Good day

SIRIUS

-Hey, Pad, svegliati...-
Sirius si rigirò nel letto. Cosa voleva James a quell'ora del mattino?
Voleva dirgli di andarsene e lasciarlo dormire, ma riuscì ad emettere solo un verso di fastidio, poi gli diede le spalle.
In quello stato di dormiveglia riuscì a malapena a sentir James borbottare:
-L'hai voluto tu.-
Una delle cose che Sirius odiava di più al mondo (oltre sua madre, Voldemort e i Serpeverde) era essere svegliato bruscamente la mattina.
Perciò quando un intero secchio di acqua ghiacciata gli si rovesciò addosso, facendolo alzare di scatto con gli occhi fuori dalle orbite, si voltò immediatamente alla ricerca di James.
Tutto ciò che vide erano tre letti vuoti, un secchio abbandonato per terra e la porta del dormitorio chiusa.
-Dove siete razza di...- diciamo che Sirius non ci andava piano con le parolacce quando non era di buon umore. E una sveglia del genere lo rendeva decisamente di cattivo umore.
Si lanciò giù dal letto, cercando di ignorare il freddo che gli sembrava arrivare alle ossa e stando attento a bagnare ogni tipo di vestito o possedimento degli altri mentre avanzava lentamente verso la porta.
Sentì una risata trattenuta dall'altro lato della porta, che però era stata sbarrata.
-Io vi ammazzo! Giuro che vi ammazzo! APRITE QUESTA MALEDETTA PORTA!-
Silenzio.
Sentì James sussurrare qualcosa e immediatamente dei coriandoli iniziarono a cadere nella stanza, appiccicandosi irrimediabilmente al pigiama bagnato di Sirius. Senza poi contare quelli che gli si impigliarono nei capelli.
-BUON COMPLEANNO SIR!- urlarono i tre da fuori.
Calmo. Devo solo stare calmo. È solo uno scherzo idiota, dev-I MIEI CAPELLI!
-Aprite. Questa. Porta.- disse tra i denti, stringendo i pugni.
Tutto ciò che sentì fu un rumore di passi concitati dall'altro lato e realizzò che i Malandrini stavano correndo giù dalle scale del dormitorio.
Fece in tempo a sentire un'ultima frase esclamata da James, che assomigliava pericolosamente ad un incantesimo.
-JAMES! Non ti azzardare a...-

REGULUS

Regulus adorava i medimaghi. Sopratutto quando giocava a Quidditch. Anche quando suo fratello gli rompeva il naso, certo. Chissà se esistevano incantesimi per guarire il senso di colpa. Sapeva che i babbani avevano medicine per le malattie mentali. Psicofarmaci, o qualcosa del genere. Ma neanche loro avevano farmaci per i sentimenti, di questo era sicuro.
Si alzò dolorante dalla poltrona. Anche questa volta si era addormentato in Sala Comune, di fronte al grande vetro, nella parte più fredda della stanza. Spostò la pesante coperta gialla e la fece cadere per terra.
Andò a cambiarsi in dormitorio. Salendo incrociò Rabastan, che gli fece un cenno con la testa.
-Muoviti, che se no non rimane nulla giù a tavola-
-Mi cambio e arrivo- rispose Regulus annuendo.
Mentre si sedeva sul letto per infilarsi le scarpe lo sguardo gli cadde sulla sveglia. Segnava le 7:48 del 3 Novembre. Sì immobilizzò. Era una data importante quella, pensò.

