CAPITOLO 40
Si incontrarono nello stesso bar di sempre, dove presero le stesse ordinazioni chieste la volta precedente, e quelle prima ancora.
Quella volta era stata Kim a chiamare per voler sistemare le cose tra i due ragazzi più giovani; non appena Elemiah era volato davanti alla finestra del suo ufficio raccontandogli tutto, si era precipitata a chiamare Sebastian, che stava per fare la stessa identica cosa un secondo prima che squillasse il cellulare.
"Si sono di nuovo complicati l'esistenza, eh?" Cominciò la conversazione la ragazza, tirandosi le maniche per poi girare distrattamente il cucchiaino nel suo thè caldo.
"Già, anche se non è tutta colpa loro, da quello che ho capito." Constatò lui, guardandosi le mani. Aveva ascoltato la storia dal punto di vista di Dylan e al dubbio che potesse essere una bugia, Kim aveva liquidato la faccenda con un gesto della mano e aveva assicurato che Elemia non gli avrebbe detto niente se avesse saputo che era una menzogna.
"E come fa a sapere se sta mentendo?" Aveva chiesto allora Sebastian con un mezzo sorriso.
"Facile," gli aveva risposto, ricambiando con un sorriso. "Elemiah ha sempre avuto problemi di vista, per questo gli hanno concesso un ottimo udito -che lui naturalmente ha sviluppato- e ha imparato a sentire i battiti cardiaci." A quel punto il ragazzo era stato zitto con uno sguardo stupito. "È un angelo, può permetterselo." Aveva aggiunto alla fine la ragazza, con una scrollata di spalle.
"L'avevo avvertito di starci attento a quella ragazza," Kim sospirò. "ma ha preso sotto gamba la situazione e adesso guarda in che guaio si è andato a cacciare!" Alzò le mani al cielo per poi sbatterle sul tavolo nella fase di discesa.
"Già, Ally sta malissimo." Sebastian scosse la testa non volendo ripensare alla scena che aveva visto quando sua sorella era scesa a cenare: si era cambiata indossando un pigiama semplice, i capelli era disordinati, il filo di trucco intorno agli occhi tutto sbavato e quest'ultimi erano rossi e gonfi a causa del pianto.
"Sto bene." Aveva liquidato con quella frase le domande preoccupate del fratello e con un semplice gesto di mano.
"Anche per Dylan è lo stesso." Confermò Kim, sorseggiando un po' della sua bevanda. "Ha smesso di piangere -o almeno lo fa di nascosto adesso- e non parla più, rimane chiuso in se stesso e io non riesco a capire come farlo parlare." La ragazza sembrava seriamente preoccupata, continuava a muovere nervosamente la gamba e a mordicchiarsi le pellicine delle labbra.
Rimasero in silenzio, mentre il calore nell'atmosfera del bar allegiava circondandoli. Intonro a loro c'era gente che parlava, scherzava e rideva con davanti a sè una tazza di qualche tipo di bevanda fumante; certo, c'erano le eccezioni, c'erano coppie che si limitavano a stare in un angolino tranquillo a pomiciare e non badare agli altri, come se fossero le uniche persone presenti. Sebastian guardò con un po' di gelosia il locale, facendone una paronamica. Sembravano tutti così spensierati, senza preoccupazioni e, soprattutto, felici. Quella era la cosa che più invidiava, la felicità di non avere niente di cui preoccuparsi, rendendo quel pomeriggio solamente come una delle solite uscite con Kim fatta per stare insieme, non per discutere invece su come far tornare insieme Dylan ed Alyson.
"Basterebbe quel qualcosa che faccia tornare la fiducia di Ally in Dylan." Pensò ad alta voce, tenendo lo sguardo sulla tazza.
"L'unica soluzione che mi viene in mente è convincere Alyson ad andare da Dylan, così lui potrà rimettere a posto le cose." Disse più sovrappensiero che intenzionalmente la ragazza. "Continua a pensare ad un piano per farla tornare da lui, ormai avrà una mezza idea di come fare."
"Posso provare a convincerla, in qualche modo." Cercò di rassicurarla, prendendole la mano, allungando il braccio sopra al tavolo fino a raggiungerla.
Ritornarono in silenzio, però questa volta si guardarono negli occhi, facendo un discorso con il solo linguaggio degli occhi. Lei strinse forte la mano di lui, mentre le comunicava che dovevano fare ciò a cui stavano pensando. Alla fine la ragazza si arrese, abbassando lo sguardo mentre le scintillavano gli occhi causate dalle lacrime. Sebastian si alzò ed indossò il cappotto, per poi passare la giacca a Kim, aiutarla ad infilarla, ed infine dirigersi insieme verso la cassa per pagare.
Uscirono dal bar insieme, lui che le teneva un braccio sulle spalle cercando di proteggerla dal freddo, o meglio, dal mondo che li circondava. Avrebbe voluto rinchiudersi in una stanza lontana da tutto quanto, poter pensare solamente a loro due e nient altro; invece la realtà era un'altra, sua sorella aveva bisogno di lui in quel momento, e si sentì in colpa appena quei pensieri lo colpirono nella mente. Ma anche Sebastian era umano, aveva anche lui i suoi bisogni e i suoi desideri, e non si sarebbe dovuto vergognare per quei sentimenti; non c'era nulla di male da volere per una volta qualcosa per sè.
Camminarono in silenzio fino a casa di Kim, dove una persona lì vide arrivare e cominciò a controllare che cosa dicesse la coppia fuori sul marciapiede.
"Proverò a convincere Ally, allora." Sebastian lasciò un bacio sulla fronte alla ragazza, sorridendogli per incoraggiarla e strofinandole le braccia per infondergli calore.
"Bene, lo dirò a Dylan." Kim prese il viso del ragazzo tra le mani e lo baciò dolcemente sulle labbra, staccandosi successivamente solo perchè erano rimasti senza fiato. "Quando potremmo incontrarci senza dover trovare un modo di rimettere insieme quei due ragazzi ingenui ed innamorati?" Chiese lei con un mezzo sorriso, avvolgendogli il collo con un braccio e passando l'indice dell'altra mano sulle sue labbra.
"Prima o poi, vedrai." Le assicurò, prendendo il suo labbro inferiore tra le sue e torturandolo mordicchiandolo. Alla ragazza scappò un risolino, riempiendo il cuore di colui che stava osservando tutta la scena con dolcezza e pienezza, desiderando solo di poter vivere anche lui una storia d'amore del genere: tranquilla, pacifica e piena di dolcezza e smancerie.
"Spero arrivi presto." Portò tutte e due le braccia intorno al collo e lo strinse, inalando e cercando di imparare a memoria il suo dolce profumo.
"A domani." La salutò Sebastian, dandole un ultimo bacio sulla bocca, per poi incamminarsi verso casa, girandosi più di una per salutare con la mano Kim, la quale rispose pronta. Sempre.
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