Panic. [Brooklyn]

"Sto per morire." Ansimai distesa a terra.

"Non stai per morire"

Alzai leggermente la testa, trovando Kyle con un espressione divertita stampata in volto.

"Non sei tu che hai corso per un ora." Sbottai appoggiando una mano sulla pancia nuda e respirando affannosamente.

"Io corro due ore al giorno, Brooklyn." Rise porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.

"Ma io sono una cavolo di femmina che detesta lo sport."

Afferrai saldamente la mano e mi feci tirare su, ritrovandomi immediatamente all'altezza delle spalle del giovane uomo che mi era stato presentato come il nostro allenatore.

"Allora dovrai farti passare questo odio, perché altrimenti finisci come loro" Disse indicando Louis e Niall distesi a terra praticamente privi di senso.

"Direi proprio di si." Sbuffai portando le mani sui capelli legati e stringendo l'elastico.

Camminai verso Harry, Liam e Zayn che guardavano i due ragazzi,stesi a terra, con sguardo divertito.

"Okay, forse sono messi peggio di me." Ammisi sistemando la canotta che poco tempo prima avevo sollevato per non morire di caldo.

"Lo penso anche io." Sbuffò Kyle affiancandomi. "Louis" Lo chiamò dandogli un calcetto sul polpaccio, ricevendo solo un verso rauco in risposta dal ragazzo. "Piantala di fumare così tanto. "

Mi sfuggì una risata, che cercai di mascherare con un colpo di tosse.

"Ragazzi, ce la fate a portarli in spogliatoio?" Domandò il personal trainer guardando i tre ragazzi che annuirono divertiti. "Brooklyn, tu puoi andare tranquillamente a farti la doccia nello spogliatoio."

Annuii e mi girai iniziando a camminare verso il fondo della palestra dove vi erano le porte che portavano ai due spogliatoi.

Spinsi la porta bianca ed entrai, facendola chiudere alle mie spalle. Andai verso il piccolo borsone che avevo lasciato sulla panca e presi un grande asciugamano, delle ciabatte infradito e un bagno schiuma.
Tolsi le scarpe ed i calzini, lanciandoli dentro alla sacca e, dopo essermi messa le ciabatte, camminai verso le docce e appoggiai dentro ad una di essa tutto ciò che tenevo in mano.

Mi svestii e mi lavai velocemente, quasi timorosa che qualcuno potesse entrare nonostante la palestra dell'hotel fosse stata prenotata per tutta la mattinata.

Avvolsi l'asciugamano attorno al mio esile corpo e tornai verso la panca dove era appoggiato il mio borsone, dal quale estrassi il cambio di intimo e, dopo aver fatto cadere l'asciugamano, lo indossai.

Raccolsi i capelli, ancora umidi, in una coda morbida e recuperai un paio di pantaloncini corti in denim.

Indossai anche la canottiera bianca, però ripiegandola sopra al seno per lasciare la pancia scoperta. Presi il portafoglio dalla borsa ed estrassi la bustina trasparente con dentro un paio di piercing per l'ombelico. Mi sedetti sulla sedia e ne estrassi uno, svitando successivamente la pallina superiore.

Quando fui sul punto di avvitare il percing, la voce inconfondibile del mio ragazzo mi spaventò, così facendo cadere il piccolo pezzettino rotondo.

"Quell'affare fa un po' impressione."

"Porca miseria, Harry! Mi hai spaventata!" Sbottai portandomi la mano al cuore, sentendolo battere forte dentro la cassa toracica.

" Perdonami." Sorrise avvicinandosi e sedendosi al mio fianco.

Mi abbassai e recuperai la pallina da terra, attaccandola finalmente all'asticella curvata di metallo.

"Da quanto tempo sei qua?" Domandai imbarazzata all'idea che fosse entrato finchè mi vestivo.

"Qualche secondo." Sul suo volto fece capolino un sorriso malizioso incorniciato da due fossette profonde. "Tranquilla, non ho visto niente di ciò che avrei voluto vedere."

Sentii le guance arrossarsi e gli diedi uno schiaffo sul braccio prima di alzarmi e sistemarmi la canottiera. Raccattai tutte le mie cose e le infilai malamente nel borsone prima di prenderlo in spalla e, sotto lo sguardo divertito di Harry, uscire dalla stanza.

Fui più che contenta di aver avuto la possibilità di lavarmi direttamente nella palestra, poichè sarebbe stato imbarazzante camminare per l'albergo sudata.

Quando Harry uscì dallo spogliatoio femminile, fui assalita da un colpo di ansia, rendendomi conto solo in quel momento del fatto che gli latri ragazzi avrebbero potuto capire che fra noi due c'era qualcosa.

"Gli altri sono già andati giù, io sono stato l'ultimo a fare la doccia." Mi tranquillizzò il ragazzo facendo aderire il suo petto sulla mia schiena, abbracciandomi. Mi lasciò un bacio sulla guancia prima di staccarsi ed avviarsi verso l'uscita della palestra.

