|CHAPTER 1|

Alyson stava passeggiando per il parco con la musica che le rimbombava nella testa, come una pallina che le rimbalzava contro le pareti del cranio. Era tranquilla in quel momento, l'unico pensiero che la tormentava era l'ansia per il ritorno a scuola, che si sarebbe tenuto il giorno dopo.
Ella era una normale ragazza che viveva a San Francisco, nel Nord America, con il fratello maggiore Sebastian. Aveva i capelli lunghi e castani, mentre gli occhi erano di un azzurro talmente scuro che a prima vista sembrava blu. Il suo carattere era stato alterato durante la sua infanzia da un grave incidente che aveva ucciso i suoi genitori e che l'aveva lasciata gravemente ferita, non solo fisicamente, ma anche moralmente e nel cuore. Una volta era stata una bambina solare e giocosa, impaziente di scoprire il mondo intorno a lei, ma dopo l'accaduto si era rintanata in se stessa: il sorriso che le arricchiva il volto si era rimpicciolito fino a trasformarsi in una linea piatta. L'unica ancora di salvezza che l'aveva tenuta a galla da quel mare di sofferenza in cui stava annegando era suo fratello Sebastian.
Egli era totalmente diverso dalla sorella, non solo per quanto riguardava la personalità, ma anche fisicamente. Sebastian aveva i capelli biondi come il grano maturo e gli occhi di un verde limpido, che rispieccavano la speranza che ancora nutriva nel mondo. Lui, a differenza della ragazza, guardava sempre il lato positivo delle cose, il sorriso di certo non gli mancava a increspargli le labbra. Era stato lui a reggere la sorella minore quando l'incidente aveva stravolto e devastato le loro vite quel terribile giorno d'estate. Quando era avvenuto il misfatto, Sebastian si trovava dai nonni materni per gli allenamenti di basket del pomeriggio, quindi non era partito con i genitori e Alyson per andare al centro commerciale. Appena Sebastian era venuto a saperlo dai nonni non aveva pianto, anzi aveva stretto forte i pugni e si era fatto coraggio per supportare la sorella.
Aveva appena otto anni all'epoca.
Eppure aveva avuto la forza di andare avanti di un uomo adulto.
Dopo l'incidente Sebastian e Alyson erano diventati inseparabili, anche quando i nonni materni morirono e finirono in adozione -perché quelli paterni erano in Europa e quindi troppo lontani- non accettarono di essere adottati da due famiglie separate.
Lui era diventato la sua unica famiglia.
Nel momento in cui tutti quei ricordi le stavano avvolgendo la mente, Alyson stava ripercorrendo il tragitto per tornare a casa, quando un ragazzo del tutto singolare la urtò di proposito. "Hey, guarda dove vai!" Inveì Alyson contro colui che le era andato addosso.
Il ragazzo si voltò, mostrando il suo aspetto particolare: delle ciocche nero pece adornavano il biondo platino -quasi bianco- dei capelli. Gli occhi avevano qualcosa di magnetico, con quell'azzurro ghiaccio freddo e duro scherziato di viola e verde. Un sorriso sghembo e beffardo gli sormontava le labbra appena carnose. Anche l'abbigliamento era alquanto bizzarro.
"Cos'hai? Non l'ho fatto apposta a venirti addosso." Rispose lo sconisciuto con aria divertita; aveva la tipica faccia da schiaffi.
"Ti ho solo detto di guardare dove metti i piedi." Ribattè stizzita lei, guardandolo negli occhi. Alyson provò a fare mente locale sulla prima impressione che le aveva fatto il ragazzo. All'apparenza le sembrava uno dei soliti cattivi ragazzi menefreghisti e strafottenti, e forse aveva anche ragione.
"Io scommetto che mi stavi aspettando, ecco il tuo principe azzurro." Si indicò lui con gesto teatrale. Lei fece un verso di esasperazione, prima di girarsi e ritornare a casa.

