Capitolo 4
Oggi John mi ha detto che sono bravo a suonare la chitarra! Sono un po' imbarazzato che mi abbia reso così felice, ma non ci posso fare niente! Gli ho fatto una buona impressione finalmente!
John rise quasi con cattiveria, girando avidamente un'altra pagina, volendo vedere assulutamente cos'altro avesse scritto Paul.
Abbiamo preso l'abitudine di scrivere canzoni insieme in questi giorni. Andrò a casa di John così spesso che mi sembrerà di vivere lì. Oggi, comunque, John ha detto che era impegnato. Mi chiedo perchè?
Di solito mette al primo posto la band. Suppongo che sarà a causa di qualche ragazza o qualcosa di simile, ma lo stesso. John sa essere davvero uno stronzo quando vuole. Gli ho chiesto quando ci potevamo vedere dopo e lui mi ha detto di andare a fanculo e di smetterla di comportarmi come una dannata ragazzina.
Sai, mi sono arrabbiato le prime sei volte, circa, che mi ha detto queste cose, ma penso che adesso non mi importi più. John Winston Lennon è, al momento, la peggior cosa della mia vita. Ma anche la migliore. Merda, lo amo veramente. E non dovrei.
Sì, è la prima volta che lo scrivo. Non penso che papà troverà questo quaderno, l'ho nascosto sotto il materasso e lui non viene mai vicino al mio letto e non credo che sappia nemmeno dell'esistenza di cose come i lavori domestici, come rifare il letto.
La pagina seguente era piena di macchie di... lacrime? Immediatamente John sentì ribollire il senso di colpa.
L'ho detto a John... Non ha reagito bene.
Sapevo che non avrei dovuto farlo. Perchè sono andato a dirglielo? Sapevo che non avrebbe voluto un amico gay. Questo rovinerà tutto. John mi ha chiamato tre volte, ma ho detto a Mike che ho da fare e di dite a John che non sono in casa.
Merda, penso di avergli appena sentito dire che voglio che pensi che non sono in casa. Oh, Mike, quello stronzetto. Adesso John sarà presto qui. Farei meglio a nascondere questo libro.
John sorrise perchè, ovviamente, sapeva cosa sarebbe successo dopo.
O mio dio. John è venuto e si è scusato - e penso che stiamo insieme! Io... wow.
***
Paul era seduto su una poltrona, guardando fisso il muro, quando Stella corse da lui.
Paul fece un balzo prima di rilassarsi nuovamente sulla sedia. "Ciao amore. Come mai non sei fuori?" chiese.
Stella roteò gli occhi, comportandosi proprio come una ragazzina imbronciata, nonostante i suoi nove anni. "James sta sputando di nuovo".
"Oh", Paul fece una smorfia, alzandosi.
"Mamma ha detto che se ne sta accupando lei".
Paul esitò, ancora a metà fra lo stare seduto e l'alzarsi, in una strana posizione accovacciata.
Stella lo guardò di nuovo. "Papà, perchè devi partire?"
"È solo un viaggio d'affari", disse Paul, toccando leggermente i suoi capelli (sapeva che lei odiava che glieli arruffasse e "scombinasse").
"Perchè stai andando a trovare zio John?"
Paul sospirò. "È solo un viaggio. Tornerò per le vacanze e porterò cose meravigliose per decorare la casa. E Babbo Natale si assicurerà di non saltare questa casa; avremo tante luci appese intorno, abbastanza da illuminare l'intera isola".
Stella annunì con occhi spalancati.
***
Fanculo, quello Stu mi sta innervosendo.
John gironzola intorno a lui come una dannata sanguisuga, e tutto è Stu di qua e Stu di là. Perchè non va a sposare Stu a questo punto? Scommetto che il triste culo di Stu sarebbe fottutamente felice. Poi potrebbe pure starci legalmente attaccato al fianco di John.
Non sono geloso, ma sono arrabbiato. È la terza volta che John si dimentica che dovevamo passare la notte da me perchè ero solo, ed è andato alle feste pseudoartistiche di merda di Stu.
Io ci sono andato una volta e l'ho odiato tantissimo. Tutti questi coglioni del college facevano confusione nell'appartamento di qualche tipo, tutti parlavano come dei fottuti snob di dipinti e lezioni di arte e merda.
Pensavo che fossimo dei rocker!
Non sono geloso.
Pagina seguente.
È il nostro anniversario oggi. È passato un anno da quando John è venuto a casa mia per scusarsi. Comunque dubito che si ricordi dettagli sciocchi e mollocci del genere. Lui è, beh, è John.
"Me lo sono ricordato", disse John ad alta voce, dimenticandosi se stesso.
Beh. É oggi comunque. Non penso di farne accenno. Suppongo che non dirò niente. Già, meglio di no. Se se lo ricorda, se lo ricorda. Altrimenti... beh, pazienza.
John girò alla pagina successiva quasi violentemente, volendosi vedere riscattato.
Se lo è ricordato. Mi ha preso un disco. È uno stronzo fottutamente romantico.
***
"Paul, c'è qualcosa che non mi stai dicendo".
Forse non le stava dicendo perchè stava partendo. Forse non le stava dicendo perchè non riusciva a incrociare più il suo sguardo. Forse non le stava dicendo perchè stava al bordo del suo lato del letto, sentendosi indegno di stare accanto a lei.
"Cosa intendi?" disse Paul, comportandosi innocentemente, ancora girato verso il muro.
Linda posò una mano sulla vita di Paul, e lui rabbrividì involontariamente.
Lei si tirò indietro velocemente, come se si fosse bruciata.
***
L'ultima annotazione del 1961.
E ci siamo tagliati i capelli! Riesci a crederci? Sembriamo dei dannati finocchi pseudoartistici che si mescolano con i mod di Parigi. Aspetta, John mi sta parlando. Oh, il quaderno è finito comunque.
Le poche ultime parole erano ammassate nell'ultimo rigo del quaderno, rimpicciolite per come Paul aveva cercato di farle entrare a fine pagina.
John pensò che quello fosse il momento un cui aveva chiesto a Paul cosa stesse scrivendo. E dal momento che il quaderno era finito, Paul l'aveva dato a John per farglielo leggere...
John lo mise da parte, la sua testa girava con quello che aveva letto. Certo, non era niente che non sapesse già; aveva vissuto tutte quelle esperienze insieme a Paul. Ma aveva letto tutto quello che era successo vedendo le cose dalla parte di Paul come se le avesse appena vissute...
Era tutto ancora più sbagliato, lo sapeva, ma si ritrovò di nuovo a guardare nella scatola nella soffitta nel mezzo della notte, tre giorni prima dell'arrivo di Paul.
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