Mi accorsi che, senza rendermene conto, avevo trattenuto il respiro, così lasciai uscire tutta l'aria che avevo nei polmoni e cercai di far passare le montagne russe che Harry aveva provocato nel mio stomaco con quel contatto.

Quando ripresi a camminare, fui consapevole del calore che continuavo a sentire nella schiena, come se Harry fosse ancora attaccato a me, e sorrisi raggiante, domandomi ancora una volta come diavolo fosse possibile che io piacessi ad Harry Styles.

Passo dopo passo, raggiunsi il ragazzo fermo davanti all'ascensore aperto e lo seguii al suo interno.

"I ragazzi volevano andare a mangiare al Mc donald's. Tu vieni con noi?"

Le porte si chiusero alle nostre spalle e l'ascensore iniziò a scendere verso i nostri piani.

"Certo, basta che Niall non faccia come l'ultima volta, perchè vorrei seriamente riuscire a mangiare qualcosa senza che lui mi chieda se lo finisco." Risi al ricordo del mese prima, quando ero praticamente stata costretta a dargli metà del mio panino.

"Farò il possibile perchè non succeda." Sorrise Harry, accarezzandomi la guancia nel momento stesso in cui le porte si aprirono sul mio piano.

"Manda qualcuno a chiamarmi quando andate." Gli diedi un bacio sulla guancia e mi incamminai verso la mia porta, strisciando successivamente la carta sul dispositivo della chiave automatica.

Appoggiai a terra il borsone e andai a sedermi sulla poltrona dove, il giorno prima, ero seduta con Harry a parlare.

Sospirai appena quando fui avvolta dalla morbida gommapiuma. Fissai un punto impreciso per una decina di minuti prima di sentire la suoneria del mio cellulare riempire la stanza con la canzone che, ormai, avevo sentito cantare dal vivo.

Recuperai il telefono e sorrisi quando vidi il volto di mia madre lampeggiare sullo schermo.

"Ciao mamma"

"Ciao tesoro, come stai?" Sentii la sua voce leggermente assonnata, così alzai lo sguardo verso l'orologio della camera e, dopo un paio di calcoli, mi resi conto che probabilmente da lei fosse davvero tardi.

"Sto bene. Come mai mi hai chiamata? Non sono tipo le due a casa?"

"Le due e mezza." Mi corresse ridacchiando. "Non riuscivo a dormire. Sono stati dei giorni abbastanza pesanti a lavoro e tu mi manchi moltissimo." Sentii il cuore stringersi a quelle parole.

"Anche tu mi manchi molto, mamma, non immagini nemmeno quanto. Ma-"

"Ma questo è il tuo sogno e io lo accetto" Sentii un paio di lacrime solcare le mie guance e cadere sulla mano che tenevo in grembo.

"Ti voglio bene" Dissi con voce rotta.

"Anche io, Brookie." Sorrisi quando sentii quel nomignolo che mio padre mi aveva affibbiato quando ero una bambina. "Comunque, quando hai sentito papà l'ultima volta?"

"La settimana scorsa, perché? È successo qualcosa?" Sentii io stessa l'ansia che trasmetteva la mia voce.

"No no, era solo per sapere." Sospirai di sollievo e mi abbandonai ulteriormente sulla soffice poltrona.

Sentii bussare alla porta e, sempre tenendo il cellulare attaccato all'orecchio, andai ad aprire.

"Zayn, entra pure." Dissi appoggiando il palmo della mano sul microfono del telefono.

"Mamma, io devo andare, ma tu promettimi che proverai a dormire." Diedi la schiena al ragazzo e camminai verso il letto.

"Certo, amore. Buona fortuna per il concerto."

Buttai il cellulare dentro la borsa di Guess che era sopra alle coperte e mi girai verso il ragazzo.

"Andiamo?" Domandai mettendo la borsa sulla spalla.

"Certo." Zayn sorrise, aprendo la porta della mia stanza. " Tutto bene con tua mamma?"

"Si, solo che non riusciva a dormire, il che è abbastanza strano, visto che quando torna a casa da lavoro è talmente stanca che si addormenta in divano."

"Avrà bevuto un caffè di troppo." Mi tranquillizzò il ragazzo al mio fianco.

"Probabile."

Rimasi in silenzio finché non arrivammo nella hall, dove scorsi immediatamente i capelli ricci di Harry.

"Jake ha detto che dopo sarà presente al sound check." Ci avvisò Louis una volta che fummo al loro fianco.

"Fantastico, un motivo in più per essere in ansia." Sbuffai incrociando le braccia sul petto.

"Andrà tutto bene, Brooklyn. Te lo assicuro" Disse Liam, al mio fianco, abbracciandomi con les sue forti braccia.

Sorrisi sinceramente e ricambiai l'abbraccio, facendo finta di non vedere lo sguardo gelido che mi lanciava Harry.

"Ora possiamo andare? Ho lo stomaco che sta piangendo dalla fame." Borbottò Niall iniziando a camminare verso l'uscita sul retro.

