Parte 11

Nella casa di Lubov, lui e il demone accompagnatore stavano discutendo di un qualche piano d'azione.

Einrich aveva smesso di capire.

"Basterà tornare al castello e lei dovrà restituirmi il trono, era questo il patto" disse Lubov.

"Non credo che le cose andranno così bene, il patto prevedeva il tuo ritorno in compagnia di quella ragazza"

Lubov parve sbiancare per un attimo.

"Non posso credere di essermi fatto ingannare in questo modo" commentò. "Dobbiamo provare comunque, se servirà passeremo alle maniere forti"

Dopo aver parlato spostò lo sguardo sull'umano. Era rimasto lì, immobile, a fissarli con aria confusa.

"Einrich" gli disse Lubov, con tono dolce. "Ora che sei al corrente di tutto, accetterai di venire via con me? Prometto che non ci saranno mai più segreti tra noi"

Il ragazzo era combattuto.

Non voleva dire addio a Lubov, non voleva stare in disparte dopo aver saputo dell'esistenza di tutto quello, ma si chiese cosa avrebbe significato andare via.

"Se accetto.. potrò tornare qui?" chiese.

"Sì" gli rispose l'altro. "Dopotutto, qui hai la tua famiglia. Ti insegnerò ad aprire un portale per viaggiare tra i regni"

Einrich strinse i denti.

Rimaneva solo una domanda da fare, a sé stesso. Era disposto a rischiare la vita per affrontare una strega? Ma soprattutto, voleva davvero rimanere al fianco di Lubov per sempre?

Sì, lo voleva.. non conosceva nessuno come lui e all'idea di dirgli addio si sentiva male.

La strega era tutt'altra storia.

"Hai paura della strega tuttovedente?" lo canzonò il demone accompagnatore.

Gli rispose con uno sguardo truce, ma non sortì alcun effetto su di lui. Quell'essere lo stava osservando con un'espressione beffarda stampata sul viso.

"Ti proteggerò io dalla strega" intervenne Lubov, sicuro. "Non hai niente da temere"

"Posso difendermi da solo" ribatté. "Vengo. Ora che so dell'esistenza di un regno magico, non posso lasciar perdere senza vederlo. Ma.. non sono ancora sicuro di volerci rimanere per sempre"

Lubov annuì.

"Significa che dovrò conquistarti mentre saremo là" aggiunse, facendolo sentire un pochino imbarazzato.

"Perché ti sei scelto proprio un maschio?" li interruppe l'essere giallognolo. "Il regno umano dovrebbe essere pieno di belle femmine, perché proprio lui?"

"Perché lui ha qualcosa di unico. Ha uno sguardo che va oltre, e mi ha salvato la vita. Vorrei che gli portassi rispetto come se fosse già il mio compagno"

Il demone accompagnatore storse la bocca in una smorfia, ma non ribatté.

Intanto, Einrich era rimasto incantato da quelle parole. Lubov le aveva dette con leggerezza, non per lodarlo, era forse per questo che gli avevano fatto così piacere.

"Devo ritirarmi, il mio tempo qui è scaduto" disse il demone, interrompendo i suoi pensieri. "Farò i preparativi per il vostro arrivo, senza lasciarlo intendere alla strega"

"Bene. Ci rivedremo domattina presto allora"

Rivolse di nuovo lo sguardo ad Einrich prima di andarsene, ma non disse niente. Sparì passando attraverso il muro, come era arrivato.

Il ragazzo rimase lì, a fissare quel punto della parete.

"Il passaggio è chiuso adesso" gli disse Lubov. "Siamo soli"

Einrich deglutì il nodo che gli si era formato in gola.

"Hai ancora paura di me?" si sentì chiedere.

Gli fece segno di no con la testa.

Vista la sua risposta, Lubov gli si avvicinò.

"Sarai scosso dopo tutto quello che è successo stasera.. andiamo a dormire" gli propose.

A dormire? Einrich non credeva di potercela fare, erano successe troppe cose perché potesse riuscire a rilassarsi e prendere sonno.

Il ragazzo che aveva davanti aveva rivelato di essere una sorta di re magico di qualche regno fantasy e sarebbero andati proprio lì l'indomani.

"In questa casa c'è solo un letto. Dovremo dividerlo"

Sentirglielo dire lo mise nuovamente in imbarazzo.

Quel ragazzo, ora che sapeva di cosa era capace, gli appariva ancora più affascinante di prima.

Non ne aveva più paura, ma doveva ammettere di esserne abbastanza intimidito.

Ma.. era sempre lui. Era lo stesso ragazzo con cui era uscito negli ultimi giorni, solo che adesso poteva dire di conoscerlo veramente.

Lo seguì in camera.

Come era già successo in precedenza, Lubov si cambiò davanti a lui senza preoccuparsi della cosa.

Dopo un attimo di esitazione Einrich fece lo stesso, indossando i vestiti che lui gli aveva prestato.

Si misero sotto le coperte ma, come previsto, di prendere sonno non c'era verso.

In una serata intensa come quella, Einrich avrebbe preferito poter bere un po', ma di sicuro Lubov non aveva alcolici in casa. Doveva lasciar perdere l'idea.

Percorse con lo sguardo il suo viso rilassato, i capelli ancora ordinati e le palpebre chiuse. Dormiva girato verso di lui, il che gli permetteva di ammirarlo.

Il suo collo scoperto e il petto che si intravedeva dalla maglietta.. Einrich voleva vedere di più.

Lo aveva già visto prima, quando si era cambiato, ma adesso era un'altra cosa.

