Parte 18
Era sera, Lubov ed Einrich si trovavano seduti su una panchina, nei pressi del castello del re di fuoco. Avevano passato la giornata a fare i turisti nel suo regno, le cui strade si erano presto popolate di bestie che tornavano dal lavoro.
Moshnost non era stato il migliore dei padroni di casa: non aveva offerto loro di stare nel suo castello né li aveva invitati a mangiare con lui.
Per quella notte si sarebbero fermati in una locanda, come qualsiasi bestia del popolo. A Lubov non dispiaceva l'idea, quello che gli dava fastidio era l'atteggiamento del sovrano di fuoco. Di certo non si aspettava di venir accolto a braccia aperte, o che lui trattasse bene Einrich, ma il modo in cui si era comportato era riuscito comunque ad irritarlo, come sempre.
Dopo averlo incontrato, quella mattina, Lubov aveva dovuto raccontare ad Einrich che Moshnost faceva sempre così e ogni tentativo di fargli cambiare atteggiamento era stato vano.
Quella sera si era alzato il vento, era come se qualcosa di sinistro stesse arrivando da lontano.
Einrich, stretto nella sua veste azzurra, si appoggiò con la testa al braccio destro di Lubov, per poi circondarlo con le sue braccia.
Ormai aveva smesso di pensare a Moshnost. Aveva potuto passare una giornata intera con Lubov nel regno di fuoco, loro due da soli, quasi fosse un appuntamento. Una cosa del genere non succedeva da qualche giorno, quando lui ancora non sapeva dell'esistenza di quel regno magico.
Per questo all'umano importava poco del modo in cui era stato trattato, o delle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare in futuro, perché in quel momento c'erano solo loro due, insieme.
Lubov gli accarezzò la testa con la mano sinistra e vide l'umano sorridere per il gesto.
"Hai freddo?" gli chiese poi.
"No, sto bene" rispose il ragazzo. "E poi, sento il calore emanato dal tuo corpo"
"Se vuoi puoi sederti sopra di me, ti abbraccerei per tenerti ancora di più al caldo" gli propose.
"E lo faresti qui, in pubblico?"
"Sono un re, posso fare ciò che voglio.. e presto tu sarai mio consorte"
Einrich sgranò gli occhi.
Sarebbe diventato consorte del re.. solo ora che glielo aveva sentito dire se ne rendeva conto.
"Sarò all'altezza?" gli chiese, preoccupato.
"Certo che lo sarai. Anzi, lo saremo insieme"
"Anche se.. così non potrai avere un erede.."
"Non ho mai desiderato avere figli" gli sorrise.
Einrich gli assestò un pugno delicato sul braccio.
"Sono serio" si lamentò.
"Se sei serio non colpirmi così piano" ribatté Lubov.
Ruotò il busto verso di lui e gli prese i polsi con le mani per tenerlo fermo.
Einrich arrossì ritrovandoselo vicino al viso, senza possibilità di movimento.
"Non hai niente di cui preoccuparti, sarai perfetto" gli disse la bestia, appoggiando la propria fronte a quella del compagno.
Fu lui, qualche secondo dopo, ad annullare la distanza con un bacio.
"Se me lo dici così.. mi fido" gli rispose poi.
Lubov stava per baciarlo di nuovo quando il rumore di passi lo distrasse, facendolo voltare.
Il demone accompagnatore era tornato, dopo essere stato tutto il giorno a guardia nel castello.
Guardò prima Lubov e poi Einrich senza commentare la situazione, anche se aveva capito.
"Percepisco la presenza magica della strega, è qui" disse loro.
Lubov lasciò liberi i polsi del ragazzo e si alzò, aiutando poi lui a fare lo stesso. Insieme tornarono dentro il palazzo.
La sala all'entrata era buia e tetra, non c'era nessuno.
Einrich stava iniziando a preoccuparsi.
Si domandava se fossero davvero pronti per affrontare una strega che voleva ucciderli, ma ormai era troppo tardi per i ripensamenti.
Quel giorno aveva chiesto a Lubov perché la strega si chiamasse tuttovedente, e lui gli aveva risposto che si narrava che un tempo lei avesse il potere di vedere qualsiasi cosa, anche prima che accadesse. Diventando debole col passare dei secoli, però, aveva perso quella capacità.
Einrich sperò vivamente che lui non si sbagliasse, in caso contrario la strega aveva già vinto quella battaglia.
All'improvviso un candelabro si accese, rivelando la presenza di una figura seduta sul trono del re.