"Non sapevo che uno stomaco potesse piangere." Ridacchiai quando mi staccai dal ragazzo.

"Con Niall tutto è possibile" Ghignò Louis raggiungendo successivamente il ragazzo.

Una volta uscita, salii per ultima sul van e chiusi la portiera alle mie spalle.

Quando ci fu un leggero dosso, colsi l'occasione di guardare negli occhi Harry, facendogli probabilmente capire di dover togliere quell'espressione gelosa dal suo volto, poiché, dopo qualche secondo, vidi un sorriso malizioso posarsi sulle sue labbra.

Distolsi lo sguardo e guardai verso la strada, riconoscendo, involontariamente, le maglie di alcune ragazzine che camminavano.

"Quanto siamo lontani dallo stadio?" Domandai girandomi verso i cinque ragazzi.

"Qualche chilometro, perché?" Rispose Liam

"Molte delle vostre fan stanno girando da queste parti." Dissi continuando a seguire le macchine che sfrecciavano al nostro fianco.

"Merda." Borbottò Niall, alzandosi leggermente per raggiungere il guidatore.
"Jim, probabilmente il Mc Donald's è pieno di fan, quindi è impossibile riuscire a mangiare in pace. Andiamo per asporto? Possiamo mangiare nel backstage."

"Okay" Vidi il bodyguard di Niall sporgersi verso il porta oggetti e tirare fuori un piccolo blocknotes. "Scrivete quello che volete, non ho intenzione di fare un'altra figura di merda per colpa vostra."

Iniziai a ridere, ricevendo in cambio un occhiataccia dai cinque, il che mi fece ridere ancora di più.

"Piantala di ridere e scrivi." Sbottò il biondo lanciandomi il blocchetto e una penna.

"Okay, la pianto." Respirai un paio di volte, bloccando l'attacco di ridarella che probabilmente mi sarebbe arrivato da un momento all'altro.

Scrissi velocemente il menù che volevo ordinare e passai tutto a Zayn.

"Mangi solo questo?" Domandò il ragazzo scrivendo il suo menù e passando avanti.

"Sapete già che mangio poco, soprattutto quando sono in ansia." Sbuffai giocando con i capelli ancora leggermente umidi dalla doccia di poco tempo prima.

"Non devi avere paura, Brooklyn." Sentii la mano calda di Zayn appoggiarsi sulla mia spalla e sorrisi involontariamente.

Quando arrivammo al drive in del Mc Donald's, ringraziai mentalmente Niall per aver deciso di prendere il cibo d'asporto, perché l'intero fast food era pieno di ragazze che probabilmente qualche ora dopo avrebbero partecipato al concerto.

"Hanno i loro idoli dietro di loro e non lo sanno." Sussurrai appoggiando la mano sul finestrino.

"É il brutto di essere famosi, non possiamo girare liberamente nemmeno per casa nostra." Sbuffò Louis lasciandosi andare sul sedile dietro al mio.

Dopo aver passato quasi venti minuti in coda, Jim riuscì ad ordinare i vari menù.

"Ragazzi, scrivete veramente da cani. Gli unici che si salvano sono Brooklyn e Niall." Sbuffò L'uomo fermandosi davanti alla finestrella dal quale ci avrebbero passato i sacchetti con il cibo.

"Come se lui scrivesse bene." Sussurrò Louis facendomi ridacchiare.

"Chi paga tutta questa roba?" Domandai una volta che i sacchetti furono nel sedile vicino al guidatore del van.

"Per ora Jim, poi Jake gli restituisce i soldi, che naturalmente prende dalle nostre bellissime tasche." Disse Liam giocando con il cellulare.

"Fantastico dire." Dissi sistemandomi meglio nel sedile.

Passammo i successivi dieci minuti parlando e soprattutto ridendo quando Niall tentava di prendere un qualsiasi panino dai sacchetti, riuscendo solo a prendere una sberla sulle mani dal suo bodyguard.

"Puoi benissimo aspettare altri due minuti, Niall, lasciami il tempo di entrare nel parcheggio dello stadio." Sbuffò l'uomo dando l'ennesimo schiaffo al braccio del biondo,

"Allora muoviti, sto letteralmente morendo di fame." Sbraitò il ragazzo sedendosi a braccia incrociate e un broncio sul volto.

Presi il cellulare e, senza che se ne accorgesse, immortalai quel momento. Entrai su twitter e postai la foto, mettendo forse la descrizione più adatta alla situazione.

"Hungry or angry , Niall ? "

Nel giro qualche secondo, i retweet della foto salirono, arrivando a decine di migliaia. Zayn, al mio fianco, rise sonoramente quando lesse il tweet che avevo fatto, attirando l'attenzione di tutti i ragazzi.

"Che succede?" Chiese Harry perplesso.

"Ha postato una foto davvero carina." Ghignò prendendo il suo telefono e condividendo a sua volta il tweet.

Jim parcheggiò nello stadio, fermandosi giusto in tempo per darmi la possibilità di spalancare la portiera e correre giù, nel momento stesso in cui Niall vide la foto.

