V e n t i
Jaebum scese lentamente dalla sua automobile, osservando con occhio interessato l’abitazione semplice ma carina dove viveva Youngjae.
Non vivevano neanche troppo distanti, e Jaebum ridacchiò tra sé pensando a tutte le serate dove – steso nel suo letto – si era chiesto cosa stesse facendo Youngjae in quel momento, nella sua stanza.
Probabilmente studiando, pensò in quel momento, ridendo.
Aprì lo sportello posteriore dell’auto, prendendo l’occorrente per quella serata.
Si mise in spalla un piccolo zainetto azzurro, che conteneva qualcosa di importante, e infine recuperò le buste della loro cena.
Non aveva chiesto niente a Youngjae, ma sperò che potesse apprezzare il suo gesto.
Prese un respiro profondo, percorrendo il piccolo vialetto verso la porta di ingresso, che lo divideva dal ragazzo più giovane, sentendo un principio di nausea.
Dannazione, rilassati.
Il suo cuore stava per saltargli via dal petto.
È solo Youngjae – si disse – è solo lui.
Quello era il suo primo appuntamento con Youngjae – la prima e forse unica opportunità che l’altro gli aveva offerto per farlo innamorare di sé – e tutto doveva essere esattamente come Youngjae desiderava.
L’unica cosa che Jaebum agognava era la felicità del più piccolo, e se Youngjae avesse apprezzato la loro serata insieme, per il maggiore quella sarebbe stata una vittoria.
Si bloccò davanti alla porta per qualche istante, osservando il legno pregiato davanti a sé, per poi suonare il campanello senza esitazione.
Era talmente nervoso che se solo si fosse concesso un istante di troppo – per pensare – probabilmente avrebbe fatto dietrofront per tornarsene a casa.
Il suo cuore batteva in modo talmente intenso che poteva sentirlo pulsare anche nelle vene dei polsi, e in quelle delle tempie.
La porta dell’abitazione si aprì lentamente, mostrandogli la figura piccola e armoniosa del ragazzo che gli aveva rubato il cuore da ormai troppo tempo.
Tutta l’aria presente nei polmoni di Jaebum sparì di botto, man a mano che gli occhi del maggiore si riempivano della bellezza di Youngjae.
Essendosi fatto la doccia da poco, aveva la fronte totalmente nascosta dai capelli azzurri e ancora leggermente umidi, che lo facevano sembrare ancora più innocente di quanto già non fosse; indossava un paio di jeans scuri, che avvolgevano alla perfezione le sue lunghe gambe snelle, e un largo maglione viola - talmente ampio da arrivare a coprirgli metà coscia.
Youngjae era talmente bello quella sera, che Jaebum dovette trattenere a stento l'istinto di avvolgergli i fianchi con le braccia e baciarlo - attirandolo contro di sé e facendolo sbattere contro il proprio petto massiccio.
Ma quegli istinti dovevano rimanere dentro di lui - seppelliti nel profondo del suo essere - altrimenti avrebbe spaventato a morte Youngjae e avrebbe bruciato quella sola opportunità che gli era stata offerta.
«Sei bellissimo stasera - mormorò Jaebum con un filo di voce, incapace di trattenersi, ingoiando a vuoto la saliva - In realtà sei sempre bellissimo, ma stasera sei davvero … mi hai lasciato senza parole» aggiunse osservando la sua figura.
Aveva la gola totalmente secca, e non riusciva a smettere di ammirare ogni centimetro della graziosa figura del più giovane.
Youngjae dischiuse un poco le labbra - per la sorpresa e la lusinga di quel complimento tanto genuino e sincero - sentendo il viso scaldarsi per l'imbarazzo.
Sei così dolce dannazione, non giocare sporco Jaebum, pensò.
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TheyIdiot
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