Il cielo era verde, rosa, viola, nero. Tutto insieme, un'esplosione di colori. I palazzi erano grigi, in contrasto con tutto il resto. Due bambini giocavano in strada, con un pallone. Avevano entrambi i capelli scuri e il pallone era rosso acceso.
Regulus guardò il foglio soddisfatto. Era il miglior disegno che avesse mai fatto. Si allungò sul tavolo per prendere un carboncino. Morse la fine della matita, indeciso se mettere la firma oppure no. Aveva paura di rovinarlo. Girò il foglio, attento non piegarlo. Scrisse il suo nome e un "tanti auguri" in stampato. Sapeva che Sirius odiava il corsivo, perché la loro insegnante li costringeva a lunghe ore di calligrafia.
L'orologio a muro segnava le 7:30. Mancava ancora mezz'ora a colazione. Fra una ventina di minuti Kreacher sarebbe venuto per prepararlo. Aveva un po' di tempo per portare il disegno a suo fratello.
Aprì piano la porta e uscì sul corridoio, cercando di non far rumore. La stanza di Sirius era quasi di fronte alla sua. Ci si diresse in punta di piedi. Bussò piano, poi aspettò. Non si sentì nessun rumore dall'altra parte. Prese un respiro, si guardò attorno e poi entrò. Il cuore gli batteva forte. Lo sapeva benissimo che non si faceva. Le uniche persone che potevano entrare indisturbate senza bussare erano sua madre e Kreacher. E Kreacher non era neanche una persona.
Regulus guardò il letto di Sirius con occhio critico. Una cosa che odiava erano i letti. Erano tutti troppo alti e larghi e Regulus affondava sgradevolmente nelle coperte e quando aveva gli incubi sognava sempre di soffocare, faceva fatica ad uscire da quelle massa di stoffa.
Con cipiglio deciso appoggiò il disegno sul comodino, poi si allontanò dal letto. Prese la rincorsa e saltò. Riuscì ad aggrapparsi alle pesanti coperte. Rimase in bilico per un momento, poi si issò sul letto. A quel punto Sirius si era svegliato. Era seduto, con la schiena appoggiata ai cuscini e una parte dei suoi capelli era sparata in aria. Gli occhi erano socchiusi, probabilmente nel tentativo di capire cosa stesse succedendo. Per un attimo Regulus pensò che forse non era stata una grande idea, la sua. Prese un respiro, gli sorrise e recuperò il disegno.
-Buon compleanno, Sirius!- esclamò, porgendogli il regalo.
Il fratello più grande guardò il foglio, poi sorrise.
-Ti piace? Dai, giralo, c'è qualcosa anche dietro!- Regulus era tutto entusiasta. Non si era mai impegnato tanto. Alla fine otto anni sono un traguardo importante, pensò. Si era già dimenticato dell'esitazione di prima.
Sirius si rigirò il foglio tra le mani.   
-Certo che mi piace- si accigliò un momento -però non ho le braccia così lunghe!-
Regulus si riprese il foglio con poca grazia. Fissò prima il disegno, poi distese il braccio sinistro. In effetti le braccia erano davvero troppo lunghe. Aggrottò le sopracciglia. Forse quel disegno non era poi così bello.
-Oh. È vero-
-Però mi piace!- cercò subito di rimediare Sirius -Sai quante cose potrei fare con le braccia così lunghe? Pensa ai biscotti sulla credenza, quelli dentro la scatola in alto!-
Regulus guardò il fratello con gli occhi luccicanti. Quei biscotti erano il loro sogno proibito. Sirius gli sorrise di rimando, poi riprese il suo regalo e afferrò del magiscotch dal comodino. Attaccò il disegno alla testata del letto e si voltò.      
-Adesso però vai, mamma si arrabbia se ti trova qui-
Regulus annuì, poi scivolò giù dal letto.
Arrivò in camera appena in tempo. Quando Kreacher si materializzò dentro la stanza, Regulus aveva appena fatto in tempo a mettersi sotto le coperte.
Mentre scendeva a colazione sorrideva. Non vedeva l'ora di fare ufficialmente gli auguri a Sirius. Però, una volta arrivato al piano di sotto, nella stanza dove mangiavano sempre, seduto a tavola non c'era nessuno. Orion, suo padre, era uscito come tutte le mattine. Infatti erano apparecchiati solo tre posti. Anche le sedie di sua madre e di suo fratello, però, erano vuote.
Regulus si guardò attorno, confuso. Poco dopo si sentirono il ticchettio delle scarpe di Walburga e gli strilli di Sirius. La madre entrò nella stanza con il disegno di Regulus in mano e il bambino al seguito. Li fece sedere entrambi a tavola, poi guardò il foglio e lo strappò con decisione.
-Non voglio più vedere disegni raffiguranti giochi del genere in questa casa. Quelle cose riguardano solo ed esclusivamente i babbani. Dovete imparare le differenze!-
Regulus la guardò confuso. Lui aveva soltanto disegnato una palla rossa. Sentì le lacrime salirgli agli occhi. Sirius stava fissando il piatto come se fosse pieno di schiopodi sparacoda.
-Bene ora mangiate, che non è successo nulla-
I due fratelli si guardarono. Nonostante tutto, Sirius non voleva rovinarsi il compleanno. Sorrise  a Regulus, che si stava sforzando di non piangere, e gli sillabò una sola parola. "Biscotti".

