Parte 9
Uno dei luoghi che Lubov non sopportava del regno umano erano i locali, e quello in cui si trovava non era da meno.
Essere lì era più sopportabile rispetto a doversi recare al palazzo del regno di fuoco, ma questo pensiero non lo consolava né bastava a rendere la sua permanenza piacevole.
Stava insieme ad Einrich da una settimana ormai e negli ultimi giorni non avevano fatto altro che uscire. Erano stati al parco, al centro commerciale, persino di nuovo a casa dell'umano.
Quella sera però era una cosa diversa. Era stata organizzata un'uscita da qualcuno degli amici di Einrich e il ragazzo aveva insistito perché anche lui si unisse al gruppo; così si era trovato seduto sul divanetto di quello squallido locale, con la musica a volume così alto da risultare fastidiosa.
Le persone intorno a lui si scambiavano effusioni e Lubov non se ne stupiva più ormai.
Dall'altra parte del tavolo c'era anche Hanna. Rideva senza contegno mentre un ragazzo la teneva avvinghiata a sé, e di tanto in tanto sorseggiava il cocktail azzurro che aveva tra le mani.
Ormai vedere la ragazza in atteggiamenti intimi con qualcuno non gli faceva nessun effetto.
Einrich era accanto a lui. Tranquillo, beveva il suo drink mentre ascoltava il discorso di un amico. Lubov anche quella sera aveva ordinato un analcolico, non era interessato a provare altro. Non era più una questione di principio, di non è cosa per noi. Aveva visto gli effetti dell'alcol sulle persone e non voleva assumere un comportamento indecoroso come il loro. Era pur sempre il sovrano del regno di ghiaccio, anche se appariva come un qualsiasi, debole, umano.
Einrich non esagerava mai con gli alcolici e quella sera non sarebbe stata un'eccezione. Aveva già detto ai suoi amici che lui ed Adam si erano messi insieme, era troppo felice per tenere la notizia per sé. Loro stranamente, vedendoli arrivare insieme, si erano risparmiati le solite battutine che facevano sempre quando lui gli presentava il nuovo ragazzo di turno.
Forse l'atteggiamento serio di Adam li aveva un po' intimiditi, tanto che avevano pensato non sarebbe stato divertente provocare qualcuno come lui. Non che lui fosse aggressivo, non lo aveva mai dimostrato ed Einrich era pronto a scommettere che non aveva mai fatto male ad una mosca. Inoltre il suo corpo snello era la prova schiacciante che lui non passava il tempo scatenando risse.
Non che lo avesse visto completamente nudo, per il momento.
Einrich sospirò sommessamente.
Era proprio vero che Adam sembrava venire da un altro mondo. Dopo una settimana di frequentazione, non si erano spinti oltre gli abbracci, le carezze e il tenersi per mano.
Einrich sperava in un bacio al più presto, ma Adam non aveva mai tentato e qualcosa aveva dissuaso lui dal tentate a sua volta. Forse non c'era mai stata l'atmosfera giusta, o forse era colpa proprio dell'espressione seria che spesso aveva l'altro.
Non lo biasimava per non averlo baciato.. il fatto che prima gli piacesse Hanna era la prova che fosse interessato alle ragazze. Probabilmente solo alle ragazze.
Non voleva forzarlo, ma sperava che quella fosse la serata buona. Non lo avrebbe lasciato andare senza averlo baciato.
Lubov non si faceva tanti problemi per il bacio. Anche lui avrebbe voluto baciare Einrich, ma non aveva idea di quale potesse essere il momento giusto per farlo. Aveva pensato di lasciar fare all'altro, ma il ragazzo non aveva ancora tentato quel passo con lui. Probabilmente, così pensava Lubov, per lui non era ancora il momento giusto.
Gli amici con cui stava parlando Einrich si alzarono dicendo che volevano ballare. Il ragazzo rimase seduto, si limitò a salutarli e spostò sguardo su Lubov, che lo stava tenendo d'occhio già da un po'. Posò il drink sul tavolo e gli sorrise.
Lubov si sentì osservato dalla testa ai piedi. Indossava dei vestiti che Einrich aveva scelto, consigliandoglieli appositamente per quella serata.
"Stai proprio bene stasera" gli disse il ragazzo, facendosi ancora più vicino. "Sei ancora più affascinante del solito.."
Abbassò lo sguardo. Temeva di pentirsi di quello che avrebbe detto. Temeva la sua reazione, ma non poteva lasciarsi bloccare da questo.
"Vorrei proprio baciarti" continuò, sentendosi arrossire.
Le sue parole stupirono Lubov, che per un attimo non seppe cosa dire. Completamente preso alla sprovvista, ancora insicuro su come fosse meglio rispondergli, gli si avvicinò a sua volta.
"Allora fallo" disse poi, abbassando d'istinto lo sguardo.
Einrich sembrò sorpreso dalla risposta, esitò un attimo prima di agire. Appoggiò una mano sul viso di Lubov e, con delicatezza, poggiò le labbra sulle sue.
Fu un momento così breve che Lubov si ritrovò, un attimo dopo, con gli occhi sbarrati, a domandarsi cosa fosse successo.
Si sentiva in imbarazzo, ma anche confuso. Einrich fece toccare di nuovo le loro labbra e questa volta il contatto non si interruppe subito.
