Under the water. [Brooklyn]
Questo capitolo è un po' diverso dal solito, ma spero che il modo in cui è scritto vi piaccia lo stesso.
Per favore, leggete la nota d'autore sul fondo.
Grazie e buona lettura
***
"Allora.."
Essere seduta, davanti a quattro ragazzi dall'aria sconvolta, non era esattamente ciò a cui aspiravo venti minuti prima.
In quel momento volevo solo sprofondare per l'imbarazzo, non solo per il fatto di essere stati beccati da Louis, ma anche per il fatto che quei quattro ragazzi stavano per iniziare un interrogatorio con domande sicuramente molto personali.
"Ci siamo persi qualche passaggio, giusto?" Domandò Liam, rivolgendo uno sguardo prima a me e poi al ragazzo al mio fianco.
"Penso sia ovvio, Payne. Se fossi entrato cinque minuti dopo, le mie povere cornee sarebbero evaporate per ciò che avrei visto." Sbuffò Louis coprendosi gli occhi con le mani.
"Non esageriamo." Borbottò Harry, sprofondando nel divano.
Mi sentivo in colpa, era inevitabilmente colpa mia se eravamo stati beccati, ed era colpa mia se ci trovavamo in quella situazione imbarazzante, che probabilmente avremmo dovuto sopportare per le successive cinque ore di viaggio.
"Dimmi che non le stavi praticamente strappando la maglietta."
"Stai zitto, Louis." Sbottai, difendendo il mio compagno, il quale era molto a disagio per la situzione.
"Personalmente non mi interessa che stavano facendo. Sono entrambi adulti, quindi sanno prendersi le loro responsabilità." Disse tranquillamente Liam, interrompendo così il battibecco con il moro. "Voglio solo sapere come devo vedere questa cosa. State insieme o è solo una questione di divertimento e bisogni fisici?" Domandò schietto, non lasciandomi nemmeno il tempo di imbarazzarmi.
"Non è una questione di sesso. Lei mi piace, davvero tanto."
A quelle parole sentii il cuore iniziare a battere all'impazzata. Sentirsele dire quando eravamo solo io e lui era una cosa, mentre davanti ad altre persone era davvero una cosa completamente differente.
"Questo spiega la testa tra le nuvole." Disse Niall ridacchiando e lanciandomi uno sguardo complice, che mi fece arrossire e sprofondare sul posto.
"Ma perché non dirci niente? Non che siano affari nostri, ci bastava solo sapere che voi vi stavate frequentando. Non capisco perché tanta segretezza."
"Perché non volevo che Jake, e quindi la modest, mi rovinassero anche questo. Sono stanco di dover far dipendere da loro la mia vita sentimentale." La voce di Harry mi arrivò tesa, quasi addolorata, e senza rendermi conto appoggiai la mano sulla sua, come per confortarlo.
"Effettivamente hai ragione, Harry." Rispose il biondo, passando una mano tra i suoi capelli.
"Quindi non direte niente a Jake?" Domandai con voce tesa.
"Non so di che stai parlando, Brooklyn. Cosa dovremmo dirgli?" Disse Zayn, facendomi poi l'occhiolino.
Ripresi a respirare e rilassai le spalle. Come diavolo mi ero cacciata in quella situzione?
Quando i ragazzi iniziarono a parlare di altre cose, mi alzai e andai verso la zona notte. Presi la borsa e mi sedetti sul primo letto libero per cercare il telefono .
"Allora, com'è a letto?" Sentii chiedere Louis, seduto vicino al muro che mi separava da loro.
Aprii la bocca per rispondergli male, ma fui anticipata dal rumore di uno schiaffo, apparentemente molto forte.
"Fatti gli affari tuoi." Ruggì Harry, difendendomi.
Risi, trovando finalmente il telefono e tornai a sedermi al fianco di Harry.
"Scusa, Brooklyn." Mormorò Louis, mantenendo uno sguardo basso. Ero sicura che stesse nascondendo un sorriso divertito.
"Nessun problema, se non ti avesse preso a sberle Harry, probabilmente ci avrei pensato io. Mio padre sarebbe stato contento che i suoi insegnamenti fossero stati utilizzati." Dissi facendo spallucce e rivolgendo il mio sguardo al telefono.
