CHAPTER 31

Sebastian uscì di casa alle tre circa quel giorno per dirigersi ad un appuntamento con Kim nel bar dove lavorava anche Alyson, che però in quel pomeriggio non aveva turni.
Attraversò la porta salutando la sorella, la baciò sulla guancia e si incamminò verso il bar in fondo alla strada.
Durante il tragitto continuò a rigirarsi nelle mani il mazzo di fiori che aveva in mano, pensando all'incontro che sarebbe appena avvenuto.
Kim voleva andare avanti con una storia, o voleva dirgli che preferiva che rimanessero amici? Perché? Sebastian non si ricordava di essere così agitato dai giorni in cui aveva temuto per la sorella, quando dopo l'incidente era in ospedale in coma e non si sapeva quando e se si sarebbe svegliata; il cuore gli batteva a mille, la mente viaggiava in continuazione non potendo non sentirsi preoccupato.
Da quando si erano baciati una settimana prima il loro rapporto era migliorato e, nonostante si incontrassero anche al lavoro tutto il giorno tutti i giorni, si sentivano ogni sera o per chiamata o per messaggio, comunicando per ore, anche fino a notte fonda. All'inizio pensava di star trascurando Alyson, ma dopo una chiacchierata con lei aveva capito che preferiva che lui passasse più tempo con Kim e non le dispiaceva affatto, soprattutto visto che non aveva mai provato tali sentimenti per una ragazza.
Da quando erano morti i suoi genitori Sebastian si era solamente occupato di Alyson, non permettendosi niente per sé, metteva sempre lei per prima: se lei aveva freddo e c'era una sola coperta la cedeva a lei; se c'era uno spettacolo a scuola da Alyson e una sua partita, andava a vedere lo spettacolino. Aveva rinunciato agli amici, ad accettare relazioni per paura di trascurarla nel momento in cui lei aveva più bisogno di lui.
Aveva rinunciato a tutto per lei.
Ma con Kim era diverso: da quando l'aveva vista il primo giorno che aveva cominciato a lavorare aveva sentito un calore nel petto, scaldandolo anche nelle giornate più fredde.
Non avevano una grande differenza d'età, si trattava solo di qualche mese -lui a dicembre e lei ad ottobre-, ma a lui era sembrata subito più anziana di quello che era, non per quanto riguardava l'aspetto fisico, ma bensì per il cervello che aveva: intelligente, saggia e sempre con la cosa giusta da dire. La mancanza di una parte maschile nella sua vita aveva contribuito anche a formare un cuore puro e gentile, ma anche chiuso agli altri.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalla vista del locale a qualche metro da sé, l'agitazione che ricominciava a salire. Riuscì a intravedere Kim seduta a un tavolino dalle pareti-vetro del bar, intenta a controllare l'orogolio per vedere l'ora mentre aspettava Sebastian. Fece un respiro profondo per prendere coraggio e finalmente si incamminò per entrare.
Appena lo vide Kim si alzò di scatto dalla sedia, come se ci fosse stata una puntina.
"Ciao." Lo salutò lei appena si fu avvicinato al tavolo in cui stava, abbracciandolo.
"Ciao Kim, non ti ho fatto aspettare tanto?" Chiese Sebastian un po' preoccupato, porgendole il mazzo di filadelfi bianchi, i suoi preferiti.
"No, sta tranquillo; e poi non dovevi!" Esclamò accettando il regalo.
"Non è niente, sediamoci dai."
Appena seduti rimasero in silenzio, ordinarono lei un tè e lui un caffè latte, aspettarono che arrivassero le bevande e finalmente qualcuno parlò: "Sebastian, sai perché ti ho chiesto di incontrarci?" Chiese Kim, stringendo le mani intorno alla tazza e bevendone un sorso.
Sebastian trattenne il respiro, pensando al peggio. "Vuoi... Vuoi lasciarmi?" Chiese titubante, le mani tremavano attorno alla tazza bollente.
"Lasciarti? Cosa?! No, certo che no!" Lo rassicurò lei con una piccola risatina, allungando una mano per afferrargli una mano e stringerla, mentre lui lasciava andare il respiro. "No, io ti ho chiamato per venire qua oggi, non solo perché volevo vederti, ma anche perché volevo chiederti un piccolo favore." Kim deglutí rumorosamente prima di continuare. "Riguarda Dylan ed Alyson."
Sebastian all'inizio fu lì lì per ritirare la mano con fare disgustato al suono del nome dell'angelo, ma capì subito che non sarebbe stato un buon gesto da fare.
"Dylan sta molto male da quando si sono lasciati." La lasciò continuare, senza aprire bocca. "Ha provato di tutto per farsi perdonare, ma non ci è riuscito." La Nephilim aveva la voce appena tremolante; nonostante Dylan se ne fosse andato ancora prima che lei nascesse, gli aveva sempre voluto bene difendendolo ogni volta, soprattutto quando a scuola ogni tanto i solito bulletti la prendevano in giro dicendo che suo padre se n'era andato perché non la voleva nemmeno lui. "Però adesso, insieme ad Elemiah -un suo amico-, hanno un piano." Gli raccontò di ciò che avevano in mente gli angeli, che Dylan sarebbe tornato sulla tomba dei signori Bailey perché sapeva che lo faceva anche Alyson, e molto probabilmente le avrebbe fatto capire con quel gesto che gli dispiaceva veramente. "Loro non mi hanno chiesto niente -ci tengo a precisarlo-, ma volevo chiederti se con una scusa potevi rimanere per qualche minuto in macchina, lasciandoli qualche minuto per chiarire." Kim sapeva che quella era un'enorme richiesta per Sebastian, che aveva sempre cercato di proteggere la sorella, gliel'aveva raccontato nei momenti in cui si erano ritrovati da soli durante le pause al lavoro.
Lui rimase in silenzio, non sapendo che cosa dire, la mano, come se fosse morta, in quelle della ragazza.
"Dispiace veramente a Dylan?" Chiese solamente, scegliendo quella che gli pareva più giusta da porre come domanda in quel momento, tra tutte quelle che gli frullavano in testa.
"Sì, non fa altro che stare male per questo." Affermò lei, gli occhi lucidi.
Sebastian non aggiunse altro: si alzò tirando in piedi con sé anche Kim, l'avvolse prima in un abbraccio da farle mancare il respiro e dopodiché la baciò, prendendole il viso tra le mani. Il sapore del suo caffè e del tè di lei si unirono, creando un aroma particolare, che sarebbe rimasto loro. Quando si staccarono si guardarono intensamente negli occhi, fronte contro fronte, non occupandosi del fatto che erano in mezzo a un bar e che molto probabilmente le persone intorno a loro li stavano guardando, per loro era come se non ci fossero.
"Va bene, ti aiuterò." Le sussurrò a fior di labbra Sebastian, lasciandole un bacio all'angolo della bocca.
"Ne sei sicuro?" Chiese Kim, cercando conferma.
"Sicurissimo."

ANGOLO AUTRICE
Hey bella gente! Scusate se non ho aggiornato giovedì ma adesso che ho cominciato il grest non ho tempo di aggiornare fra settimana, quindi questo angolo autrice serve solo per dirvi che aggiornerò di domenica e non più giovedì, scusate.
Alla prossima, ciaooo!

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