D i c i o t t o
- capitolo lungo -
Youngjae sollevò stancamente il capo dal proprio libro di testo, maledicendosi per non essere stato capace di trattenere la sua ossessione per lo studio.
Mancavano un paio d’ore al suo appuntamento con Jaebum, e lui – invece di star scegliendo i vestiti per quella sera, o star messaggiando ossessivamente con i suoi amici – si era concentrato sul libro per non perdere quelle ore di studio che l’appuntamento gli avrebbe senz’altro rubato.
Iniziava a credere anche lui – così come i suoi genitori – che la sua non fosse semplice dedizione, ma piuttosto un vero e proprio problema.
Sperava di riuscire a trovare una soluzione, in un modo o nell’altro.
Un lieve sospiro esausto abbandonò le sue labbra schiuse, mentre le sue palpebre si abbassavano lentamente, concedendo agli occhi quel buio rilassante di cui avevano bisogno.
Il bruciore familiare si fece subito sentire.
Veloci immagini e spezzoni della giornata si susseguirono nella sua testa distrutta, e un piccolo sorriso gli piegò la bocca ripensando a quel pomeriggio, quando aveva trovato Jaebum davanti al suo armadietto. Ad attenderlo.
Ricordava la sua figura possente e rilassata, munito di sorriso gentile e dolce; Youngjae si era sentito così nervoso all’idea di doverci parlare.
Il cuore gli era balzato in gola e le mani avevano iniziato a sudare.
Faceva sempre molta fatica ad interagire e relazionarsi con le persone, poiché non era abituato all’idea che qualcuno potesse effettivamente essere interessato a parlare proprio con lui.
Quando era con BamBam o con Mark, era abituato a nascondersi dietro la loro figura, lasciando a loro il compito di portare avanti la conversazione, permettendosi il lusso di stare in silenzio a fingere di non esistere.
Era il suo hobby preferito.
Nascondersi nella consapevolezza rilassante di essere invisibile agli occhi di chiunque, poter essere se stesso senza incorrere in occhiatacce o critiche.
Semplicemente, nessuno sapeva della sua esistenza.
Ma con Jaebum, questo era pressoché impossibile.
Jaebum guardava lui. Parlava con lui. Sorrideva proprio a lui.
Non gli interessava parlare con qualcun altro, lui desiderava entrare in contatto con Youngjae, nonostante lui si sforzasse con tutto se stesso di mimetizzarsi con l’ambiente circostante.
Sbuffò via il piccolo sorriso che gli aveva precedentemente piegato le labbra, alzandosi dalla scrivania e facendo stridere di conseguenza le gambe della sedia contro il pavimento lucido.
In un’altra situazione, quel suono sarebbe stato seguito dalle urla di sua madre, che gli intimava di alzare la sedia prima di spostarla; Ma in quell’istante, regnò il silenzio.
I suoi genitori quella notte non sarebbero stati a casa, e lui si sentiva libero di prepararsi per il suo appuntamento senza che nessuno facesse domande scomode.
Prese lentamente dal suo armadio tutto il necessario per una doccia rilassante, per poi chiudersi nel suo grande bagno personale.
La sua non era una famiglia ricca tanto quanto quella di BamBam, ma stavano bene economicamente, e in aggiunta i suoi genitori avevano sempre fatto di tutto per accontentarlo.
Era sempre stato il figlio perfetto, che aveva riempito loro di soddisfazioni e orgoglio fin da quando era solo un bambino.
Comprargli tutto ciò che desiderava, sembrava loro il minimo.
Ma Youngjae non aveva mai preteso niente più di un libro e qualche viaggio alla scoperta di alcune città piene di storia e cultura.
Posò l’accappatoio pulito e la biancheria sopra il piano di marmo in cui era incastonato il lavabo ovale, per poi aprire l’acqua della doccia e azionare il getto caldo dell’acqua.
Improvvisamente la doccia si illuminò di mille luci colorate, e lui sollevò gli occhi verso il soffitto con fare infastidito.
Quella era stata un’idea dei genitori – la doccia computerizzata – ma lui si era sempre rifiutato, sia di usare le luci colorate, sia di ascoltarvi la musica.
Più volte la madre gli aveva detto : “Vedrai che quando arriverà il momento giusto, ne capirai l’utilità” ma lui non aveva mai compreso a pieno le parole della donna.
