Capitolo 18
Si svegliarono nella stanza di Paul.
Paul si girò verso John, chiedendosi per qualche secondo cosa stesse succedendo prima che tutti i ricordi lo colpissero in pieno. La neve. John.
Guardò le lenzuola attorcigliate, avvolte intorno a entrambi nei modi più improbabili, sopra una gamba sotto l'altra, la maggior parte era arricciata e pendeva mollemente dalla parte di Paul.
Il senso di colpa era ancora lì. Non era migliorato dal giorno prima. Sembrava che stesse fermentando con lui, agitandosi al pensiero che adesso aveva tradito la moglie. L'avrebbe rivista e avrebbe aggiustato le cose, si disse. Dopo tutto, in tempi moderni, le persone non morivano per essere state semplicemente sommerse dalla neve. Sicuramente la polizia li stava tenendo sotto controllo e alla fine avrebbero mandato una squadra di soccorso.
Paul si alzò dal letto, morendo dalla voglia di fare qualcosa. Uscì dalla stanza, sentendo il pavimento freddo sotto la pianta dei piedi. Il fuoco doveva essersi estinto durante la notte. Come previsto, nel camino non c'era nient'altro che un mucchio di cenere. Paul tirò fuori un accendino dalla tasca e lo accese per vedere se funzionava ancora. Guizzò una piccola fiamma gialla.
Gettò il loro penultimo ceppo nel camino e accese di nuovo l'accendino. Un incerto fuocherello si fece strada sulla corteccia. Paul mosse lo sguardo dal camino alla finestra. C'era ancora l'innegabile ombra della solida neve bianca.
Improvvisamente gli venne un terribile presentimento. Quanta aria avevano là dentro? Paul fece un respiro profondo, l'aria sembrava troppo densa da respirare. Era già finita? Corse alla porta e la spalancò. Ghiaccio e neve si sbriciolarono e caddero ai suoi piedi, ma Paul ignorò la costante corrente gelata e grattò la parte alta della porta di ghiaccio. Doveva esserci una via d'uscita.
Adesso abbracciò la neve, dopo aver creato una piccola cavità. La neve si stava sicuramente accumulando dietro di lui, lo provavano le sue caviglie pungenti, ma non si fermò. Le sue braccia formicolarono in una qualche buffa maniera. La sua pelle era diventata fredda all'inizio, ma adesso era completamente insensibile, e una sensazione quasi ardente si stava facendo strada nei suoi nudi avambracci.
Paul pensò di sentire una parte di neve più molle, così vi infilò il braccio destro, dimenticadosi... Gli scappò un urlo strozzato, e il suo primo istinto fu di tirare fuori il braccio per fermare quella sensazione tagliente come un rasoio che gli stava attraversando il braccio, come se ogni osso si stesse staccando lentamente, il dolore si increspò fino alla parte bassa della schiena.
Gli sfuggì un altro piccolo urlo per il dolore e per la paura che il braccio non sarebbe uscito dalla neve e che lo strattonare con forza gli stava facendo solo più male.
"Paul, è troppo presto per -"
John vide Paul e corse verso di lui.
"Il braccio", disse Paul, stringendo i denti.
John lo guardò, poi si girò e andò dall'altra parte.
"JOHN!" gridò Paul, pronto a gettargli un milione di insulti per essersene andato, ma John era già ritornato, tenendo del fuoco.
Paul sbattè le palpebre e guardò meglio. John stava tenendo un ceppo infuocato del camino con un paio di tenaglie di metallo pesante. John spinse il corpo di Paul da parte senza tante cerimonie e tenne la fiamma sul ghiaccio che lo imprigionava. Si sciolse come se non fosse mai stato solido, e il ghiaccio soffocò il fuoco non appena John tirò fuori il braccio di Paul.
Chiuse la porta e Paul era lì, tremante, sentendo onde di dolore che si irradiavano dalla spalla rotta. Una lacrima era stata costretta a mostrarsi dalla violenza del dolore, e vide che anche gli occhi di John erano, in qualche modo, umidi.
"Cosa pensavi di fare?" disse il più grande con rabbia incandescente.
"P-pensavo che fossimo a corto di aria, dev'essere stato un attacco di panico -"
John non disse nulla, ma spinse indietro la manica di Paul, ispezionando. Paul non poteva vedere la propria ferita, ma sentendo John trasalire, capì che era messa male.
"I punti... stanno sanguinando".
Le dita di John tornarono rosse non appena lasciò andare la spalla di Paul. "Farei meglio a cambiarti le fasciature..." borbottò.
Paul si appoggiò contro il muro, sentendo fluire onde di dolore. Sperò soltanto che questo non avrebbe danneggiato il processo di guarigione.
Guardò John allontanarsi, fissando il retro della sua testa arruffata, quando sentì un orribile suono di scricchiolii striduli. "John!" gridò Paul. La testa di John scattò, e lui fece un balzo all'indietro in tempo prima che cadesse la trave. Il rumore che fece fu incredibilmente alto, e parte del materiale del tetto seguì a cospargere di polvere il legno pesante.
"Era indirizzato a me", disse John, puntando con lo sguardo la pesante trave. Si trovava in quel punto meno di un secondo prima.
"Deve... deve essere stato il peso della neve..." disse Paul, ma la spiegazione sembrò forzata perfino a lui.
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