N o v a n t a t r e
Jackson si sporse in avanti – non appena notò che Mark si stava dando alla fuga – e acchiappò velocemente la sua mano, tirandoselo addosso in modo da avvicinarlo a sé.
I loro petti erano totalmente incollati – non passava neanche un filo d'aria tra i loro corpi – e i loro nasi erano talmente vicini da sfiorarsi.
Talmente vicini da potersi quasi baciare.
«Sai che prima o poi riuscirò ad uscire insieme a te?» mormorò Jackson con voce impercettibile, tanto Mark era talmente vicino da poter sentire anche il più piccolo sussurro.
Mark abbozzò un piccolo sorriso.
«Si lo so – confessò – Ma quel momento non è ancora arrivato, Wang».
Jackson sorrise, chinandosi un poco su di lui.
Il cuore di Mark saltò dentro la cassa toracica temendo che Jackson volesse posare le labbra sulle sue
O forse sperando.
La bocca morbida di Jackson si posò sulla sua guancia arrossata, per poi sussurrargli all'orecchio: «Goditi la partita, piccolo».
Si allontanò lentamente da un Mark imbambolato, facendogli a sua volta un occhiolino e voltandogli le spalle.
Mark prese un respiro profondo, riprendendosi in modo incredibilmente veloce da quel momento immensamente piacevole, voltandosi verso gli spalti per raggiungere i suoi amici.
Il suo sguardo scivolò su Park Jinyoung – seduto in prima fila – che teneva gli occhi fissi sulla scena di poco prima.
Aveva un sorriso a piegargli le labbra carnose – ma non era cattivo, notò Mark – sembrava quasi compiaciuto.
~۵~
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