Regulus scosse la testa e finì di allacciarsi le scarpe. Odiava quando i ricordi riaffioravano così, senza un motivo preciso. Afferrò la borsa e scese in sala comune. Era già in ritardo.

JAMES
James era di buonissimo umore quel giorno.
Appena arrivato in Sala Grande per la colazione, con un movimento di bacchetta fece apparire decine di striscioni e cartelloni appesi alle pareti.
Alcuni dicevano cose del tipo "3 Novembre: festa nazionale per la nascita di Sirius Black"; altri erano molto semplici "Auguri Cagnaccio!", altri ancora erano un po' più complicati: "Si ricorda a tutta la componente femminile di Hogwarts che oggi è il compleanno di Sirius Black (sì, QUEL Sirius Black) e si invita perciò a dargli un caldo benvenuto non appena passerà la soglia di questa stanza."
Dopodiché, si sedette al tavolo dei Grifondoro e si servì una porzione enorme di uova e pancetta, ridendo ai gridolini delle ragazze provenienti da tutti i tavoli.
-Signor Potter!-
James si voltò sorridente verso la professoressa McGranitt, che stava arrivando a grandi passi verso di lui.
-Cara professoressa! Per non farle sprecare altro fiato le dirò che sì, è un incantesimo di adesione permanente rimuovibile solo dal sottoscritto, e no, non li toglierò prima di domani, ed infine sì, mi presenterò in punizione per i prossimi tre lunedì nel suo ufficio dove lei mi farà lucidare (di nuovo) tutti i trofei del Quidditch. - poi assunse un'espressione angelica, mettendosi in bocca una forchettata di pancetta.
La McGranitt rimase in silenzio per qualche secondo, a bocca aperta, poi si ricompose, scrollò le spalle e annuì, gli voltò le spalle e tornò al tavolo dei professori.
James diede il cinque a Remus che lo guardava stranamente con ammirazione e riprese a mangiare.
In quel momento arrivarono Mary, Marlene, Emmeline, seguite da una Lily decisamente innervosita.
-Buongiorno ragazze! Spero abbiate apprezzato le mie bellissime decorazioni!-
Lily aprì la bocca per rispondere, fulminandolo con lo sguardo, ma Mary la interruppe:
-Sono fantastiche, James.- poi gli si sedette a fianco, seguita dalle altre.
Marlene concordò:
-Sì, quest'anno ti sei superato.- poi rise indicando un cartellone che rappresentava semplicemente una foto di Sirius in cui lui era venuto decisamente bene e che stava appesa proprio sopra al tavolo dei Serpeverde.
-Grazie, non c'è bisogno di ricordarmi che sono un grande, lo so già.-
Lily borbottò qualcosa e James esclamò:
-Eddai Lily! Devi ammettere che alcuni sono stupendi! Avrai pure un briciolo di senso dell'umorismo!-
La risposta di Lily fu coperta da un coro di grida, al che James si girò verso la porta dove Sirius era appena entrato sorridente. James si unì alle grida e agli applausi, mentre Sirius veniva assalito da un gruppo di ragazze. Poi vide Mary alzarsi lentamente dal tavolo e avviarsi verso l'amico che stava cercando di farsi strada tra la massa di persone.
James sapeva della discussione abbastanza dura tra Mary e Sirius in seguito alla festa di Halloween. Sirius era stato più silenzioso del solito negli ultimi giorni, perciò ne aveva dedotto che non avessero ancora risolto. In quel momento però a Mary non sembrava importare.
James la sentì urlare, sovrastando i gridolini generali:
-Levatevi dalle scatole, ragazze.-
Molte la guardarono male, ma Mary riuscì in qualche modo ad arrivare a Sirius.
James li vide baciarsi appassionatamente, come se la discussione di pochi giorni prima non fosse mai accaduta.
In fondo, nessuno dei due era tipo da tante parole.