Lubov sentì la morbidezza delle labbra dell'altro e il suo sapore di liquore, intenso e infuocato.
Le loro labbra si cercavano quasi d'istinto, quella piacevole sensazione di essersi in qualche modo uniti non bastava mai.
Einrich fece scorrere la mano destra fino alla sua nuca, mentre faceva scivolare la sua lingua nella bocca semiaperta dell'altro. Adam non era sembrato contrario al bacio, anzi pareva che stesse apprezzando la cosa. Si era rivelato un gran baciatore, tant'è che quel bacio bollente era bastato a farlo eccitare. Il ragazzo doveva ammettere che probabilmente anche l'astinenza degli ultimi mesi ci aveva messo del suo, ma poco importava. Aspettava quel momento da tanto e avrebbe voluto che durasse in eterno.
Quando smisero di baciarsi, un amico alle spalle di Einrich disse loro qualcosa che, sovrastato dalla musica, suonò come "prendetevi una stanza".
Il ragazzo ridacchiò e lo ignorò.
Adam aveva un'aria spaesata che lo fece sorridere.
"Va tutto bene?" gli chiese.
"Sì.." ammise l'altro, con lo sguardo puntato altrove. "È solo che.. Non avevo mai baciato nessuno prima d'ora"
Einrich rimase spiazzato. Si domandò se fosse per questo che Adam non aveva provato a baciarlo prima, perché temeva di non saper come fare, non avendolo mai fatto. E comunque si era rivelato essere un ottimo baciatore, cosa sorprendente se vista alla luce di questa notizia.
Gli venne da ridere. Si era fatto varie paranoie sul perché non si fossero ancora baciati, invece il problema era molto più semplice di quanto credesse.
Lo baciò ancora.
I baci non gli bastavano più, voleva andare oltre.
Resistette per tutta la serata, poi, quando l'amico che li stava accompagnando si fermò davanti alla casa di Adam, gli chiese se poteva fermarsi a dormire da lui.
Accettò.
Mentre lo seguiva sul vialetto, Einrich si domandò se, vista la sua inesperienza in amore, avesse capito il vero senso della sua richiesta.
Era consapevole che forse stava chiedendo troppo, ma ci avrebbe provato lo stesso.
Adam era inesperto, ora lo sapeva, ma era anche adulto e in grado di prendere le sue decisioni. Einrich glielo avrebbe chiesto, sarebbe stato a lui accettare o meno. In caso di risposta negativa non intendeva fargliene una colpa, ma non si sarebbe trattenuto dal provocarlo un po'.
Adam viveva in una villetta piccola e semplice all'esterno.
Lo seguì all'interno, curioso di sapere come fosse fatto quel luogo.
Quello che vide andava oltre ogni sua immaginazione, tanto da lasciarlo senza parole e svuotargli la mente dai pensieri che aveva avuto prima.
L'interno della casa era di una semplicità disarmante. C'era solo il necessario, e niente era fuori posto. Non c'erano foto alle pareti o decorazioni particolari, non c'era niente che lasciasse intendere la personalità di chi vi abitava.
Niente.
Solo dopo essersi guardato intorno attentamente notò, sul pavimento del salotto, vicino ad un muro, delle candele consumate. Sul muro si vedevano appena dei segni lasciati con la cera.
Gli vennero i brividi.
I suoi istinti si attivarono e gli suggerirono di scappare via.
Chi era Adam? Poteva dire di conoscerlo davvero?
Si rese conto che no, non lo conosceva. Non sapeva niente di concreto su di lui. Temette di essere stato preso in giro ed essersi cacciato in una trappola, o quantomeno in una situazione pericolosa.
Decise di darsi una calmata, forse si stava preoccupando per niente. Doveva solo stare calmo e parlargli sinceramente, si convinse di questo.
Lubov era andato nella sua camera da letto a cercare un indumento da prestare ad Einrich per la notte. Per fortuna aveva qualcosa di adatto.
Al castello era abituato ad un certo tenore di vita, mai una volta aveva dovuto sbrigare le faccende domestiche. Una volta arrivato lì, però, era cambiato tutto. Era da solo e se voleva che qualcosa fosse pulito o in ordine doveva pensarci lui.
Per questo aveva imparato le basi del tenere in ordine la casa e le aveva messe in atto, appena in tempo. Non credeva che presto avrebbe avuto ospiti, ma si sentiva tranquillo sapendo che la casa era abbastanza pulita e ordinata.
Appoggiò i vestiti sul letto e tornò in salotto, trovando Einrich in piedi in mezzo alla stanza, spaesato.
"Tutto bene?" gli chiese, avvicinandosi.
Quando arrivò ad essere a un passo da lui, Einrich indietreggiò.
Fu lui stesso il primo a stupirsi delle sue azioni, ma ormai era troppo tardi.
Era come se Adam gli facesse paura.
Si rendeva conto che forse stava ingigantendo la situazione, ma qualcosa dentro di lui insisteva che non era questo il caso.
E una parte di lui insisteva a voler restare lì, mentre tutti i suoi sensi gli dicevano di darsi alla fuga.
Spazio autrice
Buongiorno. Mi scuso per non aver aggiornato ieri, ammetto che me ne sono dimenticata..
Questo capitolo è breve, ma spero che vi sia piaciuto comunque. Se vi va di farmelo sapere lasciate una stellina o un commento con le vostre impressioni.
Alla prossima ❤
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