Erano a letto ma non stavano facendo nulla, rivolti l'uno verso l'altro senza nemmeno stare vicini.

"Lubov.." richiamò la sua attenzione, accorgendosi che era la prima volta che lo chiamava per nome.

L'altro aprì gli occhi e li puntò nei suoi. Erano gelidi e intriganti, Einrich ne era affascinato come non mai.

"Cos'altro puoi fare, oltre a congelare le cose?" gli chiese.

"Tutto ciò che ha a che fare con il freddo" rispose.

Sembrava avere lo sguardo assonnato e il suo tono di voce si era fatto ancora più profondo.

Senza rendersene conto, Einrich si ritrovò ad inumidirsi le labbra.

"Anche far nevicare?" gli chiese poi.

Lubov annuì e accennò un sorriso.

"Ti piace la neve?" si sentì chiedere.

"Sì, mi piace molto"

"Dove andremo ne vedrai tanta" continuò.

Einrich allungò un braccio e accarezzò delicatamente il viso di Lubov. Lui appoggiò una mano sopra la sua.

Aveva il potere del ghiaccio, ma la sua mano era calda.

Einrich ascoltò l'impulso di avvicinarsi di più e baciarlo.

Le sue labbra erano così morbide, la sua lingua assecondava i movimenti della propria.

Portò le mani intorno al suo collo e in men che non si dica si ritrovò sopra di lui.

Continuava a baciarlo senza sosta e sentiva che entrambi i loro corpi stavano reagendo a quel piacevole contatto.

Lubov teneva le mani sui suoi fianchi. Sentiva il bacino di Einrich premere contro il proprio e, di tanto in tanto, provava dei brividi di piacere. Era una sensazione strana e mai provata prima.

Come d'istinto, fece scivolare le mani fino al sedere di Einrich e lo strinse appena.

Mollò la presa subito dopo, imbarazzato dalle sue stesse azioni.

Il ragazzo allontanò il viso dal suo. Si morse il labbro inferiore.

"Puoi stringerlo quanto vuoi.. stasera voglio essere tuo"

Lubov sussultò in preda a un fremito di eccitazione. Quella era per lui una situazione del tutto nuova e inaspettatamente piacevole.

Il ragazzo lo afferrò per la maglietta e gliela tolse. Tolse anche la propria, poi gli percorse il petto con le mani mentre iniziava a baciargli il collo.

Spostò le mani più in basso, Lubov lo lasciava fare mentre gli toglieva il resto dei vestiti.

"Spogliami tu adesso" gli sussurrò all'orecchio.

Lubov obbedì volentieri alla sua richiesta. Gli abbassò i pantaloni e l'intimo, ora entrambi erano completamente nudi.

"Cosa dobbiamo fare?" si decise a chiedere, dopo un attimo di esitazione.

Einrich sembrò sorpreso per un attimo.

"Non sai come si fa?" si sentì arrossire mentre pensava a cosa dirgli e come.

Con la mano destra gli avvolse il membro, sotto il suo sguardo ingenuo, e la mosse su e giù per dargli piacere.

Capì subito dalla sua espressione che stava trattenendo dei gemiti.

"Ti piace? La meccanica è la stessa, ma prima devi mettermelo nel sedere" disse, senza troppi giri di parole.

Ora anche Lubov era imbarazzato.

Einrich aveva spostato la mano e lui sembrava esserne dispiaciuto.
Voleva trattenersi, sapeva di doverlo fare, ma non ne era in grado. Il corpo umano non solo era fragile, era anche sfuggevole al controllo della ragione.

"Posso farlo?" gli chiese.

Con una mano gli stava già percorrendo la schiena verso il basso, mentre lo avvicinava a sé. Era seduto ed Einrich fu presto a cavalcioni sopra di lui.

"Non subito, o mi farai male"

Gli prese la mano con la sua e lo guidò.

Le dita inesperte di Lubov erano in grado di farlo sussultare dal piacere.

"Va bene così?" si sentì chiedere mentre, ad occhi chiusi, si teneva aggrappato alle sue spalle.

"Sì.. continua.."

"Credo di non poter più aspettare" rispose Lubov, estraendo le dita.

Anche Einrich non riusciva ad aspettare. Si sollevò sulle ginocchia e aiutandosi con una mano lo fece entrare lentamente dentro di sé.

Una volta fatto, prese a muovere il bacino in modo regolare, anche se gli veniva difficile.

Aveva molta esperienza, ma quella posizione non era tra le sue preferite. Lo faceva sentire così pieno, e sentire le gambe senza forza non aiutava.

Dopo un po' dovette fermarsi per riprendere fiato.

Poteva lamentarsi quanto voleva nella sua testa, ma la verità era che solitamente aveva una resistenza migliore. Quella sera, con Lubov, le cose non stavano andando così.

Assecondando il desiderio, Lubov lo spinse facendolo finire con la schiena contro il materasso e riprese ad affondare dentro di lui. Questa volta gli era sopra ed Einrich fu incapace di trattenere i gemiti.

La sua mano sinistra, aggrappata al coprimaterasso, venne raggiunta dalla destra di Lubov. Le loro dita si intrecciarono come automaticamente.

Si lasciò andare e, poco dopo, vennero insieme.

Fu breve ma intenso.





Spazio autrice
Buonsalve a tutti! Mi scuso tanto tanto per aver dimenticato di aggiornare settimana scorsa.. per farmi perdonare cercherò di mettervi un capitolo in più questa settimana, di mercoledì. Spero che comunque sia valsa la pena di aspettare!
Se vi è piaciuto il capitolo spero abbiate voglia di farmelo sapere lasciando una stellina o un commento ^-^

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