Parte 13
Einrich iniziava a sentirsi stanco.
Stava camminando nella foresta da almeno un'ora in compagnia di Lubov e del demone accompagnatore.
Lubov aveva un passo veloce e costante, mentre il demone aveva ormai smesso di camminare e stava volando, forse perché anche lui era stanco, anche se non lo dava a vedere.
Einrich non era abituato a camminare così tanto a quell'andatura, faceva solo sporadiche camminate con gli amici, quando gli capitava.
Aveva passeggiato con Lubov nei giorni precedenti e non ricordava che lui avesse un passo così veloce.
Probabilmente aveva fretta di risolvere la questione, ma non solo. Era più alto adesso, dopo essere tornato alla sua forma originale. Con le sue gambe lunghe poteva camminare più in fretta senza problemi.
Einrich invece era stanco, gli sarebbe piaciuto fermarsi cinque minuti a riposare, ma non osava chiederlo. Era sicuro che il demone accompagnatore lo avrebbe guardato male e schernito.
Inoltre iniziava a sentire freddo, sempre di più.
"Siamo quasi fuori dalla foresta" disse Lubov, voltandosi appena per controllare che l'umano fosse ancora dietro di loro.
Si fermò e fece segno al demone accompagnatore di dargli la veste, quella più piccola che aveva portato per Einrich.
La passò oltre le spalle del ragazzo, che infilò le maniche e lasciò che fosse lui ad allacciargliela.
Il demone accompagnatore osservava la scena con finta indifferenza, tenendo le braccia incrociate.
Lubov era molto vicino ad Einrich mentre gli allacciava la veste. Il ragazzo lo guardava negli occhi, perdendosi nella sua espressione concentrata.
Quel viso a lui pressoché sconosciuto era così bello.. così umano, ma allo stesso tempo non umano. I lineamenti delicati, il pelo corto e grigio che lo ricopriva.. sembrava fosse morbidissimo, ma lui non credeva fosse il caso di allungare una mano per verificarlo.
Non in quel momento, non con il demone accompagnatore che lo teneva d'occhio.
La veste che Lubov gli stava mettendo era della misura generica di un giovane di bestia. Una veste del genere, azzurra e rifinita in argento, l'aveva indossata anche lui quando era più piccolo.
Non che non fosse più giovane adesso, ma era cresciuto. La sua veste era molto più lunga, molto più ampia.
Quella invece era della giusta misura di Einrich, o forse gli andava un po' grande.
In ogni caso, con le maniche lunghe e il tessuto morbido e caldo, quella veste gli avrebbe impedito di avere freddo una volta entrato nel suo regno, o almeno così sperava.
I vestiti che Einrich indossava al di sotto erano leggeri, adatti al clima del regno umano. Per sua fortuna non aveva le caviglie scoperte grazie ai pantaloni lunghi e agli anfibi che portava ai piedi. Il modo di vestire del ragazzo poteva adattarsi anche al clima del suo regno, con l'aggiunta di quella veste.
In un attimo ebbe fatto, puntò lo sguardo nei suoi occhi e si rese conto che l'altro lo aveva osservato per tutto il tempo. Adesso aveva un leggero rossore sulle guance.
Più passava il tempo e più lo trovava bello.
La carnagione chiara, la pelle liscia, quello sguardo.. uno sguardo innamorato, così gli sembrava.
Peccato che Einrich aveva detto di non essere sicuro di voler rimanere insieme a lui per sempre, anche se il suo sguardo sembrava dire il contrario.
Avrebbe voluto baciarlo in quel momento.. gli sarebbe bastato abbassarsi ancora un po' e sarebbe stato abbastanza vicino per farlo.. ma non sapeva se era il caso. Sicuramente gli sarebbe servito altro tempo per abituarsi al suo vero aspetto. Forse non avrebbe gradito un bacio in quel momento.. con lui così.
Le bestie non si baciavano mai. Quella era considerata una cosa propriamente umana, così, anche se loro erano provvisti di labbra come quelle umane, non le usavano per baciarsi. In quei giorni aveva scoperto che baciarsi era una dimostrazione di affetto, oltre ad essere piacevole. Non avrebbe rinunciato ai baci di Einrich, anche se non sapeva come sarebbe stato un bacio adesso che era tornato al suo vero aspetto.
E non sapeva se ad Einrich la cosa sarebbe stata bene.
Il demone accompagnatore si schiarì la voce.
"Forse dovremmo riprendere il cammino" suggerì.
Lubov si voltò verso di lui, annuì e si allontanò dal ragazzo per riprendere a camminare.
Einrich abbassò lo sguardo, deluso, e lo seguì.
Il freddo si era fatto sempre più intenso, ma per fortuna la veste bastava a tenerlo al caldo.
