C e n t o t r e n t a s e t t e

- Capitolo lungo -

Il corridoio era ormai quasi vuoto per l'imminente ultima ora di quella giornata, ma BamBam non poteva evitare di sentirsi comunque minacciato.

Aveva approfittato dell'affollamento che solitamente bloccava i corridoi, per evitare di affrontare Yugyeom.

Si era sentito anche ridicolo in alcuni momenti - strisciando silenziosamente tra gli studenti, usandoli come scudo - ma il terrore che provava soltanto all'idea di affrontare l'argomento "bacio" gli aveva dato la forza di continuare a nascondersi per tutta la mattina.

Camminò lentamente verso il proprio armadietto, guardandosi intorno con circospezione, scordandosi però di controllare se qualcuno alle sue spalle lo stesse seguendo.
Grave errore.

Una mano si strinse con forza intorno al suo polso delicato, e il thailandese si trovò in pochi istanti sbattuto nello stanzino del collaboratore scolastico.

La porta di chiuse con forza, facendolo piombare nell'oscurità.

BamBam strabuzzò gli occhi nel buio di quel piccolo sgabuzzino polveroso, sentendo il cuore battere a mille.

Il buio non gli permetteva di vedere bene, ma il buonissimo profumo che impregnava l'aria non lasciava spazio ad alcun dubbio.
Era il profumo di Yugyeom.

Quest'ultimo accese improvvisamente la luce della piccola lampadina appesa al soffitto, proiettando nella stanzetta una misera luce che bastava a sufficienza per non inciampare in stracci e secchi.

BamBam arretrò lentamente, sbattendo il sedere contro un piccolo tavolo coperto di detersivi e flaconi vari.

Il profumo di Yugyeom era lo stesso che ricordava, ma in quella piccola stanza senza finestre sembra mille volte più forte ed inebriante.
Non poteva rimanere lì per molto tempo senza finire per fare qualche cazzata.

Il giocatore era fermo con la schiena premuta contro la porta - così da bloccargli ogni via di fuga - e lo fissava con sguardo serio ed intenso.
Solo un istante e quegli occhi scivolarono impercettibilmente sulle labbra carnose del thailandese.

Non poteva rimanere lì!

«Fammi uscire» disse semplicemente, portandosi una mano alla gola, come se non riuscisse a respirare.

La vicinanza del ragazzo stava facendo riemergere ricordi che l'avevano tenuto vigile per gran parte della notte.
Si era svegliato più volte - sudato e accaldato - con l'impellente bisogno di toccarsi.

Yugyeom sollevò un sopracciglio.
«Non ti faccio uscire di qui finché non mi spieghi perché mi stai evitando» mormorò.

Anche lui non stava molto meglio.
Poteva sembrare tranquillo ed impassibile, con la schiena premuta contro la porta e le braccia piegate contro il petto, ma la verità era che stava tentando di trattenersi.

Se solo avesse sciolto la stretta ferrea delle sue braccia, era certo del fatto che le sue mani traditrici sarebbero subito corse a stringere quello che avevano scoperto essere il loro posto preferito: i fianchi di BamBam.

La sola idea di accarezzarlo nuovamente - di poterselo stringere addosso, affondando il naso contro il suo collo - gli faceva girare la testa.
Voleva sentire nuovamente il suo profumo.

BamBam singhiozzò una risatina, che non suonò per niente divertita.
Era nel panico.

«Non ti sto evitando» sussurrò incapace di alzare lo sguardo verso quello di Yugyeom.
Quegli occhi erano colmi di rabbia e qualcos'altro, qualcosa che BamBam si stava sforzando di non analizzare.

Yugyeom scosse la testa, staccando la schiena dalla porta e facendo un piccolo passo verso l'altro.
Il thailandese - dal canto suo - era talmente nel panico da essere quasi sul punto di arrampicarsi sul tavolo, pur di mantenere un'adeguata distanza dall'altro.

«Smettila di insultare la mia intelligenza - continuò Yugyeom, facendo qualche altro piccolo passo in avanti - Mi hai evitato per tutto il giorno, correndo da una classe all'altra, con l'aiuto dei tuoi amici».

Si era sentito un'idiota ogni volta che l'aveva perso di vista.
Si era bloccato ogni volta nel bel mezzo del corridoio, osservandolo scappare via, sentendo la rabbia colmare l'insoddisfazione.