"Brooklyn, ti ammazzo." Lo sentii urlare finché correvo verso l'entrata dello stadio spalancando le porte d'emergenza.

Continuai a correre finché non fui costretta a fermarmi, vicino ad un muro, per riprendere fiato.

"Te la farò pagare in un altro momento." Sbuffò Niall superandomi. "Ora devo assolutamente mangiare."

Ridacchiai ed iniziai a seguirlo in silenzio. Varcammo le porte di una grande sala, dove vidi immediatamente una serie di divanetti ad alcuni tavolini da caffè davanti ad essi.

"Ragazzi, muovete quel culo moscio e venite a mangiare." Urlò il ragazzo quando sentii la risate degli altri quattro in corridoio.

"Moscio non direi." Dissi senza rendermene conto.

"Non voglio sapere i tuoi pensieri perversi su di noi, sarebbe estremamente imbarazzante." Ridacchiò il biondo iniziando a tirare fuori il cibo dai sacchetti.

"Non credo che avrei mai il coraggio di dirteli." Risi aiutandolo.

"Hai seriamente ordinato tutta quella roba per te?" Esordì Liam quando vide la quantità di roba fritta davanti a Niall.

"Si e se non vi muovete mangio anche la vostra."

Mi sedetti su uno dei divani in pelle e presi la scatolina che conteneva i pochi pezzi di pollo fritti e le patatine eccessivamente unte di olio.

"Ti basta quella roba? Non vorrei mai che svenissi sul palco." Domandò Louis leggermente preoccupato.

"Ti giuro che mangio sempre così. È Jane quella che mangia come un maiale."

Quando nominai la mia amica, vidi i suoi occhi illuminarsi, trasmettendo praticamente tutte le sensazioni che probabilmente stava provando in quel momento.

Continuammo a mangiare chiacchierando, rubandoci ogni tanto qualche patatatina e lanciandocela addosso.

"Non è giusto!" Sbottò Niall all'improvviso.

"Cosa?" Gli chiese Louis con la bocca piena.

"Ho fatto una foto a Brooklyn finchè mangiava, ma è venuta comunque figa. Non è giusto."

Mi andò di traverso l'acqua che stavo bevendo, tanto che rischia i veramente di soffocarmi.

"Porca miseria, mi sono bagnata la maglia." Sbuffai, una volta smesso di tossire.

"Sbaglio o quella era una maglietta da maschio?" Indagò Zayn, cambiando discorso e indicando la canottiera che indossavo.

"Si, Jane ha tagliato una maglietta di suo fratello e ne ha creato una maglietta per me." Sorrisi riprendendo a bere.

"Perché mai ha tagliato una maglietta di suo fratello, per di più di marca?" Chiese Liam pulendosi la bocca con un tovagliolino in carta.

"Probabilmente perché mi aveva tradita al ballo." Feci spallucce riprendendo a mangiare.

"Era lui il ragazzo che era impegnato a farsi qualcun'altro nei bagni della scuola?" Domandò stupito Harry.

"Aspetta, hai detto tradita. Quindi stavate insieme?" Sbraitò Louis, sconvolto.

"Già" Sbuffai prendendo una patatina e portandola alla bocca "Vediamo il lato positivo, ho guadagnato un po' di vestiti."

"Louis, se non ti innamori tu di Jane, giuro che lo faccio io. Quella ragazza ha la mia stima completa in questo momento." Urlò Niall facendomi ridere.

"Mi dispiace, Brook. Posso solo immaginare come tu ti sia sentita." Mormorò Harry appoggiando una mano sulla mia spalla.

"Ormai sono passati anni e poi, sempre grazie a Jane, sono riuscita a vendicarmi." Sorrisi al solo ricordo.

"Mi spaventi con quella faccia. Cosa cavolo gli hai fatto?" Chiese Zayn con gli occhi sgranati.

"Vi basta sapere che é andato a scuola per più di due settimane con i capelli, le sopracciglia e vestiti, completamente rosa."

"Michael sarebbe fiero di te." Ghignò Niall.

"Si, lo penso anche io" Sorrisi finendo di mangiare.

Mi sorpresi di riuscire a parlare di ciò che era accaduto con Josh, senza più provare alcun dolore. Effettivamente mi rendevo conto che erano passati più di due anni, ma fino a poco tempo prima, anche solo ricordare ciò che era successo mi devastava, o almeno era così prima di conoscere i ragazzi.

"Ragazzi" Niall ci chiamò dopo aver mandato giù un boccone "Jake ha scritto che dobbiamo muovere il culo ed andare sul palco."

"Ma è sempre stato così?" Domandai lasciandomi scivolare sul pavimento.

"Assolutamente si. Pensa che è anche più gentile da quando ci sei tu."

Guardai Liam con gli occhi sbarrati e misi una mano sulla faccia.

"Andiamo dai." Harry mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi.

Dopo aver percorso praticamente metà stadio dall'interno, riuscimmo a trovare le scale che portavano al palco e, velocemente, le percorremmo.

