CHAPTER 43
Erano passati mesi ormai dal loro ultimo litigio, dato che Shelly non si era più presentata da quando li aveva visti insieme, deducendone che il suo piano non aveva funzionato.
Erano mesi che non succedeva niente di strano, la vita procedeva tranquilla e senza problemi.
Erano mesi che Dylan ed Alyson si amavano senza problemi.
L'angelo le aveva parlato di tutto quello che comprendeva la sua punizione: il fatto che non sapeva quanto sarebbe durata, visto che il termine sarebbe stato quando lui si sarebbe innamorato di un'anima dolce e sincera.
Stavano camminando al parco, in una giornata estiva di metà giugno, mano nella mano.
"Dylan, va tutto bene?" Chiese Alyson, notando che il ragazzo aveva uno sguardo preoccupato.
"No, è solo che..." Lasciò la frase in sospeso, cominciado a mangiucchiarsi la pellicina vicino l'unghia.
"Avanti, parla." Lo fermò, spostandogli lo sguardo su di sè.
"È solo che ho fatto un sogno. Un incubo per lo più." Confessò, lasciandole un bacio affettuoso sulla guancia. "Del castigo che finiva e noi che ci dovevamo separare."
"Spreriamo non accada." Rispose semplicemente lei, buttandosi tra le braccia di lui.
"Hey, sta tranquilla." Cercò di rassicurarla, accarezzandole amorevolmente i capelli e stringendola forte, sentendo dell'umido cominciare a bagnargli la canotta. "Farò di tutto per rimanere con te, non importa se ci sarà un muro tra di noi, troverò sempe il modo di tornare da te." Concluse, lasciandole un bacio tra i capelli.
"Basta pensare a quello, comunque." L'angelo si staccò, prendendole il viso tra le mani e guardandola sorridendo; in quel momento, pensò Alyson, il suo sorriso non sarebbe potuto essere più bello.
"E va bene, non pensiamoci." Accettò, lasciando cadere quel discorso e baciandolo sulle labbra con passione, non potendo più resistere dal sentire quelle labbra morbide e dolci. Lui sorrise sulla bocca di lei, piacevolmente sorpreso da quel gesto; strinse la presa sul suo viso e continuò il bacio, ricambiandolo e approfondendo quel poco che mancava. Si staccarono per riprendere fiato, fronte contro fronte, mentre lei si mordeva il labbro inferiore.
"Dai, continuiamo a camminare." Propose lui, osservando con desiderio le labbra gonfie della ragazza. Aspettò che lei acconsentisse, prima di prenderle le mani ed intrecciare le dita con le sue.
Ricominciarono a camminare, parlando e ridendo insieme come una normale coppia di innamorati.
Come quasi una normale coppia di innamorati.
Infatti, all'improvviso Dylan si fermò bruscamente, strattonando la mano che stava tenendo di Alyson.
"Che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?" Chiese la ragazza preoccupata, cercando il suo sguardo rivolto verso terra.
"Zitta, ho sentito qualcosa." Le ordinò il ragazzo, mettendo una mano tra loro.
La ragazza provò ad ascoltare se sentiva qualcosa anche lei, ma gli unici rumori che percepiva erano quelli della natura intorno a loro: le foglie che si muovevano appena e gli uccellini cinguettare, insomma, suoni comuni.
"Cosa succede?" Chiese preoccupata e con la voce un po' più stridula, stringendo più forte la mano dell'angelo.
Lui si limitò a farle cenno di stare in silenzio, mentre ricominciava a camminare lentamente e con circospezione.
"È inutile, tanto sai che sarebbe arrivato questo momento." Alyson non riconobbe la voce, non l'aveva mai sentita prima d'ora; ma a qunto pare l'angelo sì. Guardò il viso Di Dylan, provando una fitta al cuore: era diventato di un pallore quasi innaturale, di un bianco cereo; gli occhi non erano più azzurri con le due sfumature, ma bensì erano solamente viola, completamente.
"Dylan..." Tentò di chiamarlo, ma dalla bocca le uscì solo un flebile sussurro.
L'angelo in risposta le strinse forte la mano, aspettando che l'altro andasse avanti a parlare.
"Sapevi che saresti dovuto tornare prima o poi, e finalmente quel tempo è giunto."
Dio. Il Signore. L'Onnipotente. Allah. Lui. Era conosciuto con vari nomi, ma dagli angeli veniva considerato semplicemente con il nome di Lux Pura, ovvero Luce Pura.
L'angelo strinse, se possibile, ancor più forte la mano della ragazza, appoggiando quella libera sulla sua guancia e poi lasciandole un bacio sulle labbra, sperando vivamente che non fosse l'ultimo. Alyson, al contempo, non ci stava capendo niente di tutto quanto, a partire dalla voce ed arrivando alla falla di luce che si stava aprendo tra le nuvole.
"Dylan, guarda." Il ragazzo obbedì e seguì la direzione indicata dall'indice della mora. In cielo, apertosi tra le poche candide e morbide nuvole, un bagliore si stava allargando fino a diventare un vero e proprio fascio di luce. Solo Dylan rimase a guardare tutta la scena, riuscendo a mantenere lo sguardo nonostante l'intesità luminosa; Alyson dovette coprirsi gli occhi, premendo il viso contro la spalla del suo ragazzo, nonostante prima abbia provato a schermarsi gli occhi con la mamo libera. All'improvviso, mentre Il naso di lui era acora rivolto verso l'alto, un'ombra si fece spazio in quella immensa scia.
"Elemiah..." Riuscì solamente a mormorare, avvolgendo le spalle della ragazza vicino a lui e stringendola ancora di più a sè, come a proteggerla da quello che sarebbe accaduto. Peccato che non avrebbe potuto.
"Dylan, dobbiamo andare." La voce dell'uomo era piena di compassione e dispiacere verso il ragazzo che aveva percepito sempre come un figlio. L'angelo più giovane non disse nulla, non trovando parole per esprimersi.
"Mi dispiace, ma i patti erano patti. È finita, proprio come volevi fin dall'inizio." Lui scosse la testa, come a negare l'affermazione dell'altro, che rispose, scuotendo la testa sconsolato: "Lo so che fa male, che non vuoi più andartene da lei, ma non puoi." Con dolcezza, separò i due ragazzi l'uno dall'altra, prendendo per le spalle Dylan e portandolo al centro della luce.
"Mi dispiace per ciò che sto per fare." Si scusò in anticipo Elemiah, cominciando a sfilare la canotta che portava Dylan, come si fa con i bambini piccoli, liberando in questo modo le sue ali; subito dopo schioccò le dita, facendo comparire un paio di pantaloni bianchi al posto dei jeans corti e togliendo scarpe e calze, lasciando a piedi nudi.
"Ora dobbiamo andare." Quelle fu le ultime parole che uscirono dalla bocca di Elemiah, prima che loro due cominciassero ad alzarsi e volare sempre più in alto, lasciando lì da sola Alyson, ancora incredula di tutto quello appena successo.
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