"Sono tornata!" Gridò Alyson una volta entrata in casa.
"Sono in cucina!" Rispose una voce maschile.
La ragazza si precipitò verso la direzione da cui proveniva la risposta e abbracciò il fratello che stava preparando la cena.
"Allora, com'è stata la passeggiata?" Chiese Sebastian mentre assaggiava la minestra che stava nella pentola.
"Bene, tranne che ho incontrato uno strano ragazzo. Sarà uno dei soliti stronzi sempre in cerca di ragazze da portarsi a letto." Rispose lei indifferente, appoggiandosi contro uno dei mobili scuri della cucina.
Il fratello era diventato l'unica persona di cui Alyson si fidasse veramente, gli confidava quello che provava, se le piaceva un ragazzo a scuola, insomma ciò che non avrebbe mai detto a una persona qualsiasi. Lei si fidava di lui ancora di più di quanto si fidasse di se stessa, e Sebastian non le aveva mai dimostrato di dover fare il contrario.
"Puoi apparecchiare la tavola per favore?" Domandò gentilmente il fratello.
"Sissignore!" Annuì lei, facendo addirittura il saluto militare.
"Ma smettila!" Le disse lui, riportando l'attenzione sulla cena. "Questo ragazzo, com'è? Non è che ti ha attirata, anche se a detta tua, era uno stronzo?" Chiese Sebastian con un sorriso malizioso, dopo qualche minuto di silenzio.
Alyson aveva appena sistemato la tovaglia bianca con i tovaglioli del medesimo colore e due piatti fondi di ceramica blu, infatti quando il fratello parlò lei stava posando l'ultimo bicchiere sul tavolo. Ripensò agli occhi di lui alquanto singolari: quell'azzurro ghiaccio era talmente gelido che le era sembrato che una brezza fredda l'avesse attraversata penetrandole nelle ossa, mentre quelle schegge viola e verdi gli avevano donato qualcosa di caldo ed estivo, come un prato verde puntellato di fiori viola, che contrastavano con il gelo della parte azzurra.
"Non saprei, mi sembra un po' troppo arrogante per i miei gusti." Rispose Alyson, contorcendo il viso in una smorfia di confusione.
"Se lo dici tu; comunque è pronta la cena, siediti a tavola che cominciamo a mangiare." La invitò l'altro, aspettando che lei finisse di sistemare sulla tavola apparecchiata le ultime cose per servire il cibo.

Quando ebbero finito di cenare, Alyson e Sebastian si sistemarono sul divano a guardare un po' di televisione.
"Pronta per domani?" Domandò il fratello alla sorella, mentre le circondava le spalle con un braccio.
"Per cosa?" All'inizio lei non capì a cosa stava alludendo lui, ma poi, come un colpo di fulmine, le venne in mente a che cosa si stesse riferendo. "Ah, intendi la scuola?" Alyson si ricordò di nuovo che il giorno dopo ci sarebbe stato il suo rientro, e avrebbe dovuto cominciare il secondo anno al liceo. "Più o meno, credo che andrà bene." Rispose, poggiando la testa sul petto del fratello.
"Non ne sembri tanto convinta, però." Sentenziò Sebastian, arricciando il naso.
Alyson non replicò, continuava a pensare al misterioso ragazzo che l'aveva urtata quello stesso pomeriggio. Le era sembrato di percepire una sorta di aurea intorno a lui, come se non facesse parte di questo mondo, ma fosse qualcosa di superiore. Scosse la testa per cercare di scacciare quei strani pensieri.
A cosa stava pensando?
Quel ragazzo l'avrebbe solo fatta soffrire se avesse anche solo avuto il coraggio di provare a parlargli; ma la cosa più strana era che le sembrava di conoscerlo, come se l'avesse già visto da qualche parte ma non si ricordasse dove.
Era stufa di tutte queste domande che la tormentavano, per questo decise di concentrarsi solo sul film che stavano trasmettendo in televisione e, al massimo, al ritorno a scuola del giorno dopo.
Diede un bacio sulla guancia al ragazzo di fianco a lei, accomodandosi nel frattempo che partiva la colonna sonora dell'inizio.

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