C e n t o t r e n t o t t o
«Non appena ti metterò le mani addosso, ti spellerò vivo. La pelle di thailandese dovrà pur valere qualcosa» borbottò tra sé Youngjae, con la bocca impastata di rabbia.
Si chiuse alle spalle la porta del bagno dei ragazzi – facendola sbattere con un sonoro schianto – dopo aver controllato ogni singolo cubicolo almeno due volte ciascuno.
Le lezioni di quella mattina erano finite da almeno dieci minuti, e mentre tutti gli studenti si stavano riversando nel parcheggio – per poter tornare a casa - lui stava girovagando per l'Istituto in preda al panico.
BamBam era sparito.
Evaporato.
Camminò rapidamente lungo il corridoio, andando verso Mark che colse subito l’espressione disperata sul volto dell’amico.
«Rilassati Jae» mormorò, appoggiato alla schiera di armadietti.
Aveva un’espressione tranquilla e rilassata, mentre faceva ciondolare tra le dita affusolate le chiavi dell’auto.
«No, non posso rilassarmi – sbottò il minore, camminando avanti ed indietro nel corridoio ormai deserto – Non è neanche in bagno Mark!» continuò sull’orlo di una crisi.
Mark sollevò impercettibilmente le spalle, continuando a giocare con le chiavi, incantato dal ticchettio metallico che producevano.
Youngjae non ne poteva più.
Gliele strappò dalle mani, infastidito.
«Non ti interessa? – sbottò, ormai sull’orlo del pianto – BamBam è sparito. Non si è presentato all’ultima lezione e non ho la più pallida idea di dove possa essersi cacciato».
Mark sollevò le sopracciglia, allungando una mano per riprendersi le chiavi.
«Ti agiti davvero troppo, e senza alcun valido motivo – chiarì staccando la schiena dagli armadietti – Il fatto che non sia entrato a lezione, per me, significa una cosa sola: Il suo piano per evitare Yugyeom è miseramente fallito» aggiunse facendogli un occhiolino malizioso.
Per un istante Youngjae rimase in silenzio.
«In che senso?» domandò.
Mark sorrise, allungando una mano verso il viso dell’altro e accarezzandogli una guancia.
«Delle volte sei talmente innocente da non sembrare neanche reale – mormorò, facendo arrossire l’amico – Intendevo dire che, quasi certamente, hanno ripreso il discorso di ieri» proseguì.
«Quale discorso?» domandò il minore.
«La pomiciata in veranda».
«Oddio, Mark!» strillò Youngjae ridendo, tirandogli un piccolo pugnetto sulla spalla.
Mark spostò per un istante gli occhi verso un punto alle spalle del minore, per poi aprirsi in un sorriso divertito.
«Non mi sbagliavo, evidentemente».
Youngjae si voltò incuriosito.
BamBam stava camminando lentamente verso di loro, e non servivano parole per capire che le previsioni di Mark si erano effettivamente avverate.
Con i capelli spettinati e le labbra rosse e gonfie, stava camminando verso di loro con un’andatura tremolante e uno sguardo stralunato.
Effetto Yugyeom.
«Ora mi è chiaro cosa intendessi ieri con la parola memorabile» disse l’americano una volta che BamBam li ebbe raggiunti, accennando alle sue condizioni.
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