BamBam respirò profondamente, sentendo la testa vorticare.

«Potresti non avvicinarti?» domandò allo stremo della sua resistenza.
I suoi occhi strisciarono lungo le spalle larghe e forti di Yugyeom, e la voglia di stringersi ad esse, di farsi stringere da quelle braccia possenti, era l'unica cosa che desiderava.
Ma non doveva.
Non poteva.

Le parole del thailandese fecero spuntare un ampio sorriso sul viso di Yugyeom.
«Ieri pomeriggio non sembravi infastidito dalla mia vicinanza» ridacchiò, facendo un ultimo passo in avanti, trovandosi a qualche millimetro dall'altro.

La stanza era talmente silenziosa da amplificare il tamburellare intenso e martellante dei loro cuori.

BamBam chiuse gli occhi, sapendo con certezza che tutti i suoi buoni propositi sarebbero andati in fumo in pochi secondi.
Tutto buttato al vento.

Yugyeom si chinò su di lui, riempiendosi nuovamente i polmoni di quel profumo che dal giorno precedente era diventato così incredibilmente familiare.
Gli sembrava di essere rimasto in apnea fino a quel momento.

«Dimmi perché mi stai evitando» ripeté con più convinzione, premendogli le labbra contro l'orecchio e sussurrando quelle parole con un filo di voce.
Fece scivolare le labbra contro il lobo, per poi morderlo e succhiarlo con delicatezza.

BamBam tremò, ansimando leggermente e conficcando le unghie contro il bicipite di Yugyeom.
Erano vicini, troppo vicini.
E soli.

Il thailandese affondò le unghie dell'altra mano nel legno consunto del tavolo alle sue spalle.
Voleva baciarlo con una tale intensità da sentirsi consumato dall'interno.

«Non posso farlo Yugyeom» balbettò stringendo gli occhi, precludendosi la possibilità di vedere il volto dell'altro.

«Cosa?» domandò il giocatore, posando finalmente una mano contro il fianco del thailandese.
La mosse lentamente, in una piccola carezza.

«Questo. Non posso fare questo - sussurrò scuotendo la testa - Stare con te, in questo modo, mi fa sentire debole, e c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui mi sento. Nel modo in cui tu mi fai sentire» confessò tremando come una foglia.

Temeva che in qualche modo quelle parole potessero ferire il ragazzo, ma Yugyeom si limitò a sospirare.
«Parli in questo modo perché non sai come mi sento io quando sono con te» biascicò, allungando una mano e prendendo quella piccola e delicata di BamBam.

La guidò verso il proprio petto, premendola sopra il pettorale.
All'altezza del cuore.

BamBam osservò la mano di Yugyeom, talmente grande da far sparire la sua, molto più piccola e gracile.

Il cuore di Yugyeom scalpitava impazzito, pieno di vita ed emozione.
C'era qualcosa di magico nel sentire quell'organo tanto forte ed importante battere contro il suo palmo.

«Nessuno, mai prima di oggi, era riuscito a farlo battere in questo modo - continuò a sussurrargli contro l'orecchio, per poi posargli un bacio sul lobo - Solo tu sei riuscito a farmi sentire così vivo».

BamBam chiuse gli occhi, lasciando che le palpebre celassero l'immagine delle loro mani posate contro il petto dell'altro.
Delle loro mani che man mano si stavano intrecciando.

Si lasciò cullare dalla voce lenta e roca di Yugyeom, mentre il ricordo delle sue stesse parole gli tornava in mente, facendosi beffe di lui.

"Arriverà un giorno in cui qualcuno riuscirà a fargli battere veramente il cuore, tenendogli testa e facendolo innamorare perdutamente"

Le aveva dette a Jieun quelle parole, solo due giorni prima.

Era stato lui quel qualcuno che gli aveva fatto battere il cuore.

Era lui quel qualcuno che riusciva sempre a tenergli testa.

Ma non sarebbe stato lui quel qualcuno che l'avrebbe fatto innamorare perdutamente.
No, non sarebbe stato lui.

Yugyeom meritava qualcuno nettamente meno incasinato.

Aprì gli occhi, sentendo il cuore battere fortissimo.
«Yugyeom» mormorò semplicemente, attirando l'attenzione dell'altro.