Sentii il mento di Harry appoggiarsi alla mia spalla e per poco non mi scostai. Ci sarebbe voluto un bel po' di tempo, prima di rendermi conto che non dovevo più nascondermi da loro.
Sorrisi e continuai a scorrere il pannello delle notifiche accumulate. Effettivamente usavo davvero poco il cellulare nelle ultime settimane, ma ormai non avevo più cinque ragazzi da stalkerare sui social.
Entrai nei messaggi e ne trovai alcuni da Jake e altri da Jane.
Aprii prima quelli del manager, dove scoprii che la mia intervista era stata rimandata di qualche giorno e che, quindi, in Francia avrei partecipato solo al concerto delle sera successiva.
Poi, senza nemmeno pensarci, aprii la chat con Jane.
Da Jane :
Brooklyn, devo assolutamente dirti una cosa.
[2.12 pm]
Ieri mi sono scritta con Louis (in realtà lo faccio ogni giorno) e credo che da voi fosse praticamente notte.
[2.12 pm]
Ha detto che non riusciva a dormire per l'adrenalina del concerto e, non so come, ma dopo circa mezz'ora mi ha chiesto se avessi mai sessaggiato.
[2.13 pm]
E poi abbiamo iniziato a farlo. E oddio, Brooklyn, non immagini-
Sentii Harry ridere sulla mia spalla e per poco non lanciai il telefono sul tavolo.
"Louis, questa non me la dovevi fare." Urlai, facendo ridere ancora di più il mio ragazzo, tanto da ritrovarsi praticamente disteso sul divanetto.
"Che ho fatto?" Domandò ignaro il moro.
"Dio mio, che schifo." Mormorai spingendo il cellulare verso di lui e coprendomi gli occhi con le mani.
"Oh merda." Borbottò cancellando la chat dal mio telefono.
"Per fortuna che non mi ha mandato le foto. Credo che in questo momento sarei morta."
"Amico, forse avresti dovuto dirle di non dire in giro queste cose." Si riprese Harry, lanciando però uno sguardo divertito a Louis.
"Vaffanculo." Mi passò il telefono e prese immediatamente il suo, iniziando a digitare velocemente sullo schermo.
"Ma che ha fatto?" Domandò Niall confuso.
"Cose che Jane avrebbe fatto meglio a non dirmi." Borbottai appoggiandomi alla spalla di Harry.
Sentii la sua mano appoggiarsi alla mia e poi intrecciare le nostre dita.
Passammo la mezz'ora successiva in quella posizione e, in ogni secondo, sentii il cuore battere a mille. Cosa mi stava facendo quel ragazzo?
Quando mi resi conto che Niall e Zayn dormivano, e che Louis era seduto a letto, ancora intento a digitare sul cellulare, mi girai verso Harry.
"Mi dispiace." Mormorai appoggiando la fronte sul suo petto.
"Per cosa ?"
"È colpa mia se ci hanno scoperto. Non avrei dovuto spingermi fino a quel punto."
"Brooklyn." Sussurrò facendomi staccare dal suo petto e alzando il mio viso verso il suo. "Non dire niente, va bene così."
Le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie, imprimendo solo una leggera pressione, che però mi fece comunque agitate lo stomaco per l'emozione.
Quando mi staccai, un sorriso ebete era stampato sulle mie labbra.
Passò dolcemente la mano sul mio volto e sentii i brividi in ogni punto in cui la sua pelle calda mi sfiorava.
"Grazie." Dissi quando mi circondò con un braccio e mi attirò a sè.
-
Non aprii gli occhi, sentii il panico dell'incubo, appena fatto, avvolgermi completamente. Sentii le lacrime scorrermi sulle guance e il respiro mancare improvvisamente. Quando cercai di alzare il busto, percepii qualcosa trattenermi dal basso.
Mi scappò un singhiozzo e, il ragazzo al mio fianco, aprì gli occhi.
Provai un leggero senso di calma quando mi resi conto della sua presenza. In qualche modo gli ero grata che, la sera prima si fosse addormentato sul mio letto finché parlavamo.
"Che succede?" Domandò alzando il busto dal materasso ed abbracciandomi.
"Io-" Non riuscì a finire la frase che fui scossa da un altro singhiozzo. "Sembrava così reale."
