Parte 2
Hanna stava seduta al solito tavolo della biblioteca, il suo preferito. Si trovava in un angolino nascosto al primo piano, per raggiungerlo bisognava salire le scale, camminare tra gli scaffali ed infilarsi tra quelli su cui erano posti ordinatamente i libri più antichi. La sua particolare ubicazione rendeva quel tavolo il posto perfetto per sedersi in completa solitudine e leggere tutto ciò che voleva, fino a orario di chiusura.
A volte un suo amico la raggiungeva e stavano in silenziosa compagnia l'uno dell'altra, durante la lettura; la maggior parte delle volte con lei c'erano solo la sua solita pila di libri e l'ambizione di riuscire a finirli in poche ore. All'inizio non ci riusciva, ma con il passare del tempo quella sorta di sfida a se stessa l'aveva resa capace di leggere sempre più velocemente. Alla fine quella era diventata una passeggiata per lei, tanto che spesso le capitava di alzarsi, durante la giornata, per cercare altri libri.
La nuova sfida a se stessa era diventata quella di riuscire a leggere, un giorno, tutti i libri di suo interesse contenuti nell'intera biblioteca.
Era seduta a leggere da un paio d'ore, non avvertiva la fame né la stanchezza degli occhi e si era abituata al profumo di carta dei libri che la circondavano, tanto che non ci faceva più caso, quando qualcuno si sedette al suo stesso tavolo.
Alzò lo sguardo dal libro, ritrovandosi davanti un ragazzo dai capelli scuri e la carnagione chiara, che teneva tra le mani un libro di racconti mitologici.
Aveva l'aspetto di un qualsiasi ragazzo che si poteva incrociare per strada, se non fosse stato per un particolare di quell'individuo, tanto agghiacciante quanto affascinante.
Aveva gli occhi di un bianco irreale. Le sue iridi azzurrine, appena visibili sotto un velo di bianco, facevano da contorno a delle pupille bianche, il che faceva risaltare i suoi occhi su tutto.
In un primo momento, Hanna pensò che lui fosse cieco. Solo dopo si rese conto che si trovavano in biblioteca e quel ragazzo, all'apparenza della sua stessa età, stava leggendo. Si sentì estremamente stupida ma scacciò subito quel pensiero tornando con lo sguardo sul libro, decidendo che lo aveva fissato anche troppo e non voleva rischiare di infastidirlo o peggio: che accorgendosi del suo sguardo insistente avrebbe avuto qualcosa da ridire.
Lubov, seduto davanti a lei, non aveva faticato a capire dove si trovasse la ragazza. Avendola osservata per diverso tempo attraverso gli specchi incantati del suo regno sapeva bene quanto lei adorasse quel particolare angolo della biblioteca.
Ora che ce l'aveva davanti, Hanna gli appariva ancora più bella e la sua sola presenza bastava a renderlo agitato. Mentre lei era immersa nella lettura percorse con lo sguardo i suoi capelli dal colore particolare, i lineamenti del viso e le spalle, fino ad arrivare alle mani, al libro che stava leggendo e alla pila degli altri libri appoggiati alla sua destra, in attesa di essere letti.
Osservando il regno umano da tempo, Lubov era diventato presto in grado di leggere la loro scrittura e così poté immaginare il contenuto di quei libri dopo aver dato uno sguardo ai titoli. Tutti quanti suggerivano di essere racconti storici, di battaglie o di amori impossibili.
Stava osservando quella ragazza da un paio di minuti, fingendo di leggere, e si rese conto che non era cambiato niente ora che lui era lì di persona. La stava osservando e basta.
Il solo pensiero di rivolgerle la parola bastò a seccargli la gola.
Non poteva dirle che l'aveva osservata da tempo e aveva deciso di farla diventare la sua consorte, e quindi portarla via con sé nel suo regno.
Conosceva abbastanza bene il comportamento umano da poter scommettere che lo avrebbe preso per pazzo, forse sarebbe anche scappata pur di non dover più avere a che fare con lui.
Non poteva permetterselo.
Abbassò lo sguardo sulla pagina del libro che teneva aperto davanti a sé, appena in tempo per non farsi scoprire ad osservarla.
Hanna aveva adesso rivolto lo sguardo alla sua sinistra, guardava fuori dalla finestra.
Anche Lubov, notando l'espressione assorta di lei, rivolse lo sguardo all'esterno.
Il paesaggio grigio della città, visto dal primo piano della biblioteca, era reso ancora più grigio dalla pioggia insistente di quella giornata. Le macchine sfrecciavano senza sosta sulla strada principale, si accalcavano l'una all'altra all'incrocio in attesa del loro turno per passare. Qualcuno stava camminando lentamente sul marciapiede con un ombrello stretto in mano, qualcun altro correva.
