci siamo baciati? - le domandò - Io non te l'ho detto».
La donna sgranò gli occhi, colta in flagrante.
La situazione che si era creata tra lei e il figlio era stata talmente piacevole e rilassante, da farle abbassare la guardia e scordare quanto fosse veloce Youngjae nei ragionamenti.
E infatti...
«Oh mio dio!» sbottò il ragazzo sgusciando fuori dal letto, ignorando i vari dolori muscolari dovuti al raffreddore.
Abbandonò la tazza sopra il comodino dall'altro lato del letto a due piazze, osservando la donna con occhi stralunati.
«Sei una pettegola! Hai guardato tutto il filmato delle telecamere, non è vero? - le chiese in modo retorico - Non ti sei accontentata di guardare solo chi avessi invitato a casa, hai proseguito la visione per vedere anche come ci saremo salutati a fine serata!» la accusò.
La donna roteò gli occhi verso il soffitto della camera, sembrano piuttosto annoiata dalla reazione esagerata del figlio.
Mai come in quel momento, sembrarono due coetanei nel pieno di una discussione.
«Non chiamarmi pettegola, ti ricordo che sono tua madre moccioso! - disse alzando la voce, ma trattenendo a stento il sorriso; non sarebbe mai stata capace di essere intimidatoria con il figlio - E in aggiunta, dovevo capire per quale ragione fossi nel pieno di un epico raffreddore! Non potevo certo immaginare che mio figlio fosse tanto intraprendente da uscire correndo da casa per …».
«Non dirlo!» la minacciò il minore puntandole contro un dito.
«… per baciare un ragazzo con tanta irruenza sotto la pioggia scrosciante, complimenti - proseguì lei ignorando la minaccia - Quando ti ha sbattuto nell'ingresso, ho temuto che aveste traumatizzato i gatti del quartiere facendo sesso contro la porta».
Youngjae si tappò le orecchie con i palmi delle mani, in parte per non sentire le parole imbarazzanti di sua madre, ma soprattutto per bloccare l'afflusso di sangue che gli avrebbe quasi certamente fatto arrossire le orecchie.
«Stai zitta, non voglio ascoltarti!».
«Non c'è niente di cui vergognarsi Jae, sono tua madre, e dopo quel video mi sono sentita così fiera di te» aggiunse, facendogli un occhiolino d'intesa.
Ridacchiò internamente.
Sapeva di star giocando sporco con lui, ma Youngjae era sempre stato un ragazzo tranquillo e senza scheletri nell'armadio; quella era la prima vera occasione che la donna aveva per metterlo in imbarazzo e stuzzicarlo un po'.
Di sicuro non se la sarebbe fatta sfuggire.
«Sei davvero perfida, sono pure malato!» le fece notare, facendo il giro del letto per poterla guardare bene in faccia.
La donna mise su un'espressione innocente ed angelica, che per un istante la fece assomigliare troppo a BamBam.
«E infatti da buona madre, mi sto prendendo cura del mio cucciolo malato, ma se vuoi contatto Jaebum per fare in modo che sia lui a farlo - aggiunse alzandosi dal letto e lisciandosi le pieghe del vestito che indossava - Suppongo che sudare possa farti scendere la febbre» aggiunse arcuando le sopracciglia.
La mente tranquilla ed innocente di Youngjae, ci mise un secondo di troppo per comprendere il doppio senso che la donna aveva inserito nella frase, ma quando questo avvenne, Youngjae spalancò la bocca con espressione oltraggiata.
«Vattene fuori dalla mia stanza, brutta pettegola!».
«Sto solo facendo in modo di anticipare l'inevitabile Jae, dovete ancora provare i bellissimi led che ho messo nella tua doccia».
Youngjae la trascinò con delicatezza ma decisione, verso la porta della sua camera.
«Io e Jaebum non faremo sesso nella mia doccia!».
«Oh si che lo farete, e quando succederà mi ringrazierai - ridacchiò la donna, conficcando le unghie curate nell'uscio della porta, per non farsi ancora sbattere fuori - Ti consiglio il led rosso, anche se è un cliché, è una bomba»
«Non volevo saperlo, ma grazie».
«Ehi, di cosa discutono i miei due esseri umani preferiti?» disse improvvisamente la voce profonda ma intrisa d'affetto del capo famiglia, comparendo alle spalle della moglie ed interrompendo quel veloce scambio di battute.
«Tua moglie è una pettegola!» sbottò Youngjae sbattendo i piedi a terra, come un bambino.
Chiunque avrebbe probabilmente pensato, conoscendolo, che il suo punto debole fosse la madre - grazie al bellissimo rapporto che aveva con quest'ultima - ma per Youngjae il padre era stato fin dall'inizio il suo amore più grande.
«E tuo figlio pensa stupidamente che rimarrà vergine a vita - disse la donna, osservando il marito - Ora che hai tra le mani quel pezzo di figo, puoi dire anche addio al culetto mio caro» gli disse la donna divertita, parlando con il figlio.
Il marito roteò gli occhi al cielo; quando sua moglie attivava con Youngjae la modalità "amica adolescente" non c'era modo di farle cambiare idea.
«Non so chi sia questo "pezzo di figo" che avresti tra le mani - disse l'uomo stringendo a sé la moglie, nel tentativo di zittirla, rivolgendosi direttamente al figlio - Ma sono un padre geloso, e prima di provare i led insieme al mio bambino dovrà passare sul mio cadavere» aggiunse.
La moglie ridacchiò.
Youngjae sbatté con poca delicatezza la porta in faccia ai genitori, con il viso rosso fuoco e il cuore che batteva a mille.
«Non potevo avere dei genitori normali?» urlò ai due, che ancora ridacchiavano fuori dalla sua porta.
Doveva essere un capitolo serio questo
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