Capitolo 5
Poi c'era un foglio di carta piegato che catturò l'attenzione di John. Lo aprì e la piega era netta e pulita, come se non fosse stata toccata in tutto quel tempo.
Esaminò la parte superiore che rivelò che il foglio proveniva da "I servizi di chiaroveggenza della signora Zafora".
Non si ricordava di Zafora, ma pensò che dovesse essere qualcosa che aveva a che fare con la sua fase mistica, forse era andato da un'indovina per farsi una risata.
Nella sua stessa veloce e burbera calligrafia vide buttate giù alcune parole.
Non vivrai a lungo dopo i 40 anni - inevitabile tragedia - dicembre 1980.
John rabbrividì leggermente. Sicuramente non gli era ancora successo niente.
C'è ancora tutto dicembre, sussurò una cattiva voce nella sua testa.
***
"Merda, non ce la faccio più", borbottò Paul.
"Cosa?"
Saltò su, prima di girarsi verso Linda. Fece scorrere una mano sui suoi capelli. "Niente, amore".
Lei aggrottò le sopracciglia. "Per favore, non mentire".
Paul sentì un immediato affollarsi di sensi di colpa. "Scusa. Penso di essere nervoso per questa cosa di John".
"Pensavo che voi due aveste fatto pace?"
"Sì... ma non so. Non riesco a togliermi questa... sensazione. E per qualche motivo aspettare sta peggiorando le cose ancora di più" disse Paul, sentendo un senso di sollievo e di guarigione dopo essersi confidato con sua moglie.
"Puoi dirmele certe cose. Non lasciarle covare dentro di te", disse Linda, prendendo Paul fra le sue braccia.
Lui si sciolse alla presenza confortante che lo circondava. Merda, lui l'amava. Ma non abbastanza.
***
John ci pensò la mattina di giorno sette.
Perchè doveva avere importanza comunque? Avrebbe dovuto gettare da parte quel foglio e scavare più a fondo alla ricerca di cartoline e cose imbarazzanti su cui farsi qualche risata.
Tuttavia fissò quel foglio. E se l'inevitabile tragedia fosse per qualcuno vicino a lui? Potrebbe succedere qualcosa a Sean, qualcosa di così terribile da non voler continuare a vivere oltre i quarant'anni?
Paura ribollì dentro John, si voltò a guardare Sean che stava guardando un programma per bambini alla tv, completamente rapito, e si stava versando cereali di sopra mentre il cucchiaio continuava a mancare la bocca.
"Sean, ti sta cadendo tutto il cibo addosso, amore", disse John, alzandosi per aiutarlo. Sean abbassò lo sguardo alla maglietta del pigiama macchiata, notandolo per la prima volta.
"Scusa papà", disse, cercando di grattar via un fiocco smarrito di qualsiasi schifezza cioccolatosa stesse mangiando.
John portò Sean in bagno e il bambino di cinque anni si tolse la sua maglietta che John buttò nel lavandino sotto l'acqua corrente. John entrò nella stanza di Sean per prendergli una maglietta pulita e ne trovò una che sembrava accettabile.
John passò la maglietta a suo figlio, che se la mise, scompigliandosi i capelli.
"Va bene?" chiese John.
Sean annuì. "Grazie" rispose prima di correre indietro alla tv.
***
Stella era aggrappata al cappotto di Paul e non si voleva staccare.
"Papà..." piagnucolò.
Linda gli feca una mezza smorfia compassionevole, facendo salatere leggermente il piccolo James sul suo fianco e facendogli versetti. Lui era troppo piccolo per valutare davvero la situazione e si ciucciava il pollice placidamente. Mary abbracciò Paul, spostando via Stella. La sorella più piccola lasciò andare suo padre solo per spingere Mary.
"Ehi!" esclamò Mary, e Paul fermò la rissa che stava certamente per iniziare, come aveva fatto tante altre volte in passato.
"Andiamo, me ne sto andando. Non c'è tempo per spingersi", Paul ci scherzò su, e Stella si girò di nuovo verso di lui, con gli occhi che le si riempivano di nuovo di lacrime. Paul si tirò mentalmente un calcio per aver riaperto la questione e si chinò per abbracciare Stella.
Scambiò un bacio veloce con Linda, che Mary commentò con un "ew papà", ed entrò a fare il check in dei suoi bagagli, attento a non voltarsi a vedere come stavano reagendo.
Era sicuro che, se qualche ragazza si fosse messa a piangere, avrebbe perso tutta la sua risolutezza e sarebbe tornato indietro a casa.
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