CHAPTER 36
Finalmente era giunto un giorno sleciale nella piccola cittadina vicino a San Francisco: quasi tutti i negozi erano chiusi per le feste -tranne alcune eccizioni-, ma tutti erano addobbati a festa con luci colorate che si illuminavano a intermittenza sopra le vetrate. La notte prima una dolce nevicata aveva avvolto con il proprio manto immacolato i tetti e i balconi delle case, insieme all'erba dei prati e il cemento dei marciapiedi e delle strade. Piccole famigliole camminavano chiaccherando tranquille, alcune uscivano dalla chiesetta dalla messa appena finita. In mezzo ale persone allegre e festeggianti c'erano tre persone a noi molto conosciute: Alyson, Sebastian e Kim. Dylan non c'era, li aspettava direttamente a casa; purtroppo c'era un piccola regola per gli angeli caduti sulla terra: non si poteva entrare dentro chiese, moschee, sinagoghe o altri edifici sacri, o automaticamente il luogo avrebbe preso fuoco non appena il piede dell'angelo avesse toccato terra nel posto.
Durante il tragitto non fecero altro che parlare, scherzare e divertirsi. C'era un'aria di felicità come non c'era mai stato, soprattutto tra le due ragazze e il ragazzo. Dopo tutte le divergenze che c'erano state, dopo tutti i problemi vissuti e superati, sembrava quasi un miracolo che stesse andando tutto a gonfie vele in quel momento.
"Siamo tornati!" Urlò Alyson una volta entrata in casa, avendo come risultato l'arrivo dell'angelo che le andò in contro e l'abbracciò forte come saluto, lasciandole un bacio tra i capelli.
"Mi sei mancata." Le sussurrò vicino all'orecchio.
"Ma sono stata via solo un'ora!" Rise la ragazza, staccandosi da lui e togliendosi il giubotto.
"Non importa." Ribattè, dandole un bacio a stampo sulle labbra e dopo prendendola per mano, portandola in sala da pranzo e spostandole la sedia per farla accomodare.
Erano seduti l'uno di fronte all'altro: Kim davanti ad Alyson e Dylan davanti a Sebastian.
Cominciarono a mangiare, parlando e sputacchiando anche ogni tanto, mettendosi di conseguenza una mano sulla bocca e scusandosi della figuraccia, per finire a ridere tutti insieme. L'amore alleggiava nell'aria come un venticello dolce e tiepido, inondando tutti con le sue correnti gentili. Sarà stata l'aria di festa, forse era proprio perchè era Natale e quindi si è tutti più buoni e felici; qualunque scusa fosse non c'era mai stata atmosfera di allegria tra quelle due famiglie, ed in quel momento sembrava qualcosa di surreale.
Dopo il pranzo venne il momento dello spacchettamento dei regali. C'erano circa tre regali per ciascuno, naturalmente uno da parte di ognuno. Decisero di aprirli uno alla volta, volendo vedere la reazione di ognuno. Il primo a partire fu Dylan; non a caso scelse per primo il regalo di Kim: era una semplice felpa aperta nera, ma alla frase della figlia: "Può scaldare non solo te" seguita da un occhiolino, sapeva a quale scopo gliel'aveva donato. Rise e scosse la testa, passando al secondo regalo. Quello successivo fu quello di Alyson: un bracciale d'argento con scritto sopra sia il nome dell'angelo che quello della ragazza. "Scusa," si giustificò lei, scrollando le spalle. "non sapevo cosa regalarti, e dato che ti avevo visto portare un braccialetto ho pensato di prendertene un'altro." Lui le passò un braccio intorno alle spalle e l'avvicinò a sè, lasciandole un bacio sulla guancia e rassicurandole che andava più che bene.
Per ultimo ci fu il regalo di Sebastian: un paio di jeans nero pece.
Il secondo ad aprire i regali fu Kim: ricevette una collana con un ciondolo a forma di cuore dal sul ragazzo; un paio d'orecchini dall'altra ragazza ed infine una maglietta da parte del padre.
