Il cielo sta arrossendo
SPAZIO AUTRICE
Ciao amici! Eccomi qui pronta a tuffarmi in una nuova avventura. Prima che cominciate la lettura, ci tengo a dirvi che questo è solo un esperimento e che non ne garantisco la pubblicazione🤗. Il futuro di questa opera dipende da VOI: ovviamente continuerò il mio primo romanzo -The timeless chronicles: the legend of the immortal goddess- ( Anzi, invito chiunque non l'avesse ancora fatto, a dare un'occhiata😉) perchè nulla si lascia incompleto! Nonostante ciò, se la storia vi piacerà, sarò felice di continuare anche questo libro. Ora vi lascio alla lettura, e non dimenticate di farmi sapere che ne pensate! Un abbraccio!
BELIVE IN YOURSELF. ALWAYS.
C'era una volta il mare. Il profumo del mare, il colore delle onde che sfuma sul rosa all'arrivo del tramonto, il sole che scompare oltre la linea dell'orizzonte. Il calore della sabbia fina che mi riscalda i piedi ad ogni passo, il fruscio delle onde che giocano tra loro accarezza i miei capelli con le sue mani rincuoranti. Arrivo davanti la riva, colori del cielo sono mozzafiato e il sole a picco mi regala un calore non asfissiante come quando è in alto nel cielo, ma come la carezza di un padre ad una figlia dopo una giornata stancante di lavoro. Pura e sincera.
Alzò le mani che sono trasportate dal vento, mi sento libera. Chiudo gli occhi. Delle braccia forti, possenti e protettive, mi regalano un calore che è incomparabile a quello del sole e da cui mi sento protetta e amata. Quelle braccia mi cingono la vita e io abbasso le mie stringendole a mia volta. Il mio lungo vestito di seta bianca svolazza con il vento e i miei piedi sono accarezzati dal suo tessuto insieme alla sabbia. Riapro gli occhi e mi appoggio alle sue spalle. Uno spettacolo meraviglioso si erige davanti ai nostri occhi.
-Il cielo sta arrossendo, dev'essere innamorato- Dopo queste parole mi scappa un sorriso, e stringo ancora di più le braccia che mi cingono. Anch'esse mi stringono più forte, e le sue mani accarezzano le mie.
Anche lui sorride.
-Tua sorella è brava a guidare, devo ammetterlo, ma mai come il qui presente. Tu che ne pensi, Lisa?- Il tocco pesante di una mano sulla mia coscia mi costringono a svegliarmi. Il ronzio della strada trafficata rende sempre più lontano il fruscio del mare, fino a farlo scomparire. Mi accorgo solo dopo di quella mano sulla mia gamba e salto scostandomi leggermente dal sedile. Arrossisco- Quello che penso è che se fossi meno modesto, a quest'ora avresti già la patente. Comunque, ho perso il conto di quante buche prende in pieno con le ruote Eleonora e non ho mai avuto il privilegio di salire su una macchina con te al volante. Quindi direi che siete in parità - La mia mente per fortuna è sempre pronta e anche questa volta mi salva dall'ennesima situazione imbarazzante. Quella mano è di Daniel, il fidanzato di mia sorella, con cui esce da più di due anni. Dal sedile del passeggero egli mi stringe la mano. Daniel non è per nulla seccato da ciò che ho appena detto, anzi, è colpito dalla mia risposta- Complimenti, piccola. Se non sapessi la tua età, ti darei almeno venti cinque anni per la tua prontezza e intelligenza. Ele, non credo che quest'anno ci sia bisogno di farle una lavata di testa ogni volta che esce di casa per fare la spesa. Come vedi, ha la prontezza di una vera donna.
Non posso fare a meno di ridere, sapendo che la provocazione è per mia sorella. Eleonora stacca per un attimo la mano destra dal volante e da un pugno sulla spalla a Daniel, che le fa finta di sentire dolore, cosa che continua a farmi ridere di più. Ele sbuffa- Zitto, Daniel. Come sua sorella maggiore ho il dovere di informarla dei pericoli che può correre. Perciò la stiamo accompagnando al cinema.