"Muovetevi e prendete quei microfoni." Sbraitò Jake nel momento stesso in cui mettemmo piede sul palco. "Brooklyn, tu vieni qui."

Camminai lentamente verso il manager, seduto sulle sbarre in metallo poco distanti da me.

"Allora," Iniziò, una volta che mi fui seduta al suo fianco. "La canzone è stata inserita nella scaletta." Jake mi passò un pezzo di carta, dove vi era stampato l'ordine della canzoni. "È la canzone prima della pausa, quindi hai tutto il tempo di provare dietro alle quinte."

"Okay." Sospirai agitata.

"Fra un paio di canzoni fai una prova senza microfono con i ragazzi. Poi provi a muoverti un po' sul palco, tanto per capire com'è."

"E poi vado da Lou, giusto?"

"Giusto." Jake sorrise appoggiando una mano sulla mia spalla. "So che ce la farai, principessa. Ho visto qualcosa in te e sono sicuro di non aver sbagliato."

Passai i dieci minuti successivi a gironzolare sul palco, ascoltando e canticchiando le strofe dei cinque ragazzi.
Mi fermai sul lato destro, dove c'erano alcune casse, e salii sopra una di essa.
Girai su me stessa, fermandomi solo quando puntai lo sguardo sui miei idoli.
Avevo passato l'ultimo mese con loro, ma solo in quel momento mi rendevo conto di quanto tutto questo fosse reale.

Stavo davvero per cantare su quel palco, davanti a migliaia e migliaia di persone, insieme ai miei idoli che, fino a poco tempo prima, guardavo solo attraverso uno schermo.

E in quel momento era diventato tutto così maledettamente reale e pauroso.

Mi sedetti sulla cassa, lasciando i piedi a penzoloni ed espirai prima di appoggiare i palmi sul metallo, lasciando ricadere tutto il peso sulle mani.

Sentii urlare e ridere, così alzai la testa, giusto in tempo per vedere Louis sbracciarsi per attirare la mia attenzione.

"Brooklyn, vieni qui!" Urlò il ragazzo dal fondo del palco.

Mi rialzai con molta calma, ed iniziai a camminare verso il centro del palco e poi verso la pedana mobile, verso la fine del palco.

Non feci nemmeno in tempo ad arrivare a metà strada che vidi Niall alzarsi e corrermi in contro.

"Perché stai correndo?"

Non ricevetti risposta, ma in compenso sentii le braccia del biondo sul mio bacino, che poi sollevò, senza tanti sforzi, sulla sulla spalla.

Tirai un leggero urletto quando iniziò a camminare velocomente, ma poi iniziai a ridere, dando ogni tanto qualche colpetto sulla sua schiena.

"Sei davvero troppo lenta a camminare e soprattutto troppo leggera." Sbuffò Niall continuando a camminare.

"Non sono lenta." Risi aggrappandomi alla sua schiena per non cadere.

"Lo sei eccome."

Mi fece scendere solo quando fummo entrambi sopra la pedana, appoggiandomi poco delicatamente con il sedere a terra.

"Grazie del passaggio. L'atterraggio è stato un vero schifo, però."

"Grazie Niall." Ghignò Louis dandogli cinque dollari.

"L'hai pagato per trasportarmi fino a qui? " Domandai divertita.

"Assolutamente si, eri troppo lenta."

Sbuffai ignorando completamente le risate a malapena trattenute del biondo.
Mi distesi a pancia in giù e puntellai i gomiti sul pavimento, osservando poi ciò che mi circondava.

"Perché mi avete portata qua? E perché il pavimento è ricoperto di fogli?"
Terminai la frase nel momento stesso in cui la pedana iniziò a vibrare e sollevarsi.
"Okay, lasciate perdere la prima domanda." Ridacchiai toccando la coda dei capelli.

"Jake ha insistito tanto perché ripassassimo le parole della canzone e soprattutto della scaletta." Sospirò Liam sedendosi al mio fianco a gambe incrociate.

"Dobbiamo anche farti provare le varie entrate, perché lui è troppo 'impegnato'" Si lamentò Zayn, mettendo le virgolette con le dita sull'ultima parola.

"Fantastico." Presi un foglio ed iniziai a leggere la scaletta, facendo finta di non averla imparata a memoria qualche mese prima.

"La canzone é prima della pausa, quindi poi potrai tornare tranquillamente nel retroscena. Entrerai dalle porte scorrevoli che ci sono lì" Disse Harry indicando il centro del palco.

"Dato che sei tu che inizi la canzone, devi partire dopo qualche secondo che é iniziata la base." Disse Liam, armonizzando un po' con la voce per farmi capire in che punto partire. "Ma comunque ti presenteremo prima, quindi sarai già sul palco quando inizia la musica."

"Poi sei libera di girare finché vuoi. Se Jake non ha nulla in contrario, puoi anche di salutare alla fine." Sorrise Louis.

