Parte 19

Il castello del regno di ghiaccio era ancora più grigio e vuoto senza Lubov.

Quando erano arrivati lì, l'essenza vitale della bestia si stava affievolendo.

Al demone accompagnatore era bastato poco per preparare l'antidoto al veleno della strega, ma dopo averlo preso Lubov aveva dormito per due giorni di fila.

Einrich era stanco di aspettare e di preoccuparsi.

Voleva fare qualcosa per lui, si pentiva di non aver potuto fare niente prima.

Sedutogli accanto sul suo letto, non poteva far altro che vegliare su di lui durante il riposo, mentre il demone accompagnatore controllava che le sue funzioni vitali stessero effettivamente tornando nella norma.

"Come sta oggi?" gli chiese, incapace di stare tranquillo.

"Sembrerebbe stare meglio. Di questo passo potrebbe svegliarsi da un momento all'altro"

"Davvero?" alzò la voce, sorpreso.

La notizia lo fece sentire un po' sollevato.

"Sembri tenerci davvero a lui.." commentò la creatura giallognola. "Puoi smettere di fingere"

L'umano sgranò gli occhi.

"Non sto fingendo! Io.. lo amo davvero" rispose, colto alla sprovvista e allo stesso tempo dispiaciuto da quell'insinuazione.

Il demone accompagnatore studiò la sua reazione con lo sguardo.

"Non lo stai prendendo in giro per diventare ricco o imparare l'uso della magia?" gli chiese.

"No, voglio solo che si riprenda e tutto torni come prima. Aspetta, lui è ricco?"

"È il re di questo regno, cosa credi?" ribatté il demone, dopodiché sbuffò. "Allora spiegami come stanno davvero le cose, perché qualsiasi umano sarebbe scappato senza guardarsi indietro davanti ad una realtà come la nostra"

"Non c'è niente da spiegare.. Quando ho saputo la verità ero scosso, è vero, ma ero anche innamorato di lui. Ormai era tardi per tornare indietro"

Il demone accompagnatore sollevò un sopracciglio.

"Pare che Lubov sia riuscito davvero a far innamorare qualcuno.. peccato che tu sia maschio. A questo punto vorrei capire com'è possibile che si sia interessato a uno come te"

Einrich incrociò le braccia, offeso.

"Questo devi chiederlo a lui" ribatté.

L'essere giallognolo sbuffò.

"Se non ci saranno nuovi eredi al trono, alla sua morte io diventerò polvere"

Einrich perse improvvisamente la voglia di dirgliene quattro e rilassò le braccia.

"Cosa? Io.. non lo sapevo. Non c'è un modo per nominare un altro erede? Come quando hai dato i poteri di regnante alla strega"

"Quella è una soluzione temporanea, non c'è niente di tutto questo. I poteri regi non possono essere trasferiti permanentemente da un individuo all'altro, a meno che questi non uccida il regnante e tutti i possibili eredi. In passato è successo ed è quello che la strega tuttovedente ha cercato di fare"

"Allora dei parenti alla lontana"

"Nessuno di cui io mi ricordi"

Einrich aggrottò le sopracciglia. Non riusciva a credere che non ci fosse una soluzione.

"Da qualche parte non c'è qualcosa come un registro con tutti i nomi dei familiari di Lubov?" gli chiese.

"Intendi l'albero genealogico? È in biblioteca"

L'umano scattò in piedi, si avviò verso la porta e prima di uscire gettò un'ultima occhiata a Lubov senza dire niente, il tutto sotto lo sguardo sorpreso del demone accompagnatore.

Einrich sapeva bene che non poteva fare niente per lui.. Non stando lì.

Ma forse, cercando a fondo nell'albergo genealogico della famiglia, sarebbe riuscito a trovare una soluzione al problema degli eredi. La biblioteca del castello era così grande che il ragazzo ne rimase stupito. Si fermò sulla porta e si guardò intorno per qualche secondo, incredulo, prima di addentrarsi nella stanza.