"Era solo un incubo, amore mio, era solo un incubo."
Nel mentre che ripeteva quelle parole, continuava a lasciare baci sui miei capelli e, in qualche modo, quel gesto mi aiutava.
"Era solo un incubo." Mormorò ancora, stringendomi a sé.
Mi abbandonai tra le sue braccia ed ascoltai ogni singola cosa che sussurrava al mio orecchio.
"Era solo un incubo." Sussurrai infine, lasciando scivolare le palpebre pesanti e addormentandomi al suono della sua voce.
-
La luce del sole, che entrava dalla porta finestra della mi stanza, si posavano delicatamente sui miei occhi anvora serrati.
Era qualche minuto che ero sveglia, ma non osavo muovermi da quella situazione praticamente perfetta.
Sentire il respiro caldo di Harry sul mio collo, le sue braccia allacciate intorno al mio corpo, le sue gambe intrecciate alle mie. Era tutto ciò che potevo desiderare.
Intorno a noi, la stanza era calma, silenziosa, ma in un certo senso, quel silenzio aveva una sua armonia, un suo senso.
La sera prima, quando eravamo arrivati in hotel, ero rimasta affascinata dalla città e dalla sua vitalità. Avevo pregato i ragazzi di farmi fare un piccolo giro, prima di andare a dormire, ed era stato meraviglioso girare Parigi.
Nonostante fosse stato buio, mi ero sentita costretta a tenermi a distanza da Harry, perché correvamo il rischio che ci fosse qualche paparazzo nei dintorni.
Quando, sopra la torre Eiffel, Harry mi aveva preso da parte e mi aveva baciata, era stato uno dei momenti più belli della mia vita.
E quando, in piena notte, eravamo rimasti a parlare, mi ero sentita in qualche modo speciale, amata.
E quella notte, in preda al panico, mi ero quasi dimenticata di quella sensazioni.
Sorrisi involontariamente a quei ricordi.
Mi stavo davvero innamorando follemente di quel ragazzo.
Aspettai qualche minuto, prima di sgusciare fuori dalla sua presa a chiudermi in bagno, cercando di fare il prima possibile per tornare vicino a lui.
Dopo essermi lavata i denti, mi chiusi la porta del bagno alle spalle e mi distesi di nuovo sul letto, osservando i lineamenti rilassati del moro.
Era così bello, che era difficile descriverlo.
Passai le dita sui suoi zigomi, sul profilo del suo naso ed infine sulle sue labbra, che baciarono i miei polpastrelli.
"Buongiorno." Sussurrò ancora ad occhi chiusi.
"Buongiorno."
Continuai a tracciare il suo volto, studiandone ogni singolo particolare, perfetto nei suoi difetti.
"Mi piacerebbe svegliarmi così ogni mattina." Mormorò con tono rauco, facendomi venire i brividi.
Sorrisi e appoggiai il palmo della mano sulla sua guancia calda, arrossata a causa del cuscino.
"Anche a me piacerebbe."
Aprì gli occhi lentamente e li sbattè più volte per abituarsi alla luce. Poi, dopo qualche secondo, li posò su di me.
"Ciao bellissima."
"Ciao bello addormentato."
"Stai bene?" Domandò alzando il busto dal materasso, come aveva fatto qualche ora prima.
"Sto bene." Replicai sinceramente. "Grazie di essere rimasto questa notte."
"Grazie per non avermi mandato via." Rispose ridendo.
-
"Che ne dici di andare in piscina?" Domandò Harry, aspettando l'arrivo degli altri ragazzi per fare colazione.
"Non credi sia un po' pericoloso? Se qualche paparazzo riesce ad infiltrarsi, sarebbe la fine."
"Non preoccuparti, Jake ha informato l'albergo che la piscina e la palestra devono essere libere e sorvegliate da agenti." Rispose immediatamente il ragazzo, toccandomi la caviglia con il suo piede.
"Allora vengo molto volentieri." Sorrisi, sentendo poi le risate degli altri quattro provenire dal fondo della sala.
"Di che parlate?" Chiese Niall sedendosi al mio fianco e prendendo una brioche dal centro della tavola.
"Noi-" Iniziai prendendo un biscotto.