Poi fu il turno di Sebastian: ebbe come regali due felpe -una dalla sorella e una dall'angelo- e un blocco per scrivere da parte della sua fidanzata.
Infine toccò ad Alyson. "Il mio aprilo per ultimo." Le chiese all'orecchio Dylan, sorridendogli. Lei annuì, curiosa di arrivare al suo regalo. Ricevette un pigiama -come si era aspettata- dal fratello e una camicietta nera da Kim. Prese con impazienza il pacchetto dell'angelo, cercando di capire a prima vista che cosa potesse contenere. Era una piccola scatolina circondata da carta da regalo lilla e un nastro giallo sopra. La ragazza accarezzò con delicatezza il fiocco, un ricordo che riaffiorava. "Non sarà mica..."
"Il nastro che ti rubai il giorno dell'incidente?" Completò Dylan la domanda per lei, dandole una risposta: "Sì, è proprio quello."
La ragazza sciolse con gentilezza il fiocco, strappò la carta ed infine aprì la scatolina. Rimase a bocca aperta per ciò che vi trovò dentro; prese la collana all'interno e, stringendola in un pugno, gettò le braccia al collo di Dylan e gli ripetè almeno un milione di volte all'orecchio: "Grazie."
Quando si staccò, l'angelo le chiese di darle la collana, così avrebbe potuto mettergliela. Lei gliela porse e gli diede le spalle, prendendosi i capelli e portandoli da una parte per mettergli di agganciare il gioiello. Quando ebbe fatto, Alyson lasciò i capelli e accarezzò il ciondolo della collana. Era una farfalla in volo vista di fronte, una scritta l'attraversava da un'ala all'altra: Fly Like An Angel.
"E proprio quella che avevo visto quella sera." Disse Alyson, rigirandosi verso il suo ragazzo e sorridendogli raggiante, mentre un pensiero la investiva. "Tu sapevi che la volevo, e me l'hai presa apposta."
Lui ricambiò il sorriso: "Questo e altro per te, angelo." La prese per mano e la portò al piano di sopra in camera della ragazza.
"Cosa vuoi fare?" Chiese lei ridendo, mentre salivano le scale, lasciando da soli in soggiorno Sebastian e Kim.
"Vedrai." Rispose solamente lui, lasciando un alone di mistero.
Entrarono in camera e Dylan andò dritto alla finestra; l'aprì e quando rientrò con la testa aveva una polaroid in mano.
"E quella dove..." Stava domandando Alyson, ma l'angelo le rispose subito: "L'ho presa in prestito da Elemiah, credo che tu lo conosca." Fece un sorriso divertito. Si avvicinò alla ragazza, le mise un braccio intorno alle spalle ed alzò il braccio con in mano la polaroid.
"Che cosa vuoi fare?" Ripetè per la seconda volta quel giorno la ragazza, guardando il ragazzo.
"Voglio fare una foto e scriverci dietro una dedica, come secodno regalo di Natale." Spiegò lui, indicandole con un cenno del mento la macchina fotografica. "Allora, che ne dici?"
Lei annuì in risposta, guardando verso l'obiettivo. Un secodno prima che Dylan premesse il pulsante per fare la foto, lei gli girò il viso nella sua direzione e lo baciò sulle labbra. Una volta espulsa la foto, andarono vicino alla scrivania -il più lontano possibile dalla luce del sole- ed aspettarono che la foto comparisse. Il risultato fu dei mogliori: nella foto era venuto fuori proprio il momento che Alyson aveva desiderato: loro due durante un bacio. Dylan girò la foto e, con un pennarello che aveva in tasca, scrisse una dedica dietro per la ragazza:
Buon Natale Alyson!
Ti amo con tutto me stesso e
voglio che tu ti ricorda di una
cosa molto importante:
Fly like an angel.
Con affetto
Dylan.
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