O t t o
Yugyeom osservò le mani dell'americano posarsi sulla pelle di BamBam, scostandogli la maglia per mostrare il suo succhiotto, e un lungo brivido di gelosia gli attraversò la schiena.
Doveva darsi una calmata.
Non era suo.
Quell'impercettibile pensiero – per quanto giusto e ovvio fosse – gli diede più fastidio di quanto avrebbe dovuto.
Lui non era suo.
BamBam osservò il volto di Yugyeom rabbuiarsi leggermente, e si stupì della facilità con cui riusciva a notare anche il più piccolo cambiamento d'espressione nell'altro.
Stava imparando a conoscerlo, e si domandò – con un poco di inquietudine – se anche Yugyeom riuscisse ad interpretare con così tanta semplicità i suoi stati d'animo.
Tentò di cambiare argomento, nella speranza di tirar su di morale l'altro.
«Come mai sei ancora qui?» domandò allontanando con un sorriso la mano di Mark dal suo collo.
Soffriva il solletico, e dopo quell'ora di baci con Yugyeom, la pelle del suo collo era mille volte più sensibile del normale.
Il giocatore fece spallucce.
«Sto aspettando i miei amici, Jackson e Jaebum sono ancora dentro» mormorò, per poi spostare subito lo sguardo verso l'ingresso dell'Istituto.
Jackson aveva appena fatto la sua comparsa, uscendo dall'edificio con un'espressione cupa e pensierosa.
Scese agilmente i pochi gradini all'ingresso, per poi camminare attraverso il parcheggio, nella loro direzione.
«Dovè Jaebum?» chiese Yugyeom quando l'amico fu a soli pochi passi da lui, facendo subito caso al nervosismo di Jackson; Sembrava talmente tanto preso dai propri pensieri da non aver nemmeno notato Mark a pochi passi da lui.
«Jaebum è rimasto dentro – rispose il cinese, passandosi una mano tra i capelli scuri – Lo aspettiamo in auto».
BamBam osservò il volto di Mark, per capire se fosse rimasto ferito dal modo in cui Jackson sembrava averlo ignorato. Ma non era così.
Anche l'americano sembrava non aver fatto troppo caso al cinese.
Osservava l'ingresso della scuola con fare pensieroso, spostando il peso da un piede all'altro.
Jaebum era rimasto nell'istituto.
C'era anche Youngjae dentro, era solo una coincidenza?
Jackson parve notare solo in quell'istante la presenza del bellissimo americano al suo fianco, incapace di trattenere un luminoso sorriso.
Mark aveva sempre il potere di fargli dimenticare qualsiasi preoccupazione.
«Ciao bellissimo» mormorò circondandogli i fianchi con un braccio, per tirarselo contro.
Aveva bisogno di respirare il suo profumo rassicurante.
«Ciao Jackson» mormorò semplicemente, affondando il volto contro la spalla del cinese, per nascondere il rossore delle sue guance.
BamBam sghignazzò a voce bassa, incapace di trattenersi a quella vista.
Era la prima volta – da quando lo conosceva – che riusciva a vederlo così tranquillo e docile. Oltre ad essere la prima volta che aveva l'occasione di vederlo così vicino al cinese.
Quasi si dispiacque di non poter fare un video per mostrarlo al proprio migliore amico.
«Ma che carino – sussurrò il thailandese prendendolo in giro – Sembri quasi innocente».
Mark si voltò con sguardo rabbuiato, sollevando una mano per dedicare all'amico il dito medio.
Jackson sorrise osservando il bisticcio tra i due, per poi spostare lo sguardo sul proprio migliore amico. Ed in particolare sul suo collo segnato.
«Hai passato l'ultima ora lottando contro una iena? – domandò arcuando un sopracciglio – Sei pieno di morsi».
Mark lanciò uno sguardo di rivincita in direzione del suo amico.
«Le iene thailandesi poi, sono le peggiori».
ꕥ
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