Parte 8
Einrich tornò a sedersi accanto ad Adam. Nel farlo, si rese conto degli occhi dell'altro puntati su di lui.
La cosa lo imbarazzò, ma lo rese anche felice.
Lo vedeva tranquillo, rilassato, ma non riusciva a carpire altro dalla sua espressione.
"Ti sta piacendo il film?" gli chiese, per spostare la sua attenzione altrove.
"Sì, molto" rispose Adam, tornando a guardare il televisore. "Non lo avevo mai visto"
Si sorprese di sentirglielo dire, considerando che quel film era un classico.
"Io l'ho visto molte volte, quando ero piccolo" gli disse, sorridendo al ricordo degli anni passati.
Quel film non lo annoiava mai, anche se ormai lo conosceva bene. Gli dava un senso di tranquillità e nostalgia.
Dopo l'interruzione della gatta, l'atmosfera nella stanza sembrava cambiata.
Einrich mise in bocca un paio di popcorn e improvvisamente sentì che il braccio sinistro di Adam gli aveva avvolto di nuovo le spalle.
Così, senza che lui facesse finta di sbadigliare o altro, lo aveva fatto e basta.
Quanto era diverso, Adam, da tutti i ragazzi che conosceva.
Einrich seguì l'istinto e lentamente gli si fece più vicino, arrivando ad appoggiare la testa sul suo petto.
"Ti do fastidio?" osò chiedere, quando ormai aveva fatto.
"No" rispose Adam, dopo un attimo di esitazione.
Alzando gli occhi su di lui, Einrich lo vide tranquillo. Il suo viso non lasciava trapelare disagio o agitazione, ma in quella posizione riusciva a sentire il battito accelerato del suo cuore.
Lui non gli era indifferente.
Einrich sorrise e si imbarazzò allo stesso tempo, ma tenne lo sguardo basso per non darlo a vedere.
Smise di pensare al film e dopo un po', senza accorgersene, crollò addormentato.
Lubov si accorse subito che il ragazzo si era addormentato e se ne stupì.
Si trovava ancora appoggiato a lui, con un'espressione beata in volto.
Spostò completamente la sua attenzione dal film ad Einrich.
Studiò con lo sguardo il suo viso, la carnagione chiara, le lunghe ciglia, appena più scure dei capelli biondi. La sua bocca era semiaperta e, per la prima volta, Lubov la guardò con grande interesse.
Se tutto fosse andato per il verso giusto, presto loro due si sarebbero baciati.
Baciarsi era un'azione puramente umana, le bestie non lo facevano. Attraverso gli specchi aveva visto gli umani darsi dei baci e poi, una volta giunto lì, gli era capitato di assistere a dei baci dal vivo.
Anche nel film, pochi minuti prima, c'era stata una scena con un bacio.
Lubov si domandò come si facesse a baciare. Se bastava avvicinarsi abbastanza da far toccare le labbra o c'era dell'altro. Si domandò se fosse davvero una cosa piacevole come sembrava, visto che gli umani lo facevano spesso.
Lentamente si mosse e, premurandosi di essere delicato, passò il dito indice della mano destra sul labbro inferiore di Einrich.
Ebbe l'impressione che fosse morbido.
Passò poi il dito sulle proprie labbra, rendendosi conto che anche le sue erano morbide.
Che bastasse la morbidezza delle labbra a rendere piacevole il gesto di baciare?
Non sapeva praticamente nulla sull'argomento e la cosa lo preoccupava. Voleva sapere per capire come farlo. Voleva provare, provarci con lui.
Quando il film finì e comparvero i titoli di coda, Lubov svegliò con delicatezza Einrich, scuotendogli piano un braccio.
Einrich aprì gli occhi e se li stropicciò, poi si rese conto di quello che era successo.
"Scusami, non volevo addormentarmi su di te" disse, dispiaciuto.
"Non preoccuparti, non mi ha dato fastidio" gli rispose Adam, con un sorriso sincero che gli si disegnava sul viso.
D'istinto ricambiò il sorriso.
Si tirò a sedere e furono di nuovo faccia a faccia, più vicini del dovuto.
Einrich si imbarazzò, ma non distolse lo sguardo.
