CHAPTER 9

Alyson stava cercando di trovare Dylan con lo sguardo, non lo vedeva da quando avevano litigato, ed era passato tutto il weekend.
Lo stava ancora cercando, quando qualcuno le sussurrò all'orecchio: "E così ti sei messa con lui." La voce sembrava quasi delusa e riluttante a pronunciare quella frase.
La ragazza si girò di scatto, trovandosi di fronte Dylan. "Te l'ha detto Demon?" Lui annuì, in parte era vero infatti, la sera del giorno in cui aveva visto Demon ed Alyson baciarsi, il demone era andato a fargli una visita di cortesia per sbatterglielo in faccia.
"Dylan, so che non volevi, ma..."
"Anch'io ho una ragazza." La interruppe subito, non potendo trattenersi. "Cosa?" Alyson non riusciva a crederci, sentì una fitta al cuore che le fece perdere l'equilibrio. "Ho anch'io una ragazza." Ripetè lui, questa volta a bassa voce, quasi non volesse farsi udire. "E chi è?" La ragazza non si rendeva neanche conto di aver pronunciato quella frase finché non vide la strana smorfia sul viso di Dylan. "Perché ti interessa tanto?" Non lo sapeva neanche lei il perché, ma qualcosa gli diceva che doveva saperlo. Stava per ribattere quando arrivò Demon.
"Ciao amore." La salutò stampandogli un bacio sulla guancia.
"Vi lascio soli, piccioncini." Dylan aveva la voce spenta, come il suo sguardo. "Aspetta, Dylan!" Alyson voleva chiarire con il ragazzo, per fare in modo che tutto tornasse come prima; ma ancora una volta Demon la trattenne. "Lascialo andare, è solo uno sfigato." Lei spinse via il suo fidanzato per guardarlo negli occhi. "Non chiamarlo sfigato, è pur sempre mio amico." Ribattè Alyson furiosa per l'atteggiamento di lui. "Fa come ti pare, io vado in classe, ciao." E detto questo, scomparve dietro le porte d'ingresso della scuola, lasciando Alyson sulle scale da sola.

