Capitolo 3: Il diario di Kurt Sonny
02 Febbraio 2022
E' questa la data quando Robin Ronald Roger prese il controllo dell'Impero italico, instaurando una feroce dittatura principalmente maschilista, fondata su principi che vanno contro i diritti umani, togliendo alcuni diritti anche agli uomini.
In pratica, per farvi un idea generale della situazione, i crimini vennero visti così:
1 uomo che uccide un altro uomo -> Carcere dai 30 anni all'ergastolo.
1 uomo che uccide una donna -> Carcere di due mesi
1 donna che uccide un uomo -> ergastolo/pena di morte
E' ingiusto, no?
E noi cittadini che ci eravamo fidati di lui.
Lui si presentò come un eroe, un innovatore, uno che porterà la nazione sul tetto del mondo. Ma ha finito per portarci al fondo del barile.
Alcuni dicono "l'Italia di una volta non esiste più".
Certo, con lui non potrà mai esistere.
Ma proprio mai.
Iniziò la sua pratica maschilista sin dai primi mesi che fu al comando. Causando delle rivolte e, in casi rari, delle guerre civili.
Mio padre, organizzò molte rivolte e manifestazioni in molte città italiane per cercare di far cambiare idea a Robin, ma il dittatore lo scoprì e, il 18 Agosto 2022, venne condannato a morte e venne fatto decapitare davanti al nostro comune, il comune di Lavena Ponte Tresa.
A tutti i 5644 cittadini di Lavena Ponte Tresa fu ordinato di assistere all'evento, ma ovviamente ciò non andò virale, dopotutto, parliamo di un comune di poche migliaia di persone, però, quest'evento mi segnò perennemente.
Poco dopo, mia madre decise di intraprendere la strada di mio padre e di continuare a organizzare manifestazioni, la uccisero 2 anni dopo la prima manifestazione. Proprio davanti ai miei occhi.
Con la morte di mia madre, per me arrivò il momento di scappare, e perciò, il 03 Febbraio 2024, presi il bus e me ne andai in Toscana per andare a convivere con i miei zii, ma mi venne ordinato di scendere a Vicchio.
Perciò mi ritrovai a chiedere soggiorno ai cittadini di Vicchio, però niente, nessuno decise di aiutarmi. Oltre al fatto che la società mi avesse abbandonato di nuovo.
A un certo punto, mi imbattei in una strada che portava all'interno di un bosco, avevo fame, avevo i vestiti strappati, puzzavo...
Ero perplesso, non sapevo se intraprendere quella strada o meno.
Alla fine decisi di percorrerla.
Quella strada, non so il perché, mi dava un senso di speranza. Una luce dentro al mio buio interiore.
Purtroppo che quella strada fosse incredibilmente lunga e ripida.
Camminai per circa 2 km.
Faceva freddo, avevo fame, sete, puzzavo come un maiale ed ero stanco, sembrava come se la società avesse deciso di discriminarmi lasciandomi soffrire in silenzio senza riguardo.
A un certo punto vidi il cemento della strada riflettere la luce dei fari di una macchina che era dietro di me.
Mi spostai e la macchina mi affiancò.
Era un pick-up bianco, stile film americano.
Il conducente abbassò il finestrino.
Era un uomo dai capelli corti biondi ordinati e la barba nera, portava degli occhiali da sole Ray-Ban Aviator completamente neri.
<< Che ci fai qui tutto solo e infreddolito, uomo? >> mi disse l'uomo.
Io lo guardai con un aria confusa.
"Uomo?" pensai.
"Io non sono un uomo, ho ancora 16 anni." continuai.
<< Errrm... è che mi... >> cercai di ribattere. Poi mi schiarii la voce e dissi: << Buon uomo, fortuna vuole che la società abbia deciso di abbandonarmi a me stesso, e perciò ora mi ritrovo qui, senza un tetto sopra la testa a girovagare per le strade toscane della provincia fiorentina. >>.
<< Vuoi che ti ospiti? >> mi chiese l'uomo.
Stetti zitto.
Non seppi cosa dire.
L'uomo schiacciò un tasto posto sul cruscotto della sua vettura we le porte si aprirono.
<< Il silenzio vale più di mille parole, dai sali. >> mi disse l'uomo.
Io salii sui sedili posteriori.
Chiusi la porta e lui ripartì
<< Quanti anni hai? >> mi chiese.
<<16. >> risposi.
L'uomo sorrise.
<< Potrei adottarti sai? >> chiese l'uomo, << Mi piaci già, puoi restare da me quanto vuoi >> aggiunse.
Mi sentii sollevato al sentire di quelle parole, mi sentii incluso e non più discriminato come prima, ma avevo anche un brutto presentimento, una sensazione che mi stava dicendo di scendere dall'auto, come se stessi per andare in un posto orribile. Ma decisi di non ascoltare quella sensazione e di restare lì.
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