"Quindi," disse prendendo il foglio con il testo del singolo. "Voi mi presentate, io entro e, appena inizia la base, parto con la prima strofa." Mormorai facendomi una scaletta mentale.

"Esatto. Però, ora devo fare una foto." Borbottò Niall tirando fuori l'iphone. "E spero davvero che tu venga male."

"Lo spero anche io, così sei finalmente felice." Ridacchiai facendo la linguaccia al cellulare quando, il ragazzo, lo sollevò per riprendere tutti.

"Seriamente, mi sembri Barney Stinson nella puntata di how I met your mother, perché vieni bene in ogni santa foto." Sbottò il ragazzo guardando lo schermo del telefono.

"Grazie, credo."

"Dai, proviamo. Fra un ora aprono i cancelli." Zayn si alzò prendendo un foglio.

Sentii la pedana tremare e, nel giro di qualche minuto, mi ritrovai alla stessa altezza del palco.
Passammo la mezz'ora seguente a provare e riprovare la canzone, finché non arrivò il momento della simulazione d'entrata in scena.

"Mi stai seriamente dicendo come devo camminare?" Domandai divertita, osservando Louis fare avanti e indietro.

"Si, tu cammini troppo da femminuccia."

"Non so se lo sai, ma sono una femmina." Sbuffai continuando a guardarlo.

"Sono una femmina, bla bla bla." Mi scimmiottò il ragazzo fingendo di sculettare.

"Per quanto stia amando la scena, non posso che pensare a quanto tu sia scemo." Risi affiancandolo.

"Ragazzi, ammettetelo, sculetto meglio io." Disse il ragazzo, facendo piangere dalle risate i quattro ragazzi.

"Avrai un culo da favola, Louis, ma voglio davvero vederti camminare su questo palco con dei tacchi alti dieci centimetri, perché saranno quelle le scarpe che Lou mi farà indossare." Ghignai mettendo le mani sui fianchi.

"Mi piace questa idea." Rise Liam avvicinandosi a noi. "Devi ancora scontare la scommessa della palestra, quindi, perché non la cambiamo con questa? Entro la fine del tour europeo, dovrai cantare un intera canzone con i tacchi."

Trattenni a stento le risate e sentii Harry ridere liberamente, provocando dentro di me alcuni brividi.

"Ci sto, basta che troviate il mio numero di scarpe."

"Questa cosa devi assolutamente farla quando c'è Jane." Risi riprendendo a camminare verso il centro del palco.

"Brooklyn, Lou ti aspetta." Mi richiamò Harry indicando le scale del backstage, dove si trovava l'hairstylist.

"Ciao, Lou." Dissi andandole in contro e abbracciandola.

"Andiamo? Abbiamo un bel po' di lavoro da fare." Sorrise dolcemente afferrando il mio braccio.

Salutai i cinque ragazzi con un gesto di mano e, sculettando, seguii la donna.

"Il mio fondo schiena è migliore." Sentii urlare Louis dietro di me.

Risi e continuai a camminare al fianco di Lou.

"Cosa dobbiamo fare adesso?" Domandai una volta entrati nella stanza dopo qualche ora prima avevo mangiato con la band.

"Adesso dobbiamo scegliere il vestito per stasera e poi decidere il trucco e l'acconciatura."

"Okay." Dissi recuperando la borsa e prendendo il cellulare.

"Kelly, porta qui i completi." Urlò Lou, chiamando probabilmente la sua assistente.

Sbloccai il telefono e sorrisi quando vidi una notifica di twitter da parte di Niall. La selezionai e, se possibile, sorrisi ancora di più quando notai la foto scattata quel pomeriggio.

"We're ready, Berna!"

"Sei venuta proprio bene in questa foto." Sussultai quando sentii la voce di Lou dietro di me. "Qui ci sono i vestiti. Kelly ti darà una mano ad indossarli e sceglierà gli accessori."

Spostai lo sguardo verso la ragazza minuta e le sorrisi.

"Okay, però non voglio niente di esagerato." Le dissi incamminandomi con Kelly verso la stanza/camerino della sala e chiudendomi la porta alle spalle.

"Togliti i vestiti e dammi pure la schiena se ti vergogni." Disse gentilmente la ragazza bionda.

Seguendo il suo consiglio, le diedi le spalle e sfilai la canottiera, appoggiandola su una sedia, e feci lo stesso con i pantaloncini, rimanendo in slip e reggiseno neri.

"Solleva le braccia."

Sentii un tessuto morbido passarmi sulle spalle e poi sullo sterno, fermandosi una ventina di centimetri sotto al bacino.
Prima ancora che potessi girarmi verso lo specchio per vedermi, tolsi il mini abito nero e, fregandomene di essere in intimo, lo diedi a Kelly.

"Non ci penso nemmeno, è troppo corto." Dissi incrociando le braccia al petto.

"Effettivamente è più una maglietta che un vestito." Ammise la bionda appendendo l'abito e prendendo una canotta lunga appena sotto il seno.

"Aspetta, posso vedere gli altri abiti?" Domandai avvicinandomi all'attaccapanni.

