The Amazing Spiderman 2. Ending.

Ci troviamo nella centrale elettrica, l'unico posto in cui Electro può essere sconfitto. Gwen è venuta qui anche se ho provato in tutti i modi a tenerla lontana.
Gwen te ne devi andare!-cerca di interrompermi ma io la fermo- ascolta! Ascolta, te ne devi andare.
Mi guarda negli occhi -Non me ne vado Peter. Questa è una mia scelta e nessuno può decidere al posto mio. Io resto qui.
La fisso. So che se non lascio stare perderemo solo tempo prezioso. Lei non desisterá. Non se ne andrà.
- D'accordo-dico- va alla torre di controllo e resetta la centrale appena te lo dico io, in qualsiasi caso.
-ma Peter...
- In qualsiasi caso! - la bacio, so che forse non sopravvivró se mi trovo lí al momento sbagliato.
Quando Electro prende a bersagliarmi di scariche elettriche e le ragnatele magnetizzate mi aiutano, la ringrazio mentalmente.
Alla fine riesco a convogliare le ragnatele in un unico punto - fallo adesso, Gwen! -urlo - Adesso!
Lei mi guarda e leggo la preoccupazione nel suo volto, ma da perfetta collaboratrice qual'é ( a volte) abbassa la leva attivando il reset.


La prima scossa è per me, e fa male da
morire, ma poi si dirige verso Electro e il carico di energia è così forte da farlo esplodere.


Io e Gwen ci ritroviamo sul tetto, lei sorride. Ma non abbiamo il tempo di essere felici.
Qualcosa, o meglio, qualcuno si avvicina dal cielo, su una specie di tavola da surf.


Un'aura di fumo verde avvolge l'individuo, e solo dopo lo riconosco.
- Harry....-il mio ex migliore amico che a causa di una grave malattia sta lentamente morendo. Ha pensato che io conoscessi Spiderman a causa delle sue foto che ho pubblicato su un giornale e mi ha chiesto di contattarlo. Era convinto di poter guarire con il suo -il mio- sangue. Ma quel ragno che mi ha punto non mi ha ucciso perché mio padre aveva impiantato in lui il proprio DNA, che è anche il mio. Harry non sarebbe sopravvissuto, ma ovviamente non potevo spiegarglielo. Chissà cosa ha fatto a sé stesso, sembra quasi un incrocio tra una macchina e un troll.

Lui ci guarda, Gwen e poi me, e capisce.

- oh, allora quando dicevi che Spiderman non voleva darmi il suo sangue in realtà eri tu a non volere, Peter.
- che cosa ti è successo?
- che cosa mi hai fatto! È colpa tua, Peter, e adesso ne pagherai le conseguenze!
Mi volto troppo tardi - Gwen scappa!-urlo, ma lui si è già gettato su di lei e la afferra.
Lo inseguo, cerco di raggiungerlo ma non riesco.
Lo seguo fino alla torre dell'orologio.
-smettila Harry! Lei non c'entra. Lasciala andare.
Si ferma, sorride - okay.
Poi lascia Gwen, che cade nel vuoto. Mi lancio dietro di lei e la afferro. Sfondiamo la cupola di vetro a atterriamo senza troppi danni all'interno del meccanismo dell'orologio. Harry ci segue. Lascio Gwen lí in mezzo e gli vado incontro.


Il meccanismo viene messo in moto e Gwen sta per cadere, ma la trattengo con una ragnatela che poi lego all'ingranaggio su cui mi trovo.
Harry si getta su di me, ma io punto un piede tra gli ingranaggi in modo da non cadere.
Gwen è lí, appesa per un braccio, lo sguardo terrorizzato ma attento come al solito.


Non dovrebbe essere qui, non doveva venire. Non la lascerò cadere, io la salveró, lei è mia.
Riesco a salvare tutti, o quasi, salveró anche lei.
Soprattutto lei.
Non potrei mai perdonarmi se le succedesse qualcosa.
Il suo sguardo é intenso, mostra la sua fiducia in me.
Il mio piede è incastrato tra due ingranaggi, tremo per lo sforzo, Harry mi spinge, lo sguardo assassino, la pelle quasi trasparente.

Un ultima forzata col piede e la vite dell'ingranaggio si frantuma.

Harry viene sbalzato indietro, privo di sensi.
C'é un brevissimo attimo di quiete, poi il peggio arriva.
Sento appena la voce di Gwen, mi chiama.
- Peter! - dice solo.

Poi l'ingranaggio su cui é attaccata la ragnatela che la sostiene ruota di un centimetro, il necessario per reciderla.