-Mi fa molto piacere passare del tempo con Lisa- Alle parole di Daniel sento il viso avvampare- Ma il cinema si trova dall'altro lato del centro storico rispetto a dove abitate voi. Non ti sembra esagerato prendere la macchina per così poco? È più lontano il supermercato...
-Zitto. Cosa c'è di male se desidero trascorrere del tempo con lei? Per di più, si sta facendo buio. E poi io guido benissimo.
-Sicuro. Però invece di parlare ti consiglio di girare a destra se non vuoi che il comune ti faccia causa per aver distrutto il teatro. Eh?- Eleonora gira appena in tempo prima di prendere in pieno l'edificio. La ragazza guarda imbronciata il fidanzato che intanto si gira verso di me regalandomi uno splendido sorriso divertito. Io lo ricambio con una risata.
Mi chiamo Lisa e ho appena compiuto diciassette anni. Sono grata di tutto quello che la vita mi ha regalato: una sorella maggiore che mi ama, anche se certe volte mi sembra di essere io la sorella più grande. Un padre, che nonostante sia molto assente per il suo lavoro, ci mantiene, anche se non sempre ci consente di mantenere una vita agiata. Un tetto sopra la testa, del cibo da mettere sotto i denti. Una madre, che se non fosse nelle condizioni in cui è ora, sarebbe stata la donna e la madre più amorevole di questo mondo. So perfettamente il nome del male che affligge mia madre da cinque anni, ma sarebbe troppo doloroso da pronunciare. Quindi non lo faccio mai, solo per lo stretto necessario. E anche quando c'è la necessità di pronunciarlo, il mio cuore smette momentaneamente di battere.
Non sono bella, o per lo meno per gli standard odierni di come una giovane donna dovrebbe essere, non lo sono. Quando ero piccola, mia mamma non faceva altro che dirmi quanto ero bella. Non che non mi fidassi di lei, ma la cosa doveva essere vera sul serio poiché quando mia mamma camminava con me nella mano, le sue amiche e conoscenti si complimentavano di quanto fosse graziosa la sua bambina. Alle elementari, tutti i bambini hanno iniziato ad innamorarsi di me. O come diceva mia madre, delle "simpatie". Ho le lentiggini su tutto il naso e gli occhi scuri a mandorla: doveva essere questo viso magnetico ad ipnotizzare le persone adulte che puntualmente mi riempivano di regali.
Così, ogni mattino, mia madre mi colmava di complimenti quando spazzolava i miei capelli davanti allo specchio. Poi i miei capelli si sono arricciati e sono divenuti troppo arruffati e annodati per essere pettinati. Poi mia mamma si è ammalata e non ha più potuto farmi i complimenti.
Non ne faccio un dramma per il mio aspetto: alla fine penso di avere uno sguardo espressivo e mi piace il mio viso. Per quanto riguarda il mio corpo, beh...è il mio corpo, quindi me lo faccio andare bene. Non sono magrissima, ma neanche grassa. Ho delle cosce e delle spalle molto muscolose a causa della ginnastica ritmica che ho praticato per dieci anni al livello agonistico. Non ho una pancia piattissima, alcune volte è gonfia per la redenzione idrica, altre volte no. Non è perfetto, ma chi infondo lo è? Non ricalca i canoni odierni ma mi tiene bene in vita perché è in salute. Quindi per me è perfetto.
Vorrei che mia madre potesse tornare a dirmi quanto sono bella, non per la frase in sé, ma perché amavo sentir pronunciare quelle parole dalla sua voce. Mi faceva sentire veramente bella e apprezzata. Anche se non facevo altro che dirle che non era vero.
