C e n t o q u a r a n t a. E N D
Entrò nel bagno ad una velocità supersonica, sentendosi sul punto di scoppiare.
Poco prima era talmente preoccupato per la lunga assenza del suo migliore amico, da aver volutamente ignorato l’impellente stimolo di svuotare la vescica.
Entrò nell’ultimo cubicolo, abbandonando lo zaino sul pavimento.
Fece per calarsi la zip, ma il suono della porta del bagno spalancata lo fece bloccare.
«Controlla se i cubicoli sono tutti vuoti».
«Non è necessario, sono tornati tutti a casa».
Youngjae trattenne il respiro riconoscendo le due voci.
Allungò la mano verso la maniglia, pronto ad uscire dal cubicolo per manifestare la propria presenza - non aveva assolutamente intenzione di origliare - ma le parole dei due lo bloccarono.
«Ne hai parlato con Mark?».
«Non ho avuto modo».
«Dannazione Jackson, ho bisogno di saperlo».
«Mi dispiace ma non è un argomento che si può tirar fuori di punto in bianco durante una conversazione - borbottò la voce chiara e distinta di Jackson - Non sono neanche certo che Mark sia a conoscenza dell'esistenza del libro».
Youngjae sgranò gli occhi, posando la schiena contro il muro del bagno.
Il libro.
Regnò il silenzio per qualche istante.
«Bhe, se non sa del libro, significa che per Youngjae non è stato un regalo particolarmente degno di nota».
Jaebum.
Youngjae non poteva crederci.
Era stato Jaebum a regalargli il libro?
Aveva bisogno di risposte.
Youngjae aprì la porta del bagno senza la minima esitazione, senza la minima vergogna.
Voleva delle risposte e le avrebbe ottenute.
Jackson e Jaebum si voltarono di scatto, sgranando gli occhi non appena la figura di Youngjae fece capolino dall'ultimo cubicolo.
«Nessuno vi ha insegnato che, quando si parla degli affari propri, bisogna essere certi di essere soli?» domandò alzando un sopracciglio.
Jackson arrossì, beccandosi un'occhiataccia dal proprio migliore amico.
«Mi spiace, pensavo non ci fosse più nessuno a scuola» mormorò il cinese, grattandosi il retro del collo, in evidente imbarazzo.
«Jackson, potresti lasciarci da soli per piacere?» domandò Youngjae chiudendo la porta del cubicolo che l'aveva nascosto fino a poco prima, facendo qualche passo nel bagno.
Si sentiva rigido e a disagio, ma in un modo o nell'altro stava riuscendo a contenere quelle emozioni.
Almeno esteriormente.
Dentro si sé imperversava la tempesta.
Il cinese annuì, lanciando un ultimo sguardo al proprio migliore amico prima di uscire.
Prima di lasciargli soli.
Jaebum sollevò lo sguardo ma Youngjae non lo stava guardando.
«Sono stato costretto ad ascoltare le vostre parole» disse guardando ovunque, fuorché il viso di Jaebum.
Il giocatore annuì, tenendo la testa china in segno di scuse, aspettando che Youngjae facesse qualcosa.
Urla, pianto, odio e ribrezzo; Jaebum sarebbe riuscito ad accettarlo, ma non quel silenzio.
Quel silenzio che riempiva il bagno di tensione e domande, quello era davvero difficile da accettare.
«Ti prego, dimmi qualcosa» biascicò Jaebum sentendo il cuore pesante.
Youngjae rimase in silenzio, pensando per un istante all'emozione che aveva provato trovando quel libro appeso al suo armadietto.
Il cuore che batteva forte ogni volta che, aprendolo, leggeva quella semplice quanto profonda dedica: Youngjae, ti amo.
«Sei stato tu a regalarmi il libro?».
~۵~
End
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Nel mio profilo potete già trovare il secondo volume.
TheyIdiot
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