D u e

Jaebum rimase immobile e in silenzio, come ipnotizzato dallo splendido volto del ragazzo che si trovava davanti a lui.
O forse, intorpidito dalla paura di esser stato messo all’angolo, proprio dal ragazzo di cui era innamorato.

“Se vuoi darglielo, devi essere anche pronto alla possibilità che lui sappia di te e di ciò che provi”.

Erano state queste le semplici parole che Jackson gli aveva rivolto non molto tempo prima, quando aveva tentato di metterlo in guardia sulle possibili conseguenze di quel gesto.

Di donargli il libro.

Sembrava passata una vita – un’eternità – da quegli attimi, eppure si trattava solo di alcuni giorni.
Alcuni giorni, e tutto era cambiato.

«Si, te l’ho regalato io» confessò improvvisamente, sentendo quasi il bisogno di portarsi le mani alla bocca, per poter evitare che quelle parole lasciassero le sue labbra.

Gli occhi di Youngjae si riempirono di consapevolezza, sentendo il cuore accelerare un poco i suoi battiti.
Era stato Jaebum a donargli in regalo il libro.
Era stato lui.

Nonostante il maggiore glielo avesse appena confessato, continuava a non crederci seriamente.
Non poteva aver scritto quelle parole.
Non per lui.

«Ma nella prima pagina c’è scritto-».
«Youngjae, ti amo» completò Jaebum al posto suo, facendo un piccolo passo verso il minore.

Youngjae rabbrividì, e nonostante l’insensato desiderio di arretrare – per potersi sottrarre all’avanzata di Jaebum – le suole delle sue scarpe rimasero egoisticamente incollate al pavimento.
Bloccandolo.

«So bene cosa c’è scritto Youngjae, perché sono stato io a scrivere quelle parole, poco prima di appendere la bustina con il libro al tuo armadietto» aggiunse continuando a camminare verso l’altro.

Dopo mesi di silenzio, di pomeriggi passati in biblioteca – solo per osservarlo studiare – poteva finalmente confessare quello che per troppo tempo era rimasto dentro di sé.
Lo amava.

Le parole stavano scorrendo fuori dalle sue labbra come un fiume in piena, mentre il peso perenne che gli attanagliava il petto, si stava man mano sciogliendo.
Si sentiva libero e leggero come mai prima.

«Ma perché-».
«Perché sono innamorato di te, è così assurdo da credere?» domandò con un sorriso, ad un passo da Youngjae.
Cancellò anche quell’ultimo passo.

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