Non so se mi manca qualcosa o se ho bisogno d'altro. Non mi piace essere un'ingrata, perché la vera felicità è desiderare ciò che si ha e non desiderare qualcosa d'impossibile, altrimenti si passerebbe la vita ad essere infelici per aspettare un sogno che non si avvererà mai. Solo su una cosa non riesco a comportarmi in questo modo: la cosa che sogno di più al mondo è diventare un'attrice, forse è questa l'unica certezza che ho nella mia vita. Anche se non ho nemmeno i soldi per pagarmi la scuola di recitazione, lo desidero così tanto che so che qualcosa prima o poi mi porterà una fortuna. So che è la mia vera strada, io e la scena siamo una cosa sola. Quindi non mi arrendo e infatti scrivo, scrivo e scrivo ancora ciò che poi recito. Anche se solo davanti allo specchio del bagno di casa mia. Mia mamma da giovane era un'attrice di teatro. Lei non voleva essere famosa, no, ma aveva un vero obiettivo. -Voglio che le persone che vi sentono e vedono capiscano il messaggio che sto mandando loro, voglio trasmettere delle emozioni che ricorderanno per tutta la vita. Che sia il pianto o una risata. Che sia un dolore struggente o una gioia infinita. Che sia qualcosa di buffo o che faccia riflettere.
Il mio scopo nella vita è far EMOZIONARE. Quando si è sposata, mia mamma si è dedicata a tempo pieno a fare il genitore e a rinunciato al suo sogno. Mi chiedo come ci si ossa accontentare solo di questo: l'amore è importante nella vita, ma anche la libertà. Voglio realizzarmi anche per lei che non ha potuto farlo.
Non aspetto la manna dal cielo che cambi la mia esistenza, perché la vita è come un grande puzzle che stiamo montando. Se si sbaglia qualcosa, prima o poi si fa sempre in tempo a modificarlo. E se non fai in tempo, puoi sempre aiutare gli altri per evitare che intacchino nel tuo stesso errore. Ma come si fa ad aiutare gli altri se sono ciechi?
-Allora, qual è il film per cui tua sorella si è così tanto smobilitata da portarci addirittura in macchina?- Daniel rigirò il coltello nella piaga facendomi questa domanda mentre Ele parcheggia.
-Oddio, non dirmi che è un horror?!- Eleonora blocca d'improvviso la manovra e veniamo tutti sballottati dall'urto. Deve aver preso la cosa seriamente, per non parlare del fatto che Daniel continua a provocarla.
-Certo che no!- Rispondo io diventando rossa in viso per farle capire l'esagerazione della domanda. Intanto Daniel l'avvisa che dietro di noi, tre macchine stanno ripetutamente suonando il clacson perché la nostra macchina sta bloccando la strada.
-Si, ecco! Che modi...uno non si può fermare un secondo, che danno subito in escandescenza.
Daniel riapre la conversazione che avrei tanto voluto interrompere per evitare una seconda sclerata di mia sorella- Quindi, di che cosa si tratta?
-Indovina!- Dico con una faccia sorniona: mi pacerebbe sapere se ricorda di tutte le cose di cui abbiamo parlato. Parlavamo moltissimo, lunghissime chat piene di ogni argomento possibile e di ogni frase senso. Qualunque argomento messo sulla piazza, noi ne avevamo già parlato. Sembravamo quasi fatti apposta per non stancarci mai delle risposte dell'altro. Siamo anche passati per "quell'argomento": molti considerebbero scandaloso parlarne con il fidanzato della propria sorella, ma con Daniel è risultato praticamente il contrario. È riuscito a farlo sembrare ai miei occhi un argomento così semplice e spontaneo, che la mia mente ha archiviato il discorso come una delle nostre tante conversazioni. Tanto, qualsiasi cosa fosse mai stata tirata in ballo durante i nostri scambi di opinioni, si era sempre conclusa con una risata. E Quella volta non aveva fatto eccezione.
Peccato che a lui non importi tanto di me quanto importa a me di lui.
-Mh...Scommetto che si tratta dell'ultimo film romantico più gettonato dell'anno!- Daniel mi fissò con il sorriso di chi è convinto di essere nella ragione. Ma purtroppo é talmente concentrato sull'autocompiacersi, che non si accorge di essere nel torto.