Ci vollero ancora alcuni minuti di cammino per uscire dalla foresta, e la prima cosa che Einrich vide oltre gli alberi fu una piccola città che si estendeva in altezza su una collina, sulla quale svettava un castello.
"Eccoci finalmente. Ora non ci resta che attraversare la città e andare ad affrontare la strega" disse il demone accompagnatore.
"Già. Speriamo che non ci stia aspettando" gli rispose Lubov.
Affrontare la strega?
Quelle parole risuonarono nella mente di Einrich. Stavano per farlo davvero.
Gli altri due avevano ripreso a camminare come se niente fosse, mentre lui era rimasto fermo, quasi stordito alla sola idea di quello che stavano per fare.
Riprese in fretta a camminare per raggiungerli.
"Cosa dovremmo fare nello specifico?" chiese loro.
"Non preoccuparti, tu non dovrai fare niente" gli rispose Lubov. "Spero che vedendomi tornare con te lasci il trono di sua spontanea volontà, altrimenti io e il demone accompagnatore penseremo a lei. È stato lui ad investirla con i poteri regi quando me ne sono andato e quindi deve essere lui a fare il rito per spezzare l'investitura"
Einrich annuì. Aveva capito, anche se nel pratico non sapeva cosa sarebbe successo.
Si sentiva ancora un po' irrequieto.
Lubov spostò lo sguardo su di lui.
"Non correrai alcun pericolo, ci sono io con te" aggiunse.
Einrich lo vedeva serio, per questo si sentì rincuorato.. Ma infondo si sentiva inutile, come se si fosse immischiato in qualcosa per cui la sua presenza non fosse richiesta.
Qualcosa di troppo grande per la sua comprensione.
Intanto, ad ogni passo, la città si faceva sempre più vicina.
L'erba verde che copriva il terreno era stata a sua volta ricoperta dalla neve, anche se in quel momento il cielo era terso.
Dalle loro bocche usciva del vapore ad ogni respiro, e si potevano vedere le luci delle lanterne esposte fuori dagli edifici in legno.
Lanterne accese anche se era mattina, forse per riscaldare un po' quel paesaggio grigio e freddo, dove anche l'aria sembrava essere grigia.
Era questo il regno di Lubov.
Le strade della cittadina erano animate a quell'ora del mattino. Qua e là si potevano vedere delle bestie che camminavano per le stradine o parlavano tra loro.
Bestie dal pelo grigio, come Lubov.
Einrich posava lo sguardo su ognuno di loro, affascinato.
Erano così tanti.
Il gruppetto non passò inosservato.
Quando si accorgevano di Einrich lo guardavano incuriositi, stupiti, quasi spaventati, ma poi vedevano Lubov e le loro attività si fermavano.
Erano come pietrificati per la sorpresa di aver visto il loro sovrano.
Tutti i presenti, lentamente e solennemente, si inchinarono al suo passaggio.
Nell'aria non volava una mosca, nessuno parlava o bisbigliava.
Quella non era paura, era rispetto.
Era questa la potenza di Lubov.
Lui arrestò il suo cammino e si guardò intorno con aria solenne.
"Alzatevi" disse poi, con voce profonda ma gentile. "Sono solo di passaggio, diretto al castello. Sto per cacciare la strega e tornare ad occupare il mio trono"
"Anche se è solo di passaggio, la sua visita ci onora, sire" disse qualcuno in mezzo alla folla.
Dopo aver parlato tornò in posizione eretta.
"Perché se n'era andato? Cosa ci fa un umano qui? Se posso permettermi di chiedere.." continuò.
Lubov annuì.
"Ero andato nel regno umano per trovarmi una consorte e sono tornato con lui" spiegò.
I presenti sembrarono stupiti, qualcuno spostò lo sguardo su Einrich, ma nessuno proferì parola a riguardo, nessuno sembrava giudicare bene o male la cosa. Era semplicemente il volere del loro sovrano, dovevano solo accettarlo.
"Avrete fame, volete fermarvi nella mia locanda?" chiese qualcuno.
"Io ho appena sfornato del pane" disse qualcun altro.
Non furono gli unici ad offrir loro cibo o bevande.
"Adesso basta, non abbiamo tempo da perdere" si intromise il demone accompagnatore, spazientito.
Einrich assistette alla scena in silenzio, pensando che forse quell'essere non si comportava in modo scortese soltanto con lui.
Le bestie si fecero da parte e i tre poterono proseguire.
Qua e là, per la strada, qualcun altro riconosceva il sovrano e si inchinava, ma lui faceva segno a tutti di alzarsi.
Per Einrich erano tutte uguali, le bestie. Avevano tutte quel pelo grigio e tutte degli occhi neri e profondi, come quelli di un animale. Occhi completamente diversi da quelli di Lubov.