L’ambiente in poco tempo fu saturo di vapore, e Youngjae iniziò a sentire i suoi muscoli stanchi rilassarsi.
Si liberò di tutti gli indumenti, aprendo il box doccia, e lasciandosi avvolgere dalla pioggia di acqua calda che scese lungo il suo corpo nudo.
Posò le mani contro le mattonelle chiare, chinando il capo e lasciando che il getto gli praticasse un piacevole massaggio lungo le spalle stanche.
Si morse il labbro inferiore perdendosi nei suoi pensieri, lasciando che il rumore dell’acqua che scorreva gli riempisse le orecchie, cullandolo.
La sua mente volò nuovamente a quel pomeriggio, e agli sguardi curiosi di BamBam e Mark.
Era stato davvero difficile resistere alle loro domande e alla loro insistenza; Soprattutto dopo esser stato beccato in flagrante mentre chiacchierava con il giocatore davanti al suo armadietto – oppure, per come aveva evidenziato BamBam: beccato a fare gli occhi dolci a Jaebum.
Era quasi certo del fatto che i suoi amici avessero capito cosa lo attendeva quella sera – l’appuntamento – ma avevano stranamente deciso di non chiedere più di quanto Youngjae fosse disposto a confessare.
Amava i suoi amici, ma desiderava che quell’uscita fosse ciò che di più tranquillo vi potesse essere, senza la paranoia di dover raccontar loro tutto appena messo piede in casa, a fine serata.
Youngjae si ridestò dal suo torpore, uscendo bruscamente dai suoi ricordi e iniziando ad insaponare i suoi capelli e il suo corpo con le lozioni profumate.
Il suono allegro e a tratti sconosciuto della suoneria del suo telefono, irruppe bruscamente nella rilassante atmosfera creata dal suono dell’acqua e dal profumo piacevole del suo bagnoschiuma.
L’ultima volta che aveva sentito quel suono era stato quando Jaebum l’aveva chiamato la sera precedente.
Chiuse il soffione della doccia, uscendo dal box e avvolgendosi nella morbidezza dell’accappatoio, per poi uscire velocemente dal bagno.
Nel pomeriggio – appena tornato a casa da scuola – aveva subito mandato a Jaebum un messaggio con il proprio indirizzo, di conseguenza non riusciva neanche a presupporre una buona ragione per la quale il giocatore avrebbe dovuto contattarlo.
Che fosse successo qualcosa?
Appena entrò nella sua camera, la prima cosa che notò fu il suo telefono accesso sopra il letto, che suonava allegramente – con il nome di Jaebum nel display; Ma fu un secondo forte suono ad attirare tristemente la sua attenzione, tenendolo piantato nel pavimento.
Il suono forte ed impossibile da ignorare della pioggia che tamburellava contro il vetro della finestra.
«Oh dannazione» sussurrò a se stesso, allungandosi verso il telefono e rispondendo alla chiamata.
«Jaebum?» rispose piano, stringendosi più forte l’accappatoio intorno al corpo nudo.
«Youngjae … sta piovendo» disse semplicemente la voce calda e delusa del maggiore, facendo scaldare il cuore del più giovane.
Sembrava così triste e dispiaciuto, tanto da far arrossare le guance di Youngjae.
Regnò per un secondo il silenzio tra loro, spezzato solo da un lungo e doloroso sospiro da parte di Jaebum.
«Ci tenevo davvero tanto ad uscire con te stasera Youngjae, per poterti vedere e poter passare insieme questa serata – sussurrò sinceramente, con il cuore in mano – Questi giorni mi sono sembrati infiniti, e l’idea di attendere ancora mi distrugge».
Youngjae aveva capito che Jaebum fosse un ragazzo molto sincero, ma sentirlo confessare tutto quel dispiacere verso il loro appuntamento appena sfumato, gli fece battere forte il cuore – e stavolta non per il nervosismo, così come era successo nel pomeriggio davanti al suo armadietto.
Il minore si guardò intorno, osservando la sua camera linda ed ordinata, mentre un’idea malsana iniziava a prendere forma nella sua testa, facendolo arrossire talmente tanto da fargli quasi girare la testa per l’eccessivo afflusso di sangue.