Sospirai alla sua risposta, mentre mia sorella scoppia a ridere senza trattenersi neanche un po'. Da un lato mi aspettavo una risposta del genere, tipica di Daniel, ma dall'altro non voglio credere che tutte le cose che gli ho confessato gli siano uscite dalle orecchie come sono entrate. Mi limito a guardarlo male dallo specchietto retrovisore e lui ricambia con una faccia stralunata, di chi non ha la più pallida idea di cosa abbia detto di sbagliato. Non riesco a credere che mi consideri una ragazza così banale nei gusti, dato che mi conosce bene.
-Non posso credere che tu abbia così poca fantasia!- Mia sorella mi legge nel pensiero e dice le cose che io non ho il coraggio di dire- Sin da piccola, Lisa si è sempre dovuta distinguere dai suoi coetanei in tutto ciò che faceva o diceva, sembra quasi che tu non sappia quanto vada contro corrente!
-Così però mi stai descrivendo come una pazza egocentrica-Dico imbarazzata ad Eleonora che finalmente ha parcheggiato la macchina e ha smesso di litigare con il freno a mano: a causa della sua poca praticità con lo strumento, ha reso quei tre minuti i momenti più interminabili della mia vita, sballottandomi ancora di più da una parte all'altra e aumentando il mio imbarazzo.
- E poi io non ho alcuna intenzione di andare contro corrente...credo solo che pensare con la propria testa renda liberi di vivere la propria vita al meglio.- Continuo a strapparmi via tutte le pellicine delle dita sapendo che Daniel assiste alla conversazione in religioso silenzio. Forse si sente in colpa per aver scatenato l'uragano sorelle Favola e onestamente mi dispiace per lui, perché una volta creato e davvero difficile farlo smettere.
-Vedi, anche adesso lo hai fatto! Ti è bastata una semplice frase spontanea per far capire che sei diversa...- Eleonora non riesce proprio a capire che è tutto inutile con me, so che vuole aiutarmi, ma lei dovrebbe sapere quanto io mi "diverta" a sbattere il grugno. Io liquido subito l'argomento: mi accorgo che Daniel ci guarda entrambe con uno sguardo mortificato e io cerco di giustificarlo. Non mi piace che le persone si sentano in colpa senza motivo- Comunque è una commedia: Sogno di una notte di mezza estate.
Una lampadina si accende nella testa di Daniel- Shakespear!- Inizia ad esultare mentre scendiamo dalla macchina.
Mia sorella ha appena parcheggiato in una delle viuzze del centro storico della città, dove il traffico è contenuto ed è possibile scendere dalla macchina senza che lo sportello venga scaraventato via dalla furia dei veicoli in corsa. Appena fuori, respiro a pieni polmoni e assaporo quella tiepida e dolce ebrezza di fine estate lasciando che la luce del sole al tramonto mi riscaldi. Da qui, la vista della città al crepuscolo è mozzafiato: la luce che s'infrange sulla torre del comune per poi scagliarsi su quel labirinto di infime e avvolgenti stradine rende il paesaggio surreale.
Mia sorella schiocca due dita davanti al mio viso riportandomi alla realtà- Ehi, bella addormentata nel bosco! Vogliamo andare? Altrimenti addio al tuo bel film.
I miei occhi si posano sulla bellezza strabiliante di Eleonora: è alta leggermente più di me e ha un fisico completamente diverso dal mio. Non che io sia in carne, ma lei ha tutte le carte in regola per intraprendere una carriera da modella, mentre io sono molto più formosa. Il mio è il tipico fisico "mediterraneo", il suo è quello a cui potrebbe stare bene anche uno straccio. I sui occhi sembrano delle pietre azzurre incastonate, le labbra rosee e fine, i capelli lisci e neri che fallo capolino sulle spalle ad incorniciare il viso tondo.