"Adoro la pioggia, rende tutto così.. magico"
Hanna sobbalzò, sorpresa di aver parlato. Rivolse lo sguardo al ragazzo dagli occhi di ghiaccio, rendendosi conto che anche lui ricambiava lo sguardo, stupito.
"Magico?" si sentì domandare.
Annuì e capì che doveva continuare, contestualizzare il suo discorso.
"Tutto cambia quando piove. La città diventa frenetica, assume un aspetto più grigio.. mi piace guardare tutto questo mentre sto al coperto e al caldo"
Lubov rifletté sulle sue parole.
Non capiva a pieno il suo punto di vista sulla pioggia, probabilmente lui avrebbe detto la stessa cosa sulla neve, o quasi.
Quando nevicava la città si fermava, tutto diventava di un bianco ovattato e quasi, come aveva detto lei, magico.
"Scusa, non volevo disturbare la tua lettura" continuò la ragazza sottovoce, ora in imbarazzo per quello che aveva detto. "È che di solito qui non ci viene mai nessuno, e così.. senza che me ne accorgessi mi sono messa a parlare. Comunque, io sono Hanna"
Gli rivolse un sorriso imbarazzato, che lui ricambiò.
"Adam" si presentò.
La strega tuttovedente aveva fatto un bel lavoro con lui, doveva ammetterlo. Oltre a dargli un aspetto umano gli aveva fatto avere una casa, documenti e altre cose utili. Su quei documenti lui risultava chiamarsi così, Adam. Non lo riteneva un nome adatto a sé, ma riconosceva che era sempre meglio che presentarsi con il suo vero nome.
Avrebbe preferito ricevere un aspetto diverso, più attraente per le donne umane, ma in fondo importava poco: il suo vero aspetto era un altro, perciò doveva riuscire a conquistarla con quello che aveva dentro.
Oltre a questo, il corpo umano era troppo piccolo e fragile per i suoi gusti. Si era dovuto vestire pesante per non soffrire il freddo, cosa che gli era del tutto nuova.
Ancora visibilmente imbarazzata, Hanna abbassò lo sguardo sul libro. Il fatto che quel ragazzo le avesse sorriso invece di guardarla male era stato un vero sollievo.
"Cosa stai leggendo?" le chiese lui.
Tornò a guardarlo, sorpresa dal suo interesse.
Sollevò il libro per mostrargli la copertina e il titolo.
"Una storia d'amore d'altri tempi" esordì.
"Appassionante?" chiese Lubov.
"Molto!" esclamò, anche se sottovoce. "Il tuo libro invece?"
"Anche questo lo è" rispose, vago.
Dopotutto stava solo fingendo di leggerlo.
Lei non sembrò accorgersi di niente e gli sorrise in modo amichevole.
Hanna vide una pila di libri venir posata sul tavolo, nello spazio libero di fianco a sé. Si voltò alla sua destra e fu felice di vedere il suo amico, che si metteva a sedere.
Lui guardò prima Lubov e poi Hanna, con aria sorpresa.
Anche Lubov lo guardò di rimando.
Era un ragazzo dalla carnagione leggermente più scura di quella di Hanna, ma pur sempre molto chiara, con i capelli biondi che gli scendevano fino all'altezza del mento.
"Un tuo amico?" chiese, rivolto ad Hanna, il sorriso stampato sul volto e il tono amichevole.
"Non proprio, ci siamo conosciuti adesso"
"Ooh" disse lui, stupito, rivolgendo lo sguardo a Lubov ancora una volta.
"Sono Adam" si presentò.
"Io Einrich" disse e gli tese la mano destra.
Mentre si stringevano la mano, Einrich non spostò lo sguardo da lui neanche per un momento. Si accorse che il ragazzo appena conosciuto aveva la voce profonda e una stretta di mano forte. C'era qualcosa in lui che lo rendeva in qualche modo affascinante.
Aveva notato i suoi occhi e ne era rimasto stupito, ma non era solo quello. Non sapeva neanche lui cosa lo avesse colpito sin da subito di Adam.
Mentre prendeva un libro dalla sua pila lo studiò con lo sguardo, stando attento a non darlo a vedere.
Adam stava seduto con la schiena perfettamente dritta. Nella sua postura c'era qualcosa di solenne e il suo sguardo concentrato, puntato sul libro che teneva fra le mani, aveva un che di misterioso e regale.
Per non parlare del fatto che si trovava lì, nel solito angolino di Hanna, dove nessuno si spingeva.
Insomma, quel ragazzo aveva suscitato in lui curiosità.
Spazio autrice
Bene, ora conoscete tutti i personaggi principali!
Come avete potuto vedere in questo capitolo, il punto di vista è fluido, passa da un personaggio all'altro nel giro di qualche riga. Spero non sia troppo complicato da capire nella lettura.
Ci si vede venerdì con il prossimo capitolo, intanto se vi va potete votare questo e/o dirmi cosa ne pensate nei commenti ^-^
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