Spostai vari completi, trovando solo cose striminzite, gonne troppo aderenti, top praticamente inesistenti, vestiti nei quali era impossibile respirare.
Non feci caso al rumore che proveniva dallo stadio finché non staccai gli occhi dalle pile di vestiti.
Guardai in giro per la stanza, finché non adocchiai un leggero accappatoio appoggiato sulla poltrona davanti allo specchio. Lo presi e lo indossai, legandolo stretto in vita.

"Kelly, vado a parlare con Lou." Mormorai indossando le vans, creando un accostamento parecchio strano.

Con passi veloci raggiunsi l'hairstylist che sorrise non appena mi vide.

"Quale hai scelto?" Domandò allegra.

"Nessuno." Dissi secca, sorprendendo Lou. "Non ho intenzione di vestirmi così, Lou."

"Così come, Brooklyn? Sono i vestiti che sono stati scelti per te."

"Non voglio sembrare una troia, Louise, non ci penso nemmeno." Sbottai passando una mano tra i capelli e sciogliendoli.

"Non posso procurarti altri vestiti, ho avuto ordini precisi da Jake."

"E allora chiamalo e fallo venire qua, altrimenti stasera non mi muovo da qui!" Dissi duramente sedendomi sul divanetto e incrociando le gambe.

Sentii Lou sbuffare prima di uscire dalla stanza per andare a chiamare il manager.

"Sto andando a prendere un caffè, vuoi qualcosa?" La voce gentile di Kelly mi riportò alla realtà, strappandomi da pensieri fin troppo carini per definire quegli abiti.

"No, grazie lo stesso." Dissi cercando di sorridere nel modo meno falso possibile.

Passarono circa cinque minuti prima che Lou e Jake rientrassero nella stanza.

"Che succede? " Chiese Jake guardando entrambe.

"Non vuole indossare nessuno degli abiti." Disse, quasi timorosa, Lou.

"Come non li vuoi indossare, Brooklyn? Perché?"

"Non ho intenzione di indossare dei vestiti che mi facciano sembrare una poco di buono." Dissi calma.

"Quelli sono i vestiti che utilizzerai stasera, non accetto storie. Hai firmato un contratto e non puoi disobbire." Disse seccatamente il manager, girandosi verso la porta per uscire.

Senza rendermene conto, accecata dalla rabbia, mi alzai e lo fissai.

"Ascolta, non mi interessa se ho firmato un contratto, io non mi vestirò in quel modo. Non me ne frega niente se altre cantanti della modest si vestono così per fama, io non indosserò vestiti da puttana per voi." Sbraitai fissando Jake negli occhi. "Se fossi stata così, mi sarei presentata a quello stupido colloquio nuda, così non avresti questi problemi! Ma, sorpresa, io non sono così! Quindi, o mi fai avere un altro completo, o puoi scordarti che io stasera vada su quel maledetto palco."

Non mi interessava se in quel momento stavo facendo la figura della bambina o cose del genere. L'unica cosa che mi importava era rimanere me stessa in qualunque occasione e non cambiare per nessuno, soprattutto non per un contratto.

Jake rimase in silenzio per qualche minuto, poi, inaspettatamente, sorrise.

"Falle avere ciò che vuole, basta che però compensi la mancanza di quei vestiti con i capelli e cose del genere." Borbottò facendo un gesto con la mano ed uscendo dalla stanza.

"Non so come hai fatto, ma gli hai fatto davvero cambiare idea." Disse stupita Lou.

"Non ci credevo nemmeno io." Dissi sorpresa.

"Kelly" Esclamò la donna quando la ragazza sorpassó le porte. "Abbiamo il via libera per i vestiti."

"Davvero? Cosa devo prendere?"

"Che ne dici di un paio di jeans a vita alta che arrivano fino alle caviglie, una canotta bianca e dei sandali, tacco tredici, brillantinati? " Lou battè la mani entusiasta, guardandomi speranzosa.

"Mi va più che bene." Sorrisi rilassandomi.

Sentii vibrare il telefono da sopra il tavolino e comparve sullo schermo la foto che avevo fatto con Harry quasi un mese prima.

"Ciao." Dissi alzandomi ed andandomi a sedere dentro il camerino.

"Tutto okay? Ti abbiamo sentita urlare finché eravamo nel corridoio."

"Si, adesso è tutto okay. Ho convinto Jake a non farmi indossare dei vestiti da prostituta."

"Ne sono più che felice." Lo sentii ridere ed un sorriso affiorò sulla mie labbra. "Sei pronta? Noi dobbiamo salire fra mezz'ora."

"In realtà sono nel panico completamente. Anche se un tuo bacio potrebbe alleviarlo." Mormorai sinceramente, sussurrando l'ultima parte.

"Mi tenti, Brooklyn."

"Lo so, tesoro." Ridacchiai passando una mano sull' accappatoio. "Ora devo andare, Lou sta per arrivare."

"Ci vediamo dopo, piccola."