"Stavamo parlando delle prossime date del tour. Non è ancora abituata al fatto di viaggiare tanto in così poco tempo." Finì Harry, dando un altro colpetto alla mia gamba, facendomi capire di dover stare zitta.
Quel ragazzo non me la raccontava giusta, ma la cosa non poteva che farmi piacere.
"Ti abituerai. Stasera, dopo il concerto, sarai talmente tanto stanca che non ti renderai nemmeno conto di essere in aereo." Disse Liam, bevendo poi un sorso di caffè.
"Domani sera c'è Kim nel backstage, ve lo ricordate, vero?" Domandai cambiando discorso.
Non appena nominai il nome della bambina, il viso di Harry si illuminò e un sorriso luminoso si aprì sulla sua bocca.
E ogni volta che lo vedevo felice, era come tornare a vivere.
-
"Sai dove stiamo andando, vero Harry?" Domandai, seguendolo in uno dei corridoi dell'ultimo piano.
"Non essere così diffidente." Rise tirandomi per una mano e trascinandomi fino alla fine del corridoio, dove c'era una grande porta in vetro.
"Non doveva esserci un bodyguard?" Domandai appoggiando la mano sulla lastra opaca.
"Arriverà nel giro di un minuto. Ora andiamo a fare il bagno."
Quando fummo dentro, rimasi stupefatta dalla grandezza della piscina e dalla vista di cui si poteva godere da quel punto.
"È meraviglioso." Sussurrai, guardando Parigi dall'alto.
Sentii le sue braccia circondarmi la vita e la sua bocca posarsi sul mio collo.
"Per questo ti ho portata qua, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto." Soffiò a pochi centimetri dalla mia pelle, facendomi venire i brividi.
"Grazie." Sussurrai girandomi tra le sue braccia e lasciando un piccolo bacio all'angolo della sua bocca.
Mi staccai fa lui di qualche passo e lasciai scivolare a terra il vestito che avevo messo per nascondere il costume verde mela.
Mi sedetti sul bordo della piscina e cercai di abituarmi alla temperatura dell'acqua, prima di entrarci completamente. Non feci in tempo a formulare alcun pensiero, che vidi la figura di Harry piombare in acqua.
"Certo che sei un bambino." Dissi, quando riemerse con la testa dell'acqua.
"Sarò anche un bambino, ma ti piaccio anche per questo." Rispose, nuotando fino ad arrivare vicino alle mie gambe.
"Forse."
Appoggiai le mani sulle sue spalle e mi feci trascinare lentamente dentro l'acqua. Allacciai le gambe alla vita di Harry e le braccia al suo collo.
"Perché non hai detto ai ragazzi di cosa stavamo parlando? " Domandai appoggiando il mento sulla sua spalla e osservando il panorama.
"Perché altrimenti non avrei potuto fare questo." Sussurrò stringendomi ancora di più a sè. "Non avrei potuto baciarti in qualsiasi momento, non avrei potuto guardarti, non avrei potuto dirti quanto sono preso da te. Non avrei potuto dirti quanto sei bella e quanto ami questo costume su di te. Non avrei-"
Interruppi il suo monologo baciandolo, esprimendo ogni mia emozione con quel gesto, facendo incontrare ripetutamente le nostre bocche, le nostre lingue, come se fosse quello l'unico modo per respirare.
Era inutile negarlo, lo amavo, lo amavo come se fosse l'ossigeno che mi serviva per vivere, lo amavo come se fosse stato una parte di me. In entrambi i casi, non sarei potuta sopravvivere senza di lui.
Sentii la pietra, dura, del bordo della piscina, appoggiarsi sulla mia pelle, e le mani di Harry sorreggermi dalla vita.
Gonfiai il petto e sfiorai, con il seno, il torace di Harry, facendolo irrigidire immediatamente.
Presi un grande respiro e spinsi leggermente le spalle del ragazzo verso l'acqua, facendo sprofondare entrambi nella piscina azzurra, senza mai staccare le labbra dalle sue.
Quando tornammo in superficie per respirare, sentii un ondata di felicità pervadermi completamente.
"Cavolo." Mormorò il ragazzo, appoggiando la fronte sulla mia spalla ed attaccandosi al bordo della piscina con le mani.
"Già."