Tutte le pareti erano ricoperte per intero da scaffali pieni di libri, il pavimento e i mobili erano in legno e nell'aria si respirava odore di carta. Era una stanza completamente diversa dalle altre.. era più calda, più accogliente.

Il ragazzo girò a vuoto tra gli scaffali per qualche minuto prima di riuscire a trovare, quasi per caso, il libro che cercava.

Si trattava di un libro grosso, pesante, dalle pagine ingiallite e con una copertina del colore del metallo, la quale aveva su di essa, quasi fosse scolpito, un albero.

Einrich si sedette ad un tavolo e accarezzò la copertina con una mano. In realtà non era certo che quello fosse il libro giusto visto che non vi era scritto niente in copertina, ma qualcosa gli diceva che era così.

Lo aprì ritrovandosi davanti pagine e pagine decorate con rami d'albero che procedevano verso il basso, accompagnati da ritratti di bestie.

Tra una di queste pagine e la successiva vi erano poi quelle che sembravano essere le biografie di queste bestie, con tanto di ritratto ingrandito a fianco.

L'unico problema era che erano scritte con dei caratteri sconosciuti al ragazzo.

Li percorse con lo sguardo ma non riusciva a capirne il significato, così lasciò perdere e tornò a concentrarsi sull'albero genealogico vero e proprio. Si rese conto che quasi tutti i rami erano singoli, segno che la coppia di regnanti in questione aveva avuto un solo erede.

Dopo alcuni minuti passati a sfogliare trovò un ramo che si biforcava, segno che i figli questa volta erano stati due.

C'era una cosa, però, che il ragazzo non riusciva ad interpretare: la X che marcava uno di questi rami, come a voler recidere il legame con il resto dell'albero.

Einrich continuò a consultare il libro ma non trovò più niente di simile. Tutti gli antenati di Lubov erano figli unici.. a parte in quel caso.

Pur essendo consapevole che non ne avrebbe capito il senso, cercò la pagina dedicata alla bestia il cui ramo era stato reciso. Doveva capire chi era e se c'era la possibilità che grazie a lui potessero risolvere il problema dell'erede.

Einrich era assorto nei suoi pensieri quando la porta della biblioteca si aprì facendolo sussultare.

Era entrato il demone accompagnatore.

"Lubov si è svegliato" gli disse. "Chiede di te"

Il ragazzo saltò in piedi, senza fiato.

Era successo, si era finalmente svegliato.

Prese il pesante libro sottobraccio e si avviò di fretta alla camera da letto di Lubov, impaziente di vederlo e di assicurarsi che stesse bene.

Una volta aperta la porta accorse al letto, dove la bestia stava seduta.

Lubov gli sorrise nel vedere che lo raggiungeva, e mentre lo abbracciata Einrich sentì che delle lacrime gli riaffioravano negli occhi. Li strizzò nella speranza di riuscire a ricacciarle indietro.

Negli ultimi giorni si era preoccupato davvero tanto per lui. Vederlo cadere e svenire era stato un colpo, ma era stata ancora più pesante la paura che non si svegliasse mai più.

Si conoscevano da poco, ma quel poco tempo era stato abbastanza per determinare un forte legame tra i due. Al solo pensiero di perdere Lubov per sempre, Einrich si era sentito distrutto. Gli era stato accanto notte e giorno, allontanandosi solo per brevi istanti e saltando alcuni pasti pur di non lasciarlo solo.

Vederlo sveglio, che gli sorrideva e apparentemente stava bene, era stato un sollievo incredibile.

Sentì una mano di Lubov accarezzargli con delicatezza la schiena e allontanò il viso dal suo pelo caldo per guardarlo in faccia.

I suoi occhi erano bellissimi, come li ricordava, ma sembravano essere stanchi.

Einrich lo prese per mano, la sua mano era più calda di quanto ricordava.

"Ho temuto di averti perso" ammise.

La sua voce era tremolante, ma sperò che il sovrano non se ne accorgesse. Mentre parlava si sentì di nuovo sul punto di piangere, ma cercò ancora una volta di trattenersi.