Appoggiai il telefono, tremando leggermente, e passai una mano sul viso, cercando di far passare il rossore improvviso sulle guance.
Harry mi aveva seriamente appena chiamata 'piccola' e la cosa mi sembrò talmente impossibile che mi diedi un leggero pizzicotto sulla mano.

"Ecco i vestiti, mettili velocemente. Dobbiamo fare ancora tantissime cose." Disse Lou entrando nel camerino.

Tolsi l' accappatoio e indossai prima la canotta , che inserii poi all'interno dei pantaloni.

"Questa volta raccogliamo i capelli in una coda leggermente cotonata sopra e, senza esagerare, mettiamo un ombretto scuro sugli occhi, un po' di eyeliner ed infine mascara rossetto rosso."

"Sei libera di fare quello che vuoi, Lou."

Passai la successiva mezz'ora tra pettini e pennelli da trucco, finché Lou non si spostò dalla mia visuale per farmi specchiare.

"Wow." Mormorai toccando leggermente coda rossa.

"Lo dirà anche Harry, fidati." Rise passandomi un paio di orecchini brillanti.

"E adesso che faccio?" Domandai rendendomi conto che di lì a poco mi sarei dovuta esibire davanti a migliaia di persone.

"Direi che possiamo sederci nei divanetti di là e parlare un po'. In qualche modo dobbiamo alleviarti questa ansia e Harry è sul palco, quindi non ti può tranquillizzare baciandoti." Disse Lou ghignando ed uscendo velocemente dal camerino.

"Mi hai ascoltata?! Lou, non è giusto." Dissi a metà tra il divertita e lo scocciata.

"Solo un pochino. Siete così carini."

"Nessuno deve saperlo." Le ricordai facendole segno di fare silenzio e sedendomi sulla poltrona.

"E nessuno lo saprà." Sentii la mano di Lou appoggiarsi alla mia spalla. "Stai tranquilla, puoi fidarti di me."

"Mi fido di te Lou, altrimenti non sapresti nemmeno di noi due."

"Comunque, queste sono le scarpe. Mettile, voglio vedere come stai." Mormorò passandomi i tacchi.

"Che ne dici?" Domandai una volta che le ebbi indossate.

"Sei perfetta, Brooklyn. Semplice ma perfetta."

"Grazie." Sorrisi timidamente sedendomi di nuovo sul divanetto.
"Che ne dici di parlarmi un po' di Lux? Sono davvero curiosa di conoscerla di persona.

Gli occhi di Lou si illuminarono quando nominai il nome della figlia, dandole un aria più giovane e più adulta allo stesso tempo.

Mi parlò dei suoi capelli setosi, della sua risata irresistibile, della sua mania per il rosa e anche delle sue bravate quando era in tour con lei.

Mi concentri tanto sulla sua voce che per qualche momento riuscii a dimenticare l'ansia che mi attanagliava il petto.

Quasi mi spaventai quando sentii la porta aprirsi e Jake spuntare da essa.

"Brooklyn, è ora"

Sentii le gambe tremare quando iniziai a camminare verso il manager.
Vidi Lou, con la coda dell'occhio, farmi qualche segno, con i quali cercava di dirmi che sarebbe andato tutto bene e, istintivamente, sorrisi.

Camminai al fianco di Jake per quelli che mi sembrarono solo pochi metri e mi fermai solo quando fui davanti alle porte che di lì a poco si sarebbero aperte davanti a me.

"Mi ha fatto piacere che tu mi abbia fatto vedere che conta ciò che pensi, ma non farlo ancora, altrimenti sarei costretto a parlare con la modest." Disse Jake passandomi il microfono spento. "Lavoro a parte, sono sicuro che ce la farai. Non avere paura e sii te stessa, ti ameranno per quella che sei."

Sorrisi riconoscente e ascoltai le note della canzone che stavano cantando i ragazzi finché Jake si allontanò.

Mi misi quasi a ridere quando sentii che fatalità stavano cantando la canzone che mi aveva fatto iniziare questo viaggio.

Le note di right now pian piano scemarono, facendo trasparire il boato delle urla. Chiusi gli occhi e ascoltai ciò che in quel momento stava dicendo Liam.

"Allora, come state? Oggi è un giorno particolare per noi, la nostra amica Brooklyn, sta per salire sul palco con noi per cantare una canzone. Voi siete le prime a sentire questa canzone e soprattutto Brooklyn, quindi siate buone."

"Direi che possiamo iniziare, no?" Harry domandó agli altri.

Sentii la base partire e le porte aprirsi, lasciando arrivare le luci sul mio volto.

Aprii gli occhi solo quando sentii le urla aumentare ed inspirai profondamente prima di fare il primo passo verso il mio futuro, continuando a pensare solo una cosa:

"Posso farcela."

***
Okay, sono quasi seimila parole.
Spero di essermi fatta perdonare il ritardo di questo capitolo.
Spero vi piaccia e vi ringrazio ancora per i voti e i commenti.
Non ho altro da dire, quindi

Al prossimo capitolo.

-Alis

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