"Posso.. farti una domanda personale?" gli chiese.
Adam annuì.
"I tuoi occhi.. come mai sono così?"
L'espressione di Adam non vacillò, ma lui abbassò lo sguardo per un attimo.
"Non volevo offenderti, sono solo curioso" precisò Einrich, per paura di una reazione negativa dell'altro. "È che non ho mai visto qualcuno con degli occhi simili"
"Non mi hai offeso. Sono una cosa di famiglia, li ho ereditati da mio padre" rispose.
"Sono.. veramente belli e particolari" aggiunse Einrich, sforzandosi di non distogliere lo sguardo per l'imbarazzo.
Adam sorrise di nuovo, facendolo sentire ancora più felice. Si sentiva davvero felice quel giorno, in sua compagnia, come se per qualche motivo fosse improvvisamente diventato troppo emotivo. Adam gli faceva quell'effetto.
"Voglio conoscerti meglio.." pensò ad alta voce, sentendosi ancora più in imbarazzo. Il senso di agitazione insieme a quello di irrequietezza erano tornati. "È bello parlare così, di solito ho l'impressione che tra di noi ci sia un muro, ma non oggi" continuò.
Adam non distolse lo sguardo dal suo. "Anche io voglio conoscerti meglio"
Per Einrich era incredibile come lui riuscisse a dire certe cose senza mostrarsi imbarazzato.
Voleva conoscere tutto di lui e sarebbe stato felice di raccontargli tutto di sé.
Con quell'atmosfera, quella distanza ravvicinata tra di loro.. sentiva il bisogno di contatto fisico.
Si avvicinò di qualche centimetro ma poi si fermò, insicuro.
"Posso abbracciarti?" gli chiese.
Adam sgranò di poco gli occhi e un leggero rossore comparve sulle sue guance.
Einrich fu sorpreso da quella reazione, sgranò anche lui gli occhi mentre assisteva alla scena. Senza ulteriore preavviso annullò la distanza tra i loro corpi, stringendolo a sé.
Lubov si era imbarazzato quando Einrich gli aveva chiesto di poterlo abbracciare. Lui stava già pensando ai baci, anche se non aveva detto nulla a riguardo credeva di essere stato comunque un insolente. Però la richiesta gli aveva fatto piacere.
Ora, tra le braccia dell'altro, stava provando un mix di sensazioni piacevoli e difficili da descrivere.
Nessuno lo aveva mai abbracciato, nessuno a parte la sua defunta madre, quando era ancora piccolo.
Le bestie non erano affettuose quanto gli uomini e in quel momento si sentì estremamente grato del fatto che gli uomini fossero così.
Grato e felice di essere lì.
Riusciva a sentire il calore corporeo di Einrich e si sentiva come se fosse a casa, al sicuro.
Sperava che quel contatto non finisse mai.
Spostò le braccia portandole alla schiena dell'altro, per stringerlo a sua volta.
Lo sentì sussultare, forse preso alla sprovvista sentendo che stava ricambiando il gesto d'affetto.
Anche Einrich sarebbe voluto rimanere così per sempre, ma iniziò a pensare che forse, se avesse prolungato ancora quel momento, avrebbe dato fastidio ad Adam.
Fu così che si decise ad allontanarsi, lentamente, mettendo fine a quel contatto.
Spense la tv usando il telecomando e si alzò, ancora con un lieve sorrisetto sulle labbra.
Non riusciva a smettere di essere felice per via di quello che stava succedendo.
"Andiamo di là, ti offro un tè" disse.
Adam si alzò e lo seguì, senza obbiettare.
Una volta aperta la porta della cucina, la gatta Ribbon schizzò fuori alla velocità della luce. Fece un salto di lato quando si ritrovò davanti Adam, come spaventata, poi continuò la sua fuga verso un'altra stanza.
Einrich si limitò a scuotere la testa, proprio non capiva la sua reazione.
Adam era una così brava persona.. si domandò perché ce l'avesse tanto con lui.
Lo fece accomodare al tavolo mentre metteva a bollire l'acqua e preparava due tazze.