Il giocatore si allontanò leggermente, per poter guardare BamBam negli occhi.
Erano improvvisamente più scuri e languidi.
Il thailandese allacciò l'unica mano libera al retro del collo del giocatore, portandolo ad accostare il viso al suo.

«Questo, non significa niente» ansimò premendo finalmente la bocca carnosa contro quella di Yugyeom.

L'aria nel piccolo stanzino si fece elettrica, molto più di quanto già non fosse.
Yugyeom ansimò contro le labbra di BamBam, gustando nuovamente il sapore delicato del thailandese.

Il giocatore non aveva mai baciato nessun altro in vita, ma le labbra di BamBam erano incredibilmente soffici.
Così belle.
Si modellavano alle sue con talmente tanta facilità, da sembrar quasi essere state create solo per quello.

Gli morse con decisione il labbro inferiore - godendosi la sensazione piacevole dei denti che affondavano in quella carne tenera - portandolo a spalancare le labbra.

Le loro lingue si immersero subito l'una nella bocca dell'altro, ruotando in umidi tocchi e coccole proibite.

BamBam sollevò leggermente la maglia di Yugyeom, facendo scivolare la sua mano contro gli addominali definiti dell'altro.
Sfiorandoli e accarezzandoli con i polpastrelli.

All'ennesimo morso di Yugyeom, BamBam affondò con decisione le unghie contro la pelle dell'altro, facendole scivolare verso il basso, graffiandolo.

Yugyeom si lasciò sfuggire un gemito roco, ringhiando per il piacere di quel gesto.
Era quasi certo che gli sarebbero rimasti i segni dei graffi, è una parte perversa della sua mente - una parte che mai prima di all'ora aveva conosciuto - si compiacque all'idea di conservare un segno di quei momenti.
Un segno di BamBam.

«La voglia di toccarti mi farà impazzire» sbottò, ormai senza nessun tipo di controllo, buttando giù dal piccolo tavolo tutti i flaconi che lo ingombravano.
Portò le mani sopra il sedere di BamBam, sollevandolo senza alcuno sforzo e facendolo sedere sopra il tavolino.

«Non impazzirai - ansimò BamBam - Mi pare tu stia già soddisfando tutte le tue fantasie» disse gemendo.
Le mani di Yugyeom erano ancora sul suo culo, palpandolo con decisione.
Quello era senz'altro piacevole.

Yugyeom ridacchiò, portando le mani sulle ginocchia del thailandese.
«Questa è solo una minuscola parte della voglia che ho di te» confessò con un sorrisetto malizioso, separando di botto le gambe di BamBam, in modo da potersi infilare tra loro.

BamBam chiuse gli occhi.
Così piacevole.

Yugyeom tenne gli occhi incollati sul viso di BamBam.
Le palpebre chiuse che celavano gli occhi lucidi e febbricitanti, colmi di piacere; Le labbra carnose e lucide, il cui sapore stava rendendo Yugyeom irrimediabilmente dipendente.

Possibile che per anni non si fosse mai accorto di quanto BamBam fosse… bello?

«Sei bellissimo» sussurrò passando un pollice contro la guancia arrossata del thailandese, portandolo ad aprire gli occhi.
Erano così brillanti.

Il ragazzo sorrise, abbassando il viso in imbarazzo.
Non era abituato a sentirsi rivolgere complimenti tanto diretti.

«Ho bisogno di una promessa Yugyeom» mormorò, posando un piccolo bacio a stampo sulle labbra.
«Tutto quello che vuoi».

«Mi piace stare con te, mi piace questo - disse accarezzando una delle mani di Yugyeom, posata sulla sua coscia - Ed è proprio perché mi piace, che ti lascerò fare quello che vuoi; Ti lascerò soddisfare ogni fantasia, ogni voglia o desiderio, ma devi promettermi che non ti innamorerai di me, perché io non mi innamorerò di te» sussurrò.

Yugyeom annuì impercettibilmente, posando un bacio contro le labbra di BamBam, per suggellare quella promessa.
Non si sarebbe innamorato di lui.

Continuarono a baciarsi al buio di quel polveroso stanzino, ancora non consapevoli del fatto che uno di loro due - di lì a poco - avrebbe infranto la promessa.

~۵~




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