SIRIUS

Quando si staccò da Mary, Sirius si rese conto che molte delle ragazze si erano allontanate ed esultò mentalmente.
In quel momento non voleva pensare alla discussione con Mary, né all'immagine di lei avvinghiata a suo fratello. Era un problema per un altro giorno, e leggeva negli occhi di Mary che lei era della stessa idea.
Le mise un braccio intorno alle spalle mentre lei gli mormorava nell'orecchio:
-Buon compleanno, Black.-
Lui sorrise e si avviò verso James. Solo in quel momento notò i cartelloni con le scritte e le sue foto ed esclamò:
-Opera tua immagino?-
James annuì con un ghigno.
-Quindi ne deduco sarai in punizione per i prossimi... Tre lunedì?-
L'altro annuì ancora.
-Sei quasi perdonato per la secchiata d'acqua e i coriandoli.- 
Poi si sedette tra Mary e James.
-Tanto lo so che non puoi restare arrabbiato con me, Sir, è contro la tua natura.- 
Sirius sorrise e lo spinse giù dalla panca, al che l'altro cadde all'indietro, finendo con il sedere per terra. Poi prese una caraffa di succo di zucca e gliela svuotò addosso, riponendola con calma sul tavolo.
-Ora siamo pari.- disse con decisione mentre Mary rideva al suo fianco.
-Ah. Ah. Ah. Molto spiritoso, davvero. - borbottò James mentre si rialzava, grondante di succo di zucca.
Sirius decise che niente e nessuno avrebbe rovinato quella giornata.
2 ore dopo...
La giornata era decisamente rovinata.
Sirius si accasciò sul tavolo da lavoro, facendosi ricadere i capelli scuri sul viso.
James, al suo fianco, borbottava tra sé e sé:
-Due occhi di pipistrello.. No aspetta, forse uno, no devo metterne prima uno e poi aggiungere l'estratto di veleno di.. Oddio perché è di quel colore? SIRIUS! La pozione ha un colore preoccupante.. Tipo la tua faccia quella volta che Lucius..- 
-Non mi interessa! - lo interruppe Sirius -non ho intenzione di passare due ore qui a decidere se questa cosa va tagliata o sminuzzata o tagliuzzata o affettata o..-  
-Black, Potter, come va qui?-
Entrambi si zittirono e sorrisero innocentemente al professor Lumacorno che li guardava preoccupato.
-Benissimo, signore!- 
-Potter, perché la vostra pozione è rossa? Dovrebbe essere di una chiara sfumatura azzurra..- 
Sirius sbuffò e alzò gli occhi al cielo contemporaneamente, poi disse:
-Non c'è problema, prof, la rifaremo.- 
Poi appena Lumacorno voltò la schiena, si lasciò ricadere sul tavolo, mentre James gemeva esasperato.
-Odio Pozioni.- borbottò, incrociando le braccia e mettendo il muso.
A Sirius scappò da ridere:
-Perché non vai a dirlo alla tua mammina?- 
James lo spinse, facendolo quasi cadere dalla sedia.
-Idiota.-
-Cosa ha detto, Potter?-
-Ehm.. La pozione è color carota!- 
Tutta la classe rise di sottecchi mentre il professore li guardava confuso, poi alzò le spalle e tornò a guardare la pozione di Lily ed Emmeline, che ovviamente era perfetta.
-Hey Evans, cosa devo mettere in questa brodaglia per farla diventare azzurra?- 
Lily alzò gli occhi al cielo e borbottò:
-Prova con dell'alga velenosa..- 
-Okay, grazie Lily!-
-No Potter, io non intendevo..-

Due ore dopo Sirius stava ancora ridendo, mentre James lo guardava storto.
-Cosa ne sapevo io che gli occhi di pipistrello e l'alga velenosa non devono mai essere mischiati? Ti sembra una punizione sensata per una piccolissima esplosione?-
-L'aula di Pozioni è da ricostruire Prongs e metà dei Serpeverde hanno i capelli polverizzati. E cosa più importante: mi hai dato letteralmente fuoco.-
-Sempre con i dettagli, tu!-
Stavano camminando nel corridoio del quarto piano, senza una meta precisa, da circa mezz'ora. Avevano deciso di marinare la scuola quel giorno dopo l'incidente dell'ora di Pozioni e si stavano godendo il silenzio, ma soprattutto avere l'intera scuola a disposizione.
I quadri sulle pareti li guardavano storto, poi li riconoscevano e anche a loro scappava un sorriso malizioso.
Sirius riguardò il foglio stropicciato che aveva in mano:

Hey McDonald, noi alla prossima ora non veniamo a lezione. Ci raggiungi?