"Hai detto che vuoi conoscermi meglio" disse, mentre ancora gli dava le spalle. "C'è qualcosa in particolare che vorresti sapere?"
"Qualsiasi cosa tu voglia raccontarmi"
Si voltò un momento per incontrare lo sguardo sereno di Adam, dopodiché riprese a concentrarsi sulle tazze.
"Vediamo.. Ho 23 anni, vivo con i miei genitori e sono in cerca di lavoro" iniziò, sperando di non apparirgli come un fallito.
Stava riflettendo su cos altro dirgli quando gli venne in mente tutto quello che era successo con Hanna. Temeva abbastanza l'argomento, ma decise che doveva affrontare la questione al più presto.
"Sai, Hanna è la mia migliore amica, io e lei ci conosciamo praticamente da sempre. Sbaglio o lei ti piaceva?"
Lubov, preso alla sprovvista dalla domanda, rifletté un attimo prima di rispondere.
Non gli serviva conoscete alla perfezione il comportamento umano per capire che quello era un terreno pericoloso: era qualcosa che avrebbe dato fastidio a chiunque.
"È vero" ammise, riconoscendo che era la cosa migliore da fare. "Lei mi piaceva, ma la credevo una persona diversa"
"Quindi è questo che è cambiato, l'hai conosciuta e hai visto che non era come credevi.." commentò l'altro, pensieroso.
Mise in tavola le tazze con il tè e si sedette davanti a lui.
"Già" continuò Lubov. "E la mia attenzione è stata catturata da qualcun altro. Tu sei sorprendente, oltre a essere di bell'aspetto sei anche sveglio e affidabile.. credo fosse inevitabile che io ti notassi"
Einrich aveva abbassato lo sguardo sulla sua tazza.
Adam aveva riportato il discorso in una zona sicura a tempo record, e con una mossa da maestro, ma prima di farlo gli aveva dato le risposte che cercava. Era contento di aver sentito la verità dalle sue labbra e tutti quei complimenti gli facevano piacere.
"Stai esagerando" ridacchiò, evitando il suo sguardo. "Piuttosto, adesso parlami un po' di te"
Adam rimase in silenzio per un attimo, forse stava pensando a cosa dirgli.
"Io.. vengo da un posto molto lontano" iniziò. "Dopo la morte dei miei genitori sono rimasto praticamente da solo.. e sono in cerca di una relazione seria"
"L'hai trovata" disse Einrich.
Quando si rese conto di averlo detto ad alta voce distolse lo sguardo ed arrossì.
"Sì, insomma, se vorrai metterti con me. Io.. non conosco nessuno che sia come te, nessuno. Se stessimo insieme farei di tutto per non lasciarti scappare"
"Allora cosa stiamo aspettando?"
Einrich alzò lo sguardo su di lui, per ritrovarsi davanti un sorriso sincero.
"Dici sul serio?"
Adam annuì.
Anche lui sorrise in risposta, felice. "Allora adesso stiamo insieme?"
"Sì, se per te va bene davvero" rispose Adam.
"Certo che sì!" esclamò, accorgendosi solo dopo di aver alzato troppo la voce, per l'entusiasmo.
Prese in mano la tazza e bevve un sorso di te, costringendosi così a darsi un contegno.
Anche Lubov prese in mano la tazza. Sentì il calore della bevanda attraverso la ceramica.
Era felice, molto felice. Raramente si era sentito così bene, in tutta la sua vita. Assaggiò la bevanda calda per la prima volta, scoprendone il dolce sapore.
Dolce come quella situazione.
Dolce come gli sguardi discreti che Einrich gli rivolgeva ogni tanto da dietro la tazza, forse credendo di non essere visto.
Tutta quella situazione aveva un che di dolce e fantastico.
Spazio autrice
Buonsalve! Ho dato un'occhiata alle visualizzazioni dei capitoli, notando che molti di voi sembrerebbero essersene persi uno. Forse wattpad non ha mandato la notifica a tutti, se non avete capito qualcosa della storia potrebbe essere il vostro caso.
Comunque, spero che il capitolo di oggi vi sia piaciuto. Se vi va di darmi un vostro parere, sapete già come fare.
Venerdì uscirà il prossimo ^-^
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