21. Mamma

ciaooo, come va?

ci sarà un 🤬🔪💥🪦

______

Le nostre labbra erano incollate.

Parevano non volersi staccare.

Le sue erano morbide e calde, le mie secche e fredde, molto probabilmente.

Mi staccai e riaprii gli occhi che non sapevo di aver chiuso.

Il suo sguardo era scioccato.

I suoi profondi occhi neri erano sgranati e le labbra leggermente schiuse.

Il mio petto si alzava e bassava rapidamente, non mi sarei mai aspettata di baciare un ragazzo solo per farlo stare in silenzio.

«Ma come, non parli più?» dissi ironicamente e mi piegai per raccogliere il libro.

«Che schifo!» gridò improvvisamente e roteai gli occhi.

«Attenzione che così mi ferisci.» gli sorrisi prima di andare in bagno.

«Avevi anche vomitato.» era disgustato, ma se ne sarebbe fatto una ragione.

Oramai era successo.

Mi lavai i denti e quando tornai in camera, lo trovai con Lucifer sulla pancia. Quel gatto non si avvicinava a nessuno, ma era la seconda volta che li trovavo insieme.

«Chimica. La costruzione degli atomi e tutta la teoria che si è creata.»



Così passammo il resto della giornata. E i giorni a seguire fino ad arrivare all'ultimo giorno di scuola.

Era l'undicesimo natale senza di lei.

Non ricordavo più cosa significasse decorare casa e riempirla di quei classici odori natalizi. Avevo brevi ricordi del nostro ultimo natale.

Il grande abete era stato collocato proprio all'ingresso al posto del tavolino di vetro, ma quello decorato di rosso come piaceva a lei si trovava in salotto e vi erano tantissimi pacchi dalle innumerevoli carte colorate. Io e mia madre sedevamo sul comodo divano con una coperta in pile rosso con fiocchetti di neve bianchi. Il camino emanava calore e i suoi scrocchi erano rilassanti. «Lily, non mangiare così tanti biscotti ti sentirai male.» la sua voce era morbida e rilassante, inoltre, i suoi occhi erano così simili ai miei. Di un nero profondo e vivo. «Ma mamma a me il cioccolato piace tantissimo.» risi con la bocca piena di biscotti e feci rotolare fuori moltissime briciole. «Lo so, ma ora ti rivelo un segreto, vuoi?» mi chiese a bassa voce e io mi feci subito seria ingoiando rapidamente il dolce. Annuii vivacemente, mentre lei si avvicinava al mio orecchio. «Anche a me piace tantissimo il cioccolato.» ci guardammo negli occhi come se quello fosse il segreto più importante della mia vita e, improvvisamente, addentò un biscotto. Scoppiammo a ridere fortissimo.
In quel momento, giunse mio padre, ma non ho ricordi di cosa successe dopo. Da quando lei non c'è più, il natale non ha senso. L'odore di cannella, con cui era solita riempire la casa, mi nauseava e odiavo i biscotti.


Uscii dalla recinzione scolastica, mentre un leggero nevischio attecchiva al suolo.

«Vuoi un passaggio?» mi chiese Hudson al mio fianco.

Avevamo imparato a stare accanto l'uno all'altra. A sopportarci, più che altro. Odiavo i suoi modi arroganti, ma non mi opprimeva come facevano Jaxon o Cassandra. Non mi obbligava a mangiare, anzi, si divertiva a vedere i miei occhi desiderosi di nutrirmi quando lui lo faceva, ma non gliela diedi mai vinta.

Scossi la testa e mi incamminai alla metro più vicina.

Ero stata invitata a casa di Alec e stranamente non vedevo l'ora. Quella famiglia mi trasmetteva amore. Sì, era davvero piena di problemi, ma era vera e si amavano. La cosa che più mi piaceva era la tanta unione e complicità che avevano.

«Alec! È arrivata Lilith!» urlò Vi dopo avermi aperto.

Entrai con un mezzo sorriso e cercai di non muovermi troppo dall'entrata, ma la ragazza non sembrava dello stesso parere. «Posso offrirti un caffè?» annuii senza pensarci.