«Youngjae?» domandò Jaebum dall’altro capo della chiamata, notando il silenzio da parte del minore.
Il ragazzo sospirò impercettibilmente, portandosi una mano sul viso e sperando di non risultare patetico.
«Hai l’auto?» domandò all’improvviso, sentendo il corpo pervaso da mille brividi.
Jaebum rimase in silenzio in un primo istante, per poi rispondere un confuso «Si».
Youngjae chiuse gli occhi.
«So che avevamo in programma una passeggiata e un gelato, ma io ho casa libera e se vuoi, ho un sacco di barattoli di gelato nel freezer – sussurrò camminando in modo nervoso e imbarazzato lungo l’ambiente circostante – Possiamo anche guardare un film, se ti va».
Nessun suono giunse al suo orecchio, e per un istante temette che la chiamata si fosse interrotta, ma non fu così.
«Mi stai invitando a casa tua Youngjae?» mormorò la voce improvvisamente bassa e graffiante di Jaebum, facendo scorrere mille brividi di piacere lungo la spina dorsale del minore.
Quella era senz’altro una sensazione nuova.
Youngjae annuì tra sé, per poi realizzare che il giocatore non potesse vederlo.
«Si – sussurrò accostandosi alla sua libreria e guardando la fila ordinata di film che aveva collezionato negli anni; Principalmente regali dei suoi genitori, nella speranza che invitasse qualcuno a casa per poterli guardare. Fino a quel momento non era mai successo – Ho principalmente fantasy, spero ti piaccia come genere» disse nervosamente.
Quello sarebbe stato il loro primo appuntamento per conoscersi meglio, di conseguenza ancora non sapevano di condividere interessi in comune.
Jaebum sorrise in modo ampio dall’altro capo del telefono, consapevole del fatto che Youngjae non avrebbe mai visto la sua reazione.
«È il mio genere preferito - disse semplicemente – Quale dei film che hai, ti piacerebbe guardare?» chiese iniziando a guardarsi intorno; Doveva iniziare a prepararsi per poter andare a casa del minore.
Youngjae corrugò le sopracciglia, osservando i titoli.
«Penso sarebbe più carino sceglierlo insieme, ma se proprio vuoi saperlo, ho i dvd di Harry Potter, ma non li ho mai guardati» confessò arrossendo un poco. Di solito – alla sua età – tutti avevano guardato quella saga almeno una volta. Tranne lui.
Jaebum produsse un suono stranissimo, un misto tra un singhiozzo e un ansimo.
«Ma come?! – chiese infatti subito dopo, con voce alta e incredula – Tutti hanno visto Harry Potter!» ci tenne a precisare, facendo così imbronciare Youngjae, che sbuffò.
«Scusami tanto se non sono al passo con i tempi – sussurrò con il broncio, accarezzando in modo distratto il mordo di legno della sua libreria – Renditi utile allora, e aiutami a stare al passo con i ragazzi della mia età» disse accennando un sorriso.
Sentiva che la conversazione si era spostata in un piano nettamente più tranquillo e amichevole, portandolo a sorridere in modo dolce.
Jaebum sorrise in risposta, come immaginando il sorriso del più piccolo dall’altro capo del telefono.
Stava per chiudere la chiamata, per correre a casa di Youngjae, ma un’improvvisa curiosità lo assalì.
«Visto che ami tanto leggere, sarei curioso di sapere se almeno hai letto i libri di Harry Potter» domandò guardando il suo riflesso allo specchio.
Da quando Youngjae aveva scoperto i suoi sentimenti, il suo viso era molto più tranquillo e rilassato.
Youngjae rise a voce alta per quella domanda, scompigliandosi i capelli di un – ormai – azzurro scolorito.
«Purtroppo no, ma se dovessero piacermi i film, potrei pensare anche di leggere i libri» ammise, sfilando il primo dei film dalla libreria, per poterlo portare nella sala, dove l’avrebbero guardato.
Jaebum sorrise, sentendo proprio la risposta che gli interessava.
«Dammi un po' per prepararmi, e poi sarò da te».
La dolcezza nella sua voce fece arrossire intensamente Youngjae, che sorrise mordendosi un labbro; Il cuore che batteva molto forte.
«Va bene, ti aspetto».
ꕥ
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