Tutti erano vestiti, ma non di colori sgargianti come loro.
Il demone accompagnatore sbuffò.
"Ecco perché odio le visite alla città" disse a bassa voce.
Einrich riuscì a sentirlo comunque è spostò istintivamente lo sguardo su di lui.
"Che c'è?" gli chiese l'essere giallognolo, accorgendosi del suo sguardo.
L'umano scosse la testa, non sapeva come rispondergli.
"Il rispetto è una cosa, ma questo è troppo. Dovremmo sbrigarci ma così non è possibile" continuò.
"Penso sia normale, considerando che è il loro re" gli disse l'umano.
"Già.. tu invece non gli porti un minimo di rispetto"
Einrich aggrottò la fronte. Quando mai era stato irrispettoso nei confronti di Lubov?
"Non è più il ragazzo che conoscevi, è il sovrano di questo regno, il regno dove vivrai anche tu se deciderai di restare, di conseguenza è anche il tuo sovrano. Non dico di comportarti come loro, ma potresti provare una via di mezzo"
Einrich spostò lo sguardo su Lubov.
Camminava davanti a loro e rivolgeva di tanto in tanto la parola alle bestie che incontravano per la via. Non sembrava aver sentito niente di quel discorso.
Sospirò.
Non gli era sembrato che a lui la cosa dispiacesse. Pensava che, anche secondo lui, le cose andavano bene come stavano.
Ma forse si sbagliava.
Forse il demone accompagnatore stava esagerando, ma non gli era chiaro.
Forse avrebbe dovuto davvero portare più rispetto nei confronti di Lubov.
Einrich iniziava a mettere in dubbio il suo comportamento, ma non sapeva come fosse il caso di rivolgersi ad un sovrano.
Un sovrano che era anche il suo fidanzato, tecnicamente.
Fece finta di ignorare il discorso del demone accompagnatore, non rispondendogli.
Ci volle ancora un po' prima di arrivare al castello ed Einrich, già stanco, una volta arrivato non ne poteva più di camminare.
Entrarono, ritrovandosi subito nella sala del trono.
La sala era buia, illuminata solo dalle torce poste alle pareti e dalla luce che entrava da portone e finestre.
In quel buio si mimetizzava perfettamente, passando quasi completamente inosservata, una figura scura adagiata sul trono.
Si alzò in piedi ed aprì le braccia come per accoglierli.
Era la strega tuttovedente, anche se non sembrava più lei.
La lunga tunica era la stessa, ma era aperta e il cappuccio non era calato sul viso. Indossava un vestito nero e aveva i capelli dello stesso colore.
Il viso non era più scarno, ma giovane e colorito.
Quell'aspetto poteva significare solo una cosa: aveva riacquisito potere.
"Bentornato, Lubov. Vi stavo aspettando, voi e il vostro consorte umano"
La sua voce giovane e calda risuonò per tutta la sala.
"Sfortunatamente non è chi avevamo accordato, questo significa che rimarrò la sovrana del regno di ghiaccio"
Lubov strinse i denti e aggrottò la fronte. Dalle sue labbra appena dischiuse si potevano intravedere dei canini affilati.
La sua espressione minacciosa non bastò a spaventare la strega tuttovedente, che stava sfoggiando un ghigno.
"Se non mi restituirai ciò che è mio di diritto, me lo riprenderò con la forza" esordì la bestia.
La strega ridacchiò.
"Puoi provarci se vuoi.. ma non ti renderò le cose facili. Non mollerò proprio adesso, che sono così vicina al mio obiettivo"
Lubov, spazientito, tese in avanti un braccio scagliando delle frecce di ghiaccio in direzione della strega.
Lei fece un giro su se stessa avvolgendosi nel mantello scuro e svanì in una nuvola di fumo.
Lubov ed Einrich si guardarono intorno ma della strega non c'era più alcuna traccia.
"Quella era una magia di svanimento, non è più qui" disse loro il demone accompagnatore. "Non sono riuscito a rompere l'investitura in tempo, ma questo incontro non è stato del tutto inutile, ora posso impedirle di scappare"
"Già, ma adesso dobbiamo capire dove è andata a nascondersi"
"Non serve" gli rispose l'essere giallognolo. "Secondo le mie ricerche, per essere diventata così potente deve aver stretto un patto con un altro dei sovrani. Per raggiungere il suo obbiettivo deve ottenere il trono di tutti e tre, ci basterà scoprire chi non ha ancora accettato un suo accordo e avremo trovato anche lei"
Lubov annuì.
"Non perdiamo altro tempo allora, andiamo subito nel regno di terra a parlare con Dehanie"
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