Aveva dei lunghi capelli ricci che le ricadevano ai lati del corpo, coperto da un vestito scuro.
Era lei.
"Lubov del regno di ghiaccio.. di nuovo tu" tuonò la sua voce giovane e cristallina. "Non credevo che saresti stato un osso duro. Bene, questo significa che devo uccidere te prima di passare a Moshnost e tutti i suoi possibili eredi"
Dopo aver finito di parlare, la strega balzò in piedi e scattò nella sua direzione.
Il demone accompagnatore si parò prontamente davanti al suo sovrano per sbarrare la strada alla donna. Tese il braccio destro verso l'esterno e una lancia color del ghiaccio comparve nella sua mano.
La strega sgranò gli occhi e balzò all'indietro.
Quella era la lancia del re, con la quale il demone accompagnatore aveva il potere di dare e togliere i poteri regi per quanto riguardava il regno di ghiaccio.
Il demone accompagnatore schioccò le dita della mano sinistra, la tese verso la strega e poi mosse il braccio verso il basso. Quello era un incantesimo di incatenamento, le aveva appena impedito di usare la magia per lasciare quel luogo.
"Maledetta creatura!" urlò la donna.
Ora la sua voce era più stridula e graffiante.
Scattò di nuovo in avanti con le braccia tese per afferrare la lancia ma il demone era già pronto. Sbatté la base dell'asta sul pavimento in pietra un paio di volte, dopodiché usò la punta per colpire di piatto la strega, ormai a pochi centimetri da lui.
La donna finì contro il muro e cadde rovinosamente.
Si rialzò un attimo dopo, come se niente fosse.
Il suo sguardo si era fatto più aspro, ora era davvero arrabbiata. Con quel gesto, il demone accompagnatore le aveva appena tolto i poteri regi.
"No! Non può finire così, non adesso che ci sono così vicina!" urlò.
Il suo sguardo si soffermò un momento su Einrich, che stava assistendo alla scena come pietrificato, accanto a Lubov.
"Se sono costretta a rimanere qui, non sarò l'unica a soffrire!"
Tese le mani in avanti e, generando una folata di vento, spinse all'indietro il demone accompagnatore.
Sfruttò la situazione per librarsi in aria in direzione del giovane umano, il braccio destro teso in avanti per fargli del male.
Einrich sgranò gli occhi.
Lo sguardo malato della strega puntato su di lui, il modo in cui aveva respinto con facilità il demone e ora stava per avventarsi su di lui.. tutto quello era terrificante.
La strega lo aveva ormai raggiunto quando Lubov si parò davanti a lui. La mano della strega, tesa verso il collo di Einrich, colpì invece Lubov ad un braccio.
Bastò quel tocco a fargli provare un dolore senza precedenti, ma il sovrano non si lasciò intimidire e afferrò con la mano destra il collo della strega. La sollevò mentre lei si dimenava impotente, graffiandogli il braccio perché la lasciasse andare.
Ormai aveva solo i poteri regi di Dehanie, che da soli non bastavano a renderla potente quanto il sovrano del regno di ghiaccio.
Lubov si concentrò e riversò sulla strega tuttovedente la collera che aveva provato assistendo al suo tentativo di uccidere Einrich. Il collo della strega si ghiacciò, così come, lentamente, anche il resto del corpo.
Lei riuscì ad emettere solo un ultimo rantolo di dolore prima che il ghiaccio l'avvolgesse completamente.
Accaduto questo, Lubov la lasciò cadere a terra, vedendola frantumarsi in tantissimi pezzettini di ghiaccio.
Einrich era sconvolto.
La strega era morta, i poteri regi di Dehanie erano tornati al legittimo proprietario e loro non erano più in pericolo. Era fatta.
L'umano si avvicinò a Lubov per accertarsi che stesse bene ma non fece tempo a raggiungerlo che la bestia si lasciò cadere sulle ginocchia e finì a terra, priva di sensi.
"Lubov!" urlò Einrich, allarmato, provando a scuoterlo.
Anche il demone accompagnatore lo raggiunse.
"Cos'è successo?" gli chiese l'umano.
Non poteva stare male, non poteva rischiare di morire. Questo si ripeteva mentalmente Einrich, mentre andava nel panico.
"Il tocco della strega, sembrerebbe che fosse avvelenato" esordì il demone. "Dobbiamo tornare subito al castello"
~ Freetalk ~
Buonsalve! Come avete potuto notare, la strega è morta ma i guai non sono finiti..
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
xx
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