Poi il mio sguardo si posa su Daniel: i suoi occhi verde magnetico sono la caratteristica di lui che mi impedisce di spostare gli occhi da un'altra parte non prima di quindici secondi, ha i capelli corti e biondi, un neo sotto lo zigomo della guancia. È vestito a mio parere in maniera impeccabile: indossa una camicia bianca, un paio di jeans, e una giacca di pelle nera. Ai piedi un paio di Reebok bianche, il tutto completato da un paio di occhiali rotondi, molto alla Harry Potter. Mentre abbraccia mia sorella, guardo in basso fissando le mie convers che avrebbero bisogno di una bella lavata. Eleonora e Daniel sono quelle due tipiche persone che sembrano essere geneticamente programmate per stare insieme. Dopo qualche secondo sento due braccia cingermi le spalle: mi ritrovo a camminare tra loro due verso il cinema e il mio umore è magicamente più sollevato. Sono questi i momenti in cui penso che noi tre saremmo in grado di fare tutto, di arrivare in capo al mondo. Poi però mi ricordo che loro sono la coppia e io... Beh, io sono la terza in comodo. Ma loro non me lo fanno mai pesare perché mi vogliono bene.
Continuiamo a ridere e scherzare sulla conversazione cominciata in precedenza e io me ne esco con un'altra perla di saggezza, che indispettisce non poco mia sorella – Sapete perché mi piacciono le commedie? Perché rappresentano la realtà che tutti noi cerchiamo di nascondere dietro le apparenze. Ma allo stesso tempo sono in grado di ironizzare i problemi che ci affliggono senza farne un dramma e sono in grado di rendere la visione dello spettatore sul mondo positiva.
Eleonora iniziò a ridere e a brontolare allo stesso tempo, mentre Daniel assunse un'aria cupa e malinconica.
-Ho detto qualcosa che non dovevo dire?- Lo guardai allarmata, anche mia sorella bloccò di colpo il suo teatrino.
- No è che...questa frase mi ha fatto pensare a Federico, anche lui la duce sempre- La frase successiva venne bloccata sul nascere per colpa di un'occhiata inferocita di Eleonora.
Io parto subito all'attacco, non mi avevano mai tenuto nascosto qualcosa- Chi è questo Federico? Cos'è questa storia?
Daniel guardò mia sorella- Dai. È inutile tenerglielo nascosto, tanto prima o poi lo dovrà vedere alla mia festa. Che ti piaccia o pure no- Lei annuì semplicemente sospirando e lui continuò- Federico è mio fratello maggiore. Quattro anni fa, a soli vent'anni, è andato via di casa, ma ora è tornato.
-Scusa, ci conosciamo da quasi due anni e tu non mi hai mai detto che avevi un fratello?! E tu lo sapevi!- Sbotto a metà tra l'attonita e la delusione verso Ele- E per quale motivo non avrei dovuto sapere?
-Per nessun motivo, è chiaro...- Mia sorella rispose in modo vago per poi cambiare subito espressione, lasciandomi molti dubbi in merito alla questione- Forza entriamo, altrimenti il film comincia!
Ci trascina alla biglietteria e mentre lei compra i biglietti i miei occhi vagano; il cinema della città è sempre stato un buco, con appena due sale e una biglietteria minuscola, dove quando c'è gente si rischia di non uscirne quasi più. Tra le varie locandine appese sul muro, il mio sguardo cade su un annuncio: Cercasi personale. Non faccio nemmeno in tempo a chiedere informazioni che ci catapultiamo in sala. Il film è già cominciato, ma io l'ho visto così tante volte da sapere anche il minuto preciso. Fi facciamo largo tra i piedi delle altre persone e finalmente ci sediamo.
I miei occhi sono incollati per tutto il film tutt'altro che allo schermo: Il volto pacato e assorto di Daniel mi impedisce di cambiare prospettiva. I suoi occhi brillano grazie alla luce che arriva dal proiettore
Una delle conversazioni mie e di Daniel preferite, è quella sul coraggio. Noi abbiamo decretato che esistono tre tipi di coraggio: il coraggio di affrontare gli altri, il coraggio di mostrare noi stessi, il coraggio di ammettere la verità. Io ho sempre detto di essere molto coraggiosa, di avere tutto il coraggio necessario per affrontare il mondo. Ma in realtà ho mentito perché non sono coraggiosa, neanche un po'. E non riesco ad ammetterlo a me stessa.
Mi chiamo Lisa, ho diciassette anni, la mia famiglia è andata a puttane, mia madre è malata. Ah già, dimenticavo, sono innamorata del fidanzato di mia sorella.
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