Entrambi avevamo il fiatone, ma nessuno di noi due sembrava rendersene propriamente conto.
Tirò indietro la testa e, sempre tenendo una mano sul muretto, passò il pollice sul mio volto, spostando una ciocca bagnata dalla mia guancia.
"Come è possibile che tu faccia questo effetto al mio corpo?" Domandò quasi a sè stesso, ricevendo uno sguardo divertito da me. "Oltre che a là sotto, intendo qui."
Prese una mia mano tra le sue e la appoggiò sul suo torace, proprio sopra al suo cuore palpitante.
Tolsi la mano dal suo petto e appoggiai la sua sopra al mio cuore, veloce quanto il suo.
"Lo fai anche tu a me, Harry." Sussurrai di colpo senza fiato.
"Oh, diamine, che mi stai facendo ragazza." Mormorò attaccando di nuovo le sue labbra alle mie e trascinandomi di nuovo sott'acqua.
• • •
"Se andare in piscina, significa poterti baciare per tutto il pomeriggio, voglio farlo più spesso." Sussurrò al mio orecchio Harry, facendomi sussultare nel silenzio dell'aereo.
Dopo essere tornati dalla piscina, avevano passato tutto il resto del tempo nello stadio, provando qualche canzone o più che altro ridendo per le cattive imitazioni che facevano Niall e Louis.
Poi, dopo il concerto, eravamo praticamente stati scaraventati in aeroporto, dal quale era partito nel giro di poco il nostro jet privato.
Avevo passato circa un ora a guardare il soffitto dell'aereo, e proprio quando mi stavo addormentando, la voce del mio ragazzo mi aveva svegliata completamente.
"Pervertito." Sussurrai a mia volta, guardandomi poi intorno, per essere sicura che nessuno stesse ascoltando.
"Eh no, sarei stato pervertito se ti avessi detto che, finché eravamo in piscina, ti ho immaginato più volte senza costume." Replicò tranquillamente, ricevendo in cambio una sberla sulla spalla da parte mia.
"Fai schifo." Sbuffai cercando di nascondere il sorriso che stava nascendo sulle mie labbra.
"Non è vero."
"Hai ragione, ma sei un pervertito lo stesso." Mormorai appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Non posso darti torto." Lasciò un piccolo bacio tra i miei capelli. "Buona notte, amore mio."
• • •
La sera successiva, finché ero nel backstage ed aspettavo che il concerto iniziasse, sentii qualcuno tirarmi la maglietta.
Quando mi girai ed incontrai i suoi occhi, sentii le mie labbra stendersi in un sorriso, talmente sincero da coinvolgere anche la sua bocca tesa, tirata per l'ansia e l'emozione.
Probabilmente avrei dovuto dire tante cose, presentate le persone, accoglierla come farebbe una guida, ma l'unica cosa che uscì dalle mie labbra, fù una cosa semplice, ma piena d'amore.
"Ciao, piccola Kim"
***
Il capitolo è più corto del solito e mi dispiace, ma purtroppo mi trovo in Croazia ed il tempo per scrivere è davvero poco.
Spero che vi piaccia il capitolo, anche se ho descritto più punti separati della giornata.
Per quanto riguarda il resto, ho revisionato i primi capitoli, quindi se volete, potete leggere le piccole modifiche che ho fatto.
Vi ringrazio per aver superato i 70k in così poco tempo, mi sembra letteralmente impossibile che la mia storia abbia queste visualizzazioni, soprattutto perchè è una delle tante cavolate che escono dalla mia testa.
In ogni caso, grazie per tutto.
Qualche giorno fa, ho pubblicato una nuova storia (ancora in coming soon) e si chiama tattoo maker. Probabilmente molte di voi non le daranno nemmeno un occhiata, perché non ha come protagonisti i ragazzi, però mi farebbe lo stesso piacere che, chi ha voglia di leggere qualcosa che non abbia a che fare con i one direction, passasse a dare un occhiata.
(E poi è una stydia nata involontariamente hahaha)
Vi lascio gli altri social network in cui potete seguirmi
Instagram - alis9817
Twitter - intomlinsonass
E qui, su wattpad - vampire9817
Non ho altro da dire, quindi buona giornata e
Al prossimo capitolo.
Alis
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