CHAPTER 42
Alyson dimenticò completamente l'arrabbiatura con Dylan, continuando a stringerlo nell'abbraccio. L'angelo le aveva appena raccontato dell'unica ragazza che avesse mai veramente amato in vita sua, tranne forse lei; e ora era stretto a lei, continuando ad innondarla di lacrime perchè logorato dal dolore dell'affogamento nell'oceano di ricordi. Non sapeva che cosa fare, come reagire. Rimasero lì per un po' di tempo, quando ad un certo punto la ragazza si decise a parlare, non potendo più sopportare la vista dell'angelo così distrutto. "Perchè mi hai raccontato tutto questo?" Le pareva una domanda quasi stupida, eppure importante allo stesso tempo; quello era stato il quesito alla base di ogni importante ricerca, una parola che anche i più grandi filosofi si ripetevano quando ricercavano gli elementi della loro filosofia: 'Perchè esistono le tempeste?'; 'perchè ci comportiamo così quando una persona ci provoca?'; 'perchè abbiano due braccia e due gambe?'
"Perchè vorrei che tu tornassi a fidarti di me." Le confidò, staccandosi dall'abbraccio e guardandola negli occhi luccicanti di lacrime. Ascoltare quella storia le aveva trasmesso un sacco di tristezza, nonostante fosse un'estranea, uno spettatore di quella storia. "E perchè mi pare che tutto quanto si stia ripetendo."
"In che senso?" Domandò, accarezzandogli una guancia ed eliminando così delle lacrime asciutte sul suo volto.
"Perchè lei se n'è andata all'improvvsio quattordici anni fa, a causa di un tumore; tu ora te ne stai andando all'improvviso, ma a causa mia e della mia stupida imprudenza." Le scostò una ciocca di capelli dal viso, portandogliela dietro l'orecchio. "Sto perdendo di nuovo la ragazza che amo veramente, e sempre per colpa mia."
"Ma non è stata colpa tua; sarai anche un angelo, ma non sei un veggente, non potevi prevedere che avrebbe avuto il tumore." Lo consolò, mettendogli una mano sulla spalla e stringendola.
"Ma potevo fare qualcosa, potevo provare a convincerla dal fermarla dal continuare la gravidanza e scegliere la cura."
"E poi?" Chiese Alyson, scuotendo la testa. "L'hai detto tu che non è stata più la stessa quando ha perso il bambino, ed è vissuta solo un anno prima di morire; figurati come sarebbe stato portare quel peso per una vita intera." Si alzò in piedi, non perdendo di vista lo sguardo di Dylan. "E poi, hai sempre me."
"Cosa?" La conferma della ragazza l'aveva spaziato, lasciandolo all'inizio senza parole, ma che poi ritrovò. "Davvero mi hai perdonato?"
Lei si limitò a fare una piccola risata, per poi aggiungere: "Baciami e basta."
Senza farselo ripetere due volte, Dylan si alzò in piedi di scatto, le prese il viso tra le mani e la baciò. Un calore subito le si diffose in tutto il corpo, mentre il contrasto con i brividi le faceva provare un sentimento che mai aveva provato prima. Alyson portò le mani sulle guance dell'angelo, mentre lui spostava le sue sui fianchi della ragazza, stringendola ulteriormente a sè. Si staccarono solo per riprendere fiato, entrambi con le labbra gonfie e lei con le guance rosse ed il viso caldo.
"Ti amo Alyson." Le confidò Dylan, accarezzandole dolcemente la guancia con il dorso della mano. Lei all'inizio non rispose, si limitò a guardarlo negli occhi e, dopo qualche secondo, gli morse il labbro inferiore. "Anch'io ti amo, Dylan." Rispose Alyson, lasciandogli un bacio sulla guancia, per poi aggiungere: "Credo di non aver mai provato niente di simile per nessuno." Gli occhi cominciarono a luccicarle. "Da quando i miei genitori sono morti e Sebastian si è preso cura di me, non sono più riuscita a legarmi a nessun altro; ma nel momento esatto in cui i nostri sguardi si sono incrociati e le nostre anime si sono parlate, già sapevo che mi avresti rivoluzionato la vita e, sinceramente, avevo paura, per questo edificai un muro intorno a me; ma come un tornado hai distrutto quelle protezioni, penetrando nelle mie difese e facendomi provare emozioni sia positive che negative, facendomi capire cos'è l'amore."
Appena la ragazza ebbe finito di parlare, Dylan, con le lacrime agli occhi, la strinse a sè più forte di come non avesse mai fatto prima, inspirando l'odore sulla sua pelle. Le accarezzò i capelli e vi lasciò un bacio, poi un altro leggero sulle labbra, sfiorandole la tempia con la punta delle dita. "Mi dispiace per la parte negativa della nostra relazione, ma sono contento di aver portato anche del positivo."
La ragazza si staccò da lui, avvicinandosi al letto per recuperare il cellulare ed inviare un messaggio al fratello.
"Che fai?" Chiese l'angelo, abbracciandola da dietro e guardando lo schermo del cellulare.
"Dico a Seb che abbiamo risolto -di nuovo- e che rimango a dormire da te." Rispose, accoccolandosi a lui.
"Dormire da me?" Domandò, alzando le sopracciglia e sorridendo.
"Sì, gli ho scritto che mi hai invitato a dormire a casa tua e che io ho accettato." Spiegò, girandosi con il corpo verso l'angelo, mettendogli le braccia intorno al collo. "Sai," aggiunse dopo qualche secondo, facendo tornare l'espressione del viso seria e facendo scomparire il sorriso che aveva. "è stato molto significativo per me, davvero."
"Lo so," ammise lui, avvicinando la bocca al suo orecchio per sussurrarle: "speravo proprio capissi che ci tengo a te, e che non voglio perderti." E la baciò.
"Sai una cosa?" Disse Alyson, poco dopo che si erano staccati. "Non che mi dispiaccia, ma stai diventando un po' troppo sdolcinato." Si mise a ridere, dirigendosi verso il salotto.
"Sei vuoi posso sempre tornare quello di prima." Propose Dylan, seguendola con un sorriso divertito.
"No, per carità." Rispose ridendo. "Sei uno da tutto o niente insomma, non c'è una via di mezzo: o sei uno scontroso stronzo o un ragazzo appiccicoso e dolciastro."
"Ma se so che mi ami per questo." La prese in giro, avvicinandosi al divano e sedendosi.
"È quello che pensi tu." Lo derise, accomodandosi vicino a lui.
"Andrà tutto bene adesso?" Chiese speranzosa Alyson, dopo qualche secondo di silenzio.
"Credo di sì; Shelly la ignorerò d'ora in poi, non vedo nessun altro ostacolo." Le passò un braccio intorno alle spalle, lasciandole un bacio tra i capelli. "Staremo bene. Insieme."
I due ragazzi si rilassarono, continuando la serata guardando un film ed ordinando pizza d'asporto, passando il tempo a ridere e parlare; il problema è che loro non potevano sapere che qualcuno dall'alto li guardava, e aveva deciso che per Dylan, il tempo che aveva da rimanere sulla terra per la sua punizione, stava terminando.
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