C e n t o t r e n t u n o
«State scherzando?» urlò BamBam scendendo dal letto, abbandonando la posizione accucciata che aveva mantenuto fino a qualche istante prima.
I suoi due amici, che erano rimasti in silenzio per un primo lungo momento, erano poi scoppiati irrimediabilmente a ridere, rotolandosi sopra il suo piumone con le lacrime agli occhi.
Si era immaginato ogni genere di reazione, ma certamente non quella.
«Siete due stronzi» piagnucolò portandosi le mani al viso per nascondere le guance rosse.
Era già abbastanza complicato affrontare quella situazione.
Ogni volta che chiudeva gli occhi era nuovamente lì - nella terrazza - sotto il cielo limpido e soleggiato, con la bocca di Yugyeom sulla sua e le mani del ragazzo sotto la maglia.
«Scusa Bammie – biascicò Youngjae asciugandosi gli occhi, mentre Mark era ancora piegato contro la sua spalla, tentando di placare le risate – Non ti offendere, è solo che dagli sguardi che ultimamente tu e Yugyeom vi lanciavate, era immaginabile un simile epilogo» confessò, tirando un piccolo pugnetto all’americano.
Aveva realizzato quanto Yugyeom fosse interessato al suo migliore amico – anche se forse, inconsciamente – quando il giorno precedente li aveva visti a bordo piscina.
Il modo in cui il giocatore aveva stretto a sé BamBam – come se temesse che da un momento all’altro potesse svanire – era stato senz’altro privo di equivoci.
Il thailandese tornò ad inginocchiarsi sul morbido letto, abbassando le mani e permettendo ai suoi due amici di vedere il suo viso.
Le sopracciglia aggrottate, la bocca piegata verso il basso e gli occhi lucidi.
«Oh tesoro» mormorò Youngjae mettendosi dritto.
«Avreste dovuto avvisarmi in tempo – mormorò il thailandese, lasciando che una lacrima gli scorresse lungo la guancia arrossata – Così avrei sbarrato tutte le entrate di casa» singhiozzò, lasciandosi cadere tra le braccia di Mark.
In pochi istanti, la maglia del ragazzo fu zuppa delle lacrime del minore.
Non erano amici da molto tempo, ma c’era già un forte legame ad unirli.
BamBam non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma avere Mark accanto lo faceva sempre sentire al sicuro.
Non sapeva il perché - se fosse dovuto al sorriso luminoso del ragazzo, o alla sua strana allegria contagiosa - ma sicuramente riusciva sempre a placare l’animo di chiunque.
Mark gli accarezzò leggermente i capelli, scompigliandoli dolcemente, mentre Youngjae raccolse con il pollice una lacrima che gli stava pian piano rigando il viso.
BamBam era frizzante ed energetico e vederlo così devastato era la sensazione più strana di sempre.
Youngjae aveva visto il suo migliore amico in quelle condizioni solo quando suo padre era morto, lasciandolo solo con la madre omofoba che non sopportava l’idea di aver messo al mondo un frocio – come amava chiamarlo lei quando era ubriaca.
Vederlo in quelle condizioni per un bacio, spezzava irrimediabilmente il cuore dei due amici.
«Ti sei pentito di averlo baciato?» domandò Mark, dando voce al pensiero fisso che aleggiava nella mente di tutti e tre.
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