Aveva un'idea.
Alyson sapeva benissimo come avrebbe fatto a spiegarsi e rimettere tutto a posto con Dylan.
L"avrebbe seguito dopo scuola fino a casa sua, per poi entrare e parlargli, che lui avesse voluto o no.
Appena uscita dall'ingresso, Alyson cominciò a seguire Dylan restando a una certa distanza e cercando di non fare il minimo rumore.
Una volta giunto di fronte una casa non molto grande, il ragazzo si fermò per bussare, quando la porta si aprì rivelò una ragazza alta e mora.
Kim.
Appena la porta si fu richiusa, Alyson si avvicinò con l'intenzione di entrare.
"Oh, ciao. Sei una compagna di Dylan, giusto?" Ad accoglierla c'era appunto Kim, la sorella di Dylan. Alyson annuì, e senza dare spiegazioni, la fece entrare. "Dylan è in camera sua." Kim informò Alyson indicandole una porta chiusa. Lei rispose con un cenno della testa, per poi incamminarsi verso la stanza.
"È permesso..." Chiese la ragazza, socchiudendo la porta, rimanendo a bocca aperta dallo spettacolo di fronte a lei. Dalle scapole di lui facevano la sua bella figura un paio di candide ali venate di oro e argento. Le piume sembravano fatte del materiale più soffice e dolce del mondo, il loro bagliore una cosa sovrannaturale. "Alyson!" Urlò Dylan, correndole in contro e prendendola per le spalle. "Dylan, tu sei..."
Un angelo.
O almeno era quello che avrebbe voluto dire, ma le parole le morirono in gola ancora prima di pronunciarle a causa della sorpresa.
In quel momento entrambi si dimenticarono di essere gelosi ognuno nei confronti dell'altro, Alyson era troppo incantata da lui, e Dylan cercava di farla tornare in sé.
"Alyson, stai bene?" Chiese Dylan preoccupato, la ragazza annuì lentamente, non riuscendo a togliere lo sguardo dalle sue ali. "Ma come..." Mormorò Alyson, guardando questa volta negli occhi Dylan, notando che non erano di un azzurro ghiaccio scherziato dal verde e il viola, ma erano quello sinistro viola e quello destro verde.
"Credo che ormai debba darti delle spiegazioni." Sospirò Dylan andandosi a sedere sul letto dietro di lui. Alyson si avvicinò sedendosi accanto a lui, ancora sotto shock per la scoperta.
"Come avrai già capito, sono un angelo." Confermò lui, facendo delle pause ogni tanto. "Sono stato 'mandato' sulla Terra per punizione, a causa del mio comportamento sregolare e trasgressivo." Aveva mimato le virgolette con le dita.
Il silenzio calò tra i due, lei rifletteva su ciò che le aveva confidato il ragazzo; lui non sapeva che dire.
"Kim, è tua sorella?" Alyson aveva un sacco di domande da porre a Dylan, e quella fu la prima che le venne in mente. "No, è una Nephilim, cioè il frutto tra un angelo e un umano; ed è mia figlia." La ragazza rimase a bocca aperta. "Cosa? Vuoi dire che tu, un giorno, sei sceso sulla Terra e l'hai fatto con una mortale qualsiasi?" Lei era sconcertata, non riusciva a credere che un ragazzo come lui abbia potuto farlo. L'angelo annuì, per poi aggiungere: "Faceva parte della mia vecchia vita."
"Perché vecchia vita?"
"Perché tu mi hai cambiato." La voce del ragazzo era gentile e pacata, non si sentiva nessuna traccia della rabbia di quella mattina.
"Demon, centra qualcosa anche lui? O ti ha fatto solo una brutta impressione?"
"Fa parte anche lui del mio 'mondo', chiamiamolo così."
"Anche lui è un angelo?" Il ragazzo scosse la testa bruscamente, come se non volesse neanche sentirla quella frase. "In realtà si chiama Damien, ha scelto Demon perché vuol dire demone, e visto che è la sua vera identità..." Il resto della frase rimane sospeso tra i due come una nuvoletta d fumo.
"Tu mi volevi mettere in guardia." Disse dopo qualche minuto di silenzio. In quel momento Alyson realizzò il motivo di tutte quelle prediche da parte di Dylan sul fatto di rimanere lontana da Demon, o meglio, da Damien. Scosse la testa. "Oh Dylan, mi dispiace di non averti ascoltato, tu volevi solo aiutarmi." Gettò le braccia intorno al collo del ragazzo, il viso affondato nell'incavo di lui. L'angelo si trovò spiazzato, mai si sarebbe immaginato un gesto del genere. Il cuore gli batteva forte all'improvviso, le guance diventarono leggermente rosse. Avvolse le braccia intorno alla ragazza, non sapendo che altro fare, e appena sentì che Alyson lo stringeva di più, capì che la sua risposta era quella giusta. "Grazie Dylan." Mormorò Alyson con la voce attutita, visto che aveva ancora il volto premuto contro l'incavo del suo collo. "Ma f-figurati." Balbettò il ragzzo, trovandosi impreparato per quella situazione.
Quando si staccarono, Dylan percepì dei brividi e del vuoto dove prima c'era il calore di Alyson a toccarlo. Alla ragazza scappò una piccola risata alla vista del rossore dell'angelo. "Cos'hai da ridere?"
"Sei diventato paonazzo." Lo informò lei, smettendo di ridere. "Oh." Fu la risposta del ragazzo, che si girò cercando di non farsi vedere.
"Ora devo andare." Avvertì Alyson mentre si alzava da letto. " Dove vai?" Chiese alla svelta Dylan, non volendo che se ne andasse. "Devo fare qualcosa di importante." Rispose evasiva, non volendogli rivelare i suoi scopi. "Non puoi restare?" Non sapeva neanche lui perché lo desiderasse così tanto, ma voleva sentire di nuovo il suo calore, la sua pelle sulla sua, e le sue labbra morbide che fino a un secondo fa gli sfioravano la pelle.
"No, devo farla il primo possibile. Comunque, bel fisico Dylan, niente male." Commentò Alyson andandosene, mentre il ragazzo diventava ancora più rosso per il complimento.

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