Quando Alec scese avevo ormai terminato il liquido marrone contenuto in quella tazza di ceramica bianca.

«Andiamo?» mi chiese fissandomi.

Mi alzai e ringraziai la sorella per tanta bontà, ma quando stavo per chiudere la porta il mio telefono iniziò a vibrare.

Jaxon mi stava chiamando, ma rifiutai. Non appena terminai i pochi gradini, tornò a vibrare e decisi di rispondere sperando che l'avrebbe fatta finita.

«Jax, cosa c'è?» il mio tono era sorprendentemente calmo.

«Mamma vuole parlare della vigilia, adesso.» mi disse con un tono fin troppo superiore.

«Adesso, io ho da fare. Parleremo a cena.» dissi pronta ad attaccare.

«Vieni.» mi disse Cassandra e, evidentemente, aveva preso il telefono al figlio. Non potei ribattere perché alla sua voce seguì il tu-tu telefonico.

«Alec, scusami, ma ci sono problemi a casa.» le sue sopracciglia si corrucciarono «E' per la vigilia. Decideranno senza di me, altrimenti, e io voglio la tua famiglia da noi.»

«D'accordo, sarà per la prossima. Se siamo d'intralcio, però, non è importante. Noi festeggiamo con troppa allegria, non ci mettiamo l'eleganza che avete voi.» sorrisi interiormente a quella sincerità.

«Non preoccuparti.»

Cassandra era sconvolta, mio padre aveva la bocca spalancata e Jaxon rideva sguaiatamente.

«Non se ne parla minimamente!» gridò la donna istericamente. «Non lascerò entrare in mia casa un branco di selvaggi.

I miei nervi saltarono.

Potei quasi sentirli uno dietro l'altro schizzare via come elastici appena tagliati. Questa volta, però, avrei mantenuto la calma.

Basta mostrare emozioni, basta appariredebole.

Infilai le mani nelle tasche della felpa e conficcai le unghie nei palmi conuna forza eccessiva, ma dovevo rimanere calma e non perdere lucidità.

«Cassandra, prima di tutto questa non è minimamente casa vostra.» la donna non mosse un singolo muscolo facciale, ma la vidi irrigidirsi lievemente

«Questa è casa mia e ho tutto il diritto di far entrare chi voglio e la sa una cosa? Lo posso fare quando voglio e come voglio. Desidero dare una festa alle tre del mattino? Lo faccio. Desidero far entrare ragazzi del Bronx? Lo faccio.

La parte più divertente è che lei deve solo che tacere, non si può permettere di comandare la mia vita.» mi girai verso mio padre e le unghie si conficcarono ancor di più nella pelle

«Nessun problema, vero? Io ho accettato un'altra donna. Io ho accettato un trasferimento. Io ho accettato un fratellastro. Io ho accettato un'altra vita. Tu mi hai imposto un'altra donna. Tu mi hai imposto un trasferimento. Tu mi hai imposto un fratellastro. Tu mi hai imposto un'altra vita. Ora, tu accetti questo. Da oggi, mio caro papà, io torno a essere Lilith. La vecchia Lilith, solo che da oggi per me diventiinesistente.» tornai a guardare la donna bionda

«I miei amici vengono.» e senza più parlare salii in stanza.

AAA RAGAZZUOLII questo è il nuovo separatore creato da una ragazza:

•prima di tutto mi dispiace molto di tutto questo tempo, ma ho avuto problemi personali e desideravo tempo per me. non sarei riuscita a portarvi un buon capitolo e, nonostante tutto, non sono per nulla soddisfatta nemmeno di questo. spero che comunque vi piaccia!

•cosa pensate del discorso di Lilith?

io l'ho immaginato così la scena:

lilith: 🤬🦶🏻🤜🏻🔪
cassandra: 😟🤌🏻
samir: 👁👄👁
jax: 😳🧚🏻‍♀️✨
ma non dimentichiamoci di alec: 🥲💀👍🏻
ma

•chissà cosa accadrà alla vigilia

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