Cosa ti fa pensare che io non voglia seguire la lezione, Black? Non siamo tutti delle capre come te.

Sul serio? Preferisci Erbologia?

Idiota, ci vediamo al quinto piano tra 45 minuti.

Erano passati ormai 40 minuti e lui e James stavano salendo le scale diretti al quarto piano.
-Stavo pensando: perché devo venire a fare il terzo incomodo tra te e Mary?-
Sirius lo guardò divertito e gli diede un pugno amichevole sulla spalla.
-Se avessi anche tu una ragazza non ci sarebbe il problema, o sbaglio?- 
James lo guardò malissimo, poi cambiò palesemente discorso:
-Pete e Rem?-
-Non volevano saltare lezione.-
-Che studenti responsabili.- esclamò James fingendo di parlare con la "r" moscia e aggiustandosi gli occhiali.
-Potter complimenti per l'imitazione, pensavo di essere stata sfamata da Lumacorno o un qualche Prefetto..- 
Entrambi si voltarono verso Mary che si avvicinava a passo sostenuto.
Sirius sentì una stretta allo stomaco quando l'immagine di lei avvinghiata al fratello gli apparse in testa, ma la scacciò aspramente. Oggi non era il giorno adatto ad una lite.
-McDonald! Giusto in tempo.- quando lei fu abbastanza vicina le avvolse un braccio attorno alle spalle e tutti gli altri pensieri sparirono quando sentì il suo profumo e lei si appoggiò sulla sua spalla con leggerezza.
-Jamie mi stava per dire quali incredibili sorprese avete preparato per il mio compleanno!- continuò Sirius che si aspettava una risposta incerta ed imbarazzata.
La ragazza invece sorrise furbescamente e sussurrò:
-Non ne hai idea.-
Sirius rimase interdetto per un secondo, poi decise che quella ragazza era perfetta.
Si sporse in avanti per baciarla e lei ricambiò  subito, ridendo contro le sue labbra.
-Ehm, io vado a cercare.. Si va bene, ci si vede più tardi, eh Sir? Ti lascio alla tua donzella, ma non ti azzardare a passare tutto il giorno con lei, che mi ingelosisco.-
Sirius sentì indistintamente i passi di James allontanarsi ma non si staccò da Mary.
Le passò una mano tra i capelli e si ritrovò a pensare a quanto gli piacesse fare quel gesto. Non era mai stato così con le altre ragazze, non si era mai soffermato su dettagli piccoli come le lentiggini sul viso, la smorfia che faceva quando tentava di non ridere. E poi, doveva ammettere che Mary era davvero bella. Aveva il fisico allenato di una giocatrice di Quidditch, ma conservava i tratti femminili di una ragazza.
Il flusso di pensieri fu interrotto da Mary che si staccò da lui per riprendere fiato e sorrise, le guance arrossate.
Poi, senza togliere le mani da dietro al collo di lui, mormorò:
-Sir, noi dobbiamo..- 
-No.- Sirius la interruppe e la sua voce più che un'esclamazione era una richiesta, quasi una supplica.
-Non possiamo far finta di niente.- sospirò Mary. 
-Perché no?- Sirius si sciolse dall'abbraccio e le voltò le spalle, fissando insistentemente il muro.
-Perché.. Perché non può che peggiorare le cose.- 
Sirius si girò verso di lei e si passò una mano tra i capelli.
-Okay.- disse semplicemente. "Okay" era l'ultima cosa che voleva dire in quel momento, ma con Mary non si riusciva a discutere. E anche se fosse, lui non aveva le risposte pronte, quella volta.
Mary prese un respiro e disse piano:
-Devo sapere cosa ne pensi.-
Sirius rise nervosamente:
-Io penso che tu non avresti dovuto baciarlo. Fine della storia.-
-Okay, questo lo avevo capito.- ribatté Mary secca.
-Allora non so cos'altro dirti!- sbottò Sirius.-Non avresti dovuto farlo! Punto. Tu più di tutti sai quanto io detesti questa situazione con la mia famiglia... E poi perché lo sai? Ah già: perché hai origliato mentre lo dicevo ai miei amici. Ma nonostante questo io mi sono fidato, h-ho pensato "Mary è una persona matura, di lei mi posso fidare" e credimi, io non mi fido di molte persone. Poi tu l'hai baciato, e so che non l'hai fatto apposta, so che non l'avresti mai fatto, ma mi dà fastidio perché...perché non li voglio nella mia vita! Mio fratello è solo un ricordo costante di quello che ho lasciato indietro: pensi che sia facile sbattersi quella porta alle spalle? Beh, no, non lo è. Hai vissuto con una famiglia che ti odiava fin da quando hai imparato a camminare? No? Allora non puoi pensare di capire quanto il fatto che tu, tra tutti, sia saltata addosso a lui mi faccia impazzire.-
