CHAPTER 24

Alyson, seppure fosse rivolta con le spalle verso la porta, aveva riconosciuto quella voce maschile e titubante.
Dylan era in piedi di fronte quella porta da un lasso di tempo che gli pareva un'eternità.
Il discorso che aveva avuto sia con Elemiah che con Kim lo avevano spronato ad andare immediatamente da Alyson senza aspettare un minuto di troppo; ma appena aveva avuto di fronte la figura appena più alta di Sebastian di fronte a lui, tutti i suoi piani, le parole a cui aveva pensato per tutto il tragitto da casa sua a quella di lei, sfumarono come ghiaccio secco all'interno di un secchio pieno d'acqua.
Gli occhi di Sebastian, che di solito erano di un verde più limpido, in quel momento erano oscurati da un'ombra d'odio, causata dalla presenza di quell'angelo che non aveva fatto altro che recare danno da quando era entrato nelle vite di quella povera famiglia, non solo a lui, ma soprattutto alla sorella, che per il ragazzo equivaleva a ricevere un po' del dolore della ragazza.
"C'è per caso Alyson in casa?" Ripetè Dylan, questa volta la sua voce era più tremante, quasi avesse paura di provare a rivolgere anche solo una domanda al biondo di fronte a lui.
"E a te cosa interessa?" Chiese l'altro, stranamente con voce ferma e calma da come si sarebbe aspettato l'angelo, minimo aveva creduto di sentirsi urlare contro di tutto e di più per aver fatto soffrire Alyson.
"Vorrei parlarle, per favore." Gli occhi in quel momento non erano né viola, come quando era sottoforma 'd'angelo', e né azzurri scherziati di viola e verde, come quando ritirava le ali e tornava sottoforma 'umana'; ma erano di una tonalità di verde sporco, spento, come una lampadina ricoperta dalla polvere di uno scantinato vecchio e scadente.
"Non pensi di aver già parlato abbastanza con lei?" Lo provocò Sebastian, incrociando le braccia muscolose al petto.
"Volevo solo cercare di..." Dylan non riuscì neanche a finire la frase che subito l'altro lo interruppe, poggiando una mano sulla porta per chiuderla una volta finito di dirgli cosa aveva in mente: "Senti, non mi interessa cosa tu voglia fare, ma so solo che fin che ci sarò io -si puntò un dito al petto per sottolineare la parola 'io'- tu non toccherai, non parlerai o interaggirai mai più con mia sorella."
Proprio sul punto in cui l'angelo stava per ribattere, l'altro gli sbatté la porta in faccia, non lasciandoli il tempo di spiccicare parola.
Dylan si passò una mano tra i capelli per la frustazione, stringendo le mani a pungo talmente forte che gli si sbiancarono le nocche; infine, dopo aver sussurrato una leggera imprecazione, colpì il muro di casa frontale dei Bailey cercando di scaricare un po' la rabbia.
Si incamminò verso casa, non rendendosi conto però, che due persone, o meglio, ragazze, avevano assistito alla scena: una di queste era Alyson, che aveva osservato tutto dallo spioncino della porta, provando un tuffo al cuore alla sua sola vista. Non lo avrebbe mai ammesso, ma le mancava moltissimo l'angelo: i suoi occhi particolari, che le avevano sempre emanato protezione e sicurezza; le sue labbra morbide e calde, appena più fini del normale, che l'avevano fatta sentire desiderata, cercata, una scintilla che nasceva solo in quei baci, che piano piano diventava un enorme fuoco; le sue braccia, muscolose e forti, che le avevano donato protezione e fiducia, sostenendola durante i momenti più difficili; ed infine, ma non per importanza, la sua voce calda ed accogliente, leggermente gutturale quando le aveva sussurrato le cose più dolci che non aveva mai sentito da nessuno al mondo.
E poi, all'angolo della strada, si trovava una ragazza dai lunghi capelli ramati, vestita con dei colori talmente accessi che potevano solo fare da accessorio alla luminosità che emanava in quel momento il suo sorriso di gioia.
Shelly cominciò a seguire Dylan, il quale nel frattempo stava marciando senza una meta con le mani in tasca.
Adesso che aveva scoperto che i due piccioncini si erano lasciati, aveva una possibilità per cercare di far tornare il ragazzo sulla strada giusta, ovvero quella che portava a lei.