Gwen sprofonda nel vuoto, gli occhi fissi su di me, non un grido lascia le sue labbra.
(Da qui vi consiglio di ascoltare "The rest of my life" di Hans Zimmer, dalla colonna sonora del film e di questa scena in particolare )





Mi getto nel vuoto, lei è troppo veloce. Vorrei eliminare l'aria che mi rallenta, eliminare la gravità che la porta verso il basso.
Lancio una ragnatela, come una mano sottile si fa strada tra le rovine dell'orologio.

Alla fine la ragnatela la raggiunge e io tiro un sospiro di sollievo.


Mi lancio giù, non vedo l'ora di raggiungerla.
La prendo tra le braccia -Gwen!
Ma lei non si muove.


É inerte, gli occhi chiusi. - respira....Gwen respira! - le dico come se mi sentisse.
Le lacrime mi riempiono gli occhi, lei è viva, deve esserlo.
- è okay, è tutto okay. Apri gli occhi, Gwen. Resta con me....
Ormai non riesco a trattenere le lacrime.

La sua pelle è candida come sempre, sembra addormentata, se non fosse per il rigagnolo sottile di sangue che inizia a scendere dal suo naso.

Scoppio a piangere -cosa faccio senza
Di te? Che cosa sono io?
Dico tra le lacrime.

Avevo promesso.


Avevo promesso di proteggerla, avevo promesso che non l'avrei coinvolta. Ho fallito.
E ho perso la persona che amo di più. Alla fine la mia paura di perderla non è servita a nulla.
Al funerale non noto nulla di ciò che mi circonda, a parte zia May che mi tiene la mano, e sua madre e i suoi fratelli che piangono disperati.
Così giovani e con già così tanta familiarità con la morte.

Poi zia May mi lascia e io non so quanto tempo passo lí a piangere come un bambino.

Non esisto più, Spiderman non esiste più.
I mesi e le stagioni si alternano, ma io sono sempre lí, a un passo dalla lapide bianca.


Una mattina sto facendo colazione in cucina mentre al telegiornale parlano della criminalità aumentata dopo la scomparsa di Spiderman.
Spengo la Tv. Chi se ne importa. Non importa quante vite sono riuscito a salvare, l'unica persona a cui tenevo davvero se n'è andata per sempre.
- che peccato- dice zia May.- mi piaceva quel ragazzo.
Io mi alzo dal tavolo - dove vai?-chiede.
-Da nessuna parte -mento - sto solo finendo la colazione.
- Peter...dove vai?
La guardo e gli occhi mi si riempiono di lacrime -non lo so.
Noto uno scatolone- Peter... sto mettendo via un po ' di roba di zio Ben. Più è pesante la scatola e più io mi sento leggera.
- butti via le sue cose?
- no, Dio non potrei mai, sono parte di me. Le metto dove è giusto che stiano.
Le guardo un'ultima volta e poi le metto dove devono stare.

Quando vado in camera mia, so cosa ho bisogno di fare.

Metto in uno scatolo tutte le carte, le foto che ho strappato dalle pareti. Inclusa quella dei miei genitori.

L'unica foto che resta sulla scrivania è una di me e Gwen.


Poi mi siedo al computer e cerco il coraggio per vedere il contenuto della pen drive nera che ho lí da troppo tempo.
"Discorso di Gwen " dice l'etichetta.
Il video inizia e Gwen è lí, bellissima con la toga e il tocco del giorno del diploma.


Non riesco a resistere alle lacrime.
Lei inizia a parlare- "E' facile sentirsi pieni di speranza in una bella giornata come oggi, ma davanti a noi ci saranno anche giorni bui. Giorni in cui ci sentiremo soli, è allora che serve la speranza. Non importa quanto in fondo sarà seppellita, o quanto perduti vi sentirete, dovete promettermi che mai rinuncerete alla speranza. Mantenetela in vita, dobbiamo essere più forti delle nostre sofferenze.
L'augurio che vi faccio è di diventare voi stessi speranza.
La gente ha bisogno di questo e anche se falliamo non c'è modo migliore di vivere.
Guardando oggi intorno a noi, tutte le persone qui che ci hanno aiutato a diventare ciò che siamo, so che apparentemente ci stiamo dicendo addio ma porteremo un pezzo di tutti in ogni cosa che faremo in futuro. Per ricordarci sempre chi siamo e cosa vogliamo davvero."


Ed è ciò che faccio, riprendo a vivere, ad essere speranza.

Ripesco dell'armadio quella maschera che credevo di aver abbandonato per sempre, e mi fa sentire stranamente meglio.
So che niente e nessuno me la restituirà mai, né le restituirà la vita, ma so che vivrà per sempre dentro di me. Perché l'ho amata e continuerò a farlo sempre. Vorrebbe questo da me.

E io andrò avanti.

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