Sirius non si era nemmeno reso conto di stare ancora parlando. Aveva lasciato i suoi pensieri uscire dalla sua bocca senza ritegno, come se tutti i pensieri negativi che aveva trattenuto fino a quel momento fossero straboccati in un unico sfogo.
Mary lo fissava con sguardo duro, i pugni stretti, gli occhi lucidi.
-Sai una cosa?- rispose lei- Sono stanca di chiederti scusa. Come hai detto tu, non lo farei mai apposta. Ma cosa posso fare? Tornare indietro e cancellare tutto? No, non funziona così. Se potessi lo farei credimi, ma non posso. E tu vedi di accettarlo, perché io non so cosa farci. Pensi di essere l'unico ad avere una famiglia problematica? Forse io non ho ripudiato la mia famiglia, forse io non ho abbandonato mio fratello al suo destino e ora mi sento in colpa, perché è così, non negarlo, ma mio padre quando torna a casa dal bar alza le mani e non si ferma. Hai idea di come stia io durante l'anno quando non sono lì con mia madre? Hai idea di quanto mi senta in colpa e di quanto ogni volta che ricevo una lettera da casa ho paura che mio padre abbia picchiato mia madre a morte? No. Perché tutti hanno i propri problemi, tutti combattono contro qualcosa, ma io al contrario di te, non riverso il mio senso di colpa sulle persone che mi sono vicine.-
Sirius era allibito. Mary non si era mai aperta così con lui, ma non l'aveva mai vista così arrabbiata. Voleva con tutte le sue forze che non avesse ragione, ma era così.
Abbassò lo sguardo.
-Quindi?-
Lei continuava a fissarlo.
-Vuoi... - chiese Sirius a malincuore.
-No.- Mary scosse la testa. Poi si girò di scatto, dandogli le spalle.
Sirius fece in tempo a vedere una lacrima cadere sulla guancia di lei, prima che Mary la asciugasse con la manica della camicia.
-McDonald io...-
Vide le spalle di lei tremare e pensò che stesse piangendo. No, no, non aveva idea di cosa fare in quelle situazioni. Soprattutto non era abituato a vederla in quello stato.
Titubante, le mise una mano sulla spalla e lei si girò, lasciandolo senza parole quando esibì un sorriso a trentadue denti. Non stava piangendo.. Stava ridendo?
-Siamo due idioti, Black.- rise lei.
Sirius rimase un attimo spiazzato, poi si accorse di quanto ridicola fosse quella situazione. E allora iniziò a ridere anche lui.
-Tu più di me, McDonald.-
-Di questo non sarei così sicura.- rise lei, poi gli prese la mano e si incamminarono verso le scale.
Era stata una discussione che non aveva portato da nessuna parte, rifletté Sirius. Ma era sicuro che nessuno dei due avrebbe risollevato l'argomento. Forse non era il modo giusto di discutere su una questione importante, ma nessuno dei due ne aveva voglia. A nessuno dei due importava davvero. Sirius realizzò che l'unica cosa che voleva veramente era stare con Mary.
Quindi mandò a fanculo tutto il resto. Adesso voleva solo passare una bella giornata.

NOTA DELLE AUTRICI:
Ehm.. Siamo tornate !(?)
Non odiateci, please.
Tempo di spiegazioni: abbiamo deciso di comune accordo di smettere di postare durante il periodo scolastico. Questo perché facciamo due licei diversi e i nostri impegni erano in contrasto. E poi beh.. Mancanza di voglia, sarò sincera. Con l'arrivo dell'estate abbiamo pensato di ricominciare anche se non vi promettiamo una puntualità estrema. Con questo capitolo riapriamo un po' la fanfiction e speriamo davvero che voi continuiate a leggere. Ne approfittiamo per ringraziare tutte le persone che hanno letto in questi mesi e a scusarci ancora per l'immensa pausa.
Black e Avada

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