"Ciao Dylan." Lo salutò con voce squillante la ragazza, avvolgendo la vita di lui con le braccia da dietro.
L'angelo rimase interdetto, stupito da ciò che stava accadendo. In un primo momento sperò che fosse Alyson la ragazza dietro di sé, che avesse cambiato idea e avesse deciso di perdonarlo, nonostante la disapprovazione e gli impedimenti del fratello; ma si riscosse quasi subito da tale affermazione, dato che non aveva sentito la voce di Sebastian impedire alla sorella di uscire, e poi la voce di Alyson era decisamente più calda e dolce della ragazza che lo stava abbracciando.
Scostò le braccia avvolte intorno ai fianchi e si girò di scatto verso il proprietario.
Sbatté un paio di volte gli occhi davanti alla figura che aveva davanti, sperando che fosse solo un brutto scherzo giocatogli dal dolore e dalla tristezza, e non la pura realtà.
"Allora, non mi riconosci?" Dylan respinse l'istinto di correre via da lei mentre le gridava insulti; una cosa positiva l'aveva fatta Alyson, e nonostante non fosse accanto a lui in quel momento, sapeva che non avrebbe dovuto trattare male la ragazza di fronte a lui, nonostante la stessa presenza gli desse la nausea.
"Cosa vuoi, Shelly?" Si limitò a chiederle, cercando di far trasparire il meno possibile il tono lamentoso con cui avrebbe voluto pronunciare la frase.
"Ho appena visto che hai litigato con Alyson, e così..." Disse lei, cercando di essere il più sensuale possibile e avvicinandosi per accarezzargli la guancia, convinta che in quel modo avrebbe fatto tornare Dylan ai suoi piedi; ma ricevette esattamente il risultato opposto. L'angelo si sentiva nauseato sempre di più dal suo comportamento, ma non la spinse via in malo modo, si costrinse all'allontanarla semplicemente, facendo un passo indietro.
Sapeva benissimo dove volesse arrivare quella ragazza, e non aveva intenzione di lasciarglielo fare; doveva trovare un modo per scappare da quella situazione a tutti i costi.
"Ascolta Shelly, non sono interessato a un'altra storia, ne sono appena uscito da una."
Brutto errore.
Shelly non aveva preso in considerazione il fatto che i due innamorati si fossero lasciati, credeva avessero solo litigato, e questa notizia non aveva fatto altro che allargare il già enorme sorriso che aveva stampato in faccia.
"Oh, davvero?" La ragazza finse di essere dispiaciuta, portandosi una mano sul petto con fare teatrale. "Mi dispiace così tanto, ma forse ora avrai capito che non ti eri perso nulla di granché quando stavi con me, ma cercavi lei." Si avvicinò di un altro passo, guardandolo dritto negli occhi, che ormai erano tornati quelli di sempre.
"Ascolta Shelly, non vorrei essere maleducato, ma-" Non riuscì a terminare la frase, dato che le labbra di lei erano state premute tutto d'un tratto su quelle del ragazzo.
Lui la respinse subito, allontanandosi velocemente senza dire una parola.
Come quando Dylan era rimasto fuori dalla casa di Alyson, dopo che Sebastian gli aveva sbattuto la porta in faccia, c'erano due persone a guardarlo: Shelly, con un enorme ghigno soddisfatto e il sapore del successo ancora sulle labbra; ed Alyson, che aveva assistito a tutta la scena, parafrasando in modo sbagliato però, quasi ogni cosa.

ANGOLO AUTRICE
Allora, cercherò di essere breve.
Intanto, ringrazio per tutti coloro che mi danno sostegno in questo libro, perché all'inizio non ero sicura di continuare questa storia (leggo sempre tutti i messaggi, e mi rendono veramente felice e sicura di continuare a scrivere la storia). Prometto che proverò a scrivere un capitolo ogni settimana, per ogni storia (per chi non lo sapesse, ho altre storie sul mio profilo, alle quali mi farebbe molto piacere se ci deste un'occhiata).
Okay, mi rendo conto che non sono mai stata breve nella vita, ma era importante che vi dicessi GRAZIE❤ per tutto il supporto, ci vediamo per un prossimo capitolo, ciaoooo!

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