Non credeva di essere così fragile. Si ricordò che già in passato aveva pianto per lui, quando era caduto in quella fossa d'acqua nascosta nel campo. Einrich ci si era buttato per salvarlo e dopo aveva pianto, sfogando, allora come ora, l'ormai sventata paura di perderlo.

Era salvo, il pericolo era passato, ma quel ricordo misto alla situazione attuale lo spinse al punto di rottura. Una lacrima gli solcò solitaria il viso, seguita poi da diverse altre.

Lubov sgranò gli occhi, sorpreso da quella reazione. Gli asciugò le lacrime con un dito e stava per stringerlo a sé di nuovo quando il ragazzo gli si gettò al collo per baciarlo.

"Non farmi spaventare mai più così" gli chiese poi, abbassando lo sguardo e asciugandosi il viso con le maniche della maglietta.

"Va bene" lo rassicurò la bestia accarezzandogli la testa con una mano.

Gli si era formato un sorriso spontaneo sul viso davanti a quella reazione del compagno. Vederlo così lo inteneriva, pensava che il ragazzo fosse adorabile ed era felice di averlo al suo fianco. Non poteva desiderare di più.

Gli si avvicinò col viso fino ad appoggiare la fronte alla sua.

Einrich rialzò lo sguardo per perdersi nelle iridi azzurrine dell'amato.

"Scusami se ti ho fatto preoccupare.. ti amo" gli sussurrò Lubov.

Vide che le guance del ragazzo si facevano purpuree e i suoi occhi tornarono lucidi.

Einrich era così felice che non sapeva cosa fare e il magone gli impediva di parlare.

Lubov stava per baciarlo di nuovo quando il demone accompagnatore, fermo sulla porta lasciata aperta, si schiarì la voce.

Einrich si spostò dalle gambe di Lubov per andare a sedersi al suo fianco, a viso basso per la vergogna. La bestia non si scompose, rivolse lo sguardo al demone accompagnatore aspettando che parlasse.

"Lubov ha la febbre, ha bisogno di riposo" disse rivolto ad Einrich.

Il ragazzo avrebbe voluto rispondergli che aveva già riposato abbastanza ma si trattenne.

Voleva stare con lui, ma la cosa più importante era che si rimettesse del tutto.

Si limitò ad annuire e fece per allontanarsi quando Lubov gli prese una mano.

"Ho già riposato, ora voglio stare con lui" esordì.

Il demone accompagnatore sospirò e prese ad agitare la coda a destra e a sinistra per la frustrazione.

"State pure insieme, ma ora ti faccio portare qualcosa da mangiare e dopo voglio che riposi" continuò. "Hai bisogno di riposo per riprenderti, dopodiché potrai fare ciò che vuoi"

Detto questo, l'essere uscì lasciandoli soli.




~ Freetalk ~

Rileggendo alcuni capitoli di questa storia, appena prima di pubblicarli, sento che mi sale il diabete.. probabilmente se avessi scritto la storia adesso non l'avrei fatta proprio allo stesso modo. Questo capitolo invece mi è piaciuto. Curioso che lo dica io stessa, visto che si tratta della mia storia? xD La verità è che di tanto in tanto mi piace rileggere quello che ho scritto in passato, e se non incappo in parti che non mi piacciono/che vorrei riscrivere, sono soddisfatta xD

Alcuni di voi sospettavano del demone accompagnatore. Si tratta del classico "personaggio di disturbo" che inserisco nelle mie storie, che per qualche motivo sembra sempre scontroso e ce l'ha con la vita (?). è un tipo di personaggio che mi diverte molto scrivere, quindi spesso inserisco qualcuno di questo tipo nelle mie storie. In una in particolare, che ancora non vi ho pubblicato, ho cercato di creare un protagonista così e l'ho trovato decisamente divertente.

In ogni caso, in questo capitolo si capisce un po' meglio il demone accompagnatore e quindi anche il motivo per cui sembra avercela con Einrich. Spero che vi abbia fatto piacere! Scusate il lungo freetalk, oggi sono in vena di chiacchiere xD
Come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate del capitolo; se vi è piaciuto spero che mi lascerete una stellina ✩

xx

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